di Italo Testa
[Esce in questi giorni in libreria quattro, un progetto parallelo di Italo Testa, nella collana Croma K delle edizioni Oèdipus. Pubblichiamo due quartetti dalla terza parte, preceduti dalla nota d’autore che accompagna il libro]
Quattro in una stanza. Tre estati. Due extraterrestri. Un poema continuo. Se un giorno, un’invasione dallo spazio, due corpi caduti nel tempo, quattro occhi a vegliare nel buio. Inizia la vita bigemina. “ovunque / ti giri / circondato / da un’ombra / da un’altra”. Il ritmo vitale, le notti, i giorni, le variazioni dell’ombra e della luce. La trama dei movimenti, i tracciati, in un letto, una casa, un luogo. Quattro sequenze. Il nuovo, e il rumore di fondo, abituale. I tropismi dei corpi che si dispongono nello spazio, sulle lenzuola, nel tempo. Una grammatica elementare. Morso, pasto, calcio, sopore, sonno. La ripetizione, giorno dopo giorno, estate dopo estate. I pattern visivi, i codici, le costellazioni nel bianco. Le cellule verbali che si aggregano e organizzano, compongono e ricompongono in un ordito micrometrico: “aprire / gli occhi / trovarli / aperti / a guardarti / sapere / che ci sono / quattro / spalancati / nella stanza / vegliano / febbrili / attraversano / il tempo”.
- tenda
-
cammina
-
voce
-
spazio
inizia
un altro
giorno
nel loro
regno
inizia
all’alba
con la tenda
smossa
dal vento
entriamo
in dormiveglia
nel loro
regno
inizia
un altro
giorno
dietro
la tenda
gli occhi
appostati
misurano
il perimetro
del loro
regno
inizia
un altro
giorno
un respiro
un gemito
uno sguardo
taglia
i confini
del loro
regno
cammina, sbanda
urta qualcosa, cade
cammina, si rialza
oscilla, cade
nella camera
due, quattro passi
nella stanza
vaga a tentoni
cammina, resta
in bilico, cade
cammina, si aggrappa
si volta, cade
quasi
una voce
non dice
niente
parla
nel buio
là sotto
si muove
si alza
tace
e ricomincia
quel suono
quasi
una voce
un ritmo
di sillabe
quasi
qualcuno
cantasse
nel buio
ora
lo spazio
si restringe
tra noi
c’è sempre qualcosa
ti volti
nel sonno
e lo vedi
da un lato
dall’altro
c’è sempre qualcuno
tra noi
ora lo spazio
è una sagoma
distesa nel buio
è un fiato
caldo sugli occhi
ovunque
ti giri
circondato
da un’ombra
da un’altra
- voce
-
spazi
-
nuovo
-
gioco
ogni voce: nuova
ogni passo:
ogni sguardo:
cosa saremo: ora
cosa direte:
cosa diranno:
voce, cosa, segno
questo buio:
queste braccia:
questo seno:
cosa sentono: ascolta
cosa vorrete:
cosa faremo:
voce, grido, suono
la griglia ritmata
delle inferriate
teoria di rettangoli:
nero contro
bianco
gli occhi seguono:
resta: non importa
solo un contatore
lo spazio diviso
dai battiti
ecco ritorna: nel buio
ritorna
solo un contatore
alla rovescia
nel tempo
a destra a sinistra
un ticchettio meccanico
all’altezza del cuore
dove siamo tutti
dove siamo attesi
non conta, restano
i cavi allacciati
resta il mormorio
di notte contro il muro
con la testa piegata
dietro la rete resta
questo blu, la sponda
contiene i corpi
nuovi, abbandonati
restano vigili
dove siamo tutti
alla deriva
un cilindro di gomma
per tutta la notte
emette
un bagliore
blu cupo
sotto il fascio
freddo del led
un gioco, perso
tra le linee
sulla pianura
di marmo
un cilindro
abbandonato
per tutta la notte
un ticchettio
impercettibile
ci invade
[Immagine: Richard Serra, Circuit, 1972]
Fantasia e realtà si confondono e si integrano a vicenda in una sequenza di sensazioni e sentimenti .Il
Poemetto affascina ,da l’impressione di non concluso ma forse l’autore lascia spazio all’immaginazione del lettore .
