di Giulia Rusconi
[Oggi alle ore 16.30, presso il Teatro Goldoni/Sala Mascagni di Livorno, in occasione del Premio Ciampi–Città di Livorno, avrà luogo la consegna del premio Ciampi–Valigie Rosse per la poesia, che quest’anno è stato attribuito, per la sezione italiana, a Giulia Rusconi, e a Haydar Ergülen per la sezione straniera, con Poesie scelte (1982-2018) tradotto da Nicola Verderame. Pubblichiamo qui alcuni testi dal volume di Giulia Rusconi, Atto unico, in uscita per Valigie Rosse (con una nota di Paolo Maccari).]
UN OGGETTO DI SCENA
Sopra il tavolo c’è una cartella
clinica dentro una plastica rosa.
È snella: la patologia non è grave
ma lo spessore lo danno
i pensierini che mai lei dimentica
di portare. Fogliettini colorati
con piccole poesie, brevi fumetti
ritagliati, bigliettini baciati
di nascosto prima di entrare in scena.
La plastica rosa conferisce al tutto
come un’idea di caramella, oppure
di una timida e bella sposa bambina.
*
SCENA
Di lei seduta si notano:
capelli castani raccolti, lunghe gambe
e quel modo un po’ manierato
di muovere i polsi quando parla.
Lui è piccolo magro seduto composto
dalla scena balzano fuori
gli occhi intelligentissimi scuri
che a volte in modo inaspettato
tutto il pubblico all’unisono come
una sola persona trattiene il fiato.
I due stanno a debita distanza
come la situazione richiede
e la stanza appare quasi normale
se non fosse che entrambi
senza rendersene conto parlando
si sporgono piano piano pianissimo
un poco l’uno verso l’altro
sopra il tavolo. Si raccolgono
sul legno che fatto in mille pezzi
basterebbe per una casettina
minuscola: un letto una cucina
e i due, vicini, proprio attaccati.
Ma la casa non si può costruire.
Allora accade così: proprio lì,
sullo spazio di legno fra gomito
e gomito di lui/lei, viene deposto
come un ente sacro il desiderio:
è invisibile, ma tutti proprio tutti
lo sanno che c’è, senza un perché,
è evidente come un mattino chiaro
come un gusto una mano
un pezzo di pane quando si ha fame.
*
PARTICOLARI DI SCENA
VISIBILI SOLO DALLE PRIMISSIME FILE
Lui ha sull’unghia del mignolo sinistro
una macchiolina che chissà
come se l’è procurata. Lei sul braccio
ha delle brutte regolari cicatrici
(si posson fare le ipotesi meno felici).
Poi: a dispetto dell’intera figura,
lui ha polsi molto forti con i quali
raddrizzare tutti i torti del mondo.
Infine, lei porta, nonostante l’età
un po’ avanzata, l’apparecchio.
Tra loro c’è come uno specchio,
ognuno rivede nell’altro se stesso,
ma non tale e quale al presente,
si vede come sarà e come era
in una sorta di eterna primavera.
*
UN ALTRO OGGETTO DI SCENA
Posacenere rotondo
bianco come la spuma delle onde
azzurro come le barche
dei pescatori al largo nel sole
di giugno – tutte immagini perfette
da abbinare a lui, dietro abbronzato
e paziente come chi va per mare
così seducente nello schiacciare
il filtro con dita brune
che a poterle assaggiare – tutti
lo sanno – saprebbero di sale.
*
DIETRO LE QUINTE
Se lei è pazza deve andare da lui
ma lei sostiene che è lui
a farla diventare pazza
perché in effetti è pazza di lui –
più pazza diventa più ha bisogno
di andare da lui e più va da lui
più diventa pazza (di lui)
e così via… (è proprio vero
che l’amore è una chiara
……………………………………….luminosa follia …)
[Immagine: © Davide Leventi, Opéra Nouvel, Lyon, France, 2014 (particolare)].