di Elisa Donzelli

 

[Esce oggi per nottetempo album, il primo libro di poesia di Elisa Donzelli. Ne presentiamo cinque testi in anteprima].

 

villa Torlonia

 

apro la scatola delle fotografie dove finiscono le fasi della vita e le trovo sfuse nei decenni – ottanta novanta zero dieci sono numeri non anni, senza un criterio preciso mi riappaiono le parti strappate del tutto quando attaccavo sui muri le persone e le cose degli album che non ho conservato se le immagini cambiavano con le stagioni cambiavano i gesti negli stessi spazi tra i quali c’è una sola immagine di te con me nella villa, quando non ti volevo nata.

Oggi è un anno che non ci sei. Sul prato le persone si tengono per mano e formano un cerchio intorno agli alberi scaricando diversamente il peso a terra, poggiano più su una gamba che sull’altra e lasciano al centro l’amplificatore dal quale esce la tua voce registrata che alle cinque si ferma senza sbilanci. Una voce giovane prosegue e dice quello che sei stata, legge cosa pensavi della sorellanza e dove non arrivo cerco lo sguardo dell’altra che mi è sorella nello spazio che da altri ti è stato creato.

Dai racconti che fanno sembra che anche il tuo tempo abbia preso forma nei luoghi in cui ho avuto i tuoi anni – il casino dei principi il gazebo la limonaia la casa delle civette sono gli stessi nomi che usiamo per darci appuntamento e ricordarti tra gli slarghi dove scatto fotografie dei miei profili a continuità d’ombre che per natura potrebbero essere simili ai tuoi scatti o alla foglia nel vento, la stessa che hai inseguito tu. In questa villa dove diversamente siamo passate e che per ogni strada che prendo mi passa davanti.

 

*

 

lucky star*

 

per Marta

 

facevi un gioco con le targhe

che passavano lungo la strada

“TO-To piccolino”

e poi la serie alfa-numerica.

Vinceva chi ne diceva di più

e le diceva prima, vincevi tu

che sapevi città e capoluoghi

della geografia peninsulare.

 

Sono dove tu ci sei i miei primi ricordi,

alle finestre che da sempre abbiamo

abitato aperte sulle Tuileries

con le bambole in fila da rimproverare –

“Va à ta place, j’ai mal à la tête!”,

il vetro di Antagnod nei pomeriggi di neve

con gli scarponi sempre ai piedi

per le gare da sci tu scesa in testa

a guardare gli applausi

a un passo dal traguardo finale.

 

Resta nelle fotografie il balcone

all’undicesimo piano dei palazzi

della Toro Assicurazioni –

Corso Vittorio Emanuele II

ti sei precipitata e io con te al grido

“Campioni del mondo”

uno

“Campioni del mondo”

due

“Campioni del mondo”

tre volte.

 

È da lì che si vedeva il Rosa e poco sotto

lo stadio con le luci true blue, la musica

lontana ma presente del concerto che fu il primo

grande evento live realmente esistente

“Ciao Italia! Ciao Torino!

Hello everybody!” – ancora l’accento

americano “Non spingìete, per favore”.

 

E tu invece spingevi la ringhiera

volavi di notte sulla città

verso la ragazza di origini italiane

la femmina che da sola riempiva

il palco dei nostri anni,

sei stata la mia prima star.

 

*

 

insetto

27 novembre 1967

 

hai amato di me la differenza ogni forma

irregolare se prima di me sei stata anche tu

sciatrice ma migliore, equilibrista

per terra e per mare mentre il motoscafo

tirava i tuoi anni sessanta

e il poliziotto saltava

il tuo nome di figlia

ma del deputato,

futuro ministro.

 

Per questo a Palazzo Campana

chiedevi di essere come i compagni

segnata, come tuo padre diversamente

pretendevi di cambiare le cose e stare

dalla parte in cui da sempre sei stata

ape operaia.

 

*

 

la spatriata

 

te lo ricordi Nora

il 25 aprile del 1994

quando a quindici anni

abbiamo preso il treno

e la pioggia scendeva

sul Duomo di Milano?

te lo ricordi che eri vestita

tutta di nero mentre la folla

sventolava bandiera rossa

quando regnava su noi due

la pace adolescente

di fronte a quel 61 per cento

al 61 per cento incosciente

del trionfo che sarebbe stato

il marzo oracolare?

 

Per quindici anni avremmo difeso liti costruito pali ricucito altre separazioni, mentre sceglievi tra Parigi e Berlino il luogo della sosta. Non so se hai fatto bene tu a partire ho fatto bene io a restare, se partire restare a vent’anni sono la stessa cosa. Ora che non piove più su Milano ma un’arsura più secca invade la città e Roma non è più quella degli amori inconfessati sui nostri prati dove un bitume artificiale molesta le ville degli appuntamenti, anch’io sono libera su questo treno e non occorre che qualcuno nasca qualcuno muoia cambi qualcosa in questo paese.

 

Frecciabianca Roma-Pisa

 

*

 

viaggio di nozze

 

l’animale che fugge con Europa sul dorso

non è più il Dio della mia costellazione.

 

Serviva scendere in Africa,

vedere l’accoppiamento delle leonesse

schierate davanti al leone a caccia

del solo bersaglio da centrare,

e il giorno dopo la cucciolata

in festa intorno alle madri

e la mia testa che vuole

sporgersi dal veicolo – abitacolo

semiaperto a cinque porte “Non lo sai

che è vietato quello che stavi per fare?

Che gli animali nella savana vedono

solo le ombre di noi umani?”

Hai avuto paura per me quando

la più anziana si è accorta che c’ero

e il ranger le ha puntato il fucile contro.

 

Non so se avremmo procreato

il figlio che portavo dentro

se la testa non fosse uscita dal mezzo

o fossi rimasta senza ombra, senza

vedere l’Africa con le sue apartheid

sino al capo di Buona Speranza

mentre avvisto balene e non vedo

leopardi che tu per me riesci a vedere.

 

Questo nostro continente

in lotta per i diritti di un solo

mare che da sempre io studio

amo, così antico istruito non sa

che per nascere bisogna

sporgersi farsi ombra,

qualche volta morire.

 

*

Nota al testo

lucky star è il titolo di una canzone di Madonna Louise Veronica Ciccone tratta dall’album discografico del 1983 Madonna. Il 4 settembre del 1987, allo Stadio Comunale di Torino, si tenne il primo concerto italiano di Madonna ripreso in diretta mondiale con una media, solo in Italia, di 14.084.000 spettatori. Fu il primo evento mediatico a imporre una voce femminile sui palchi del pop mondiale.

 

[Immagine: Madonna a Torino, 4 settembre 1987].

2 thoughts on “album

  1. Ad una prima lettura, fatta senza avere la pretesa di alcun approfondimento stilistico e formale, dico che i testi e le poesie di Elisa Donzelli mi sono piaciute molto. Ma mi riprometto di leggere meglio. Questa è una lettura per così dire d’istinto, che vale già qualcosa.

  2. Non ti conosco personalmente ma di riflesso Leggendo queste parole mi sembra invece di scoprire un po’ chi potresti essere Brava Ciao Sandro

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