POESIA E ANTROPOLOGIA. CAMBIAMENTO “CLIMATICO”. IL PUNTO DI SVOLTA…
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“Quattro in una stanza. Tre estati. Due extraterrestri. Un poema continuo. Se un giorno, un’invasione dallo spazio, due corpi caduti nel tempo, quattro occhi a vegliare nel buio. Inizia la vita bigemina …. ” – un progetto parallelo di Italo Testa, nella collana Croma K delle edizioni Oèdipus.” (I. Testa, cit. . sopra).
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CI SONO TUTTI GLI ELEMENTI. Riaffioramenti di antiche vie di ricerca antropologica e psicoanalitica . Nel lontano gennaio del 1898, il giorno QUATTRO, Sigmund Freud così scriveva al suo amico, il dr. Wilhelm Fliess: «Ho cominciato a considerare con attenzione il concetto di bisessualità e considero la tua idea in proposito come la più significativa per il mio lavoro, dopo quella di “difesa”». Il programma di Kant (http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=1535) è messo all’ordine del giorno? O no?! Boh…..
Federico La Sala
P. S. IN CAMMINO VERSO IL LINGUAGGIO.
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FILOSOFIA, PSICOANALISI, E RELATIVITÀ. Riprendere il filo dal “quattro” di Italo Testa, ripartendo dalla lettera di Freud a Fliess del “quattro” gennaio del 1898, con il richiamo al programma di Kant , vuol essere un’indicazione di lavoro di “filosofia a venire” (J.-L. Nancy: http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=1535#forum3167182), al di là dei “Quattro” di Heidegger (cfr. “In cammino verso il Linguaggio”: il commento a “Una sera d’inverno” di Georg Trakl), accogliendo il contributo di Elvio Fachinelli, una sollecitazione a ri-pensare il “nexologico” rapporto tra soggetto-oggetto, tra realtà-realtà (esterna) e realtà psichica, e venir fuori con Freud dall’orizzonte dialettico hegeliano e lacaniano!
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Qualche giorno fa, sul filo di una ri-segnalazione di un libro dello psicoanalista Christopher Bollas, (“Se il sole esplode. L’enigma della schizofrenia”, 2016) , non a caso, parlavo di una OTTIMA SEGNALAZIONE che sollecita non solo a leggere e rileggere le opere del brillantissimo Christofer Bollas, ma anche a ricordare uno dei primi psicoanalisti, appunto Fachinelli, che ha messo a fuoco il nodo della “coppia freudiana” (cf. Pietro Barbetta, ” Prenderli al volo prima che precipitino”: https://www.doppiozero.com/materiali/prenderli-al-volo-prima-che-precipitino ) e su cui (a mio parere) ancora c’è da riflettere (FACHINELLI E FREUD NELLA NAVE DI GALILEI : LA CONVERSAZIONE CONOSCITIVA… http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=5535). O no?!
