di Laura Pugno

 

[Esce oggi per Il Saggiatore Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea, di Laura Pugno, con contributi di Emmanuela Carbé, Chiara Faggiolani, Jesús López Fidalgo, Matteo Meschiari, Leire Alegría Murillo, Gianluigi Simonetti, Lorenzo Verna e Maurizio Vivarelli e immagini di Elio Mazzacane, Marina Misiti, Barbara Pastorini e SciamLab. Ne riportiamo un estratto].

Le 7 nazioni o la Mappa WordCloud

 

La prima visione d’insieme, che devo ancora a Elio Mazzacane, dei poeti coinvolti nel gioco della Mappa è la Mappa WordCloud. Se consideriamo per ogni poeta il parametro dominante, vale a dire quello in cui ha riportato il voto più alto in assoluto – che non coincide necessariamente con la posizione più alta riportata in una delle «classifiche», che può anche essere diversa, considerando i diversi range tra minimo e massimo per ogni variabile a cui abbiamo accennato prima –, possiamo attribuire ogni poeta a un diverso gruppo legato a una delle 7 variabili, creando così 7 «nazioni», o se preferite un diverso campo metaforico, più fantasy, 7 «regni». Eccoli in fig. 28.

 

1.28. La Mappa WordCloud. I poeti sono raggruppati secondo la variabile dominante, alias il parametro in cui riportano la media più alta. Elaborazione di Elio Mazzacane.

 

Ognuno di questi gruppi corrisponde a un parametro dominante, da cui prende nome, in modo più o meno ovvio e diretto. Per l’Affettività, quindi, saranno gli Affettivi (15 poeti); per l’Assertività, gli Assertivi (8); per la Conoscenza, gli Esploratori (7 poeti), ma forse si potrebbero trovare altre denominazioni, ragionamento che vale certo anche per gli altri gruppi; per l’Io, i Soggettivi (28 poeti), decisamente il raggruppamento più ampio; per il Mondo, gli Oggettivi (17 poeti); per la Sperimentazione, gli Sperimentali (12); per la Performance infine, naturalmente i Performativi (12 poeti).

 

In questa Mappa WordCloud, la diversa dimensione, più grande o più piccola, del nome di ciascun poeta fa riferimento al valore della media da crescente a descrescente, e permette di cogliere a colpo d’occhio, intuitivamente, quanto la variabile in questione (Affettività, Assertività, Conoscenza, Io, Mondo, Performance e Sperimentazione) incida nell’opera dell’autore o autrice.

 

Una prima immediata osservazione riguarda la densità dei gruppi – il numero dei poeti che afferiscono a ognuno di essi – con i poeti dell’Io, i Soggettivi, a fare la parte del leone con 28 nomi. Seguono quasi a pari merito gli Oggettivi con 17 poeti e gli Affettivi con 15 rappresentanti – e tra questi ultimi, i due poeti, Antonella Anedda e Mario Benedetti, di cui abbiamo più sopra sottolineato la trasversalità –; poi ancora a pari merito Sperimentali e Performativi, con 12 poeti ciascuno. Infine, andando a decrescere, gli Assertivi, con 8 nomi, e gli Esploratori con 7.

 

Vediamo alcuni casi. Mario Benedetti è in prima posizione per Affettività, ed è tra gli Affettivi che lo ritroviamo, con una media di 8.3; ma troviamo tra gli Affettivi anche alcuni poeti, come Antonella Anedda (media 8.2) o Maria Grazia Calandrone (media 8.2), che in realtà occupano posizioni più alte in altre classifiche. Anedda, per esempio, è seconda in Assertività con 7.8 di media e in Mondo con 8.0, mentre Calandrone in Mondo è in prima posizione, con 8.0. (I valori dei punteggi a due decimali sono arrotondati per difetto sotto ,5 e per eccesso al di sopra di questa soglia.) Tuttavia, i valori assoluti della media di Affettività sono, per entrambe, superiori, con 8.2, e così funziona l’appartenenza ai gruppi in questo tipo di Mappa.

 

Così si ripartono i nostri 99 poeti:

 

Affettivi: Nadia Agustoni, Antonella Anedda, Mariasole Ariot, Mario Benedetti, Maddalena Bergamin, Vito Bonito, Maria Borio, Maria Grazia Calandrone, Azzurra D’Agostino, Tommaso Di Dio, Florinda Fusco, Carmen Gallo, Giovanna Rosadini, Giulia Rusconi, Francesca Serragnoli.

 

Assertivi: Corrado Benigni, Chandra Candiani, Alessandro Ceni, Roberta Dapunt, Federico Italiano, Guido Mazzoni, Aldo Nove, Gilda Policastro.

