di Andrea Bajani
[È uscito da pochi giorni per Einaudi il nuovo libro di poesia di Andrea Bajani, Dimora naturale. Ne pubblichiamo alcuni testi].
6.
Mi succede a ogni trasloco: basta
un libro poggiato sopra un mobile
poi si allarga come l’edera sui muri,
in poco tempo la casa è una foresta.
Dopo tre mesi c’è già la fioritura
è una festa di forme e di colori,
dai volumi si sprigiona il coro
proprio della specie, l’impostura.
*
11.
Sono stormi, queste ottave di novembre,
si chiamano a raccolta come per istinto,
da settimane fanno disegni sopra i tetti.
È il freddo, dicono gli etologi, o è la luce
che ora spegne il giorno troppo presto.
A metà dicembre, pare, se ne andranno
tutti, il cielo di colpo cambierà la voce.
Seguiranno il vento e i binari ferroviari.
*
12.
Chissà se fece qualche suono, al tempo
del Cambriano, lo schiudersi degli occhi,
se fu piú scoppio, come di popcorn contro
il coperchio, o piú l’apertura di un sipario,
se fu piú sconcerto oppure apparizione.
Di certo va datata a quel momento,
seicento milioni di anni è l’anniversario,
la fine, o l’estinzione, dell’immaginazione.
*
22.
Difficile dire se il movente sia
il rifugio oppure la competizione.
Certo è sorprendente ingegneria
il nido incastonato nella tomba
degli etruschi. Fanno capolino
due rondini neonate, i becchi
spalancati davanti agli antenati
che volano silenti negli affreschi.
*
42.
Sarà desiderio di vendetta,
rivincita, o sarà per semplice
luddismo, che questo falco
di cui si rinvengono le ossa
nella fusoliera, si è lanciato
contro il suo simile a motore.
La guerra non è vinta ma l’ala,
senza rumore, ha preso fuoco.
[Immagine: © Foto di Didier Massard].
Questi versi stagionali ti inducono a guardare fuori dalle finestra l’ora
E altri dettagli staccandoti per un poco dalla tastiera e dai libri che non leggerai, titoli in abbondanza , soltanto titoli