di Fuad Rifka

 

[Nel 2021 si sono celebrati, nel silenzio, i dieci anni dalla scomparsa del poeta siriano libanese Fuad Rifka. L’ultima parola sul pane (premio Mediterraneo 2008) è l’unico suo libro attualmente disponibile in traduzione italiana. Pubblicato per la prima volta dalle Edizioni del Leone nella traduzione di Piero Bruno, Adnan Haydar, Paolo Ruffilli e Aziz Shihab, da oggi tornerà disponibile in libreria per AnimaMundi edizioni, con un pensiero di Tomaso Tiddia, tre ritratti fotografici di Dino Ignani, un testo critico di Paolo Ruffilli, un’intervista di Ottavio Rossani, e un ricordo di Rossana Abis, nella collana “Cantus firmus”, a cura di Franca Mancinelli e Rossana Abis.  «La poesia è come il pane: semplice e sacra. È un filo elettrico in grado di connetterci con l’infinito, con la natura, con l’anima del mondo», scrive Fuad Rifka.]

 

La capanna del sufi

2.

 

Dal sorgere del giorno
ama la poesia e resta lì da solo.
Per quarant’anni dentro la capanna,

pregando e digiunando
e salmodiando i cantici.

 

Poi, maturato,
i suoi occhi vedono la luce

ed eccolo poeta:

dimenticando la poesia.

*

Percorso

 

Nella nostra infanzia

apriamo la porta e dormiamo

come riposa la preghiera
tra le foglie di Dio.

 

A mezzogiorno
chiudiamo la porta e poi partiamo
nei venti rossi di sabbia, dentro la bufera,

dietro alle tracce del diluvio e del miraggio.

 

La sera infine
l’ombra si accorcia e si cancella
come un giorno d’estate nel cuore dell’inverno.

 

*

 

Domanda

 

Nell’ora che il corpo sarà terra, la terra sabbia

e polvere la sabbia, nell’ora in cui
ogni cosa sarà polvere, perché temere?

Finiremo così, naturalmente,

come un fiore di campo,
come un fiore che dice:
“È già tempo di neve, amico mio,

e le stagioni prossime a finire.”

 

Siamo reti sospese sull’abisso.

 

*

 

Sussurro

 

Al passante
sussurra il fiume:
io sono il viaggio.
Al fiume sussurra il mare:

io sono la nave.
Al mare
la distanza sussurra:
io sono il capitano.

 

*

 

Segno

 

La sua poesia col tempo

si consuma,
diventa mormorio,

traccia e segno…

e, nelle vene dell’alloro,

soffio di vento.

 

L’uccello del cardo e la ciotola della sorgente

leggono quel segno.

 

*

 

 

Scrittura

 

Sopra la terra
il frutto, giunto al punto
di essere maturo,
è felice di cadere.
Proprio come sulla carta la poesia:

si accosta dolcemente,
si appropria della penna,
si imprime sopra il foglio
e poi scompare.

 

*

 

Creazione

 

Nei letti di fiume dentro il corpo

la nebbia si sveglia e lentamente

sale, si infittisce,
risuona,

prende forma,
nel lampo di uno sguardo

splende lo stupore:
una poesia si strofina gli occhi

a apre la finestra.

 

*

 

 

Saggezza

 

Da tanto tempo ha ormai dimenticato la lettura

ed ha dimenticato anche il sapere,
parole, logica, filosofie,
la sottrazione, l’addizione e ogni altro calcolo.

 

Nel sole e nella pioggia

intrappola il suo corpo,

diventa frutto
e fiore.

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