 

Esploratori: Bruno Galluccio, Valerio Magrelli, Vincenzo Ostuni, Laura Pugno, Massimo Sannelli, Luigi Severi, Italo Testa.

 

Oggettivi: Alessandra Carnaroli, Biagio Cepollaro, Elisa Davoglio, Andrea De Alberti, Matteo Fantuzzi, Giovanna Frene, Vincenzo Frungillo, Andrea Inglese, Renata Morresi, Fabio Pusterla, Stefano Raimondi, Marilena Renda, Lidia Riviello, Francesco Targhetta, Francesco Terzago, Sara Ventroni.

 

Performativi: Antonella Bukovaz, Dome Bulfaro, Alessandra Cava, Tiziana Cera Rosco, Michele Fianco, Gabriele Frasca, Rosaria Lo Russo, Giovanna Marmo, Fabio Orecchini, Tiziano Scarpa, Luigi Socci, Lello Voce.

 

Soggettivi: Franco Arminio, Yari Bernasconi, Elisa Biagini, Silvia Bre, Roberto Cescon, Marco Corsi, Stefano Dal Bianco, Claudio Damiani, Gabriel Del Sarto, Igor De Marchi, Mario De Santis, Fabio Donalisio, Paolo Febbraro, Alessandro Fo, Francesca Genti, Massimo Gezzi, Isabella Leardini, Maddalena Lotter, Franca Mancinelli, Matteo Marchesini, Francesca Matteoni, Alberto Pellegatta, Antonio Riccardi, Enrico Testa, Mary Barbara Tolusso, Giovanni Turra, Mariagiorgia Ulbar, Gian Mario Villalta.

 

Sperimentali: Gian Maria Annovi, Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Roberta Durante, Marco Giovenale, Tommaso Ottonieri, Giulio Marzaioli, Simona Menicocci, Ivan Schiavone, Andrea Raos, Silvia Tripodi, Michele Zaffarano.

 

Cosa ci dice questa classificazione dei poeti in Soggettivi (Io), Oggettivi (Mondo), Esploratori (Conoscenza), Performativi, Affettivi, Sperimentali, Assertivi a seconda del voto più alto?

Di certo, una cosa è chiara, e lo diventerà ancora di più, come vedremo, con il proseguire del discorso. Con ogni analisi, lettura, rappresentazione, si pratica un diverso taglio sul reale. Di nuovo, «Between the motion / And the act / Falls the Shadow», come scrive T.S. Eliot in The Hollow Men, ma a cadere è un’ombra sempre diversa.

 

Tenendo conto delle correlazioni dirette tra Io e Assertività, Io e Affettività; di quelle, più deboli, tra Assertività e Affettività; e delle correlazioni dirette tra Conoscenza e Mondo, potremmo anche raggruppare Soggettivi, Affettivi e Assertivi in un’area del Soggetto, che riporterebbe una sorta di maggioranza con 51 poeti su 99; e Oggettivi ed Esploratori in una molto meno ampia area dell’Oggetto, con 24 poeti, restando a sé, ancora, le variabili di Sperimentazione e Performance.

Resta naturalmente aperta la questione del nome da attribuire a queste «nazioni» poetiche, ai gruppi in cui per tendenza i poeti sono radunati, visto che ogni parola porta come sempre con sé una visione del mondo. Così, gli Affettivi potrebbero essere anche chiamati Empatici; i poeti della Conoscenza Cercatori; gli Oggettivi potrebbero essere detti anche Realisti, e così via. Ogni definizione sottolinea una nuance, ne mette in ombra un’altra, apre una diversa via di indagine.

 

Il Grafico del Soggetto e dell’Oggetto

 

Resta ancora aperta la questione della Mappa vera e propria, di una visualizzazione che vada oltre la WordCloud, di una rappresentazione nello spazio che dia conto di una molteplicità di dinamiche. Per quanto sia una meta asintotica, un verso-dove, non per questo ha senso smettere di cercare di raggiungerla.

 

Porsi il problema della Mappa, a questo punto, è porsi il problema della visualizzazione dei 7 parametri.

L’utilità di disegnare una Mappa della poesia – posizionando i 99 nomi sul foglio non a caso, ma in posizioni in qualche modo predeterminate dai voti della giuria – è nel rendere evidente la trama di relazioni che collega i poeti. Nel far scoprire, a colpo d’occhio, comunità, affinità e differenze.

 

Ma come creare una rappresentazione visiva di questa rete di relazioni nella poesia? Come posizionare nello spazio i vari poeti?

Per disegnare una mappa, lo sappiamo, dobbiamo prima decidere gli assi di riferimento, in questo caso le categorie secondo cui vogliamo orientare i poeti sul foglio di carta o lo schermo.

