[E’ uscita in questi mesi per Modo Infoshop la raccolta di versi in italiano di Martin Rueff, Verticale ponte. I poeti sconfinati, con postfazione di Guido Mazzoni. Pubblichiamo qui una selezione di testi dal libro]
di Martin Rueff
III
Al piè di un colle non giunto
alzando lo sguardo dalla prima
cornice alla gaetta pelle
che apre sui mondi lontani e demoltiplicati
mi trovo la seconda di bianco verniciata
che apre sul vicinato assolato
e annoiato tanto
(Andrà tutto bene, recitano i balconi);
ed è qui questa primavera lontana.
Due lunghe signore aprono
le loro braccia magre di verde
sfilacciate sulle quali
saltellano, ospiti vivaci,
due scoiattoli
dell’epidemia non curanti
sotto il tetto sconcertante
di celesti cieli a dire poco sconfinati.
V. L’uomo ragno
È immobile l’anziano
sul balcone a guardare
l’aiuola polverosa
dei giochi smemorata.
“Andrà tutto bene” ha scritto
con grafia infantile
e un arcobaleno tremolante.
È sera quando ricopre
la ringhiera col telo da spiaggia
immenso dove saltella
rosso e blu
l’uomo-ragno.
Sorridi e pensi:
è vivo e lotta insieme a noi.
VII. Smentite 2
È vero che tutta l’infelicità
dell’uomo
deriva dalla sua incapacità
a starsene
da solo nella sua stanza,
ma il filosofo non si chiedeva
in quanti potessero farlo
nello stesso istante.
X.
Come dei tuoi capelli
l’inferriata leggiadra
quando chini verso di me
il tuo viso dagli zigomi perfetti
una rete mobile
di mèches odoranti
disegna come a carboncino
- irradia bianca il sorriso –
nello stesso modo
viene a ballare sul foglio
alla mattina l’ombra fragile
dei rami gracilini:
limits of the diaphane in.
A descriverli, penso,
ci vorranno mesi e mesi
e viene in mente
Morandi,
il pittore confinato.
XVII.
Fra gli esperimenti scientifici
da fare in casa, ci furono
il disegno dell’alveare
con le bollicine di sapone
soffiate con la cannuccia –
cristalli gonfiati dove
specchiarsi con leggerezza
e la scrittura con l’inchiostro
detto simpatico –
un cotton-fioc intinto con
limone traccia lettere
dal calore del forno
rivenute e che recitano
messaggi immemorabili
non qui appariscenti
ma di colore caramello
e in quella gioval facella
anche tu vedevi lo sfavillar dell’amore.
XXVII. Verticale ponte
di ponte in ponte…
Dante, Inferno, XXI, v. 1
…con le gambe divaricate
stare in piedi e tenere le braccia in alto,
fare un passo avanti
senza rincorsa
con la gamba dominante.
Appoggiare le mani sul
pavimento della lingua
con le spalle vicine alla testa
(appare allora come in una porta)
slanciare le gambe in der Luft
la punta dei piedi verso l’alto
e cosi, testa in giù
disporre la figura del mondo
in modo che tutti i segni
siano rovesciati
come chiede San Pietro
negli Atti del suo martirio.
Cercare l’equilibrio
per eseguire il ponte.
E adesso, come un saltimbanco
del periodo blu
potresti camminare
sulle mani
gambe piegate
all’indietro
alla maniera
dell’acrobata cretese
nella figura ocre della Taurokatapsia
del palazzo di Cnossos.
(– e che sia stato solo un unico salto
all’indietro per aggrappare
le corna
del Toro Cronos
per risalire e ritrovare
con te
i sogni di sabbia fra le cale
dalle insenature smeraldo
sotto le ciglia accecate
dall’incudine vibrante?
che sia stato solo il sogno
di rintanarsi dentro la sponda
secreta che trattiene il tempo
come in una ciotola grezza?
Ma avrà senso ancora
chiamarlo tempo?
o che sia stato tutto uno sforzo
per ritrovare l’emozione di quella sera
a Marsiglia
quando
bianco su nero
nevicava sul mare?).
Lentamente adesso
piegata all’indietro
verso il pavimento,
mantieni ferme le braccia
pianta le mani
i piedi fermi anche loro
e arco diventa il tuo corpo
e ponte: hai coagulato il movimento
con una struttura che esce da te.
Arca o ponte o tavola la poesia
e verticale di parole in equilibrio
sul pavimento da loro eretto
poeta small pontifex?
Saltare da un ponte all’altro
lungo il tessuto aereo
per risalire le perline le gocciole
le piume del guanciale
sulla fodera blu notte
per riavere i fiocchi
i fiocchi così leggeri
stelle cadute
di una prima freschezza.
XLIX.
Ma non lo volevo dire
mi è venuto male…
poesia è quando
non lo volevi dire
e che ti è venuto meglio.