di Michele Zaffarano
[E’ uscito qualche tempo fa per Scalpendi Poesie per giovani adulti (Quarantuno tentativi di esaurimento di un concetto affatto contemporaneo di lirica disposti nell’ordine dell’alfabeto), di Michele Zaffarano. Ne proponiamo alcuni testi]
Da qui si prospettano
e si panoramicano
tutte queste alpi
fuori del finestrino
e le guardiamo dall’alto
e sono tutte belle
e bianche e alte
e anche noi siamo alti
e anche loro sono alte
ma non come noi
che siamo più alti
essendo nel sopra
dell’aereo volante
e poi vi sono i paesini
e le valli e i fiumi
e le pareti con la neve
e tu indichi e dici è bello
voglio che vi andiamo
proprio lì in quel posto
che lo vediamo adesso
e vi sciamo con i nostri sci
e vi beviamo i nostri vin brûlé
e vi prendiamo il sole
da sopra nel terrazzo
dell’albergo grande legnoso
dov’è che dormiamo noi
e ci scambiamo i baci
in mezzo di tutta la luce
e di tutta la neve
che si danno abbagliante
e io ti mando come risposta
che è bello quello che tu parli
e sono con te sulle montagne
e sulla neve e sui sentieri
e sui baci che ci diamo
e sui tanti tanti abbracci
che ci facciamo assieme
e già si forma la figura
di noi due assieme
che ci avvinghiamo
nel mezzo della neve
scivolanti e rotolanti
e indifferenti che la gente
parlano scandalistici
e mi sto con le mie mani
sull’addosso di te
e tu sei contenta
delle mie mani addossate
è tutto bello bellissimo
meraviglioso bellissimo
che tu in quel momento
mi parli che sei contenta
che sei tu la mia fidanzata
futura e poi presente
e non un’altra
e io mi gonfio tutto
di queste tue parole
e faccio che riposo ancora
per qualche minuto
prima che mi aprono
gli occhi.
*
Com’è bello anche
se magari stiamo io e te
sopra di questo tavolo
e guardiamo da fuori
dal vetro davanti
la gente che passano
con le macchine
con le biciclette
che attraversano
dove c’è il semaforo
e guardano in alto
guardano in basso
e ascoltano la musica
e poi ci andiamo anche noi
mentre la gente passano
sopra le biciclette
a fare le compere
e parlano di magie
e mangiano un panino
e leggono il giornale
e vi è il sole sopra ai tetti
che lo vediamo dal vetro
davanti di questo tavolo
e le porte si aprono
e si chiudono
e la gente entrano
e si siedono vicino di noi
che siamo contenti
e ci guardiamo fuori dal vetro
e ci guardiamo anche noi
nella faccia e negli occhi
e ci parliamo le cose carine
e dolci dell’amore
e siamo molto contenti
e penso che tu sei la mia
prossima futura fidanzata
e sono contento
che questo pensiero
è assieme a me
sopra di questo tavolo
anche se questo pensiero
non è della stessa pasta
di quello che vi sta
nel dentro al reale.
*
Il problema più grosso
che mi sta nel dentro
è la tanto brutta sensazione
che non sto nel giusto
non sto all’altezza
e mi sento nell’inferiore
c’è il senso dell’inferiore
che mi rende lontano da te
e mi butta sul soffrente
mi fa escluso di te
perché il problema grosso
sta alla poca attrattiva
che non le so fare
le cose che tu vuoi
che io faccio per te
e non ti innamora di me
e mi pensi non attrattivo
non mi rivolgi più pensieri
non ti fa più ricordo
di com’è che mi chiamo
e butti via il mio numero
ma poi anche la teiera
che ti ho comperato
e questo è spiacente.
*
E poi ce ne andiamo di là
io e la ragazza
nell’altra stanza
quella di dietro
e siamo tutti nell’intenzione
nell’approntezza
nella validità
per farci le nostre cosine
vicendevolmente
e allora ci mettiamo lì
e ci approntiamo
e lì che ci approntiamo
però a me mi viene
che penso alle cosine
che possiamo farci
vicendevolmente
ma con te
e che poi non le facciamo
perché magari tu le vai a fare
con qualcun altro che no è io
che è come se tu dici
che non pensi che tu diventi
la mia prossima futura
forse fidanzata e allora
mi trasformo in molto triste
e infatti non mi riesco
tanto bene nelle cosine
assieme alla ragazza
che spero che queste cosine
ce le mettiamo invece a fare
io con te quando che tu decidi
che sei la mia prossima
futura fidanzata e questa volta
in carica ufficiale
senza il forse.
*
Le mie due nuove
non una ma due scarpe
me le sono comperate
grazie ai bastanti soldi
di mia madre
e mi fanno male tanto
però mi sforzo di metterle
per farci una presenza
simpatica e avvenente
che ti fanno venire volontà
che ti trasformi nella futura
mia prossima spero fidanzata
e mi dài tanti baci
magari no la prima volta
magari nel futuro
e così lascio anche
contenta mia madre
e alla fine le posso dire
non mi hai comperato
le mie non una ma
due scarpe per niente
l’hai visto che mi sono utili
per fare lei la mia spero
prossima fidanzata futura
che mi dà tanti baci
e s’innamora così tanto
di me.
[Immagine: Damien Hirst, YU 4 EVA].
Che tenerezza.