di Rainer René Mueller
Traduzione e postfazione di Chiara Caradonna
Dalla raccolta LiedDeutsch (Tedesco scanzonato, 1981)
Lirum, larum
tedesco è anche
riga per riga, germogliato da tempo
appeso a metronomi e manganelli
a versi
riga per riga
sonetti
acqueforti, infamia incisa
dietro al contrap-
punto. I toni alti
del commiato, le gambe incrociate
dell’uccello, del suo cantore,[1] le loro braccia,
del tagliacinghie[2]
sotto macerie calcaree
scivolando sulla via mariana, cappelletta,[3]
profonda genuflessa parlantina, le colonne
i fan dell’alleluia : il tono del Reich
salmi in marcia : fiorì in Franconia la tempesta
il suo canto d’attacco, di scacco,
canto di macerie, oh, Walther
tandaradai
ma che significa qua l’amore
-more, -re,
-rum, larum :
per questo, che uno diventi una bestia,
una bestia scuoiata
un pezzo, un pezzo
uncinato
*
Lirum, Larum
deutsch, das ist auch
Zeile für Zeile, lange Gekeimtes
in Metronome und Schlagstöcke gehängt
in Verse
Zeile für Zeile
Sonette
und Kupferstiche, radierte Schandflecken
hinter dem Kontra-
punkt. Die hohen Töne
aus Abgesang, die geschränkten Beine
des Vogel, -Sängers und Riemenschneiders Arme
unter Kalkschutt
der berutschte Marienweg, Käppele
kniefälig tief Maulwerke, die Säulen
Hallelujafans : der Reichston
abmarschierte Psalmen : aus Franken blühte Sturm
das Stürmerlied, das Türmerlied
das Trümmerlied, ach Walther
tandaradei
was heißt hier Liebe
-belei, -lei
larum, larum :
darum, dass einer ein Vieh, ein gehäutetes Vieh
wird, ein Stück, ein Hakenstück
[1] Il “cantore” è il grande poeta medievale di lingua tedesca Walther von der Vogelweide, morto possibilmente a Würzburg nel 1230, che porta l’uccello (Vogel) nel nome. Le “gambe incrociate” citano i primi versi di un suo famoso componimento che appartiene al genere politico del “Reichston” (“tono del Reich”), nominato più avanti nella poesia di RRM: “Ich saz ûf eime steine / und dahte bein mit beine, / dar ûf satzt ich den ellenbogen” (“Sedevo su una pietra / e coprivo gamba con gamba / su cui poggiavo il gomito”).
[2] Tilman Riemenschneider (1460-1531), scultore attivo a Würzburg, città natale di RRM.
[3] Si intende il luogo di pellegrinaggio nei pressi di Würzburg chiamato “Käppele” (cappelletta) e dedicato alla Visitazione della Beata Vergine Maria. La scalinata che conduce alla chiesa è stata convertita in via crucis alla fine del ’700. È la più lunga via crucis in Germania.
