di Ben Lerner, traduzione di Giuseppe Carrara

[Ben Lerner (1979) è uno dei più interessanti fra gli autori americani della sua generazione. Scrive poesie, romanzi e saggi. In italiano sono stati tradotti i romanzi Nel mondo a venire (Sellerio), Un uomo di passaggio (Neri Pozza) e la raccolta di poesia Angolo di imbardata, IV (Arcipelago). In questi giorni sta uscendo Odiare la poesia (Sellerio). Le poesie che seguono sono tratte da Mean Free Path, la cui prima edizione è del 2010, uscita per Copper Canyon Press, e poi ripubblicata, insieme alle precedenti raccolte, in No Art. Poems (Granta Books, 2016)].

Poi, dove disperazione è stata, la voce
Di Nina Simone. Aperte parentesi
Su un nuovo genere incrociato di stelle
Ari si toglie le forcine. Scende la notte
Non esiste il non sequitur
Quando sei innamorato. Chi disapprova
Il pathos s’ingoi pure la lingua. Oscura mia
Gente schifosa, abbassate le Glock
E i Big Gulp. Abbiamo voglie da guadagnare

Then, where despair had been, the voice
Of Nina Simone. Parentheses open
On a new gender crossed with stars
Ari removes the bobby pins. Night falls
There is no such thing as non sequitur
When you’re in love. Let those who object
To the pathos swallow their tongues. My dark
Rebarbative people, put down your Glocks
And your Big Gulps. We have birthmarks to earn

***

Piega il bastoncino di plastica e rompi il tubo interno
La reazione emette luce, ma non calore
La tragedia della dialettica. Particelle sabbio-formate
di possibilità rivoluzionarie decadono costantemente
A nostra insaputa. I prati del municipio
Splendono di veleno. Se il mondo sta finendo
Perché vietare ai bambini di toccare i quadri
La voce di Nina Simone contiene la propria
Negazione, come una perla

Bend the plastic stick and break the interior tube
The reaction emits light, but not heat
The tragedy of dialectics. Sand-sized particles
Of revolutionary possibility fall constantly
Without our knowledge. The capitol lawns
Sparkle with poison. Since the world is ending
Why not let the children touch the paintings
The voice of Nina Simone contains its own
Negation, like a pearl

***

Più vitamina che antipsicotico
Disperazione collettiva espressa in prima persona
Il sogno in cui la pelle è un jeans
Slavato, carezzando i capelli
Di un amico immaginario, alzandosi dal letto
Vestendosi, richiamando, tutto senza
Svegliarsi, l’improvviso sospetto i denti
In bocca non sono i tuoi, per non
Parlar delle parole

It’s more of a vitamin than an anti-psychotic

Collective despair expressed in I-statements
The dream in which the skin is stonewashed
Denim, running your hand through the hair
Of an imaginary friend, rising from bed
Dressing, returning calls, all without
Waking, the sudden suspicion the teeth
In your mouth are not your own, let
Alone the words

***

La sua letteratura è superflua per ottobre
Anna di tutte le Russie, il cui corpo era
Un ottobre ideale ancora in attesa
Di un volto. Ottobre avvicinato asintoticamente
Dai carrarmati. Le foglie scattano visione notturna
Anna, vedi le particelle sabbio-formate
Del vero ottobre alzarsi dall’asfalto
Come lucciole i cui corpi sono visione notturna
Nemmeno io. L’io superfluo. L’io d’insieme

Her literature is irrelevant to October
Anna of all the Russias, whose body was
An ideal October that has yet to obtain
A face. October approached asymptotically
By tanks. The leaves turn night-vision
Anna, do you see how the sand-sized particles
Of the true October rise from the asphalt
Like fireflies whose bodies are night-vision
Neither do I. The irrelevant I. The I of all

***

Ci sono trecentosessantadue mila
E questo è amore. Ci sono chiazze di speranza
ottocentottanta modi di leggere ogni strofa
nel fondo delle forme tradizionali come macchie
visibili in contro-luce
non ho camminato fin qui dalla prosa
per correggere a penna rossa
sono venuto qui stasera per aprirti
a un’interferenza udita come musica

 

There are three hundred sixty-two thousand
And that’s love. There are flecks of hope
Eight hundred eighty ways to read each stanza
Deep in traditional forms like flaws
Visible when held against the light
I did not walk here all the way from prose
To make corrections in red pencil
I came here tonight to open you up
To interference heard as music

***

Con sentimento, come l’occhio muove costantemente
Per mantenere la luce dall’oggetto che cade
Dolcemente su una piccola radura. Lo chiamano
Come la pioggia che non tocca mai terra
Leggere, come l’uccello che storna i predatori
Virga, o il fallimento dello sguardo a cogliere
Fingendo una ferita, come fiamme che sul lago
A notte fonda deviano
Le traiettorie dei missili

With feeling, how the eye moves consantly
To keep light from the object falling
Gently on a little clearing. They called this
Like rain that nevere reaches ground
Reading, like bird that lure predators away
Virga, or the failure of the gaze to reach
By faking injury, like flares that bend
Across the lake in total dark
Missiles from their path

***

I suoi fenomeni mi si sono mostrati cadendo
Nella pioggia immobile. Mi sono svegliato
Prima di toccare terra come virga
Ari non c’era. Gli steli appiattiti
Perché la terra era assente
Lasciano tremare le parole nel respiro
In quanto tali. Non si può leggerlo
Una volta, e questo è l’amore, o ad alta voce, ed è
Frangiflutti echeggiano lunghe fila di nube

Its physics occurred to me while falling
Through rain that wasn’t moving. I woke
Before I reached the ground like virga
To find Ari gone. The flattened stems
Only because there was no ground
Allow the words to tremble in the breath
As such. There is no way to read this
Once, and that’s love, or aloud, and that’s
Breakwaters echo long lines of cloud

 

 

[Immagine: Thomas Demand, Public Housing]

 

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