di Tommaso Di Dio
[È in questi giorni disponibile La favola delle pupille di Tommaso Di Dio, il primo volume che apre la seconda serie dei Cervi Volanti, piccoli libri in tiratura limitata a cura di Giorgiomaria Cornelio e Giuditta Chiaraluce, all’interno del progetto Edizioni Volatili. Si presentano in anteprima tre testi]
*
Sono, queste, le ore più belle della nostra vita.
Adesso possiamo essere stupidi. Sbadati. Possiamo sbavare
dire bestemmie, alzare le braccia, urlare contro
quel volto che mai
abbiamo visto prima.
Sono, queste, le ore più belle della nostra vita.
Il ragazzo arabo non ha dormito. Ha bevuto
si è ubriacato e ora
parla di Dio con una donna sudamericana
mentre la birra sul marciapiede va giù, fino allo scolo
fra la merda dei piccioni.
Sono, queste, ore straordinarie. La luce sugli alberi
scaccia la malinconia e sembra che
con tutto il sangue
degli umani ammazzati e delle bestie uccise
si sia finalmente spalancato
a bocca aperta
un muto paradiso.
*
Le mani della ragazza si muovono.
Sul treno Pordenone-Mestre
sta leggendo uno spartito ed è
rapita dal movimento invisibile che dentro
di lei tutto sente. Oscilla
sul sedile le pupille
si aprono si chiudono a seconda che il sole
della campagna si faccia avanti o indietreggi
su di lei, paurosamente.
Le mani. La musica.
Le vorrei dire: sento. Siamo. Sono.
Siamo tutti
dentro
questo suono.
*
Vedere. Aver visto. Queste semplici
sensazioni
sulla pelle inutile del mondo.
Che si muovono. Scorrono. Si interrano.
Vedo questa finestra. Ho visto questo vetro.
Dico: “questa finestra”, “questo vetro”. E sento tutta
l’immensa
muta differenza.
È grande
questo spazio
vetro della mente; come un bosco
attraversato dal sole nei rami
le idee
sono lepri: corrono. Ma ti prego tu
portami via; dammi la realtà
si alza, l’uomo
si cosparge di benzina si incendia
è reale
ride e cammina.