*
Tedesco scanzonato
canto sulla cazza
nel mezzo del salmo d’autunno
del centotreesimo e della canzone crociata
di Walther
rovine, sopra Würzburg volò
l’uccello di Biancaneve, il grattaghiaccio
una favola l’eternità
mamma, quanti passi
mi è permesso
gioca in giro il bimbo pallido
andare e giocare, la canzone della nocca
il gioco fatto di spago
e pallore diurno, avanzi d’immagine
ci diamo nomi di morti suicidi
li copriamo
e balliamo
- qua tutti vengono, tutti si sbronzano
- battono il tamburo, picchiano in faccia
- in marcia, in marcia
*
Lieddeutsch
Gesang auf der Kelle
inmitten des Herbstpsalms
des einhundertdritten und Walthers
Kreuzlied
Würzburgtrümmer, beflogen
Schneewittchenvogel, der Eisschaber
das Märchen Ewigkeit
Mutter wieviel Schritte
darf ich
spielt das bleiche Kind herum
gehn und spielen, das Knöchellied
das Spiel aus Draht
und Tagbleiche, dem Bildverschnitt
wir legen uns Selbstmördernamen zu
wir decken sie zu
und tanzen
- alle kommen sie her und saufen das aus
- sie dreschen die Trommel, das Maul
- sie lassen marschieren
*
Vie, vie
rumori,
le parole “senso di colpa
del sopravvissuto”
qualcosa ci interrompe, causa questo canto
strilla di cocci, lustro di Lessing :
un blu prologico
tutto abbiamo visto,
tradimenti, l’impiccato
dibattersi contro il vento
percorse la via crucis
fu un amen di troppo
lo sgherro gioca al tarocco
tutto abbiamo bevuto, insipido
il bianco plumbeo, lo scarico
dal fianco di Tommaso
nel lungo sonno sotto sorveglianza
sorte insonne, sonnolenta
il fianco sinistro era rivolto alla morte
il fianco destro era rivolto al lavoro
cose da rabbini, sognai il sarto di New York,
chi cura, chi salva
tutto questo
*
Wege, Wege
Geräusche,
das Wort Überlebensschuld
etwas unterbricht uns, verursacht diesen Gesang
Scherbengeplärr, Lessingglanz :
ein prologisches Blau
alles haben wir gesehen,
das Verpfiffene, den Gehenkten
der schlug gegen den Wind
der ging am Stationenweg
um ein Amen zuviel
dieses Bütteltarock
alles haben wir getrunken
fad das Bleiweiß, der Ausfluß
aus der Thomasseite
im überdauerten, bewachten Schlaf
dieses Schlaflos
die linke Seite war die Todesseite
die rechte Seite war die Arbeitsseite
Rabbinisches, mein Traum vom Schneider in New York,
wer heilt das
*
Dalla raccolta Augen (Occhi, 1983)
Sequenza-uccello
Come un uccello grida sulla pianura
grida un uccello, come
lui, come lui
gri-, gri-, gridò
(immagini, passate)
è bianco
(neve)
nell’orecchio. Nevica
la voce, da lontano
indietro, avanti :
pendolo: occhio – orecchio
… avanti, che accada.
Come un uccello grida sulla pianura
grida un uccello, come
lui, come lui
Se gridi
ti ammazzo
dice mio padre.
Io grido, gri-
do, scri-, cri-
vo immagini
Grida un uccello
come lui : tante
care cose
*
Vogel-Sequenza
Wie ein Vogel über der Ebene schreit
schreit ein Vogel, wie
er, er
schrier, schrier
(Bilder, gewest)
es ist Schnee
(-weiß)
im Ohr. Es schneit
die Stimme von weit.
Her und hin :
Pendel : Auge – Ohr.
… lassen es zu.
Wie ein Vogel über der Ebene schreit
schreit ein Vogel, wie
er, er
Ich erschlag dich
wenn du schreist
sagt mein Vater.
Ich schrei –
-be, -be
Bilder
Schreit ein Voge
wie er : Liebstengruß
*
Dalla raccolta Kreuzungen / Sturzfigur (Incroci / Figura di crollo, 1986)
Intervalli
chiamò immagini / legnate
- prendere a botte, pestare :
- parola paterna “sdraiare”
-
come un morto :
(sdraiare nel bosco)
bellezza di faggiolo,
questo autunno,
è tutto, non abbiamo
altro da dire
al riguardo : io & tu /
Tu. Quale : laggiù :
bisognerà levargli quel Buber
di dosso,
Tutto quel :
“come prova un pietà un padre”
e questo crepare a Potsdam
tra le piastrelle.
Questo odore : è personale
*
Zwischenzeiten
er rief Bilder / Schlagen
- schlagen gehn, schlagen :
- Vaterwort „liegen“
-
wie a Toter :
(liegen im Holz)
Bucheckern-schön,
dieser Herbst,
das ist alles, was wir verhandeln
an : ich & du /
Du. Welches : dort :
das wird man abbubern müssen,
dieses ganze :
„wie sich ein Vater erbarmt“
und dieses Potsdamer Verrecken
zwischen Ziegeln.