Federico La Sala
P. S. 2 – ALLE ORIGINI DELLA PSICOANALISI. Non c’è che dire: ripartire da “quattro”!
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PSICHIATRIA, ARCHEOLOGIA DELLE SCIENZEUMANE, E CREATIVITÀ! Prima di scrivere RELATIVITÀ, nella nota precedente, avevo scritto ARCHEOLOGIA ma, volendo e dovendo dare giusto rilievo alla portata rivoluzionaria del “primo principio della dinamica” e ricordare la relatività di Galilei, ho sostituito l’uno con l’altro. Ora, un ricordo-commento ‘veloce’ di un’amica ha favorito la sovrapposizione del titolo dell’opera di Michel Foucault (“Le parole e le cose. Archeologia delle scienze umane”: https://it.wikipedia.org/wiki/Le_parole_e_le_cose) per dire del titolo dell’opera di John L. Austin (“Come fare cose con le parole”: https://it.wikipedia.org/wiki/Come_fare_cose_con_le_parole ) e ha “riportato” il “racconto” al punto da dove il filo è partito: il legame tra il “quattro” (edizioni Oèdipus), il progetto di Italo Testa, la rivista elettronica “Le parole e le cose”, ove il testo è apparso (http://www.leparoleelecose.it/?p=41951), e il quattro gennaio 1898, il giorno dell’invio della lettera di Sigmund Freud a Wilhelm Fliess: all’origine stessa della psicoanalisi. Che dire? Due passi avanti e uno indietro, per saltare meglio… “quattro”!
Federico La Sala
lavoro simile – almeno per quanto qui anticipato – a un mio scritto, parte di un libro finalista al Premio Lorenzo Montano di quest’anno e di prossima pubblicazione per le Edizioni Anterem. scritto che Italo Testa ha avuto occasione di leggere e discutere durante Prove d’ascolto nel 2019, a cui entrambi abbiamo partecipato
Claudio Salvi
Gentile Claudio Salvi, mi fa piacere che trovi delle affinità con il mio lavoro. Per correttezza devo però informarla che “quattro” è stato integralmente composto tra il 2013 e il 2015, e consegnato nella presente forma al curatore della collana nel maggio 2019. Ricordo di aver sentito i suoi versi nel novembre 2019 in occasione di Prove d’ascolto, e se ritiene ora di trovarvi punti di contatto con il mio lavoro sulle metriche brevi, non posso che rallegrarmene
Italo testa
P. S. 3.: POESIA, ALCHIMIA E PSICOANALISI: “CINQUE”! PER FESTEGGIARE NON SOLO “QUATTRO” MA ANCHE “LE PAROLE E LE COSE”…
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ARCHEOLOGIA DELLE SCIENZE UMANE. SICCOME ITALO TESTA ha “rotto le acque” e, finalmente, in “quattro” e “quattro” (otto, la “gravidanza” è partita intorno al 2013), ha portato alla luce il suo poema ( Oèdipus, 2021) e ha osato mettere il dito nella piaga, che non è solo una piaga, ma anche una “finestra” su un altro mondo ( per chi è incredulo, Caravaggio “in-segna”: https://it.wikipedia.org/wiki/Incredulit%C3%A0_di_san_Tommaso_(Caravaggio)) ,
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PER FESTEGGIARE al meglio l’evento (che coincide anche con i DIECI ANNI di “LPLC”!) e sottolineare il “sorprendente” valore della sua ricerca poetica e antropologica, mi sia lecito,
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CONSIGLIO di riconsiderare, alla luce del tempo pandemico presente che ha indotto e prodotto un gigantesco ed epocale lockdown (un confinamento esteso e prolungato, come di una “analisi interminabile”), i «rituali» nella «Wunderkammer» psicoanalitica (cfr. l’ intervista: “Sanguineti incontra Sigmund Freud” del 1974, in “Le interviste impossibili. Ottantadue incontri d’autore messi in onda da radio Rai”, Donzelli 2006), e
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INVITO a riandare (ancora e di nuovo) non solo “alle origini della psicoanalisi” (e alle discussioni tra Freud e Fliess: in particolare, al “quattro” gennaio 1898), ma anche a riprendere le indicazioni di Elvio Fachinelli sul tema (“La Freccia Ferma”, 1979; “Claustrofilia”, 1983) e cercare di venir fuori dall’orizzonte della città di Edipo.
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Dalla città di Dite?! Sì!
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In “quattro”, dal labirinto claustrofilico uscire si può (http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=5534). DANTE 2021! Dante e Virgilio ce l’hanno fatta (Inf. XXXIV, 90) e hanno visto Lucifero a gambe all’aria!
