di Tommaso Di Dio
[Esce nei prossimi giorni, nella collana Lyra giovani di Interlinea, a cura di Franco Buffoni, il nuovo libro di poesie di Tommaso Di Dio: Verso le stelle glaciali. L’opera si compone di quattro itinerari fra loro tematicamente autonomi, benché connessi da una direzione comune. Ognuno dei percorsi è corredato da immagini-mappe assai utili all’orientamento; il lettore le troverà accuratamente descritte in un’appendice di prose al termine del libro. Se ogni percorso, per vie diverse, sembra condurre il lettore alla stessa destinazione, essa non è mai propriamente nel medesimo luogo: al termine di ogni itinerario, un componimento notturno si impegna a trarre un bilancio provvisorio del cammino fin lì percorso.
Presentiamo cinque testi, estratti dalla terza sezione del libro, 1492, che è una libera riscrittura dal diario del primo viaggio in mare aperto di Cristoforo Colombo. L’immagine della copertina è la Mappa n. 7; il fotografo Salvatore Ferrara ha scelto di intitolarla Suono, 2019].
*
In un villaggio portoghese, il marinaio Cristoforo Colombo
festeggia l’approvazione del suo progetto
17 aprile
1492: Granada è presa. La regina
ha detto che si parte: mi darà tre navi, cento uomini e Dio
non risparmierà la sua grazia perché parto
per dare oro e gloria
all’immensità di Lui.
Andrò ad Est della Zona Torrida.
Verso le Indie, verso il Catai. Tutto questo
lo abbiamo nelle carte parola per parola.
Abbiamo anche visto in Irlanda
un uomo e una donna su due legni
che vennero a noi da Oriente; e di conseguenza potremmo dire che
il perimetro della terra
si può fare in linea retta verso il Sud e poi ad Est nel mare aperto fino a dove
Marino impugna e corregge Tolomeo: ventisettemila
cinquecento stadi
con la massima diligenza.
Sono persuaso che di lega in lega
le nostre carte
saranno infine tracciate in una sfera.
*
Palos de la Frontera
3-8 Agosto
Partiamo. È venerdì. Alla barra
dalle otto del mattino. Andammo
con forti vele di mare e vento verso sud
poi sud-ovest e poi a sud quarta di sud-ovest.
Il timone uscì di posto e dissero
che dava gemiti d’acqua
che qualcuno fu sorpreso a tramare.
Chi scrive qui conosce
che ci furono inganni, macchinazioni. L’ammiraglio disse
che la nave era insicura, ma è l’uomo
davanti al vento quello
più esposto al vero.
*
San Sebastian
Isola di La Gomera, Agosto
Questa notte ho sognato la terra nuova.
Ho sognato la terra buona.
Non aveva i piedi, era sepolta
era un prato, si muoveva
era un fiume dolcissimo
era un cavallo
era più bella di Dio
era un gigante era un’enorme regina
e dormiva dentro la terra a gambe aperte
aveva
le braccia di neve.
*
Primo discorso alla ciurma
Oceano, Sabato 9 Settembre
Settembre, nuvole, rotte. Piogge
e mappe, bussole, catrame, voli. Tutte
le parole che posso dirvi, sopra questi binari
invisibili d’acqua e spuma e i pesci
come frecce, come angeli di Dio.
Noi siamo con la regina
tra i fili mobili. All’alba, vediamo le spostate
nuvole dai venti. Vediamo il passato
e il futuro in un insieme confuso: adesso ci manca
il corpo della donna o dell’uomo
che abbiamo amato. I giorni
attraversano la mente
attraversano lampi oppure pollini
attraversano spore o sinapsi, oppure sono
bocca sopra bocca
mentre tra i cordami del cielo tutto muto il mondo irradia
evapora. Dove si va
amici, le parole finiscono.
*
Oceano, martedì 25 Settembre
Perché voglio vedere
non capendo.
Perché voglio credere
non sapendo.
Il mare divenne tanto liscio
che i marinai si misero a nuotare
e videro orate e molti altri pesci.
In queste che sono
le notti più brevi dell’anno, il buio
non resiste, cede
crolla dice basta.
Nel sole che viene
finalmente accade il portento: ogni cosa
all’orizzonte
impara a scomparire.