Dieser Geruch : das ist persönlich
*
Tourterelle / Colombina
un rumore sottile : dove noi
siamo opinione : tu sarai
già ferita.
Sette volte fai il morto.
Dondola in alto : grida
unduetre viva il re / per ogni
suono rompiamo a forza una
piastrella verde dal muro.
- “Signorsì, signor comandante,
- mi dia un’altra benda, così
- il buio lo vedo meglio!”
-
gocciola musica laggiù / fante
di cuori :
nel mezzo il campo
di battaglia.
Un blocco disfatto
a forma di croce.
Su tutto novembre :
pour niaiser.
*
Tourterelle / Tauberle
ein leises Geräusch : wo
wir Meinung sind : du wirst
schon verwundet sein.
Stell dich siebenmal tot.
Hochgeschaukelt : schrei
dreimal Papagei / für jeden
Laut schlagen wir eine
grüne Kachel von der Wand.
- „ja, Herr Kommandant,
- geben Sie mir noch eine Binde,
- damit ich das Dunkel besser sehe!“
-
es tropft Musik da / Herz-
Bube :
in der Mitte das Schlacht-
feld.
Ein kreuzförmig zerlegter
Block. Über den ganzen November :
pour niaiser.
*
Diptyque. Wintering out
1 Privazione
… solo congelo
nella grande casa, così
senza abbandono, là
“I am not the only one”
La scritta : “crepa!” sul
muro : e bello
degli uccellatori il
sorbo e il merlo
“I am not the only one”
Un “fuori i turchi” (sul piscia-
cane : fissato
in viola : con la
bomboletta spray
–
“Sei un furfante”, questa
frase ripetuta di continuo
“tu, piccolo giudeo col tuo ciarpame
puttaniere di merda …”
… doesn’t he look
jewish at all …
così senza abbandono, là
la sentenza …
2 Still-life
- “ … certo non poteva andare altrimenti …”
- che frase –
- vista la porcheria che
ne vien fuori!
… come una
frase :
“abbastanza non è abbastanza”
vale a dire : in effetti nessuno …
“con commozione”
ma nel frattempo
c’è
una striscia luminosa. Strada per dove …
*
Diptyque. Wintering out
1 Losigkeit
… ich friere nur
im großen Haus, so
unverlassen da
„I am not the only one“
Die „Verreck’“-parole an
der Wand : und
Ebereschenschön mit Amsel
„I am not the only one“
Ein „Türken raus“ (zum Löw-
-enzahn : das sitzt
in Lila : hingesprayt
—
„du bist a Ganef“, – dieser
immer hingesprochene Satz,
„du Schachteljud, du
beschissener Freier …“
… doesn’t he look
jewish at all …
so unverlassen da
der Spruch …
2 Still life
- „… & auch gewiss sein müsste …“
- welch ein Wort –
- für Dreck, wo es
Hinausläuft!