Federico La Sala
P. S. 4 – “ACHERONTA MOVEBO”! MATEMATICA E PSICANALISI: “QUATTRO”, PER RISCRIVERE UN “ROMANZO FAMILIARE” NUOVO…
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SICCOME, a quanto pare, la logica del “quattro” (e il senso dell’operazione dell’edizioni Oèdipus), ha generato qualche perplessità nel mondo della poesia e della letteratura, come della stessa della psicoanalisi e della filosofia, forse, è bene riprendere la citazione posta da Freud, in testa, alla “Interpretazione dei sogni” (1899/1900) e cercare di ri-comprenderla nelle sue varie implicazioni umane e teoriche.
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ACHERONTA MOVEBO. “Flectere si nequeo Superos, Acheronta movebo” (Se non potrò piegare gli Dei, muoverò Acheronte: Virgilio, Eneide, VII, 312). A partire da questa citazione virgiliana, volendo, è possibile tentare di “rileggere” l’intero percorso della ricerca di Freud. Ricordando con lo stesso Freud della “Psicopatologia della vita quotidiana” (1901), l’altra importante citazione sempre ripresa dall’Eneide (IV, 625 ) : “Exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor” ( che nasca un giorno dalle mie ceneri un vendicatore), si comincia a capire cosa c’è nel “coraggio degli inizi” (Rubina Giorgi, 1977) e in questa identificazione di Freud con Giunone/Era (non solo la moglie di “Zeus”, ma anche la sua stessa madre) con Didone e con Annibale, il grande nemico di Roma.
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IL PROBLEMA DEL LIBERATORE. L’esergo dell’Interpretazione “dichiara” semplicemente la “natura” teologico-politica del suo progetto: cercare di fermare il matrimonio di Enea e la nascita della nuova Troia (Roma)! Con la stessa determinazione di Giunone/Era (Virgilio), Freud lavora a portare alla luce della coscienza europea la struttura edipica del sogno del Dio greco e cattolico-romano (di Platone come di Paolo di Tarso), e venir fuori dall’orizzonte della tragedia (come Dante e lo stesso Nietzsche). Con l’aiuto di “Zeus/Giove”” e di “Era/Giunone”, pur tra mille difficoltà, egli riesce a venir fuori dall’inferno e a “nascere, di nuovo”! Nel 1938 arriva a Londra e porta a compimento il suo ultimo lavoro “L’uomo Mosè e la religione monoteistica”. Un grande respiro di sollievo! Morirà l’anno successivo.
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ANTROPOLOGIA, MATEMATICA, E PSICHIATRIA. Pur avendo Freud dato già dal 1907 chiare indicazioni per lavorare congiuntamente a una nuova educazione civica e a una nuova educazione sessuale per “una società sana” ( Erich Fromm, 1955), l’Italia (comel’Europa e l’intero Pianeta) naviga ancora ( http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=2923 ) in un oceano illuminato da una diffusa cosmoteandria.
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“UNA VOCE”. Come ha scritto Franca Ongaro Basaglia (“Una voce. Riflessioni sulla donna”, il Saggiatore, 1982), continuiamo a fare “un’operazione matematica ritenuta abitualmente sbagliata: un uomo più una donna ha prodotto, per secoli, un uomo” e a leggere per lo più e sempre il vecchio “romanzo familiare”, quello edipico! Che dire?! Che non si è capito proprio nulla non solo di Freud, ma nemmeno di “quattro”. O no?!
Federico La Sala
“QUATTRO” … QUATTRO PROFETI?
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IL “TONDO DONI” E LA TRACCIA PER UN’ALTRA “INTERPRETAZIONE DEI SOGNI” DI MICHELANGELO E DEL SUO RACCONTO NELLA CAPPELLA SISTINA…
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AL FINE DI UN’INTERPRETAZIONE non riduttiva del “Tondo Doni” di Michelangelo è opportuno fare bene attenzione alla cornice lignea che sta intorno.
