di Luciano Neri
[E’ uscito in questi giorni per Tic Edizioni Autoreverse di Luciano Neri. Ne pubblichiamo un estratto].
DUE
(L’assunto)
1
Il giorno dopo, con l’idea di una passeggiata, il marciapiede lato mare fino al Belvedere, la vista delle immagini fino alla spianata, l’incastro sotto dei vicoli, l’orizzonte panoramico, le nuvole a forme riconoscibili, sotto il fresco dell’ombra l’orologio universale, prima e dopo l’east side gallery i presupposti dell’occhio nudo e quelli del telescopio, il fresco sotto l’ombra degli alberi.
Il giorno prima e quello dopo, con l’idea di una passeggiata fumando una sigaretta il tratto da casa fino alla spianata, le immagini che si erano intraviste da qualche settimana fino al belvedere a mescolarsi con l’incastro sotto dei vicoli, con l’orizzonte a far da cornice (a grandangolo) con le nuvole dalla forma riconoscibile, con i presupposti del telescopio e dell’occhio messo a nudo sotto i fusi dell’orologio universale, sotto il fresco dell’ombra degli alberi con i presupposti per una migliore osservazione.
2
Ad esempio il giorno stesso senza più alcun interrogativo circa la risoluzione del contrasto dei contorni, senza più alcun dubbio dei contorni circa la risoluzione del contrasto, con l’idea a monte di una passeggiata, di una sigaretta da fumare fino al belvedere, lungo il tratto il pensiero che rinviene il non pensante, le sue richieste il tratto fino in fondo all’accaduto con le solite immagini dell’orizzonte, delle forme e dell’ombra circa il contrasto dei contorni, del fresco non lontano rispetto all’orologio universale, non lontano dal telescopio e dall’occhio messo a nudo, dal cielo e dalle nuvole.
Il giorno dopo e quello stesso a venire senza più alcun interrogativo circa il contrasto dei contorni della risoluzione, senza più alcun dubbio circa la risoluzione del contrasto dei contorni, con l’idea a monte di una passeggiata l’idea di una sigaretta da fumare lungo il tratto fino al belvedere, il pensiero che discerne il non pensante, le sue richieste nel tratto fino in fondo all’accaduto con le solite immagini della cornice panoramica ingrandita sullo sfondo ora che le loro tracce sgranate l’avevano invasa, con il presupposto che il telescopio permetta una migliore osservazione, meno trasparente e meno bianca rispetto all’occhio messo a nudo.
3
Il pensiero che lui pensa e non pensa, osserva e non osserva, immagina e non immagina, fino in fondo all’accaduto del pensiero non rinviene che il non pensante vada da qualche parte di non pensato, il non pensante lo lascia fare con l’evidenza di non andarci, fino a un certo punto sgranato dell’immagine libero di arrivare dove pensa di volere il tratto, di raggiungere il volere al momento in questa cornice pensante, in questa cornice di pensiero da sollevare, fino in fondo in volere da raggiungere.
4
Nel fondo del suo rumore e del suo congegno sotto i giri a volte manifesti e altre meno, del ronzio a riordinare dopo pranzo che costringe a uno sforzo, a questa azione inutile e utile di pensare e di non pensare un disegno mentre pensava all’azione di lavare i piatti, di asciugare le stoviglie, di spazzare per terra, di posare la caffettiera sulla piastra, prima di una passeggiata con l’idea di fumare una sigaretta avvertito soltanto il non pensiero nel farlo, il rumore nell’azionarlo del suo congegno, il ronzio del suo discernimento al volere e al raggiungere da qualche parte il tratto, quasi a voler togliere fiato al suo non pensante mentre non pensava a lui che invece pensava al ronzio del suo congegno, al rumore del suo volere e a quello che stava facendo affaticandosi fino in fondo il non pensante nell’accaduto.
5
A questo punto dell’accaduto il pensiero, pensante e non pensante, dopo tutti questi ripensamenti, fino in fondo a mostrare un profilo tratto del suo discernimento a starsene inerme, un disegno nell’inerzia del suo rumore che dialoga con il suo ronzio, nella natura morta di una cucina ordinata, nella cornice liberamente pensata all’inizio al posto della cucina che il non pensante pensava di riordinare, nell’idea non pensata a discernere, a una distanza non pensata dalla fruttiera distratto dal suo rumore al congegno di sottofondo e dal ronzio con cui dialoga, a una distanza dal gatto che fa le fusa, al gatto che è in pausa e in penombra che dialoga e che ha un nome spento a discernere in pausa e in penombra il suo disegno al posto del gatto e del non pensante.
6
Il libero pensiero pensieroso che alterno si smuove verso il non pensante con il dialogo del suo ronzio e indica nella natura morta di una cucina appena ordinata a cosa pensare dell’accaduto fino in fondo e a cosa non pensare dello stesso accaduto.