… wie ein
Wort :
„genug ist nicht genug“
das heißt : eigentlich keiner …
„mit Bewegtheit“
- aber in der Zwischenzeit
- ist
- ein Leuchtstreifen. Weg wohin …
- laufen
*
Dalla raccolta Sybilleana (2009-2013)
… la chiamano felicità
… forse anche pena. La
chiamano felicità : soffiare via
l’ombrella in fiore,
a giugno : il sambuco
… ecc., – ogni esserino
che “striscia e scappa” :
la chiamano felicità :
la grandine nei ciliegi;
c’è un ronzio
nell’aria; quando cammini
intorno alla chiesa : qua
pochi passi, poi tutto ti casca
addosso : è un attimo, prima
che esplodano i fiori del tiglio, poi :
“… frinisco piano, come un grilletto casalingo…”
nella citazione ti ritrovi, sempre :
sei tutt’uno;
la chiamano felicità …
- la chiamano felicità, commossa, anche
- la dipartita, come se fosse
- un nulla, eppure :
- c’è tutto : osservato, visto
-
stare sdraiati l’uno nell’altra, come
valve di conchiglia : Saint Jacques –
anche questo : un crescersi incontro
la chiamano : felicità
*
… man nennt es Glück
… vielleicht auch Trauer. Man
nennt es Glück : das
Hinhauchen von Dolden,
im Juni : Holunder
… etc., – das Ganze
„es kreucht & fleucht“ :
man nennt es Glück :
den Hagelschlag in die Kirschen;
es ist ein Sirren
in der Luft; wenn du
um die Kirche gehst : hier,
wenige Schritte, dann fällt
dich alles an : kurz nur, bevor
die Lindenblüten platzen, dann :
„… zirp ich leise, wie es Heimchen tun …“
im Zitat find’st dich, immer :
du bist eins;
man nennt es Glück …
- man nennt es Glück, das ergriffene, das
- Ableben auch, so als wär
- nichts & doch :
- alles ist da : beobachtet, gesehn
-
liegen ineinander; wie
zwei Muschelschalen : Saint Jacques –
auch das : ein Heranwachsen …
man nennt es : Glück
*
Dalla raccolta geschriebes. selbst mit stein (2018)
… il desiderio
- di arte poetica:
- … piega del collo, piega inguinale,
là dentro dare labbra alla bocca …
cose tanto semplici : noi : , … scaraventati qua e là
eppure
in cammino : –
l’opinion changée quant aux fleurs, Monsieur
Ponge, : pietre aux fleurs . Fleurs : dentro
questo giallo d’enagra, ( terra
povera, ) :
litofania : diafano il desiderio
di arte poetica : pietre, pietre . –
mentre le accarezzi con la punta
delle dita …
la pelle : pietrificata : la piega del collo, la piega
inguinale
noi, in cammino : –
*
… das Verlangen
- nach poetischer Kunst:
- … die Halsbeuge, die Leistenbeuge,
den Mund darin zu Lippen bringen …
so ein einfaches : uns : , … Umhergeworfenen,
dennoch
Fahrenden : –
l’opinion changée quant aux fleurs, Monsieur
Ponge, : Steine aux fleurs . Fleurs : darin
dieses Gelb der Nachtkerzen, ( Mager-
boden, ) :
Lithophanie : durchscheinend das Verlangen
nach poetischer Kunst : Steine, Steine . –
wie du mit der Fingerkuppe drüberstreichst …
über Haut : versteinerte Halsbeuge, versteinerte
Leistenbeuge
den Fahrenden : –
*
… oh, Mörike
“… you in a shiver of light, but each time
leaves in wind revealed themselves” Lisa Olstein
mestiere di polvere,
quando si va nel dettaglio:
perso tra i fiori.
Mestiere di cicatrici : “a /
- una rosa”, un’arpa
- eolia
- :versare, lanciare:
- appare agli occhi
- esposta, non:
- mormorata
- una luce semplice,
brillante la caduta,
“… tutto ciò che …”
da osservare. Anche
tra le peonie :
morfologia poetica
*
…ach, Mörike
„…you in a shiver of light, but each time
leaves in wind revealed themselves “ Lisa Olstein
Staubgewerbe,
wenn man ins Detail geht:
verloren in Blüten.
Narbengewerbe : „auf /
eine Rose“, eine Wind-
-harfe
- :schütten, werfen:
- für Augen der Schein,
- hin-
- gebreitet, nicht:
- raunend,
- ein einfaches Licht,
glanzvoll der Fall,
„..alles, was …“
zum Zuschaun. Auch
bei Paenonien :
Gedichtmorphologie
*
Proprium
… non intendo strisciarci intorno,
affinché
TU ti abbassi verso di me :
vedrai che riuscirà ad arrampicarsi su
- la parola d’incoraggiamento
- scagliata nella carne
era così com’era :
Rosa Eliescher canticchia,
canta –
accanto alla stufa
( coi cappelli arricciolati )[1]
al nipote la canzone
“… hmt’tata, hm’tata, żydulla bachraty …”[2
[1] Il verbo usato da Muller (gedrehjt) è in yiddish.
