cropped-simic_1-081414.jpgAlcune poesie dall’ultimo libro di Charles Simic (The Lunatic, Ecco, 2015)
nella traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan.

[In questa, che se non sbagliamo a far di conto a noi risulta essere la sua diciottesima raccolta di poesia, Charles Simic si conferma maestro nel dipingere enigmatici quadri di vita quotidiana il cui colore viene dalla sua inconfondibile capacità di miscelare beffarda malinconia e sardonica arguzia con un dolcissimo sguardo sulle cose di questo mondo e sul nostro modo di attraversarlo.
Ci piace anche pensare che l’amico che compare nell’ultima delle poesie qui raccolte sia Mark Strand – senza dubbio lo è per noi.

Ringraziamo la James Merrill House di Stonington, CT, che ci ha dato tempo e modo di lavorare anche su questo libro. La nostra gratitudine all’amico Charlie per averci concesso di pubblicare qui anche i suoi originali].

MENU DEL GIORNO

Mister, abbiamo soltanto
una ciotola vuota e un cucchiaio
perché lei possa trangugiare
copiose sorsate di niente,

lasciando credere
che stia sorbendo una zuppa densa
e scura, fumante
dalla ciotola vuota.

TODAY’S MENU

All we got, mister,
Is an empty bowl and a spoon
For you to slurp
Great mouthfuls of nothing.

And make it sound like
A thick, dark soup you’re eating,
Steaming hot
Out of the empty bowl.

*

IL DIZIONARIO

Forse là dentro c’è una parola, chissà dove,
che descrive il mondo stamattina,
una parola per come la prima luce
si diverte a scacciare il buio
dalle vetrine e dagli androni.

E un’altra parola per come indugia
su un paio di occhiali con la montatura di metallo
che qualcuno ha lasciato cadere sul marciapiedi
ieri sera, allontanandosene cieco e barcollante
parlando tra sé e sé o cominciando a cantare.

THE DICTIONARY

Maybe there is a word in it somewhere
To describe the world this morning,
A word for the way the early light
Takes delight in chasing the darkness
Out of store windows and doorways.

Another word for the way it lingers
Over a pair of wire-rimmed glasses
Someone let drop on the sidewalk
Last night and staggered off blindly
Talking to himself or breaking into song.

*

IL LABIRINTO BIANCO

Ce n’è uno che ti aspetta
su ogni foglio di carta vuoto.
Quindi, attento al mostro
che vi sta di guardia: sarà invisibile
quando ti si scaglia addosso,
armato come sei soltanto di una penna.
E diffida della ragazza
che accorrerà in tuo aiuto
con quella mente sveglia e il gomitolo,
e che prendendoti per il naso ti condurrà
da un labirinto all’altro.

THE WHITE LABYRINTH

There is one waiting for you,
On every blank sheet of paper.
So, beware of the monster
Guarding it who’ll be invisible
As he comes charging at you,
Armed as you are only with a pen.
And watch out for that girl
Who’ll come to your aid
With her quick mind and a ball of thread,
And lead you by the nose
Out of one maze into another.

*

STORIE

Poiché ogni cosa scrive la propria storia
per quanto umile sia
il mondo è un gran librone
aperto a una pagina diversa
a seconda dell’ora del giorno,

su cui potrai leggere, se ti pare,
la storia di un raggio di sole
nel silenzio del pomeriggio,
di come ha trovato un bottone perso da tanto
sotto una sedia nell’angolo,

un piccolo bottone nero che era cucito
sul retro di un abitino nero
che una volta lei ti chiese di riabbottonare,
mentre continuavi a baciarle il collo
e le allungavi le mani sul seno.

STORIES

Because all things write their own stories
No matter how humble
The world is a great big book
Open to a different page,
Depending on the hour of the day,

Where you may read, if you so desire,
The story of a ray of sunlight
In the silence of the afternoon,
How it found a long-lost button
Under some chair in the corner,

A teeny black one that belonged
On the back of her black dress
She once asked you to button,
While you kept kissing her neck
And groped for her breasts.

*

IL MEDIUM

Questo tavolo tondo è appartenuto a una donna
che vi soleva convocare visitatori spettrali
e trasmettere i loro criptici messaggi
agli ospiti che si tenevano per mano in cerchio,
le facce fiocamente illuminate da una candela,

che speravano di vedere apparire i propri cari,
o almeno di sentirne le voci familiari
salutarli ancora una volta, svelare un segreto
da oltre la tomba,
costringendo qualcuno nella stanza a tapparsi le orecchie,
qualcun altro a scoppiare in singhiozzi,

mentre dietro le spesse tende chiuse
i fiocchi di neve cominciano a cadere
su questa notte fredda, oscura e silenziosa,
ciascuno ben deciso a seppellire una cosa,
non importa quanto piccola, quanto grande.

THE MEDIUM

This round table belonged to a woman
Who used to summon ghostly visitors
And transmit their cryptic messages
To her guests holding hands in a circle,
Their faces dimly lit by a candle,

Hoping to see their loved one appear,
Or at least hear the familiar voice
Greet them once again, divulge a secret
From beyond the grave,
Make someone in the room cover their eyes,
Another one break into sobs,

While beyond the thick drawn curtains,
The snowflakes are starting to fall
On this cold, dark and silent night,
Each one determined to bury something
No matter how small, no matter how big.

*

COSÌ PRESTO DI MATTINA

Mi addolora vedere un’anziana signora agitarsi
contando qualche monetina davanti a un alimentari—
ma come la dimentico in fretta quando il mio dolore
mi ritrova—un amico sulla soglia della morte
e il ricordo della sera trascorsa insieme.

Provai così tanto amore nel mio cuore dopo
che sarei potuto correre nudo giù in strada
sicuro che chiunque incontrassi avrebbe compreso
la mia follia e il mio bisogno di raccontare
di come la vita sia crudele e insieme bella,

ma non l’ho fatto—nonostante le prove schiaccianti:
un corvo chino sulla carcassa di uno scoiattolo per strada,
i cespugli di lillà che fiorivano in un giardino,
e la vista di un cane libero dalla sua catena
che rovistava nella spazzatura di un vicino.

SO EARLY IN THE MORNING

It pains me to see an old woman fret over
A few small coins outside the grocery store—
How swiftly I forget her as my own grief
Finds me again—a friend at death’s door
And the memory of the night we spent together.

I had so much love in my heart afterward,
I could have run into the street naked
Confident anyone I met would understand
My madness and my need to tell them
About life being both cruel and beautiful,

But I did not—despite the overwhelming evidence:
A crow bent over a dead squirrel in the road,
The lilac bushes flowering in some yard,
And the sight of a dog free from his chain
Searching through a neighbor’s trash can.

[Immagine: Charles Simic].

 

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