di TT
Cap d’Agde è un villaggio che misura qualche decina di chilometri quadrati, vicino a Montpellier, nel Sud della Francia. Ci sono spiagge, negozi, supermercati, bar, ristoranti, cinema e le cose che ci si aspetta in una località di mare, solo che tutti girano nudi. Al contrario di Ascona nelle Alpi svizzere un secolo fa, oppure, più di recente, Goa in India e Laguna Beach in California, Cap d’Agde non è un “esperimento sociale”, un luogo di “liberazione” o un’accusa alla civiltà occidentale, e stare senza vestiti non serve a ritrovare il “contatto con la natura”, né lo si fa per – come dicono quelli che hanno studiato – “esibizionismo”. Qui, se qualcuno vi spiattella in faccia i propri bicipiti o le tette della fidanzata non è un’esibizione ma una proposta.
I luoghi della contestazione novecentesca sopravvivono nel ricordo degli hippies o nei libri di storia. Cap d’Agde, invece, nato nel 1971, ancora oggi, d’estate, raccoglie circa 30.000 persone che arrivano da ogni parte d’Europa. Ci sono molti locali notturni, ma non c’entra neppure con i bordelli di lusso per tossicomani e russi che sono diventati Ibiza e Saint-Tropez. Allora, chi va a Cap d’Agde? Intorno al 15 d’agosto i giornali italiani fanno uscire un pezzo – sempre lo stesso – dove viene descritto come un posto per “scambisti” assatanati, ma è sbagliato, perché c’è di tutto: coppie, persone sole, impiegati, imprenditori, immobiliaristi, operai, nottambuli di Berlino, professori miopi, gay, travestiti, bodybuilders, panzoni, bikers, cattolici sbigottiti e sciure del Nord protestante che dopo una vita col marito bevitore di birra vogliono svagarsi un po’. . Regna ovunque una eccitazione a bassa intensità che da un momento all’altro può impennarsi, è sufficiente raccogliere un cenno o un’occhiata, senza i minuetti di un corteggiamento troppo elaborato e senza l’obbligo di scambiarsi numeri di telefono.
Il monumento di Cap d’Agde è Heliopolis, un ecomostro in cemento con decine di appartamenti a pochi metri dall’acqua. Intorno ci sono bar, ristoranti, saune, negozi, quasi sempre affollati ma, per una volta, nella ressa estiva si è a proprio agio. Gli sguardi che incrociate non vi chiedono di essere interessanti o capaci di tenere in piedi una conversazione, né cercano solidarietà o attestati di stima. Ognuno pensa soltanto al proprio piacere ed è per questo che si va d’accordo. Non a parole ma con i fatti, a Cap d’Agde viene coltivato il frutto più antico e delicato dell’occidente, l’individuo, sottratto per qualche settimana all’inverno quotidiano del collettivismo: gli apparati, le burocrazie, le scuole, gli uffici, i gruppi, le squadre, le associazioni, le fazioni, le consorterie, i movimenti, senza i quali a nessuno è più permesso di vivere e lavorare. I capdagisti sanno che l’unica cosa di gruppo che non mortifica l’individuo è il sesso e ne traggono le conseguenze, senza slogan, proclami, prediche o bandiere, senza l’aiuto di teorie, senza le tragedie e i sospetti della psicanalisi che hanno finito per rendere le donne più rigide e gli uomini più mosci di quel che già sono.
Chi parte da Heliopolis, dopo venti minuti di passeggiata raggiunge il limite ovest del villaggio, con le dune del camping e la baie des cochons, la spiaggia dei porci, dove centinaia di uomini e donne prendono il sole e praticano l’amplesso, in due, in tre, in parecchi, sulla sabbia, in acqua. Di solito dalle dieci del mattino fino alle sette di sera. La spiaggia è un posto ecumenico. È chiaro che se una coppia è bella ha maggiori possibilità di divertimento ma anche il meno prestante degli esseri umani può fare o guardare quello che preferisce. Nessuno lo caccerà via. Se è fortunato, qualcuno gli chiederà di avvicinarsi e partecipare. Alla peggio potrà “fare l’orologio”, entrare cioè in uno dei capannelli di gente che sta in piedi attorno agli amanti. A giudicare dalle facce soddisfatte, è sempre meglio che entrare per vent’anni nello stesso letto.
I francesi la chiamano ville libertine ma Cap d’Agde è meglio anche di Sade. Il libertinaggio tradizionale è un privilegio per pochissimi e danarosi e oggi sopravvive nello stanco rito delle partouzes consumate dentro il salotto di qualche industriale parigino che per reclutare le ragazze si appoggia a un pappone mascherato da PR. Cap d’Agde è riuscito nella doppia impresa, che pareva impossibile, di inventare il libertinaggio pour tous e averlo saputo mantenere intatto, mostrando una miracolosa capacità di durata. Dopo cinquant’anni, non c’è stato nessun cedimento significativo. Come scrive l’unico suo poeta, il Michel Houellebecq de Le particelle elementari, Cap d’Agde testimonia il successo di un comportamento rispettoso e legalistico che assicura a ciascuno molteplici momenti di piacere e ha un potere di persuasione che riesce a contagiare anche gli elementi minoritari e pericolosi, delinquentelli arabi e bestie di Rimini. Il repubblicanesimo del sesso ha saputo autodisciplinarsi e cancellato qualunque segno di violenza e maleducazione.
Nella vita di ogni giorno facciamo come l’arciere che deve colpire un bersaglio distante cinque metri ma pesta i piedi, si lamenta, è scontento, vuole che il bersaglio venga messo alla distanza di trecento metri, è l’unica cosa che sa fare, non riesce a capacitarsi che è facile. A Cap d’Agde la classe media europea appare per la prima volta persuasa di se stessa. La eccitazione diffusa e le infinite prospettive che si aprono, cambiano di segno ai suoi difetti. La connaturata incapacità di eleganza diventa disinvoltura, la faciloneria, la superficialità, la sbracatezza diventano mezzi di seduzione. Il disarmante egoismo dei desideri di ciascuno, non più fatto sedere sul banco degli imputati in nome di un imprecisato e terroristico “bene comune”, oppure vergognosamente nascosto, ma assunto con schiettezza e messo in circolazione, trova la collaborazione di tutti e fa di Cap d’Agde il meno penoso dei consorzi umani.
Purtroppo in Italia circolano tante informazioni molto superficiali su Cap d’ Agde. Ciò che leggo non è Cap d’Agde ma bensì è il villaggio naturista. Da non confondersi con la cittadina di Cap.. anche info sul villaggio spesso dimenticano le centinaia di famiglie che ogni anno frequentano il villaggio naturista per quello che è. Vacanze naturiste.. ma a volte è più bello e facile sottolineare cose già lette e stralette senza andare oltre.