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NELLA SCHEDA DEGLI Galleria degli Uffizi, relativa alla Sacra famiglia, detta “Tondo Doni” di Michelangelo #Buonarroti (https://www.uffizi.it/opere/sacra-famiglia-detta-tondo-doni ) è scritto:
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“La cornice del tondo, probabilmente su disegno di Michelangelo è stata intagliata da Francesco del Tasso, esponente della più alta tradizione dell’intaglio ligneo fiorentino. Vi sono raffigurate la testa di Cristo e quelle di quattro profeti, circondate da grottesche e racemi, in cui sono nascoste, in alto a sinistra, delle mezze lune, insegne araldiche della famiglia Strozzi.”.
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“QUATTRO PROFETI” …. MA “COME NASCONO I BAMBINI”?!
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Se il tema è quello della nascita di Cristo (“il Figlio dell’Uomo”), il discorso di Michelangelo è semplicemente chiaro e tondo e già anticipa alla grande il programma della Sistina: nella cornice vi sono raffigurate la testa di Cristo (in alto) e ai lati le teste di due profeti e due sibille e, al centro (il fuoco del cammino dell’intero genere umano), Gesù, il “Figlio dell’Uomo” (“Ecce Homo” – ogni essere umano, come da antropologia e filologia), con le figure dei genitori, il “profeta” Giuseppe e la “sibilla” Maria.
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L’Uomo non è più un Lupo! L’uomo è per l’uomo un Dio (“Homo homini deus est”), come ricorderà Spinoza nella sua “Etica”.
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Federico La Sala
Homo homini deus?
Così fosse!
Ma dal panorama odierno, temo che homo sia homini lupus
LA SVOLTA. Che visione: Francesco d’Assisi incontra il Lupo…
20 APRILE 2021: DANTE è nel V Cielo, quello di “Marte .. una melode/ che mi rapiva, sanza intender l’inno (Pd XIV, 101 e 123) e INGENUITY inizia l’esplorazione ( https://twitter.com/FedericoLaSala/status/1467873952387244036).
Nel silenzio, un incontro tra Eros/Cupido (figlio di Ingegno e Povertà), l’Amore della e-di-pica tragedia platonica e della caritas romana, e l’Amore (Charitas) della Divina Commedia. Chi ha detto che la storia è finita?! Il dialogo continua, nell’armonia della comunicazione ristabilita e filologicamente corretta: “Io sono l’alfa e l’omega” – non l’omicron…
Buon Sant’Ambrogio (7 dicembre 2021),
Federico La Sala
P. S. – RIPRENDERE IL FILO : DAL LABIRINTO SI PUO’ USCIRE. «#Psicologia delle masse e #analisi dell’Io» (#Freud 1921), «#Capo» (#Gramsci 1924), «La #psichiatria inglese e la #guerra» (J. #Lacan 1947). (https://twitter.com/FedericoLaSala/status/1574706240206225408)
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APPUNTI SUL “CARTELLO”. Una struttura quadripartita per il lavoro nella Scuola di Lacan. (Appunti):
-***J. Lacan, “Situazione della psicoanalisi nel 1956”
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LA SCUOLA DI LACAN. “Per lo svolgimento del lavoro, adotteremo il principio di una elaborazione sostenuta in un piccolo gruppo”: un lavoro che “nel campo aperto da Freud restauri il vomere affilato della verità – che riconduca la prassi originale da lui istituita (…) a quel che al mondo le
spetta – che con una critica assidua vi denunci le deviazioni e i compromessi…”(J. Lacan, “Atto di fondazione”, 21 giugno 1964).
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Jacques Lacan, «Atto di Fondazione»: «[…] Quanti verranno in questa Scuola si
impegneranno a svolgere un lavoro sottoposto a un controllo interno ed esterno. È loro garantito in cambio che niente sarà risparmiato affinché tutto quel che faranno di valido abbia la risonanza
che merita, e il posto che converrà. Per lo svolgimento del lavoro, adotteremo il principio di una
elaborazione sostenuta in un piccolo gruppo. Ciascun gruppo (abbiamo deciso un nome per designare
questi gruppi) sarà composto da un minimo di tre persone, da un massimo di cinque, quattro è la misura
giusta. Più una incaricata della selezione, della discussione e dell’esito da riservare al lavoro di ciascuno.