[2] Canzone di scherno polacca: “rumtata rumtata guarda quella scrofa ebrea là”. (N.d.A.)
*
Proprium
… ich will nicht drum kriechen,
damit
DU dich runterbeugst :
s’wird sich schon hochhangeln
- das ins Fleisch geworfene
- Wort vom Zuspruch
so wie’s war, war’s :
Rosa Eliescher summt,
singt –
neben dem Kachelofen
( mit’m zur Locke gedrejhten Haar )
dem Enkel das Rottelied :
„… hmt’tata, hmt’tata, czidulla bachraty …“
* polnisches Spottlied, übers. etwa:
„ rumtata, rumtata, guck die judenschlampe ( judensau ) da “
*
In alfabeto Lorm, con numero primo
“Cela sans plus”, Leone X ( 1475
1521 )
… un piccolo pezzo
musicale
… in lontananza appaiono le robinie, – …
“ starsene sdraiati come un morto nel sottobosco ”
( sentieri nel bosco / chiacchiera ):[1]
riguardo al dire la verità
ecco :
… c’è uno che dice al bambino :
“ sarebbe stato meglio se ti
avessero riempito di carbone
buttato in un lavatoio
e messo a fuoco … ”
–
… nelle robinie appare:
genuflessione nel maggese,
davanti al tanaceto. E all’altra
erba : inginocchiarsi …
davanti alla tossilaggine,
al giallo del ranuncolo
“ … cinquesettetre il piccolo mio
chissà dov’è … ”
Divisibili solo per sé, stessi: numeri
primi, veri …
appaiono lontane le robinie;
i polpastrelli battono sul
palmo della mano :
qualcosa da con-
dividere, toccare, non da
dire, un pezzettino di musica antica,
mai sentita …
[1] In tedesco è univoco il riferimento a due concetti ricorrenti negli scritti di Martin Heidegger: “Holzwege”, termine specifico che indica i sentieri ancora non ben tracciati nel bosco; e “Gerede” (chiacchiera). Il verso seguente continua a citare indirettamente (e con vena piuttosto polemica) Heidegger, che parla di (“Sage”) e verità soprattutto in relazione a Hölderlin e all’accesso privilegiato del poeta alla verità dell’Essere.
*
Lormen, mit Primzahl
„ cela sans plus “, Leo X ( 1475-1521 );
. . . ein kleines Stück Musik …
fern, das Erscheinen der Robinien, – …
„liegen wi’a Toter im Holz“
( Holzwege / -gerede ):
vom Sagen der Wahrheit
dies :
… red’ ein’r zum Kind :
„es wär’besser gewesen,
man hätt’ dich mit Kohle ausge-
stopft, in ein’ Waschtrog gelegt
& angezündet …“
_
… das Erscheinen in den Robinien:
der Kniefall in der Brache
vor dem Rainfarn. Und dem
anderen Kraut : Knieen …
vor Hufflattich, Scharbocks-Gelb
„… dreifünfsieben, wo ist denn
mein kind geblieben …“
nur teilbar durch sich, selbst : Prim-
zahl- wahr …
fern das Erscheinen der Robinien;
das Fingerkuppenklopfen auf der
Handinnenfläche :
Mit-
teilbares, Tastbares, nicht sag-
bar, ein Stückchen alte Musik,
ungehört …
„ cela sans plus “, Leo X ( 1475-1521 );
. . . ein kleines Stück Musik …
fern, das Erscheinen der Robinien, – …
„liegen wi’a Toter im Holz“
( Holzwege / -gerede ):
vom Sagen der Wahrheit
dies :
… red’ ein’r zum Kind :
„es wär’besser gewesen,
man hätt’ dich mit Kohle ausge-
stopft, in ein’ Waschtrog gelegt
& angezündet …“
_
… das Erscheinen in den Robinien:
der Kniefall in der Brache
vor dem Rainfarn. Und dem
anderen Kraut : Knieen …
vor Hufflattich, Scharbocks-Gelb
„… dreifünfsieben, wo ist denn
mein kind geblieben …“
nur teilbar durch sich, selbst : Prim-
zahl- wahr …
fern das Erscheinen der Robinien;
das Fingerkuppenklopfen auf der
Handinnenfläche :
Mit-
teilbares, Tastbares, nicht sag-
bar, ein Stückchen alte Musik,
ungehört …
*
Occhi alla neve
- … e poi ecco, cade, è
- senza suono rumore, leggero / scende