 

Per esempio, possiamo disegnare un quadrante in cui l’asse est-ovest (l’asse delle ascisse) rappresenti valori crescenti di Performance, mentre sull’asse nord-sud (ordinate) calcoliamo i valori di Sperimentazione.

Una volta scelti gli assi, le poete e i poeti potranno essere facilmente distribuiti sul piano del foglio come nella fig. 29.

 

1.30. Il Grafico del Soggetto e dell’Oggetto. I poeti sono situati, secondo la media, all’incrocio di due «superparametri»: Io-Affettività-Assertività e Conoscenza-Mondo. I parametri Sperimentazione e Performance sono in qualche modo recuperati, per i poeti che presentano quel parametro come dominante, attraverso l’uso di differenti forme (rombi, triangoli) e del colore. Elaborazione di Elio Mazzacane.

 

Il problema di questo approccio cartesiano è che è limitato a due sole categorie. Possiamo disegnare una mappa con soltanto due serie di dati, mentre nel nostro studio sono state votate sette differenti caratteristiche per ogni poeta. Per creare la Mappa con i nostri 7 valori per ogni poeta sarebbe necessario uno spazio a 7 dimensioni…

Per poter riportare su un quadrante cartesiano un numero maggiore di dati, dobbiamo accorparli e associarli; ridurli a coppie di ascisse e ordinate, e con 7 variabili, allo stesso tempo collegate/non collegate tra loro nel modo che si è detto più sopra, l’impresa è complessa.

 

Un primo metodo consiste nel lasciare (temporaneamente) di lato Sperimentazione e Performance, e di concentrarci sulle due aree di correlazione, da una parte Io-Affettività-Assertività (il polo del Soggetto), dall’altra Conoscenza e Mondo (il polo dell’Oggetto).

Applicando una diversa logica, nella Mappa WordCloud abbiamo considerato per ogni poeta la variabile in cui è stata riscontrata la media di valore assoluto più alto; ma, alti o bassi che siano, i valori di Io, Affettività e Assertività da una parte, e di Conoscenza e Mondo dall’altro, sono, come sappiamo, disponibili per tutti e 99 i nomi. Possiamo quindi fare la media, per ogni poeta, di questi valori, raggruppandoli in due macrovariabili, che chiameremo, faute de mieux, Soggetto e Oggetto.

 

Come la Mappa WordCloud, anche il Grafico del Soggetto e dell’Oggetto è di Elio Mazzacane (fig. 30).

Cosa ci dice il fatto che alcuni nomi appaiano talmente vicini, nel Grafico del Soggetto e dell’Oggetto, da poter essere visti, riprendendo la metafora delle Costellazioni, come «stelle doppie»? O addirittura si raggruppino a formare degli stellium, in congiunzioni di tre nomi, di quattro, di cinque? Che affinità ci sono, tra questi poeti? E quei poeti invece che, come Isabella Leardini, appaiono qui come stelle solitarie? E i tanti nomi quasi ammassati al centro della galassia, della nebulosa? Cosa possiamo dire di loro?

 

Ancora verso la Mappa: l’Ettagono della poesia

 

Ricapitolando, quindi, finora il lavoro sui dati ha seguito queste tre diverse vie:

 

–  approfondire l’identità – l’identikit – di ciascun poeta, riducendolo a una forma riconoscibile, e nella sua riconoscibilità (necessariamente parziale, come sottolineerà nel suo studio Gianluigi Simonetti) misurabile, confrontabile con altre identità e altre forme. È il procedimento che abbiamo visto all’opera con i grafici Kiviat e le stelle dei poeti;

– cercare una rappresentazione visuale totale – necessariamente, come abbiamo visto in uno spazio a due o tre dimensioni, parziale e incompleta rispetto al numero complessivo dei parametri – il che collide e contrasta con l’idea stessa di totalità, ma totalità e parzialità si giocano qui non solo nella dimensione teorica delle possibili riduzioni di molte variabili a poche, bensì anche nelle dimensioni propriamente fisiche della percezione dell’occhio, della resa grafica su carta o schermo, e così via. È il Grafico del Soggetto e dell’Oggetto, a cui si affiancheranno, come vedremo, i grafici machine learning di Leire Murillo e Jesús Fidalgo, e le Reti scaturite dalla network analysis di Chiara Faggiolani, Lorenzo Verna e Maurizio Vivarelli, che traccia comunità a geometria variabile.

– accorpare, infine, i poeti in gruppi, in nazioni, squadre, regni, comunità di comunità, per dare ragione della loro diversità, delle loro relazioni, influenze, campi di forze. È la Mappa WordCloud, a cui si affianca – e si deve anche qui a Elio Mazzacane – ancora un altro, duplice intento di rappresentazione, l’Ettagono della poesia. Vediamolo ora.

