Playlist di Vincenzo Bagnoli

 

[E’ da poco uscito per Industria & Letteratura Waves, il nuovo libro di Vincenzo Bagnoli, con un CD allegato con musiche di N. Bagnoli e M. ‘Mars’ Manni. In questa playlist dialogano canzoni, testi del libro e tracce audio originali].

 

” Je suis effrayé par les automatismes qu’il est possible de créer à son insu dans le système nerveux d’un enfant. Il lui faudra dans sa vie d’adulte une chance exceptionnelle pour s’évader de cette prison, s’il y parvient jamais.” (Henri Laborit)

 

The Cure, Primary (Faith, 1981)

 

  1. PRIMARY

 

the more we know
the less we show

 

C’è un bambino solo in una stanza, la stanza è pulita e ordinata
tutto è tranquillo, non succede nulla: il bambino non piange e non gioca
sta fermo e aspetta: non succede nulla.

 

Del tempo sta passando, ma la luce è sempre opaca e grigia, è velata
da tende o nuvole, o forse fa sera: nessuno intanto entra nella stanza.
Il bambino non si muove, aspetta.

 

La stanza è calda e sicura e forse ci sono dei giocattoli attorno.
La stanza è confortevole, il bambino aspetta, non fa niente, non dà segno
di qualche insofferenza, aspetta solo.

 

Non si sa che cosa aspetti o perché, non si sa cosa c’è fuori la stanza.
Ci sono solo il bambino e la stanza, l’attendere e quella luce grigia.
La stanza e il bambino, l’uno e l’altra.

 

La stanza è per il bambino e lui deve perciò restare in quella stanza.
Potrebbe anche accadere qualcosa, ma l’importante è stare in quella stanza
che è per lui, e quindi anche l’attesa, e anche la luce grigia della stanza.

 

Sembra che solo questo possa esistere: stanza bambino e attendere grigio.

 

 

*

 

Falco, Einzelhaft (Einzelhaft, 1982)

 

 

*

 

 

The Normal, Warm Leatherette (Warm Leatherette / T.V.O.D., 1978)

 

 

*

 

Sister of Mercy, This Corrosion (Floodland, 1987)

 

 

*

 

New Order, True Faith (Substance, 1987)

 

TRUE FAITH (SEMISONETTO EXTRAORDINARY)

 

C’è stato un tempo quand’ero bambino
anche se sembra ormai così distante
che ero contento dell’alba raggiante
e delle lunghe ombre del mattino

 

A volte ancora ci vado vicino
ma siamo uomini ora è urgente
pagare i conti di un mondo esigente
all’ombra di quel sole mattutino

 

e spaventati da quello che siamo,
e che non siamo, da ciò che ferisce
dentro a tutte le nostre parole,

 

a questo punto soltanto arriviamo
a sentire qualcosa che finisce
sempre all’ombra di quel primo sole

 

 

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