di Bill Knott
Esce in questi giorni, nella collana “La Punta della Lingua” di Italic Pequod, Volarsi dentro di Bill Knott, prima pubblicazione italiana in volume del poeta statunitense nella traduzione di Bernardo Pacini e Clarissa Amerini. Il libro sarà presentato ad Ancona, in anteprima, Mercoledì 22 giugno durante la XVII edizione del Festival (qui il programma completo https://www.lapuntadellalingua.it/programma/). Riproduciamo la prefazione di Charles Simic e 7 testi dal libro.
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Prefazione
di Charles Simic
Bill Knott è nato a Carson City, Michigan, nel 1940. Sua madre morì quando aveva 6 anni e suo padre quando ne aveva 11. Crebbe in un orfanotrofio, uscendone all’età di 15 anni a seguito di un esaurimento nervoso, per essere poi mandato in un manicomio. Dimesso dopo un anno, andò a vivere con uno zio che faceva il mezzadro in una fattoria in Michigan e, dopo aver finito la scuola superiore, fu arruolato nell’esercito. L’ho incontrato nel 1965 a Chicago tramite un amico, che mi aveva parlato di questo straordinario giovane poeta che faceva i turni di notte in ospedale svuotando gli orinali. Una domenica pomeriggio mi accompagnò nella pensione dove viveva Bill per farmelo incontrare. Abbiamo bussato a lungo prima che ci aprisse per farci entrare in una stanza piena di libri, bottiglie di Pepsi vuote e un enorme poster di Monica Vitti appeso sopra al letto. Ci ha offerto una Pepsi e siamo stati per ore a parlare di poesia.
Non ricordo quando io e Bill abbiamo cominciato a scambiarci le nostre poesie, ma siamo rimasti in contatto per posta quando sono tornato a New York. Poi venni a sapere che stava circolando una lettera ciclostilata probabilmente scritta da un amico di Bill. A quanto pare c’era scritto che Bill si era suicidato poiché era orfano e vergine, e che non poteva vivere un minuto di più senza qualcuno che lo amasse. Non sapevo cosa pensare, dal momento che quella settimana una delle mie lettere dirette a lui era stata respinta al mittente con la parola “deceduto”, scritta con l’inconfondibile calligrafia di Bill. Avevo immaginato che volesse solo esser lasciato in pace per un po’. Non molto tempo dopo, fu pubblicato il suo primo libro, The Naomi Poems, Book One: Corpse and Beans, a nome Saint Geraud (1940-1966). L’introduzione spiegava che quel nome era lo pseudonimo di un giovane poeta, lui sì, vivo, vegeto e scrivente. Ovviamente, quando trovai la mia copia nella posta, era firmata “Knott (1940-1966)”, e il trafiletto dell’introduzione che parlava del “giovane poeta vivo e vegeto” era cancellato con un rigo. Io lo trovo ancora un bellissimo libro di poesie. Knott era diverso da qualsiasi altro poeta americano del tempo,
perché era molto più influenzato dalla poesia europea e sudamericana che dalla nostra, con l’eccezione di James Wright e W.S. Merwin. Ricordo che mi parlava di Rimbaud, Trakl, Char, Vallejo, Desnos, e Lorca, e non mancavano le loro tracce nelle poesie di quel libro. Come nei suoi libri successivi, vi si trovano poesie d’amore, furiose poesie politiche, poesie su bambini infelici, poesie comiche e numerose poesie sulla morte, come questa molto famosa:
GOODBYE
Se sei ancora viva quando leggi questo,
chiudi gli occhi. Sono io, che
divento nero, dietro le palpebre.
Successivamente sono usciti altri libri: Auto-Necrophilia (1971), Love Poems to Myself (1974), Rome in Rome (1976), Selected and Collected Poems (1977), Becos (1983), Outremer (1989) e molti altri. Rispetto a tutti i nostri poeti, Bill Knott aveva una caratteristica unica: anche per i suoi lettori più affezionati, risultava un’impresa seguire i progressi del suo lavoro poetico, poiché puntualmente litigava con gli editori non appena uscivano i suoi libri, lasciando che molti di questi finissero fuori catalogo. Per rimediare, Bill continuava a far uscire nuovi volumi di poesie in edizioni rilegate dattiloscritte, consegnandole personalmente alle persone che conosceva, introducendole di nascosto nelle librerie o lasciandole sugli scaffali di poesia. Quando arrivò internet, cominciò a pubblicare sul suo blog nuovi testi e vecchie poesie rivedute, raggiungendo così molti nuovi lettori e perdendone altrettanti tra quelli più vecchi. Immagino che ci vorranno anni per sistemare tutto il materiale e pubblicare un libro che rappresenti tutta la sua migliore produzione nella sua straordinaria varietà, dai suoi primi esperimenti surrealisti ai sonetti alle altre poesie nelle forme tradizionali. Il giorno in cui ho saputo della sua morte ero distrutto, e ho pensato a lui per tutta la notte. A un certo punto mi sono alzato dal letto e, rovistando tra i miei libri, ho trovato una vecchia poesia di Bill, intitolata My Mother’s List of Names: mentre la leggevo, sentivo la sua voce sillabare dentro di me.