[…]» in [La Psicoanalisi n° 30/31, Astrolabio, Roma, p. 9-16->https://www.champlacanien.net/public/docu/5/epCartelAparicio.pdf%5D
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“[…] il cartello, di cui, fatta l’esperienza, affino la formalizzazione. Primo – Quattro si scelgono per perseguire un lavoro che deve avere il suo prodotto. Preciso: prodotto proprio di ciascuno e non collettivo. Secondo – La congiunzione dei quattro si fa intorno a un Più-uno, che, se è qualunque, deve comunque essere qualcuno. È a suo carico vegliare sugli effetti interni all’impresa e provocarne l’elaborazione. Terzo – Per prevenire l’effetto-colla, al termine fissato di un anno, due al massimo, si deve fare la permutazione. Quarto – Nessun progresso si deve attendere, tranne la periodica messa a cielo aperto dei risultati come delle crisi di lavoro. Quinto – Il sorteggio assicurerà il rinnovo regolare dei punti di riferimento creati al fine di vettorializzare l’insieme.”; “un’organizzazione circolare”: ” «Ciò non implica affatto un’organizzazione a testa in giù, ma un’organizzazione circolare il cui funzionamento, facile da programmare, si consoliderà con
l’esperienza.» (J. Lacan, “D’écolage”, Seminario dell’11 marzo 1980)
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KANT CON SADE: «Dall’inconscio in poi, una struttura
quadripartita è sempre esigibile nella costruzione di un ordinamento
soggettivo.» (Jacques Lacan, «Kant con Sade», in Scritti, volume II, Edizioni Einaudi, Torino 2002, pag. 774->https://www.champlacanien.net/public/docu/5/epCartelAparicio.pdf%5D.
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“Leggendo Lacan, avrete probabilmente notato che egli sottolinea sovente il fatto che Freud abbia scritto
il suo testo sulla psicologia delle masse nell’epoca in cui si preoccupava
dell’istituzione analitica; ed è, sicuramente, una questione presente per
Lacan, nel momento in cui decide di fondare la sua Scuola, così come
è anche presente nel momento in cui decide di scioglierla. Quindi, una
volta stabilito l’obiettivo del lavoro, la questione, formulata in maniera
molto semplice, è: come organizzare il lavoro nell’ambito del gruppo?
-Come riuscire a far lavorare insieme i membri del gruppo? Vi riformulo la
stessa domanda, ma in termini diversi: come stabilire un modo di legame
propizio alla realizzazione del compito che ci si è assegnati?
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Ritengo che il Cartello risponda a questa domanda – ecco, quindi, il perché del Cartello.
L’idea del Cartello trae origine dal viaggio di Lacan in Inghilterra, alla
fine della guerra; egli era rimasto stupefatto quando Bion e Rickman,
due psichiatri-psicoanalisti, gli raccontarono l’esperienza che avevano
fatto durante la guerra. Allora lavoravano in un ospedale militare e venne
loro assegnato il compito di occuparsi di ben 400 soldati, che erano
degli irriducibili (formavano quella che in Francia si chiama «compagnia
di disciplina»). Dunque, il compito di Bion e Rickman consisteva nel
rieducare questi soldati, era un vero e proprio servizio di rieducazione.
E questi psichiatri-psicoanalisti, negli anni ’40, ispirati dalla loro
conoscenza della psicoanalisi e dal lavoro di Freud sulla psicologia delle
masse, inventano – perché, in effetti, hanno inventato qualcosa – la
creazione di piccoli gruppi su iniziativa dei soldati stessi. A quanto pare
fu un grande successo! Bisognerebbe leggere il testo scritto da Lacan su
questo tema, che si intitola «La psichiatria inglese e la guerra», perché è
una meraviglia! Questo è ciò che volevo dire del Cartello.” (Sol Aparicio –
[Rivista Intersezioni del Campo lacaniano n° 6 – FCL in Italia. Roma, 05/2012->https://www.champlacanien.net/public/docu/5/epCartelAparicio.pdf%5D).
