di Carlo Bordini
[I costruttori di vulcani. Tutte le poesie 1975-2010 di Carlo Bordini, pubblicato nel 2010 da Sossella, è uno dei libri di poesia più importanti usciti in Italia nel XXI secolo. I testi che seguono sono stati scritti dopo la pubblicazione di quel volume (gm)].
Roma
Una caratteristica di Roma è la sua indecifrabilità. E’ come se Roma fosse ricoperta da una guaina morbida, elastica, che impedisce di vedere con precisione i lineamenti, nasconde allo sguardo gli angoli acuti, rende tutto uniformemente morbido, rotondo, mucillaginoso. Tutto vi diviene inespressivo, ipnoticamente inespresso, come un corpo ricoperto da uno strato di grasso che celi le sue forme.
Tutte le manifestazioni di una città – la stupidità della gente o la sua intelligenza, la violenza, il pericolo, ecc. ecc. – sono a Roma attutite, quasi cancellate o comunque ricoperte da questa melina appiccicosa. I romani non sono gentili, ma non sono esenti da una loro cordialità. Non sono brutali. Alcuni di essi – uomini, settori – lo sono, certamente, ma tale brutalità è nascosta dall’indifferenza della città. La città come copertura. Caratteristica precipua e comune del romano è infatti la sua indifferenza, che si sposa a uno scetticismo ormai atavico. Un romano non crede nella realtà, non prova forti sentimenti o forti emozioni o forti desideri; è generalmente simpatico, caratterizzato da uno humor menefreghista che è l’emblema di tutta la città. Diceva una battuta della Dolce vita: Roma è un ottimo posto per nascondersi. Questa è una caratteristica di ogni grande città, ma in Roma il nascondersi è particolarmente dolce, tra l’indifferenza della gente, e la vita facile delle sue trattorie. Il pericolo a Roma non viene mai avvertito, così come la morte; a Roma si può essere aggrediti senza accorgersene, perché tutto rimbalza nella consistenza gommosa di questa città. Si muore senza accorgersene, e senza che gli altri ci facciano caso, non per cinismo (il cinismo presuppone delle passioni, odio, ambizione, che a Roma mancano) ma per indifferenza. Il romano non è certo fanaticamente dinamico, ma non ha nemmeno l’indolenza felina dei napoletani. Roma è il posto ideale per vivere soli e per morire soli, senza che questa solitudine acquisti nulla di drammatico; al massimo può essere noiosa (Roma, pur non essendo stimolante, non è neanche una città veramente noiosa, come può esserlo una città di provincia). A Roma, piuttosto, i sensi si ottundono. A Roma manca anche la paura, che dura un secondo, dopo di che si ritorna ad una allegra carnale indifferenza. Lungi dal terrore, Roma può essere la città della depressione – delle croniche, morbide crisi depressive…
Ma nello stesso tempo Roma ha un pregio: essendo una città fantasma, una città immaginaria, sonnambula, può favorire grandi e pacate allucinazioni. Una persona a Roma potrebbe fingersi idiota e vivere una vita nascosta, marginale, e soccombere sotto il peso di ancestrali e antichissime colpe.
Autunno
Quando la fantasia
scopre l’invenzione di se stessa
si stanca
di inventare la realtà
non esistono le ore, non esistono i giorni, l’esistenza e la vita si
confondono.
E’ questo il paradiso? O l’autunno?
l’inverno precede dunque l’autunno? E’ questa la cabala?
così come la guerra precede la pace.
l’acqua è acqua di pozzo, molli onde, concentriche.
Ciò che richiama il tuo incerto sorriso. Un ricordo oltre i mari, oltre
le colonne di sole. Le foglie girano e riportano indietro.
tu non immagini di vivere in un castello incantato, e
di svegliarti dopo trent’anni, credendo di aver dormito
dieci minuti
forse sono le ragnatele ad aver dormito, o forse abbia-
mo dormito entrambi. abbandonai
nei tuoi terrori i miei. l’autunno
è appena iniziato.
Poesia molto cinica
Ci siamo lasciati alle sedici e zerootto.
Mi sono innamorato di te alle diciassette e zerocinque.
Alle diciassette e zerosei ti adoravo;
alle diciassette e zeronove mi sentivo addirittura
amato da te.
Ma perché.
Non mi piaci eccessivamente, anche se sei
bellissima.
Forse perché è l’amore è bello, in sé, è
bello girare per la città, e leggere negli occhi della
gente che tu sei bella e che io devo essere contento
di stare accanto a te;
forse perché è bello sentire che si sta vivendo un amore,
c’è un’estetica nell’amore e noi che camminiamo per i prati
vi aderiamo perfettamente,
ed è tutto bello, perfetto, come un film già visto
e sarebbe bello dimenticare tutto e amarti
perché l’amore è bello e tu sei l’amore.
Ho baciato una ragazza davanti all’oceano pacifico
Diceva che il mare era un grosso amante
un grande dio che ama le donne
diceva che sono un angelo cattivo
che non devo essere geloso del mare.
le finestre dell’albergo mandavano una luce strana
era una ragazza fragile
come può essere solo in un paese cattolico
aveva un cervello febbrile
abbiamo camminato per parchi
in una città con molti prati.
