di Domenico Brancale
[E’ uscito in questi giorni Dovunque acqua sia voce di Domenico Brancale, con acquerelli di Miquel Barceló, per le Edizioni degli animali 2022. Ne presentiamo qui alcuni testi]
Numerose poesie bruciano in fondo all’acqua.
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Ogni forma di respiro inizia con la rottura delle acque. Ogni esilio le attraversa. Il poeta traduce il tempo buio. Incarna la voce del sommerso. In cerca di parole che sono in cerca di lui. Senza voce la parola non brucia. In attesa di un suono che la invochi. In questa bocca di buio che si frantuma io riaffioro nel mio aldilà dell’altro.
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Quando io sono io. Io sono tu. Quando appare il noi, chi scompare? noi che rimaniamo in silenzio è il corpo.
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Dire a qualcuno che non si può dire. Dire e ridire ancora prova che non si può dire ciò che si dice a qualcuno. Giorni interi. La declinazione del tempo è una questione di gesti. Dirlo e ridirlo ancora. Ciò non vuole dire nulla e tuttavia ci parla.
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Fuoco e sole preparano la cenere.
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M’incrociavo col mio diverso
lo riconoscevo
il modo in cui mi parla solo perché gli parlo, la stessa voce
le mani nella stretta le stesse, gli stessi occhi nel guardare
ogni margine ogni interno li avevamo condivisi
essendo lui ed io la stessa persona
non mi capacitavo
una sola ombra di due ombre sole
era forse la libertà di entrambi
eppure nessuno dei due avrebbe negato una certa distanza
troppo profondo ciò che rimane diverso
ciò che rimane intatto nel passato
giace sotto le nostre orme
troppo vero quello che non siamo
forse tutti e due sapevano
la parola è la sola chiave che apre due porte lontane.
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Si dimentica solo ciò che non esiste.
Nelle parole si annida il vissuto.
Fra me e me il tempo delle grate
corre la luce dei giorni senza avvenire.
Nessun inchiostro si scioglie nel sangue
nessuna creatura cresce il suo seme.
L’indimenticabile è nel vivo
rode il cervello
può avere inizio
per essere fuori dall’essere.
[Immagine: Miquel Barceló, Downstaires It’s Hot, 2019]