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[Il Piano Lacan->https://www.wapol.org/it/las_escuelas/TemplateArticulo.asp?intTipoPagina=4&intPublicacion=10&intEdicion=3&intIdiomaPublicacion=7&intArticulo=293&intIdiomaArticulo=7%5D
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“Se si coglie che, nell’intento di Lacan, il lavoro della Scuola passava attraverso il cartello – e non il seminario, la conferenza, ecc..-, si comprende, allora, la funzione delle Sezioni della Scuola. Lacan aveva previsto tre Sezioni che corrispondevano a dei raggruppamenti di cartelli. Questo piano di Scuola, il Piano Lacan, non è mai stato realizzato. Secondo tale piano, il lavoro della Scuola si svolge in cartelli. Se ci sono dei corsi, dei seminari, delle conferenze, questo si fa al di fuori della Scuola. D’altronde, il Seminario di Lacan era al di fuori della Scuola. L’Atto di fondazione dice che lo specifico della Scuola, nel suo rapporto con la verità, è il lavoro per cartelli. La questione potrebbe essere d’attualità. Basterebbe deciderlo. Questo presupporrebbe d’interrogarsi sul perché il Piano Lacan non sia mai stato realizzato […]”. ([Il cartello nel mondo da JACQUES-ALAIN MILLER->https://www.wapol.org/it/las_escuelas/TemplateArticulo.asp?intTipoPagina=4&intPublicacion=10&intEdicion=3&intIdiomaPublicacion=7&intArticulo=293&intIdiomaArticulo=7%5D).
Federico La Sala
LA DISCESA NEL REGNO DELLE MADRI: INTERPRETAZIONE DEI SOGNI, DIVINA COMMEDIA, PARADISO PERDUTO, FAUST, ED ELEUSI 2023 …
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Alcuni appunti per riprendere il filo di M_Arianna, che lega Freud, Virgilio, Milton, Goethe, e Dante Alighieri, e, possibilmente, portarsi fuori dall’orizzonte della tragica “caduta”.
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A) – LA DISCESA ALL’INFERNO DI FREUD E DI DANTE. “L’Interpretazione dei Sogni” (1899/1900) ha il suo legame con l’ Eneide (VII, 312: “Flectere si nequeo Superos, Acheronta movebo”) di Virgilio e “L’uomo #Mosè e la religione monoteistica”(1938) con il tema dell’«In exitu Isräel de Aegypto» della Divina Commedia (Pg. II, 46-48).
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B) – FREUD E MEFISTOFELE: LA DISCESA NEL “REGNO DELLE MADRI”. Una chiarificazione sulla fondamentale determinazione “giunonica” da parte di Freud è ben evidente nella sua “scelta” della citazione virgiliana che apre la via alla “Interpretazione deisogni: “Chi è disceso fino alle Madri non ha più nulla da temere.” (J. W. Goethe, “Faust”, II. 2).
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C) – FREUD E MILTON. Alla fidanzata Martha, il 7 agosto 1882, Sigmund Freud scrive che, nel “Paradiso perduto” (John Milton, 1667), «ancora di recente, in un momento in cui non mi sono sentito sicuro del tuo amore, ho trovato consolazione e conforto».
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NOTA.
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“ACHERONTA MOVEBO”! MATEMATICA E PSICANALISI: “QUATTRO”, PER RISCRIVERE UN “ROMANZO FAMILIARE” NUOVO… ( https://www.leparoleelecose.it/?p=41951#comment-443253 ). Una “vecchia” nota sul programma di ricerca di Sigmund Freud, a commento di un testo poetico-filosofico di Italo Testa.
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Federico La Sala