di Gianluca D’Andrea
[E’ uscito in questi giorni per le Edizioni Volatili Waldszenen (scene della foresta) di Gianluca D’Andrea, nella collana “I cervi Volanti” curata da Giorgiomaria Cornelio e Giuditta Chiaraluce. Ne presentiamo cinque testi]
Waldszenen (Scene della foresta)
Entrata
Il mondo? Che grande attrattore,
che spazio! Un supertempo, un luogo
con pochi domini ma forti.
La nuova geografia è il fattore
pulsante, guizzante, l’affogo
che disconnette i nuovi porti.
Il mondo è un gran persecutore
di nuovi clienti, il bel lago
di account, le prosciugate coste.
*
Cacciatore in agguato
La forma d’onda si è acquattata
In Opere Totalizzanti,
sul campionamento domotico
che incrementa a zetta e aspetta
che il mondo ritracci l’ambiente,
rintracci la mente robotica,
tesa al portale, a scattare
e divorare ogni frammento
prestazionale, megadatico.
*
Fiori solitari
Lo stile adattivo è squisito,
nel regno slipstream delle piante
cos’è veramente reale?
Vedo fiori soli e infiniti,
è un mindfuck film, un elefante,
una scena vibrazionale.
Sono ecosistemi squisiti
i ricettori delle piante,
veri cervelli artificiali.
*
Uccello profeta
Ho una rivolta tra le coste,
le propaggini rettiliane
sono molto, un ultimo addio.
Saremo senza remo o croste
e stanchi saremo, mattane
strappate al riflesso, l’avvio.
Le senti? Sono le risposte
del vento, battiti e campane,
onde e piume, lo sciaguattio.
*
Addio
Mio sogno incantato, mia vita
io passo e sono dissipati
i tuoi banalissimi enigmi;
fantasmi e muro nell’antica
volta del cervello attivati,
natura vuota coi suoi stigmi
e i suoi granuli di calcite.
Il viaggio è già dimenticato
l’illusione è il suo paradigma.
[Immagine di Giuditta Chiaraluce].