di Stefano Simoncelli
[È in libreria, edito da peQuod, il nuovo libro di poesia di Stefano Simoncelli, Sotto falso nome. Il libro è dedicato ai pochi intimi ed è strutturato in cinque sezioni, ma l’ultima delle cinque, tripartita a sua volta, ha il respiro e l’estensione di un libro, confidenziale e profondo; si intitola Ultime cartoline al tuo silenzio e porta in esergo un rimando a un racconto di Don Winslow, “Sunset”: Nessuno che non abbia perso un coniuge di cui era innamorato conosce il vero senso della parola «crepacuore». Da questo libro nel libro sono tratte le cinque poesie che seguono].
Ho preso appunti con la matita
su una tua camicetta azzurra
cui mancano due bottoni.
Forse li avevo strappati
in uno dei miei impeti
non so se d’amore o rabbia
e ho tirato un’altra volta l’alba
in un punto che non ha ritorno.
Mi trovo ancora lì e ti aspetto.
Cesenatico, 29 marzo 2021
*
Che cosa posso dirti che tu non sappia?
Niente, se non crepacuore e brividi
nell’estate più lunga di sempre,
torrida, irrespirabile, piena di gente
che prende d’assalto i caffè e i ristoranti
dove non trovo mai un tavolo a cui sedermi.
Sai che cosa succede in questi tempi difficili
e come sia sempre fuori posto o assediato.
È diventato un porto terminale questo
dove non partono barche per la pesca,
ma arrivano burrasche o acque alte
e io che qui ho imparato la lingua
morta degli addii mi sento come una vela
assetata di vento in una bonaccia bianca.
Cesenatico, senza data
*
È come se guardassi gli anni
dietro un vetro smerigliato,
opaco o rigato di pioggia,
sempre più indistinguibili, confusi,
ma è rimasta intatta nella mia memoria
ogni giorno più provvisoria, la tua comparsa
nella vestaglia di seta viola aperta sulle gambe
slanciate, eleganti, le caviglie impareggiabili,
mentre salivi le ripide scale di questa casa
a due piani («da vecchi la malediremo»
imprecavi) per venirmi a trovare.
È questa la scena che rivedo
nelle insonni notti solitarie.
Cesenatico, 12 agosto 2021
*
Mi fa visita a volte la paura
di non arrivare alla porta
e chiamare qualcuno
che mi venga in soccorso qui
dove anche le ombre sono scomparse
dietro alla tua sui muri che si sbrecciano
e nella tenacia con cui mi perdo su piste
sbagliate, in percorsi pieni di nebbia
che finiscono in mare e labirinti
come quello prima dell’alba
tra invalicabili pareti di mais
dove, a ogni curva, respiravo
il tuo profumo buono, caldo,
leggero, che mi precedeva
e guidava verso l’uscita
che non potevo vedere,
ma prendevo d’infilata
come un colpo di vento
mentre la paura svaniva.
Sala, frazione di Cesenatico,
30 settembre 2021
*
Le prime luci dell’alba sul canale,
figure audaci, contegni ambigui
e inutili rincorse soffocanti
ai confini dei vicoli ciechi
fino alla nostra porta spalancata.
Sono anni che faccio tutto il possibile
per tenerti qualche momento in vita,
ma non è abbastanza. La verità è
che ormai non basta più niente
e scelgo sempre il modo peggiore,
il più frenetico o paralizzante,
per non trovare mai pace.
Cesenatico, 4 ottobre 2021
[Immagine: Luigi Ghirri, Casale Monferrato, Alessandria (serie “Viaggio dentro un antico labirinto”), 1985].