- soltanto al basso dall’alto :
è neve, che copre, certo: / un panno
:ancora coperto nel sonno, eccoci, insieme, un due
- di cui si fa il sonno / questo
- è semplice / pelle su pelle :
un colpo, – percosse …
- poche parole, sotto
-
come se avessimo
qualcosa di tenue
nel respiro
che ci copre
*
Schneeschaun
- … & siehe, es fällt, es
- ist’n Geräusch ohne Laut, leise / tut’s
- nur von oben herab :
Schnee ist es, der bedeckt, natürlich: / ein Tuch
:zugedeckt, noch im Schlaf, da wir sind, zusammen ein Zwei
- daraus man einen Schlaf tut / dieses
- es ist einfach / Haut über Haut :
haut, – einen Schlag …
wenige Worte, drunter
-
so als hätten wir
etwas Zartes im Hauch, der
uns zugedeckt
Rainer René Mueller nasce a Würzburg nel 1949. Trascorre la sua prima infanzia tra Würzburg e Potsdam, dove viene accudito dalla nonna materna, Rosa Riedel (nata Eliescher), che ha una bancarella di frutta e verdura al mercato ed è originaria di Czernowitz. È lei a rivelare a Mueller, ancora bambino, la propria identità ebraica, che aveva tenuto nascosta alla figlia permettendo a entrambe di sopravvivere durante la Seconda Guerra Mondiale, nascoste nei dintorni di Praga. Il padre biologico lascia la famiglia poco dopo la nascita di Mueller, e la madre, fotografa, si sposa con un ex-membro delle SS che non risparmia in violenza fisica e verbale nei confronti del figlio adottivo. Questa struttura familiare – vittime da una parte, colpevoli dall’altra – non è un’eccezione nella Germania del dopoguerra, ne rispecchia la storia recente e il tessuto sociale. Le poesie di Mueller ruotano (anche) intorno a questo nucleo biografico, che emerge nei numerosi riferimenti all’ebraismo, e con forza nei passaggi in cui il linguaggio aggressivo e antisemita subíto durante l’infanzia è riportato parola per parola. Il mito dell’Anno zero, della rottura netta avvenuta nel ’45 e della riuscita confrontazione con il passato nella giovane democrazia tedesca si rivela essere un’illusione. La vita e la poesia di Mueller assumono un valore rappresentativo; narrano le vicissitudini di una società in cui rovine e fratture continuano ancora oggi a far parte della quotidianità.
Mueller pubblica le prime poesie in varie riviste alla fine degli anni ’70, nel 1981 esce la sua prima raccolta LiedDeutsch. Celebrato da pubblico e critica come nuova promessa della poesia contemporanea in lingua tedesca, Mueller rappresenta un’eccezione nel contesto dell’epoca, orientato piuttosto verso una poesia concreta, vicina al reale, accessibile e politicamente impegnata. Mueller invece porta avanti fin dall’inizio il progetto poetico ereditato da Paul Celan. La poesia aspira a includere e assorbire ogni cosa, dalla parola più bassa e volgare al riferimento colto. La dimensione politica è tutt’altro che assente, ma si manifesta in modo indiretto, attraverso una riflessione sul linguaggio che ne ripercorre l’uso e la storia, alla ricerca di un’utopica lingua altra e libera. Come nelle ultime raccolte di Celan anche i versi di Mueller sono densi, spezzati e spesso opachi a una prima lettura. A differenza di Celan però nella poesia di Mueller il tessuto sonoro e in generale la musica (soprattutto quella classica contemporanea) determinano la forma dei testi. La punteggiatura assume una funzione centrale, segnando pause e ritmo come in una partitura musicale.
