[E’ uscito in questi giorni, sulla rivista Krisis, il Manifesto per un naturalismo critico, un testo a più mani, parte di un progetto collaborativo e aperto, che sarà discusso domani e dopodomani in un incontro all’Università di Paris-Nanterre. Presentiamo qui in versione italiana la premessa e le 11 tesi che introducono il manifesto, e a seguire il programma dell’incontro. Il sito del manifesto, con il contributo di artisti contemporanei che collaborano al progetto, è accessibile qui]
Naturalismo critico: Un manifesto
di Federica Gregoratto, Heikki Ikäheimo, Emmanuel Renault, Arvi Särkelä e Italo Testa
PREMESSA
Questo manifesto è un invito. Invita diverse pratiche di critica sociale, filosofica, artistica e scientifica a prendere sul serio le enormi sfide che le nostre società si trovano ad affrontare nei confronti della natura interna ed esterna. Si compone di tre parti. La prima parte consiste nelle undici tesi del naturalismo critico. La seconda parte è concettuale. Identifica le crisi e le catastrofi storiche a cui il naturalismo critico cerca di rispondere, sfata i pregiudizi contro il naturalismo nel pensiero critico contemporaneo, delinea le nozioni di natura e di naturalismo e inserisce il naturalismo critico nella storia della teoria critica. Una storia che inizialmente intendiamo come quella della Scuola di Francoforte, da ampliare e arricchire poi con altri approcci alla critica sociale. L’ultima parte è costituita da frammenti di modelli e progetti di naturalismo critico, schizzi esemplari dei diversi modi di praticare la critica sociale naturalista. La speranza è che l’elenco venga ampliato da coloro che vorranno unirsi a noi.
11 TESI
1. La natura, il cui concetto e la cui realtà sembravano un tempo superati, ritorna in virtù della sua stessa repressione quale cifra della nostra attuale situazione storica.
2. Spillover della natura, spillover delle popolazioni, spillover degli ospedali, spillover dell’ansia climatica: I sintomi della repressione diventano insopportabili. Catastrofe non significa però di per se trasformazione sociale. Le catastrofi possono essere perpetuate amministrativamente. Il 2020 potrebbe andare avanti.
3. I concetti e le teorie della natura non sono innocenti. Partecipano alla nascita dei disastri e contribuiscono a perpetuarli. Una risposta razionale alle catastrofi attuali deve includere tentativi di cogliere sia queste nuove realtà della vita sia i modi di pensare obsoleti che le sostengono. Questa è stata la rivendicazione della teoria critica. Il naturalismo critico la porta nel nostro tempo.
4. La cosiddetta fallacia naturalistica non è certo un pericolo maggiore del riscaldamento globale, della frattura metabolica e dello spillover zoonotico. Al contrario, una filosofia sociale che astragga dalla natura è un’immagine speculare alla letale illusione pratica dell’indipendenza dalla natura stessa.
5. L’indipendenza dalla natura e il dominio sulla natura sono due facce della stessa medaglia. Non c’è emancipazione senza liberazione dentro e nella natura.
6. La maggior parte della teoria critica ha finora solo denaturalizzato il sociale in vari modi: si tratta ora anche di rinaturalizzarlo. Le relazioni di dominio nella società sono incarnate materialmente, biologicamente, tecnologicamente, abitualmente e istituzionalmente: allo stesso modo lo è la resistenza ad esse.
7. La teoria critica normativista ha ricostruito le norme della critica sociale; la teoria critica naturalista si spinge oltre. Ricostruisce la vita sociale, in particolare la relazione delle società con i loro ambienti naturali e i loro costituenti, considerandosi parte integrante della trasformazione sociale.
8. Le determinazioni naturali (inter)soggettive — pulsioni, impulsi, affetti — possono operare come forze critiche di liberazione. Anche se sempre socializzate, non sono infinitamente malleabili e possono operare contro norme e strutture sociali incrostate. Il naturalismo critico si preoccupa tanto delle nostre determinazioni naturali quanto delle nostre disposizioni a riorientarle.
9. La natura ha storie contingenti e plurali. È orientata al cambiamento e alla variazione. Il naturalismo critico riconosce la natura come ordinata e disordinata, in bilico tra stabilità e precarietà. La natura ha carattere transeunte.
10. Il naturalismo tradizionale, con la sua immagine illusoria dell’Unica Natura e dell’Unica Scienza, rispecchia la tendenza distruttiva delle società capitalistiche a ridurre la natura a risorsa e ignora l’irriducibile pluralità sia della scienza sia delle nostre esperienze quotidiane ed estetiche della natura. Impoverisce inoltre la varietà etnografica e culturale delle nostre esperienze della natura. Questa pluralità è invece una risorsa per la critica sociale naturalistica.
11. Il naturalismo critico nutre la spinta utopica a ripensare il rapporto tra natura e società. Invita ad articolare e sperimentare forme di vita sociale umana che possano essere sostenute e affermate liberamente dai loro singoli membri.
THE IDEA OF CRITICAL NATURALISM
International Conference
University Paris Nanterre
This conference seeks to explore ideas around nature and naturalism that can work as critical, emancipatory, transformative conceptual tools for addressing some of the most compelling crises faced by our form(s) of life today. Given the fact that the reference to nature plays a decisive role in some of these crises, it seems no longer enough for contemporary critical thought to equate naturalism with reductive naturalism on the one hand, and ideological naturalism (or ideological justification by naturalization) on the other. This conference, moving from the recently published “Manifesto for Critical Naturalism“, wants therefore to discuss the following questions: Which are the most convincing forms of critique of antinaturalism? In what sense a naturalism can be critical? Which are the main theoretical inspirations and models for a non-reductive and non-ideological naturalism with critical intent?
December 15th
Morning: Building Max Weber, Conference Room (Salle des conferences)
Panel 1: Definitions of Critical Naturalism
Chair: Franck Fischbach
9.30: Introduction
9.40: Federica Gregoratto, Emmanuel Renault, Arvi Särkelä, Italo Testa, “Why A Manifesto for Critical Naturalism?”
10.30: Coffee break
10.50: Jean-Philippe Deranty, “A critical naturalist review of a few master metaphors (metabolism with nature; economic sphere; niche construction; form of life)”
12: Lunch
Afternoon: Building Paul Ricoeur, Meeting Room (Salle des conseils)
Panel 2: Political implications
Chair: Claire Pagès
14: Arto Laitinen: “Social metabolism and social pathology”
15.10: Robin Celikates: “Radical Needs? Critical Theory, Human Nature, and the Problem of Social Transformation”
16.20: Coffee break
16.40: Catherine Larrère: “Democracy and Nature”
December 16th
Building Paul Ricoeur, Meeting Room (Salle des conseils)
Panel 3: Potentials and troubles with critical naturalism
Chair: Eléonore Le Jallé
9.30: Sabina Lovibond: “Critical Naturalism: Some Philosophical Resources”
10.40: Coffee break
11: Paul Giladi: “Flattening Affectivity: Losing One’s Concepts and Injuring Erotic Dignity”
12: Lunch
Panel 4: Varieties of Critical Naturalism
Chair: Léa Barbisan
14: Didier Debaise: “The conditions of a philosophy of nature. The two forms of naturalism according to Whitehead”
15.10: Guillaume Leblanc: “The social and the vital according to Canguilhem. In what sense can a philosophy of life be a critical naturalism?”
16h20: Coffee break
16h40: Conclusion: Agnès Grivaux, Heikki Ikäheimo
[Immagine: Marta Pohlmann-Kryszkiewicz: “Third Landscape”, Videostill]