Questa è una poesia dedicata a mio nonno
Lui aveva la stessa testa come la mia. Piena di cose. E anche di cose
troppo numerose, che cozzano tra loro, e che a volte
non riescono a
trovare l’armonia.
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a trovare l’ordine. a trovare l’ordine l’armonia. Aveva la stessa testa
che ho io.
.
E anche questo senso etico, un po’ austero, [da]
friulano.
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Mio nonno è nel Dizionario Biografico degli Italiani.
A mio nonno è stata dedicata una via a Roma.
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Mio nonno.
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Mio nonno conobbe sua moglie a Berlino.
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Probabilmente mio nonno era incapace di
tradire. Incapace di non mantenere
la parola,; e vergognoso
di cambiare.
Idea.
.
Mio nonno non era mezzo
schizoide. Non ha avuto bisogno
di essere
recuperato da uno psicanalista.
I suoi erano errori semplici,
Andare in guerra, morire per la patria
.
Mio nonno
non era pazzo
e non era neanche
un pazzo mancato.
.
Un mio amico (un mio amico brigatista)
mi ha consigliato di scrivere questa poesia.
.
Il mio amico si definisce
un burattino della rivoluzione.
.
Mio nonno amò mia nonna,
non era un amore
tanto bello
era un po’ ridicolo
mia nonna non poté mai scordarsi
di lui
e costruì la sua vita
sull’immagine
di quest’uomo
.
Un amore austero.
.
Era una coerenza un po’ ridicola
[[ma]]
era una coerenza che rispondeva alla coerenza
mio nonno non era pazzo
mia nonna non era pazza
soltanto un po’
ridicola
.
Sono affezionato al mio amico brigatista
perché avrei potuto essere come lui.
.
Mio nonno mi affascina perché tra i miei antenati
è l’unico a cui somiglio.
non era uno stupido, anche se era austero.
si vedeva che era problematico
si poneva molti interrogativi.
e in fondo il suo senso del dovere
non era una colpa
.
Un amore austero
[perché ]
.
anch’io conobbi a berlino
la donna della mia vita
o quella che avrebbe potuto essere
o quella che lo sarebbe stata
in un’esistenza parallela
.
avevo diciannove anni ero
/molto/disturbato
odiavo l’amore.
[Immagine: Gabriele Basilico, Roma 2007 (gm)].
All’apodittica ma condivisibile affermazione di Mazzoni “è uno dei libri di poesia più importanti usciti in Italia nel XXI secolo” non corrisponde purtroppo la realtà editoriale dell’opera, oggi difficilmente reperibile.
I Costruttori di vulcani è infatti esaurito ma sarà ristampato in questo mese di settembre, e sarà reperibile su Amazon o ordinandolo in libreria.
Bah. A me sembrano righe cervellotiche e insulse, senza costrutto, senza ritmo e senza immagini efficaci. Vero è che nel panorama del decennio anche questo può sembrare un capolavoro.
che piacere, Carlo, leggere queste nuove poesie, vedere che alcune si staccano dal corpo del romanzo e ne diventano la variante più asciutta, quasi ossea…
Bordini è della razza degli incuranti, quelli che guardano con la coda dell’occhio perché fautori della centralità della visione periferica, praticanti della forma zoppa o angeli del difforme. La sua è poesia nel ritmo della reiterazione e nella grazia della disfluenza.
I costruttori di vulcani è un libro di inesauribile divertimento e di scanzonata grazia, di lucida, ma sempre fresca, avvedutezza, che si fa pure – ma sì – coscienza politica. Beh, scusate il trasporto, ma Bordini è veramente un classico.
“Mio nonno” ti prende per i capelli e te li tira fino a stirarteli nella sua affascinante costruzione. Affettuoso. Realistico. Anche crudo. Ma spassoso. Leggibile come un bicchier d’acqua ma corposo come una lezione “alternativa” di storia. E di storie.
Anch’io ho avuto un “nonno di un nonno” alquanto bizzarro che il poeta Bordini ha “conosciuto” e condiviso con me 10 anni fa. Ancora grazie di tutto, Carlo.
A me le poesie di Carlo Bordini piacciono, mi fanno riflettere e anche divertire. Ho la fortuna di avere il suo libro da cui ho imparato molto sulla poesia. Grazie Carlo.
concordo con Renata Morresi: Carlo Bordini, come tutti i grandi poeti, è classico dalla nascita! Ciao carlo, ti amo!
Non ho mai avuto la fortuna e il privilegio di conoscere Carlo Bordini quando era in vita,ma il suo scritto su Roma mi sembra straordinariamente azzeccato e appropriato all’idea che anche io ho di Roma,che è la mia città di provenienza.E per esso non smetterò mai di essergliene grato, perchè tutti gli studenti di liceo odierni,soprattutto romani, dovrebbero conoscere questo testo!!Io sono musicista e insegnante di musica nelle scuole medie, ma sono un lettore di autori del secondo 900 e vecchio loro recensore.Bordini l’ho scoperto di recente e l’ho amato subito. Vi ringrazio dell’opportunità.