di Federico Italiano

 

[Esce oggi per Elliot Habitat, il nuovo libro di poesia di Federico Italiano. Ne pubblichiamo in anteprima una scelta di testi].

 

da La guida agli uccelli della Foresta Nera

 

III

 

L’astore è magnifico quando invecchia.
Cambia gli occhi: da gialli
diventano rosso ciliegia.

 

L’astore è monogamo, fedele
e non disprezza quasi nulla
tra ciò che striscia, incede e vola.

 

Sostenta il suo splendore con fringuelli,
serpenti, corvi, conigli, leprotti,
galli cedroni, passeri e scoiattoli.

 

L’astore è la somma perfetta
del suo territorio quando invecchia.

 

*

 

Villanelle di Qohèlet

 

Ciò che la tua mano trova da fare,
– disse – fallo con tutte le tue forze
con tutte le tue membra,

 

con l’inguine, con l’osso temporale
con le ciglia, con il piccolo psoas,
ciò che la tua mano trova da fare,

 

fallo col cremastere, con le labbra
e con le ghiandole di Skène – disse –
fallo con tutte le tue membra,

 

con lo sterno, con la spina dorsale,
con la fossetta di von Mohrenheim,
ciò che la tua mano trova da fare,

 

fallo con ogni tua singola vertebra
con tutte le ferite del tuo corpo,
fallo con tutte le tue membra,

 

fallo, non esitare, poiché quando
sarai nel sottosuolo,
con tutte le tue membra,
la tua mano non avrà nulla da fare.

 

*

Drosofile

 

Fastidiose come un capello in faccia,
minuscole come il punto sulla i,
sorvolano cucina, frigo, armadi
in cerca della mela marcia,

 

risalgono lo strapiombo
trasparente della porta-finestra,
verso i tropici del soffitto, sperando
in un Eldorado d’aceto e frutta

 

appassita: drosofile,
più simili a noi di quanto possa sembrare,
moscerini dal ventre nero, briciole

 

cadute dal cielo. Pensi sempre
ce ne sia una dietro di te,
su di te, ma se ti vòlti, non c’è.

 

*

 

La morte degli animali domestici

 

Io e i miei fratelli volevamo un cane.
Ci regalarono due canarini.
La femmina mangiò le proprie uova.
Non so se morirono di dolore o vecchiaia.

 

Poi toccò alle tartarughe d’acqua,
cui organizzammo un habitat
con ciottoli di porfido
e una piantina vera.

 

Qualcuno, un giorno, lasciò la vaschetta
vicino alla finestra. Si lanciarono
entrambe dal davanzale
rotondi kamikaze.

 

Dei pesci rossi nell’acquario a boccia:
i primi due morirono per problemi dietetici,
del terzo ce ne scordammo un’estate
e al ritorno lo trovammo putrefatto.

 

Seguì il primo mammifero,
Scricciolo, dal pelo sontuoso,
figlio di due gatti bellissimi,
morto per un tumore ai reni.

 

Poi venne Bruce, dal manto
misero ma d’animo cortese.
Fido quasi come un cane, era solito
accompagnare i nonni fuori casa.

 

Li seguì anche il giorno in cui si spense.

 

 

*

Jordbro

 

A Jordbro, nella contea di Stoccolma,
una donna – col piumino impermeabile,
un colbacco in pelliccia e una gonna
plissettata – sta in piedi, immobile,

 

lo sguardo indirizzato al primo piano
di un caseggiato, gli scarponi
nella neve. Alle sue spalle, il cono
di luce di un lampione.

 

Dietro i vetri della veranda,
un minuscolo giardino d’inverno
e un Babbo Natale gigante

 

illuminato, tra i quadri e le piante,
che col braccio fa cenno
alla donna, che non si muove e lo guarda.

 

 

*

 

dal ciclo Frammenti d’autunno

 

*
Sotto l’Orsa Maggiore,
alla parete,
il ritratto a matita
di un uomo in pensiero.

Tutte le finestre
sono puntate su di noi.

 

*
In autunno, siamo corpi speciali,
che liberano ostaggi
da ricci, gusci, da sotto i piumoni,

che si privano di maglia e di sonno,
perlustrando chilometri
di pelle, in difesa di sé stessi.

 

*

Nome e segnatura

 

Ora siamo ricordo, siamo archivio,
organizzato per fremiti,
per pause del respiro,
per apnee: sul tavolo verdemare
della tua cucina, sul barattolo
dei biscotti, sul tè dell’invito,
sul sofà, sui ritratti alle pareti.
Siamo l’ordine alfabetico
della nostra fine e del nostro inizio,
il conforto di un indice
e di una scheda compilata a mano.
Siamo una cartella, in uno scaffale,
……che riporta sul dorso in tinta azzurra
……nome e segnatura di un’illusione.

 

[Immagine: © Foto di Henri Prestes].

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