di Franco Beltrametti

[E’ uscito da poco per L’orma editore, nella collana fuoriformato diretta da Andrea Cortellessa, Il viaggio continua. Opere scelte 1970-1995, un corposo volume a cura di Anna Ruchat, con la collaborazione di Pietro Giovannoli e Stefano Stoja, che contiene una scelta delle opere di Franco Beltrametti. Pubblichiamo alcuni testi, ringraziando Anna Ruchat e l’editore per averceli concessi].

da Uno di quella gente condor (1970)

UN UCCELLO? UN’AQUILA?
se non ti spiace mi sembra un condor
Gymnogyps californanius,
quasi estinto
(dice una guida d’ornitologia da campo)
un condor, visto con occhio indiano:
uno di quella
gente
condor

*

–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Vecchio Coyote stava dormendo nelle colline.
Vecchio Coyote stava dormendo a casa sua.
La sera era dietro sul dietro delle colline.
In una valle, una valle via dietro le colline.
–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

Jaime de Angulo

Come i 33 anni di lavoro di Simon Rodia
vorrei costruire
un giocatolo n-dimensionale.
Eppure son contento
accarezzando una scaglia di serpentina.
O facendo finta di leggere nel sole
sotto il pepe morto
o l’eucalipto.
O ricevendo amici,
scrivendo loro,
friggendo melanzane
da mangiare con riso
e prugne salate
a cena.

*

Scoperto in un supermercato Thrifty
un libro: arruolatevi nell’armata,
e se ce la fai a diventare generale
farai 1700 al mese
e più se hai qualche specie di famiglia.
Uscendo sono l’unico che cammina
arcobaleno di benzina su asfalto bagnato.
Potete ridere di me:
il mio impermeabile è sicuro e sporco, voi
folli.

*

da Un altro terremoto (1971)

14. luce elettrica a singhiozzo «che sei
sradicato, questo è il problema».
(facile diagnosi di chi crede
………………………………….di saperla lunga)
«est-ce-que tu veux du pain? BIZARRE»
se le mie mani fossero piene di cose
che facessero felici – invece mi trovo
…….caso mai
dalla parte di chi aspetta di ricevere
una telefonata/lettera/telegramma
UN ESPRESSO!
da un po’ di tempo in qua
non mi sento più a mio agio
…….(come una volta)
30/3/70

*

 

34. la poesia
(visto che me l’hai chiesto)
è una specie
di filosofia d’azione
cioè
telegrammatica
20/7/70

*

da E allora (Poesie 1977-1981) (1982)

(dà una prima indicazione) (su una fragile
trama) (come un lungo silenzio) (questa è
la prova) (solo per caso potrà capitare)
(ne potrei parlare a lungo) (ci vuol poco)
(in tale possibilità prolungata) (dicevo)
(su una fragile trama) (tende a costruirsi)
(abbastanza sorprendente) (anche soltanto
scorrendo) (apre la porta, mangia, dorme)
(ci vuol poco) (anche soltanto scorrendo)

1/2/77

*

a come arco come alba come ancora
b come bocca come bagnata come brucia
r come raffica come ritorno come respiro
a come arco come alba come ancora
c come curve come carezze come capelli
a come arco come alba come ancora
d come dita come dire come danza
a come arco come alba come ancora
b come bocca come bagnata come brucia
r come raffica come ritorno come respiro
a come arco come alba come ancora

2/9/77

*

da Logiche e illogiche (1994)

il treno sbuca dalla curva
stride frena fino alla
stazione nessuno
scende il paese dei morti di
sonno dorme fa un freddo
becco è l’alba è il deserto

“le désespoir est simple”
Bataille

27/II/94

*

Riva San Vitale Uno, 12/X/93

viaggi paralleli)
(mele dalle Cévennes) (noci dalle Marche)
(francobolli calcolati per Utano
Kyoto) (lago gonfio non uscire nel cortile)
(favoloso il
numero di zeri

*

Nürnberger Eck Permutation
to Tom Johnson, Berlin 23/IV/94

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*

da Perché A (1995)

bricolage ‘A’, à Evelyne, bricoleuse. Così un assolato primo di settembre, ventilato, cosa combinano le ‘a’, le ‘a’ di assolato, di ventilato, di combinato? Tra ritagli quotidiani, poesie spartito, “volò bene ordinata con giusta sorpresa”, un passato immediato, occhio autonomo, grazia soggettiva certo, archivio accelerato, suono particolare tra tanti al mercato, “fa/pensa qualcosa d’altro”, animali del nord, in ballo bisogna ballare, invisibile traccia, “chissà che meraviglia ora Stefanaccia”, autoreferente, appeso a invisibili fili, tiens tiens voyons un peu l’indirizzario, manca quel che interessa, ‘A’ irriducibili, in assenza di scelta, ‘A’ bruit secret, registro tutto questo, offresi, cercasi, un tetto di paglia, 1965, da lontano senti scorrere l’acqua, vediamo come te la cavi, l’araucaria per esempio, intricato tatuaggio azzurro, danza degli atomi, “no limits”.

* * *

Le ‘a’ di “non posso dire perché”. Attacco ad ‘A’ un altro pezzo di ‘A’ – mi rendo conto di quanto sia necessaria questa non necessità.

* * *

“L’idea che il percorrere e il percorritore siano la stessa cosa è insostenibile. L’idea che il percorrere e il percorritore siano differenti è insostenibile”. – Nagarjuna, Madhyamaka Karika, Stanze del Cammino di Mezzo.

* * *

Ci sono delle ‘a’ che hanno la vita dura, su questo non ci piove.

* * *

“Its real name was Michi-no-oku: the end of the road”. Osamu Dazai, tsugaru, 1944.

* * *

Racconto al pittore Nando Snozzi di ricette per cucinare le ‘a’, bollite, saltate, arrosto, affumicate, al cartoccio, al vapore, al forno, al gratin… Ci fa sopra una bella risata.

[Immagine: Franco Beltrametti].

2 thoughts on “Il viaggio continua

  1. “ Venerdì 28 maggio 2010 – Nel Rossore di oggi si vede una foto che già una volta ho trovato nel web. La didascalia della foto dice: « Modena, metà anni ‘70 circa. Foto di gruppo di giovani poeti e artisti: da sinistra, seduti a terra, Carlo A. Sitta, Marie Louise Lentengre, Giulia Niccolai; in piedi: n.i., Giancarlo Pavanello, Gregorio Scalise, Daniele Benati, n.i, Tiziano Spatola, Adriano Spatola, Giuliano Della Casa, Paolo Badini, Carlo Marcello Conti, Alessandra Della Casa, n.i.; dietro, sulla scala, Maurizio Spatola e Franco Beltrametti. (n.i. = non identificato). ». La mia didascalia dice: « (n.i. = non identificato) » “. [*]
    [*] Abbiate pietà di me: ho un diario nel cassetto.

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