di Vanni Santoni
[Gli (altri) Personaggi precari fanno parte del numero 19 dell’«Ulisse», Forme ed effetti della scrittura elettronica, uscito nei giorni scorsi. La prima serie dei Personaggi precari è uscita nel 2007 presso RGB e nel 2013 presso Voland. Su LPLC è uscita la postfazione di Raoul Bruni].
Roberto
quella certa confidenza con l’impiantito
Nate
possibile che basti dormire venti minuti meno, dormire sette ore e quaranta, per ritrovarsi stanchi esausti spossati? È una scusa della mente? Bisognerebbe come Proust vedere se si riesce a dimenticarla, la stanchezza – dice che si può – capire se è del tipo ‘‘nervoso’’…
Matilde
– Fanculo mamma ho nove anni!
Roberto
– È arrivato il momento di accontentarsi!
(No dai no).
Chloe
– Pensavo fossi entrata nel progetto perché ci credevi…
– Sono entrata nel progetto per trovare un fidanzato.
Tina
– Cosa provo, ora, per te, “dopo tutto questo tempo”? Um, non so, qualcosa come un poderoso, oceanico, lancinante, insopprimibile odio?
Martino
(no, non la vuole, la caramella all’alloro)
Raoul
Da quando ha lo smartphone, ha quest’impressione che esistano due Internet, e deve trattenersi dal controllarle entrambe.
Antonello
“Sarà poi fija mia? È tanto bassotta…”
Fernando
Fernando si è innamorato di una ragazza con gli occhi neri. Innamorato, non infatuato, che le mezze misure non sa cosa siano. Coraggiosamente salta a piè pari il trito rito degli SMS, ed eroico fallisce.
Nina
Come un uscio di prigione.
Vinicio
Paraculo/vago.
Massimiliano
ti ricordi amore, era bellissimo
(no che non ricordi, nel ’90 avevi tre anni)
andare come le mine, briachi mézzi
e mai, mai un frontale. Gli anni della formazione!
i birri fissi a ogni incrocio, ma noi
li uccellavamo con le nostre trovate grifagne;
gli anni della formazione, e infatti
oggi so distinguere un Hofmann da un “gattino”
o prendere a pedate un tirapacchi.
Ezio
Sempre più spesso, l’ora della morte che s’approssima, ripensa Ezio a un pomeriggio tardo sulla battigia di Rarifossi, l’anno il cinquantuno: ogni tre metri o quattro una medusa spiaggiata, e l’impressione che tutto quanto avesse un senso, che quella punteggiatura di lucida luce volesse dir qualcosa.
Ofelia
Vorrebbe proprio farsi un giro (quant’è che non si fa un giro?), un giro col suo zaino e il suo taccuino, leggere vecchi romanzi sul treno e vedere qualcosa di strano in una città poco nota, e finir chiavata da qualcuno di casuale ma non men che straordinario, il quale poi, pur dandosi ben da fare per mantenere un distante legame di poetica affezione, non scassi più di tanto le palle.
Lisanna
Mangia troppo e troppo pesante, cosa che la rende pigra e malinconica. Compra molti libri ma quando finalmente ha tempo da dedicare alla lettura finisce ogni volta per rileggere Mann. Quando suo padre morì, stappò uno spumantino; subito dopo si vergognò moltissimo e tuttora ne soffre.
Salvatore
– E poi chi ho rivisto?
– Chi?
– Non ci crederai…
– Dai non fare lo stronzo!
– Dino!
– No! Avrete scopato selvaggiamente.
– Selvaticamente.
Tessie
Le farebbe piacere sapere che l’uomo che ama la sta pensando. Non le farebbe piacere sapere che sta pensando “ah già, devo tener conto pure della bestiolina.”
Miriana
Sabbiosa, come ossidata.
Sara
– Ciao. Oh, che fai di pomeriggio con la scatola delle droghe?
– Mi drogo?
Sabrina
1. e4, e5;
2. Cf3, Cc6;
3. Ac4, Cf6;
4. Cg5, d5;
5. exd5, Ca5;
6. d3, h6;
7. Cf3, e4;
8. dxe4?!
– Ma sei impazzita?
– Gioca, gioca.
– Lo fai apposta? Mi vuoi dare un vantaggio?
– Gioca, ti ho detto!
– Smetto, invece.
– I centrali. Sono… Mobili. Vedrai. Gioca. Uff…
Giuseppe
“Quanto mancherà al prossimo coprifuoco?”
Alice
un principio d’ordine, cazzo: un limite
mica puoi fare ogni volta queste scene, vedere sempre minotauri nelle maniglie, scritte nelle decorazioni, in tutte; robe in tutte le robe, sempre, fisso, ogni volta
Samara
esplosione di senso, qualificazione
– concetto di valore –
contano tutti uguale, niente conta niente
Mara
Piange acqua.
Nedo
gente che c’ha addirittura la fidanzata
Vasilij
tutto, vedi, mi strugge:
come alla fine di una vita,
vago per casa, lascio
disegnini come quelli del ruzzo
e del tedio d’aula –
a quest’età! tutto (vedi) mi pesa:
ho solo colpe, meriti
pochi e non voluti;
la libertà che inseguo?
quella di chi si getta
d’un tratto da un palazzo
… ma se il palazzo è in fiamme?
dirai: bruciavamo insieme.
dirò: hai ragione, chétami,
razzolo male e peggio mi sfracello
Mariano
Una volta con uno schiaffo sfondò il timpano a un cinese.
Gustavo
– Perché porto i guanti? Che discorsi, perché ho un’infezione alle mani che è una roba orrenda.
Iacopo
‘‘Guattari che cancella la cronologia nel timore che compaia improvvisamente Deleuze…’’ Mh. Insomma. Forse meglio con Horkheimer… ‘‘Horkheimer che cancella la cronologia nel timore che compaia improvvisamente Adorno…’’
Lorenza
e si videro il 210 settembre
[Immagine: Isaac Cordal, Follow the Leader (gm)]
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