di Cosimo Ortesta
[Esce il 24 marzo per Argolibri, nella collana “Talee” diretta da Andrea Franzoni e Fabio Orecchini, il volume “Tutte le poesie” di Cosimo Ortesta, a cura di Jacopo Galavotti, Giacomo Morbiato e Vito M. Bonito (progetto grafico di Susanna Doccioli). Il volume contiene le raccolte edite in vita dal poeta tarantino, le poesie pubblicate su rivista, alcune traduzioni “segrete” e una serie di inediti redatti nell’ultimo periodo di attività scrittoria. Ad impreziosire il volume le riproduzioni di due poesie manoscritte dedicate ad A. Rosselli e a A. Zanzotto. Proponiamo alcuni testi].
Da Il bagno degli occhi (1980)
RACCONTO DI DIEGO
I
fra giugno e ottobre hanno luogo
alcuni sogni (sii per la morte
e per le botole
piene di chiare copule)
nelle viscere del pomeriggio
tiepido pelo
per coturni scalfiti nei fondali dei nervi
che prendono sonno
di notte botte di mazze scendono
a soliloqui e calma neanche
su cuscini devoti agli sgraffi all’incularsi
poi erba nettuna si sveglia
al davanzale
II
Dolcissima dalla tempia cola
nella stanza la selva e si scioglie
il lino innanzi al fiume
le sta dietro se è
di pietra e fonda nell’abbraccio
il panico la sfrena
s’afferra: guarda, muore!
nel liquido più interno si fa
forte e sgusciata
III
L’acqua diventare sangue mi parve
più nera dove il suolo cadde
nel folto delle spalle soltanto
agitata dalla parte che si getta
sempre più verso nel robusto velo
verso le mele chiuse si cancellava
senza intervallo dagli stecchi
penetrata
rossa scavata con duro fallo
occhi affogando nella testa feriti
e dalla testa bambina colava
IV
ci sta una mano col cristallo rosso
colpisce la ferita fino a sciogliersi
V
Le guglie posate sulla bocca il bell’uccello
le unghie sfrega bianche al dolce padre
che a Brema svenne in alto sulla torre
dove erano bambini tra il colonnato
La lingua mia caduta da parola
distrutta ugualmente s’eccitava
a cingersi nel collo spaventato
colombi e dura notte
nel filo delle braccia che si spaccano
*
Da Serraglio Primaverile (1999)
L’ombra di un mondo esterno si avvicina
radice che dal ventre e dalla mente cresce
nuda fraterna lingua
contro l’esperienza del giorno.
Le sue costellazioni luminose e fredde
sono presagio di amori incerti
di fiocchi di neve, bufere incandescenti,
e al centro del campo azzurro la pioggia roteando
fa notte estiva, quiete e calma,
in cui si chiude assonnata e ferita
un’altra perfezione.
*
Oggi ha un nome diverso ma è lei
non ha dimenticato la sua origine
senza uno scopo senza desideri
sta nel cuore della luce
ingombra di erba nera.
Dillo, stanno umiliando le tue
calme ali mostruose
e dall’alto una schiuma nebbia
si riversa soffice lingua comune.
*
Per osservarla per contemplarla in questa scena
dove niente può inventare
un mondo di alberi e animali
solo l’amore, il suo prevedibile declino,
fatto di vere disperazioni
e la luna di maggio alle spalle
e le ali nere del lago tra rupi perfettissime
la squallida scena cominciano ad assediare.
Cadere in un luogo così preciso
chiuso come un uovo che il colore
non può illuminare:
da qui fatemi uscire.
Fuori dal mondo, con chi riconciliarsi?
*
Da Traduzioni disperse
DA PHILIPPE JACCOTTET
C’è la pena che ti consuma,
c’è il freddo che t’invade,
a volte è come stare scorticati,
solo pietra delle ossa:
gabbia petrosa intorno a un freddo focolare,
una specie di carcere dove più nessuno
forse c’è da liberare,
e sbatte la chiave contro le sbarre
con sordo e aspro rumore.
Ha messo radici la pena
in trame gialle, come l’ortica
e si è incupito il viso.
Di piante sì tenaci accade
che solo il fuoco possa sopraffarle.
[da «Rivista di estetica», XXXVII (1997), n.s., n. 4, pp. 93-103].
***
Cosimo Ortesta (Taranto, 13 novembre 1939 – Roma, 2 settembre 2019 è stato un poeta dalle rade e meditate pubblicazioni, cui ha alternato memorabili traduzioni dal francese, in particolare da Mallarmé, Rimbaud e Baudelaire.
Dopo la laurea in lettere, ha lavorato come insegnante tra Roma e Milano. Da poeta, ha esordito nel 1975 pubblicando su «Carte segrete» La passione della biografia. Dopo una plaquette inclusa nel primo dei quaderni collettivi della «Fenice» di Guanda (1977), ha pubblicato sei raccolte: Il bagno degli occhi (1980, Premio Viareggio “Opera prima”), La nera costanza (1985, Premio Pozzale Luigi Russo), Nel progetto di un freddo perenne (1989), Serraglio primaverile (1999), l’autoantologia Una piega meraviglia (1999, Premio Lorenzo Montano “Opere scelte”), e La passione della biografia (2006), che intreccia l’opera d’esordio con altre poesie edite e inedite. Con la traduzione di Per una tomba di Anatole di Mallarmé ha vinto il prestigioso Premio Mondello nel 1993. Da critico si è occupato in particolare di Lubrano, Campana e Luzi, e le sue numerose recensioni, specialmente su «L’Unità», ne fanno un fine interprete della letteratura contemporanea.