Rispetto alla Mappa WordCloud, i poeti sono sempre raggruppati per variabile, secondo il parametro dominante, che sia Affettività, Assertività o Io, Conoscenza o Mondo, Sperimentazione o Performance, ma sono anche disposti e orientati nello spazio rispetto al secondo parametro in cui ricevono il punteggio più alto. Dalla grandezza della dominante deriva la vicinanza al «polo» dell’Affettività, Assertività ecc., mentre dalla grandezza della seconda dominante individuale deriva la posizione e orientamento su uno degli assi. Applicando una metafora presa dall’astrologia, in questo ideale zodiaco la prima dominante è il segno astrale di nascita e la seconda è l’ascendente.

 

Ci sono poi otto poeti – Mariasole Ariot, Andrea De Alberti, Elisa Davoglio, Florinda Fusco, Giulio Marzaioli, Stefano Raimondi, Lidia Riviello e Francesco Terzago – che presentano una doppia seconda tendenza, vale a dire, i valori della seconda dominante sono gli stessi per due diverse variabili: Affettività e Io per De Alberti e Raimondi, che appartengono al gruppo Mondo, e invece Assertività e Io, ancora nel gruppo Mondo, per Francesco Terzago; sempre in Mondo, la seconda dominante è sia Conoscenza che Sperimentazione per Davoglio, sia Sperimentazione che Performance per Riviello; per Marzaioli, che è del sottoinsieme Sperimentazione, abbiamo come seconda dominante sia Conoscenza che Mondo; per Fusco, che è del gruppo Affettività, la doppia tendenza riguarda Performance e Assertività; per Ariot, sempre in Affettività, riguarda Assertività e Io.

 

In questo modo, all’interno delle originarie ripartizioni in nazioni, gruppi o regni, possiamo individuare i seguenti sottoinsiemi:

Affettivi: Nadia Agustoni, Antonella Anedda, Mariasole Ariot, Mario Benedetti, Maddalena Bergamin, Vito Bonito, Maria Borio, Maria Grazia Calandrone, Azzurra D’Agostino, Tommaso Di Dio, Florinda Fusco, Carmen Gallo, Giovanna Rosadini, Giulia Rusconi, Francesca Serragnoli.

Affettivi a tendenza Assertività e Io: Mariasole Ariot.

Affettivi a tendenza Assertività e Performance: Florinda Fusco.

Affettivi a tendenza Conoscenza: Antonella Anedda, Mario Benedetti, Vito Bonito.

Affettivi a tendenza Io: Maddalena Bergamin, Maria Borio, Azzurra D’Agostino, Tommaso Di Dio, Carmen Gallo, Giovanna Rosadini, Giulia Rusconi, Francesca Serragnoli.

Affettivi a tendenza Mondo: Nadia Agustoni, Maria Grazia Calandrone.

Assertivi: Corrado Benigni, Chandra Candiani, Alessandro Ceni, Roberta Dapunt, Federico Italiano, Guido Mazzoni, Aldo Nove, Gilda Policastro.

Assertivi a tendenza Affettività: Chandra Candiani.

Assertivi a tendenza Conoscenza: Alessandra Ceni, Guido Mazzoni.

Assertivi a tendenza Io: Roberta Dapunt, Federico Italiano, Aldo Nove.

Assertivi a tendenza Mondo: Corrado Benigni.

Assertivi a tendenza Sperimentazione: Gilda Policastro.

Esploratori: Bruno Galluccio, Valerio Magrelli, Vincenzo Ostuni, Laura Pugno, Massimo Sannelli, Luigi Severi, Italo Testa.

Esploratori a tendenza Assertività: Valerio Magrelli, Massimo Sannelli.

Esploratori a tendenza Sperimentazione: Vincenzo Ostuni.

Esploratori a tendenza Mondo: Bruno Galluccio, Laura Pugno, Luigi Severi, Italo Testa.

Oggettivi: Alessandra Carnaroli, Biagio Cepollaro, Elisa Davoglio, Andrea De Alberti, Matteo Fantuzzi, Giovanna Frene, Vincenzo Frungillo, Andrea Inglese, Renata Morresi, Fabio Pusterla, Stefano Raimondi, Marilena Renda, Lidia Riviello, Francesco Targhetta, Francesco Terzago, Sara Ventroni.

Oggettivi a tendenza Affettività: Ivano Ferrari, Renata Morresi, Marilena Renda.

Oggettivi a tendenza Affettività e Io: Andrea De Alberti, Stefano Raimondi.

Oggettivi a tendenza Assertività: Alessandra Carnaroli, Biagio Cepollaro, Giovanna Frene, Fabio Pusterla.