Dopo aver pubblicato quattro raccolte durante la prima metà degli anni ’80, Mueller si ritira dall’ambiente letterario per dedicarsi all’arte contemporanea e al giornalismo. Nelle due decadi seguenti è direttore di varie gallerie d’arte e collabora con diverse istituzioni culturali come curatore, consulente e critico d’arte. Nel 1994 interrompe brevemente il silenzio la raccolta Chasse de neige / Schneejagd (Caccia alla neve), che esce a tiratura limitata sotto lo pseudonimo Ellis Eliescher e passa praticamente inosservata. La scomparsa di Mueller dalla scena letteraria tedesca pare definitiva – fino al novembre del 2015, quando il poeta e critico letterario Dieter M. Gräf pubblica in un piccolo volume per la prestigiosa collana svizzera di poesia rough books una sessantina di poesie di Mueller, molte delle quali inedite, rendendole per la prima volta (nuovamente) accessibili al pubblico. Il libretto, dal titolo Poémes – Poëtra è una rivelazione: sulle pagine della testata nazionale Frankfurter Allgemeine Zeitung il famoso critico Joachim Sartorius ammette di aver commesso un errore a non includere Mueller nella sua recente “Antologia della poesia politica nel XX secolo” e esorta a rileggerlo e riscoprirlo. In poco tempo la raccolta raggiunge la seconda tiratura, e Mueller, che dopo un lungo periodo in Francia fa stanza a Heidelberg, viene invitato sempre più spesso a letture pubbliche in giro per la Germania, a Parigi e in Austria (un assaggio della lettura tenutasi presso il centro culturale ausland di Berlino il 6 aprile 2016 si trova qui: https://www.youtube.com/watch?v=YFni5bLLxHA).
Si tratta di un caso forse unico nel panorama letterario contemporaneo: un autore dimenticato viene riscoperto con entusiasmo a più di trent’anni dal suo debutto, mentre è ancora in vita. Questo riconoscimento tardivo a quasi settant’anni di età, dopo una vita travagliata e segnata da una salute sempre più compromessa, dà nuovo stimolo alla vena creativa di Mueller, che a inizio luglio 2018 pubblica una nuova raccolta di poesie (geschriebes. selbst mit stein, casa editrice aouey), quasi tutte scritte a partire dal 2016. Nel nuovo volume tornano temi e motivi del passato, mentre le scelte formali si fanno invece più severe e coerenti. La divisione in strofe e la lunghezza dei versi sono più regolari; l’uso della punteggiatura a scopi ritmici è più sistematico. Quasi tutte le poesie iniziano e terminano con i punti di sospensione, come se ogni poesia fosse estratta da un flusso di pensiero continuo, da un discorso ininterrotto di cui i testi sono la cristallizzazione frammentaria. L’aspetto colloquiale e intimo si riflette nel materiale e nelle dediche. Le poesie documentano incontri (letterari e non), viaggi, conversazioni, ricordi, le limitazioni della vecchiaia e le piccole scoperte quotidiane, formando così il diario di un uomo che, pur faticando a respirare (Mueller porta sempre con sé una bombola di ossigeno), prende nuovamente fiato a ogni margine di verso.
Questa prima scelta di poesie tradotte in italiano è rappresentativa solo in parte. A fronte del tessuto ritmico e sonoro come anche della riflessione delle poesie sul tedesco in tedesco, la traduzione raggiunge spesso – volendo rispettare anche il contenuto – i propri limiti. Ho cercato di ridurre al minimo le note volte a chiarire i numerosi rimandi intertestuali, che sono facilmente reperibili a chi voglia dedicare un po’ di tempo e attenzione a queste poesie.