La solitudine dello scrittore. Una sostanza sottile di Franco Cordelli
[Questo articolo è uscito su «Alias»] di Niccolò Scaffai Il romanziere vive la letteratura «come fosse una istituzione, pretendendo un ascolto che non può più essere conferito»; ciò è conseguenza di un’«ipertrofia dell’io», che si esprime nella «pretesa di rendere visibile la propria solitudine», disprezzando il popolo in caso di
Continua a leggere