Oggettivi a tendenza Assertività e Io: Francesco Terzago.

Oggettivi a tendenza Conoscenza: Vincenzo Frungillo, Sara Ventroni.

Oggettivi a tendenza Conoscenza e Sperimentazione: Elisa Davoglio.

Oggettivi a tendenza Io: Matteo Fantuzzi, Francesco Targhetta.

Oggettivi a tendenza Sperimentazione: Andrea Inglese.

Oggettivi a tendenza Performance e Sperimentazione: Lidia Riviello.

Performativi: Antonella Bukovaz, Dome Bulfaro, Alessandra Cava, Tiziana Cera Rosco, Michele Fianco, Gabriele Frasca, Rosaria Lo Russo, Giovanna Marmo, Fabio Orecchini, Tiziano Scarpa, Luigi Socci, Lello Voce.

Performativi a tendenza Assertività: Dome Bulfaro, Rosaria Lo Russo.

Performativi a tendenza Io: Antonella Bukovaz, Tiziana Cera Rosco, Lello Voce.

Performativi a tendenza Mondo: Alessandra Cava, Michele Fianco, Tiziano Scarpa, Luigi Socci.

Performativi a tendenza Sperimentazione: Gabriele Frasca, Giovanna Marmo.

Soggettivi: Franco Arminio, Yari Bernasconi, Elisa Biagini, Silvia Bre, Roberto Cescon, Marco Corsi, Stefano Dal Bianco, Claudio Damiani, Gabriel Del Sarto, Igor De Marchi, Mario De Santis, Fabio Donalisio, Paolo Febbraro, Alessandro Fo, Francesca Genti, Massimo Gezzi, Isabella Leardini, Maddalena Lotter, Franca Mancinelli, Matteo Marchesini, Francesca Matteoni, Alberto Pellegatta, Antonio Riccardi, Enrico Testa, Mary Barbara Tolusso, Giovanni Turra, Mariagiorgia Ulbar, Gian Mario Villalta.

Soggettivi a tendenza Affettività: Roberto Cescon, Gabriel Del Sarto, Mario De Santis, Francesca Genti, Isabella Leardini, Maddalena Lotter, Franca Mancinelli, Francesca Matteoni, Gian Mario Villalta.

Soggettivi a tendenza Assertività: Franco Arminio, Elisa Biagini, Silvia Bre, Claudio Damiani, Igor De Marchi, Paolo Febbraro, Alessandro Fo, Matteo Marchesini, Alberto Pellegatta, Antonio Riccardi, Enrico Testa, Mary Barbara Tolusso, Giovanni Turra, Mariagiorgia Ulbar.

Soggettivi a tendenza Conoscenza: Stefano Dal Bianco.

Soggettivi a tendenza Mondo: Yari Bernasconi, Marco Corsi, Fabio Donalisio.

Sperimentali: Gian Maria Annovi, Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Roberta Durante, Marco Giovenale, Tommaso Ottonieri, Giulio Marzaioli, Simona Menicocci, Andrea Raos, Ivan Schiavone, Silvia Tripodi, Michele Zaffarano.

Sperimentali a tendenza Performance: Roberta Durante, Tommaso Ottonieri.

Sperimentali a tendenza Conoscenza: Gian Maria Annovi, Gherardo Bortolotti, Marco Giovenale, Silvia Tripodi, Michele Zaffarano.

Sperimentali a tendenza Conoscenza e Mondo: Giulio Marzaioli.

Sperimentali a tendenza Mondo: Alessandro Broggi, Simona Menicocci, Andrea Raos, Ivan Schiavone.[1]

 

La prima fase della ricerca della Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea si chiude su quest’immagine, l’Ettagono della poesia, con la sensazione di aver visto e fatto molto, ma che i dati abbiano ancora parecchio da dire, che la strada sia ancora lunga.

 

Note

 

[1]        Per facilitare il confronto tra i risultati di questi due diversi tipi di analisi, e di visualizzazione, si riportano nella pagina seguente gli elenchi dei nomi relativi ai gruppi in cui si suddividono le sottoreti, rispettivamente dei Lirici e degli Sperimentali, emerse dalla network analysis di Lorenzo Verna, che troveremo più avanti in questa introduzione e nel corrispondente saggio.

20 thoughts on “Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea

  1. Ho un grande entusiasmo e alcune grosse perplessità, sulle quali sarei grato gli autori potessero rispondermi.

    1) Sono molto contento che sia stata tentata un’operazione del genere (affine, se non m’inganno, al distant reading di Franco Moretti), perché grafici, tabelle, e altre visualizzazioni dei dati non sono affatto un vezzo scientifico importato in ambito letterario, ma un potente meccanismo conoscitivo di cui la critica letteraria dovrebbe servirsi assai più diffusamente. La spazializzazione delle variabili, e la conseguente geolocalizzazione delle opere poetiche, consente di avere di fronte a sé uno sfondo sincronico di vicinanze e distanze, e insomma la ‘big picture’ che è importante quando non si parli di singoli autori ma proprio di ‘discorso della poesia’.

