di Francesco Brancati
Itaca-Ikea
Tra gli spazi ricreati per la vendita
le camere esposte e arredate,
i colori individuano un percorso
di progressiva conoscenza, le ante
acquamarina per la stanza dei bambini,
il respiro corto del nocciola; posso
impugnare la scaletta dei lettini,
all’occorrenza è un’ascia.
I libri vuoti di cartone, qualche titolo
è inserito tra gli scaffali
con la costina sottosopra Soledad, Omero,
La coscienza di Zeno, poi l’Irlanda,
il Furioso, Milton.
Il blu infanzia dello scanner,
materno il bip
sopra ogni barcode.
Un lago di tristezza si distende
sulla superficie dei suoi occhiali, i numeri
le piacevano molto, sembrava fossero
………………………………………………………….suoni
………………senza paura,
………………………………………………………….pensieri ripuliti,
………………senza colpa.
*
Prese a schiantarsi contro il frangiflutti,
dal lunotto al parabrezza,
il torace lacerato è un’idea
esplosa nel suo urlo, l’attrito e l’onda,
le gocce sbalzate intorno per timore
di una vendetta dello scoglio.
…………………………………………..Non dire
cicatrice del mondo; ha uno squarcio
aperto in fronte, proprio bene in vista.
Ciò che concludi, quel poco che rimane.
*
[…] Measure the extent of a dizzying descent […].
John Balance
A Migliarino conosco Laryssa,
ha le gambe molto lunghe, la sua
borsetta brilla l’oro a riposo
sulla colonnina del distributore
Tamoil,
………….– ciao amore – mi dice e sorride;
…………abbassato silenzioso sibilo
…………il finestrino,
provo allora a spiegarle cosa cerco,
tengo a fare una bella impressione
vorrei che lei annusasse la mia
diversità – pompa venti euro,
scopare trenta –;
dico di me, insisto e
parlo della sopportazione del dolore,
minimo certamente, e della nostra lotta,
della trasparenza etica
………………………………..dell’esperienza, io
……………………..…………faccio il giornalista;
– si voi scopare trenta euro amore, façiamo
cosa con calma –.
Lo sapevano anche Popper ed Hegel
nonostante i due, su un altro piano,
non andassero per nulla d’accordo.
*
L’approssimarsi dello spazio …………………………………………..…………conteneva una tensione
che le ossa non riuscirono …………………………..…………………………….a occupare per intero;
……………….………….decisero allora di rimanere fermi; sorpresa per
……………….………….l’apparato fonetico di entrambi, nessuna azione
dell’epiglottide; ……………………………………………………………..……….. i curatori della mostra
attendevano all’uscita, …………………………………………………..……….. dopo l’inaugurazione.
Dietro la plastica trasparente …………………………………………..…….. piccole sfere di anidride
traversavano l’acqua …………………………….e…………………………….…..ridiventavano ossigeno.
La seta lavorata del vestito, ……………………………………………..……….nocciola sulle cellule forti
abbronzate delle ginocchia, …………………………………………..………… scarpe e orecchini bianchi,
il conforto della vetrata, …………….………..una …………..…………………sezione di peli neri sbalzati
dal polsino della camicia …………….…..pure bianca, …………….………quando il muscolo si flette
……………………………………….……………………..e
spinge verso …………………………………………..……………………………….. l’anta di destra
…………………………………………….inesorabile, all’esterno.
*
And indeed there will be time […].
Thomas Stearns Eliot
[…] rispose per lei (per me) una siepe di fuoco […].
Vittorio Sereni
Ciò che pensavo infine arrivasse
e mai è arrivato
è il terriccio scostato di una strada
dove l’ombra proiettata delle nostre figure
è immersa nel primo freddo lucido di ottobre.
Ciò che pensavo infine arrivasse
e mai è arrivato
è il senso dello spessore, la profondità
degli arti di un corpo che inconsapevoli
costruiscono rifugio a un altro corpo.
Ciò che pensavo infine arrivasse
e mai è arrivato
è il movimento unito del respiro,
precipitato con la luce che irradia
le montagne nello stesso istante sul pensiero.
Ciò che pensavo infine arrivasse
e mai è arrivato
è il calore invernale della carne, l’elezione
spontanea delle fibre, dei vasi e delle cellule
in una fragilità sola, minuscola umanità.
Ciò che pensavo infine arrivasse
e mai è arrivato
è il rifugio intravisto nella corsa, impauriti
dalla pioggia che sembrava
uscisse come una gioia dalle nostre bocche.
Ciò che pensavo infine arrivasse
e mai è arrivato
è il movimento lento delle tue gambe,
costellazioni che dispettose laceravano
l’aria colpendo ogni stella dell’estate.
Ciò che pensavo infine arrivasse
e mai è arrivato
non era scritto proprio in fondo a nessun libro,
come nel libro un viaggio assassino verso
il punto in cui a ogni costo bisognava arrivare.
Ciò che pensavo infine arrivasse
e mai è arrivato
al netto della conta dei minuti e delle ore,
convertiti in spasmi e sorrisi e poi spasmi e
sorrisi, sembra essere quanto più manca.
Soprattutto adesso che ho posto
le mani sul tavolo, lontane dal fuoco
e fredde insieme a un rametto scampato
alla strage, sorprese nel dire al mio viso
francesco smetti non vedi che nulla
mai nulla di quelle lastre e parole
troverà il luogo, bucherà il muro
oltre il corridoio, più bianco da quando
tra la porta e lo specchio vi cresce
come un ragazzo il silenzio.
[I testi di C.E.P. costituiscono una sottounità di un sistema più ampio (una raccolta di poesie, ancora inedita). La loro compattezza è determinata da motivi di natura geografica e spaziale. Lo stile volutamente declina, a volte con intenti ironici, approcci diversi al medesimo ambiente. N.d.A.]
[Immagine: © Roger Ballen, Intertwined, 2007].
Grazie.
Per quel che mi riguarda sono frasi descrittive, o se volete versi descrittivi, qua e là vi è un salto di “qualità” ma resta sempre nell’ambito della descrizione più o meno poetica.
La Poesia è altra cos.-
antonio sagredo
molto apprezzate, complimenti.
Ho apprezzato l’ultima – eventuale – poesia. Ho gusti un po’ ingenui, mi basta il sapore semplice di una sensazione non vissuta. Sarà questo. Il resto mi pare una candeggiata di Pasolini, intendo dire che non capisco cosa voglia comunicarci l’autore visto che noi siamo nel 2019 e lui nel 1972. Non è un giudizio negativo è piuttosto dire che la telefonata è disturbata, c’è una galleria etc. Il riferimento all’Ikea poteva benissimo essere Aiazzone nel 1985, ripeto. Nei tempi di influencer e fattore X, questa poesia mi pare uno di quei vecchi bunker in cemento armato che a volte incroci sulla litoranea fra Civitavecchia e Lido di Tarquinia. Su instagram ci sono poeti visivi (nel senso che scrivono piccole poesie nichiliste e trap NEI post e non sotto di essi) che mi paiono cogliere molto di più il flavour.