Maggio 2014
CLICK
From the bottom of my well
I see the sun and moon just
once a day, which is nothing
when compared to you above
who see them both so often,
so open-shared, so totally:
and yet I believe that in that
instant when daily the sun
and monthly the moon fill
my circle rim up there, I am
illuminated in a way you can
never be, quenched entirely
and all sealed in light. See:
I’m whole now. No cracks in me.
CLICK
Dal fondo del mio pozzo
io vedo sole e luna solo
una volta al giorno, ed è niente
rispetto a te là sopra
che vedi spesso entrambi
aperti e disponibili, totali:
eppure io credo – quando
una volta al giorno il sole
una volta al mese la luna, riempiono
il bordo circolare che è lassù – di essere
illuminato in un modo che a te
non è concesso, interamente spento
e tutto sigillato nella luce. Guarda:
ora sono intero. Nessuna crepa in me.
ANOTHER FALSE ESECUTION
The crime-rate in our land is so great that
I could commit Murder A confident that
Simultaneously someone unknown to me
Would nearby be committing Murder B –
My plan’s to confess to Murder B which should
Cover up my real guilt for A because if
I was busy perpetrating B how could
I have done A. The identical times of
The crimes and my evidentiary shame
Convince the law of that. The subsequent
Trial verdict shall hoistpetard my scheme,
Girding me with the gloat I’m innocent
Of that of which I stand condemned: I die
Endowed in the knowledge my sentence
Is wrong, thereby maintaining to the end
That moral superiority, that perfect high
Which is the cause of most crimes if not mine.
UN’ALTRA FINTA ESECUZIONE
Il tasso di criminalità da queste parti è così alto
Che potrei commettere l’omicidio A, certo che
Qui vicino nello stesso momento qualcuno a me
Sconosciuto stia commettendo l’omicidio B –
Il mio piano è confessare l’omicidio B così
Da avere un ferreo alibi per A perché, se
Ero intento a perpetrare B, come potevo
Commettere A. La coincidenza temporale
Dei crimini e la mia ammissione di colpa
Convinceranno il giudice. La sentenza del processo
Che ne consegue farà saltare in aria il mio schema
Avvolgendomi nella presunzione dell’innocenza
Di quello per cui sono condannato: muoio
Forte della consapevolezza che il verdetto
Era sbagliato, così mantengo fino alla fine
Una superiorità morale, quel culmine perfetto
Che è causa di gran parte dei crimini, se non del mio.
THE FATE
(for Anne-Marie Stretter)
Standing on the youthhold I saw a shooting star
And knew it predestined encounter with the sole love
But that comet crashed into the earth so hard
Tilted its axis a little bit not much just enough
To make me miss meeting her by one or two yards.
IL FATO
(per Anne-Marie Stretter)
In piedi sull’adolescena ho visto una stella cadente
E ho capito che predestinava un incontro con l’amore
Ma la cometa si schiantò così forte sulla terra
Inclinandone appena l’asse, non troppo ma abbastanza
Perché perdessi per un paio di metri l’appuntamento con lei.
WHAT I SAID
Humor is banned in hyena heaven.
COSA HO DETTO
L’umorismo è bandito nel paradiso delle iene.
VEINS FIRST
Confessions are asymptomatic
of discourse.
Its normal mode is ruin.
No wonder rivers run
to patent their innocence.
Aquarium emptied into a syringe,
each jab adds another
fish to our flow.
The opposite of statues,
dead until they start to crumble,
i.e. move: decay for them
is a kind of lazarusness,
a second life or really, in their case,
a first.
PRIMA LE VENE
Le confessioni sono asintomatiche
del discorso.
Il suo stato normale è la rovina.
Non stupisce che i fiumi scorrano
per certificare la propria innocenza.
Acquario svuotato in una siringa,
ogni iniezione aggiunge un altro
pesce al nostro flusso.
L’opposto delle statue,
morte finché non iniziano a sgretolarsi,
ovvero a muoversi: decadere per loro
è una sorta di alzati e cammina,
una seconda vita o a dire il vero, nel loro caso,
una prima.
NO-ACT PLAY
I’m sitting alone in my rented room.
A door knocks at the door.
I don’t answer.
It goes away.
Later I leave the room, and go to my crummy job.
The door returns, and knocks again.
It is admitted.
COMMEDIA SENZA ATTI
Sto seduto da solo nella mia stanza in affitto.
Una porta bussa alla porta.
Non rispondo.
Se ne va.
Più tardi lascio la stanza, e vado al mio mediocre lavoro.
Torna la porta, e bussa di nuovo.
Può entrare.
PLACEMENTS
only when
the welcome-mat is
exactly centered
at its core
can a labyrinth
begin
POSIZIONAMENTI
solo quando
lo zerbino con scritto benvenuti
è disposto esattamente
al suo centro
può iniziare
il labirinto
Le poesie qui pubblicate sono state tradotte e stampate con l’autorizzazione di Robert Fanning, esecutore del testamento letterario di Bill Knott
Certo, noi quassu’ alla luce vediamo tutto come “normale” ma son sicuro che pochi si accorgono del sole e della luna… certo tu hai un ottimo osservatorio dentro al pozzo dei desideri, ma il cielo, ahime’, anche tu non lo conosci… come la maggioranza; anche a me la Croce ne ha sbarrato la visione! (cosa mi ha fatto pensare la poesia Click di Knott)