    2) Proprio perché sono entusiasta di 1), ho grosse riserve sul metodo, a meno che non sia spiegato altrove nel libro (che non ho ancora preso) ma che non è spiegato nella parte qui riportata. Ho tre obiezioni fondamentali (e no, non si tratta della solita lagna sugli esclusi):

    2a) Non è chiaro se i sette parametri usati (affettività, soggettività, oggettività, sperimentazione, performance, e altri) siano stati definiti accuratamente prima di chiedere al gruppo di lettura di attribuire un voto ai vari poeti. Ciascun lettore o critico può avere un’idea parzialmente diversa di ciascuno di questi complessi parametri, e non è affatto detto che la comprensione pre-teorica (cioè vulgata) di tali parametri sia la stessa per tutti.

    2b) Ogni parametro è complesso se non molto complesso, e non è chiaro come possa essere oggettivato nei testi. Faccio un esempio: qualche mese fa, ho sviluppato in un saggio (ora in fase di peer-reviewing) un sistema per studiare l’assertività, uno dei sette parametri usati qui. Servirebbe come minimo un saggio per circoscrivere anche testualmente ogni parametro. Parametri come ‘mondo’ o ‘conoscenza’, per non dire di ‘soggettività’, sono ancora più complessi, e abbisognano di fermi punti teorici e ancoraggi stilistici, che non sembrano dati almeno in questo estratto.

    2c) Proprio per la ragione in 2b), è molto probabile che chi ha votato è stato influenzato dalla percezione ‘extratestuale’, e cioè dalla vulgata che ciascun autore ha o non ha costruito intorno a sé. Per esempio, Bortolotti e Mazzoni potrebbero essere qualitativamente più vicini di quanto non appaiano nella mappa (fu lo stesso Mazzoni a suggerirmelo in privato, e avendo letto entrambi gli autori, al netto di alcune divergenze, vi ho scorto continuità di fondo). Mi sembra sintomatico che la mappa, o almeno parti di essa, riproduca in buona parte ciò che già si sospettava.

    2d) Mi si dirà che era un gioco (c’è scritto, all’inizio del post), ma allora è un gioco pericoloso: sia epistemologicamente, in quanto uso lasco di tecniche tipiche in ambito psicolinguistico (dove, per esempio, i partecipanti assegnano dei voti a un dataset di parole in base a vari parametri come significanza, concretezza eccetera, ma i parametri sono definiti e poi è molto più facile valutare una singola parola che un’opera poetica), sia a livello di operazione culturale: il critico che vorrà studiare questi accorpamenti in futuro rischia di ritrovare dei riflessi di sociologia letteraria piuttosto che dei meccanismi testuali di produzione di senso.

  2. Bella presentazione, complimenti per il lavoro ed in bocca al lupo! Una domanda: le collocazioni sono soggettive/qualitative o basate su una analisi quantitativa dei testi? Aggiungo inoltre un valido nome ad ogni categoria: Gabriele Pepe – sperimentazione; Simone Molinaroli – performance; Teresa Zuccaro – assertivita’; Angelo Rendo – affettivita’; Gianluca D’Andrea: conoscenza; Antonio Bux – mondo; Alfonso Guida: io. Di nuovo, felicitazioni.

  3. E tutti gli altri? Non hanno forse diritto alla visibilità e all’ascolto?

  4. Manca il numero uno dei performativi
    Stefano enea virgilio Raspini credo campione italiano di slam (l’ho visto a roma vent’anni fa’) ma forse troppo naif per i gusti alla fazio. Grazie mettecelo .

  5. Tentativo lodevole ma un po’ confusionario proprio perché basato su categorie iniziali approssimative. Il dato che alla fine lascia più perplessi è quantità di poeti immessi. Pensando poi che di altrettanto valenti ce ne sarebbero da inserire. Quindi hanno senso queste antologie di cento nomi? Quindi in Italia ci sono 100 poeti degni di una antologia? Già è difficile trovarne 4 o 5.

  6. Senza farla troppo lunga, un esercizio stucchevole, stucchevole proprio perché classificatorio, secondo criteri che meno poetici non potrebbero essere. Altro che “big picture”! Una poesia è interessante per la sua portata di verità e novità. Non deve, cioè, essere artefatta e dovrebbe poter offrire orizzonti nuovi, contenutistici e, si spera, formali (linguistici), in un tutt’uno, per l’interpretazione della realtà. Dev’essere personale ma porsi universalmente. Deve rivelare il mondo. Tre quarti dei poeti elencati non solo non rivelano niente, ma non “dicono” proprio niente. E ovviamente dal listone mancano i migliori poeti italiani: Ottavio Fatica, Patrizia Cavalli, Guido Turco, Attilio Lolini, Umberto Fiori, …

  7. “Quindi in Italia ci sono 100 poeti degni di una antologia? Già è difficile trovarne 4 o 5.” (Andrea)
    +
    Anche la Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea di Laura Pugno – per carità intelligente, manageriale, sopportabilmente amicale e inclusiva – ripropone di fatto l’eterno, ideologico, arbitrario, crociano, liberale, élitario, taglio tra poesia e non poesia.
    Il problema non è se i poeti oggi siano 100 o 5. Anche perché non esiste autorità capace di deciderlo in modi convincenti. Il problema è che nella società italiana, passata bene o male attraverso una scolarizzazione di massa, anche l’esercizio della poesia è diventato ambiguamente, nebulosamente, forse democraticamente, di massa. (Ho parlato e scritto, altrove ma anche qui su LPLC, dei “moltinpoesia”). E questo fenomeno andrebbe studiato e capito nella sua complessità. Detto in breve, non mapperemo bene (fingendola “immaginaria”) la poesia italiana contemporanea senza una mappatura rigorosa anche della sua (supposta o reale) “periferia” (i “moltinpoesia”). Come non si capisce bene una città se non si tiene conto dei suoi dintorni, che possono svelare sorprese. Bisognerebbe, perciò, imparare dagli scienziati che inseguono e si scambiano tutti i dati disponibili. Invece, per pigrizia, per rendita di posizione conquistata e gelosamente difesa, si resta a pescare e a pensare soltanto nel proprio bacino di osservazione più o meno ristretto. E così continuano ad uscire periodicamente crestomazie, antologie, annuari e quant’altro. Come si fosse ancora nelle “patrie lettere” ai tempi di Leopardi o negli anni ’50 del Novecento. Aria alle stanze, signori e signore, per favore!

    Appendice

    Ennio Abate
    18 MAGGIO 2012 ALLE 12:05
    (https://WWW.LEPAROLEELECOSE.IT/?P=5000#COMMENT-33843)
    +
    @ Gezzi
    +
    «considera che ogni recinto ha il suo pastore, ed ha una guardia forestale che sorveglia i cinghiali, tenendoli lontani; ed anche considera che il mondo di fuori riserva sorprese»
    (Commento di Stan su Le parole e le cose 30 novembre 2011 alle 13:38)
    +
    «dentro il recinto ogni scelta conduce all’esaltazione del recinto medesimo»
    (Commento di Stan su Le parole e le cose 1 dicembre 2011 alle 17:00)
    +
    Salto i preamboli e chiedo:
    1. perché una rubrica dedicata soltanto ai poeti nati negli anni Ottanta rinunciando in partenza a un bel respiro epocale?
    2. perché sempre più spesso si vedono in giro “nuovi critici” che i “nuovi poeti” li cercano (e pare li trovino a credergli) esclusivamente nella loro generazione o in quella appena precedente o successiva?
    3. continuare a proporre soltanto le “perle poetiche” che spuntano nel proprio “bacino di coltura” può parere amore per un lavoro artigianale ben fatto, ma non è anche segno di miopia, di pigrizia, di paura?
    4. non converrebbe uscire dai recinti, in cui di solito le poesie poste “in vetrina” dal curatore di turno ricevono commenti di solito piattamente apologetici e poco argomentati o contestualizzati?
    5. non si può coraggiosamente mettere a confronto le “perle” della cerchia A con quelle della cerchia B o C o D e aguzzare l’acume critico a 360 gradi e non a dieci o a venti o al massimo a trenta?

  8. Stupisce molto l’assenza di Federici (Aragno con prefazione di Cortellessa, per dirne una)…

  9. @Davide Castiglione, @Ennio Abate – Prendiamo il buono, ossia il tentativo di cominciare a quantificare e addirittura quantizzare comparativamente sia i discorsi classificatori generali (le valutazioni numeriche date ai singoli autori rispetto alle sette categorie proposte) che quelli di clustering particolare (il trattamento delle valutazioni e l’ordinamento che ne deriva), al quale si sono comunque prestati cento autori contemporanei parecchio lontani da tali modi. Se altri vorranno fare meglio, con maggiore rigore e piu’ fondati parametri di valutazione (magari basandosi su una selezione di testi rappresentativi o auto-rappresentativi di ciascun autore, tutte e cento girate a ciascuno dei cento lettori), avranno da ora in avanti un punto di partenza citabile estensivamente. La poesia contemporanea italiana rimane una pratica sociale da piccola comunita’, tutto si puo’ migliorare. Giacche’ hanno anche aperto un sito dedicato, ecco, l’invito che mi sentirei di fare per andare subito oltre gia’ dal 2022 potrebbe essere quello di riempirlo delle selezioni di testi sopra dette, magari chiedendo ad ogni autore antologizzato di mandare i propri 500 versi piu’ rappresentativi, cosicche’ gli analisti quantitativi possano fare il proprio lavoro partendo da e finendo sui testi, invece che da e sui posizionamenti sociali do ognuno come percepiti qualitativamente o sociologicamente.

  10. In 3 mesi sono uscite 3 antologie, compreso un dizionario della poesia italiana…. Il punto non è nei nomi ma nel voler utilizzare l’antologia quale parametro di catalogazione o peggio di canone. È uno strumento del secolo scorso, fortunatamente superato. Oggi ci sono tutti i mezzi e gli strumenti per informarsi e darsi un’idea. E soprattutto sono stati svelati tutti i meccanismi feudali e parentali di appropriazione di potere e di clientelismo. Sono lontani, per fortuna, I tempi di una sola rivista di poesia in edicola e delle 4 collane in libreria. Quindi cosa resta da fare? Una mappatura? Forse, ma anche quella è già stata fatta anni fa in chiave regionale. La verità è che queste antologie sono fuori tempo massimo, non servono a nulla. È come vedere gente muoversi in calesse mentre attorno si viaggia in auto.

  11. Operazione che ricorda tanto per forza di cose il grafico che nel film “L’attimo fuggente” il prof. Keating fece strappare ai suoi studenti dal manuale di letteratura.
    È la solita mappatura degli amici, come avviene in molte antologie di poeti, in cui, prima ancora che sulla definizione dei parametri scelti, ci si deve chiedere il perché siano stati inseriti questi poeti e non altri. Alcuni degli scrittori inclusi scrivono cose talmente banali e melense, oppure talmente astruse, che se si è seri non ci si può non indignare sul fatto che vengano inseriti a differenza di altri. Qual è dunque il criterio vero di fondo, che mai nessuno cita: forse il buon inserimento nel mondo mediatico-editoriale-accademico? O forse più semplicemente è questione di non far torto ad un amico?

  12. Concordo con i messaggi negativi qui sopra in particolare con le perplessità di Davide Castiglione. Il lavoro non sembra supportato da un metodo scientifico rigoroso, mentre un’analisi del genere sarebbe più che benvenuta e io stesso l’ho incoraggiata più volte, anche per scritto. Ma la risposta/difesa è già nel titolo: si tratta di una mappa immaginaria, non stiamo a sporcarci le mani con metodi di analisi scientifici e seri da vecchi barbosi. Questo atteggiamento va a braccetto con la deriva verso l’indistinzione e lo spregio della logica che va per la maggiore nel panorama della filosofia popolare odierna.

    Lorenzo Carlucci

  13. Pasquale Vitagliano, su La poesia e lo spirito, sta lavorando alla mappatura dei poeti che hanno diritto a essere conosciuti e presentati, pur non appartenendo a circoli elitari. Pensiamo che la poesia abbia bisogno di conoscenza, interazione, promozione: coltivare, non sopprimere, facilitare, non cancellare, dialogare, non escludere. Il tutto non per finire con un’antologia, ma per cominciare da lì. Che ognuno faccia la sua parte.

  14. In media, chi proclama di non appartenere a “circoli elitari” o alle “solite cricche” (e mi pare siano parecchi dei commentatori di questo post su un libro in ogni caso discutibile) appartiene a circoli elitari o alle solite cricche.

  15. È verissimo, ma anche i circoli elitari sono più o meno fluidi (le solite cricche sono più rigide).

  16. In poesia ognuno appartiene a una cricca, accusa gli altri di appartenere a una cricca, si lamenta delle cricche altrui. Gli unici forse che possono essere un minimo obiettivi, anche non sempre competenti, sono coloro che leggono poesia e non scrivono poesia, ma la recensiscono. C’è più bisogno di recensori che di poeti (ce ne sono già troppi). In questo bel sito in cui scrivono letterati/e molto capaci quando avete scritto delle recensioni di Giovanni Raboni, di Maurizio Cucchi, di Massimo Onofri, Davide Brullo? Perché non parlate dei migliori recensori italiani (quelli erano i primi nomi che mi sono venuti in mente)? E poi non potendo sempre avere critici competenti e obiettivi è meglio avere critici obiettivi ma poco competenti o viceversa? In fondo le competenze si possono acquisire. L’obiettività e la buona fede sono più difficili da trovare.

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