di Laura Pugno
[Esce oggi per La Nave di Teseo I nomi, il nuovo libro di poesia di Laura Pugno. Presentiamo una scelta di testi in anteprima].
pietra focaia
L’odore della pietra focaia
è l’odore del fuoco,
lo conosci,
ha dell’infanzia,
poi impari anche a dirlo,
a sentirlo nelle cose quando torna,
a poco a poco nella bocca:
qualcosa che ha a che fare
con il diventato lontano,
e non sapresti dirlo meglio,
dov’era prima
e adesso, invece. Ma tu stesso
sei qualcosa che accenderebbe fuochi
solo ad averne conoscenza.
*
Il fuoco dentro la cosa – la
pietra – appena visibile
in un colore dorato, il tuo
colore oro, il tuo nome
che è il sole: ti dice anche
che solo verrà fuori al tatto,
che il fuoco è toccare essere toccati
e che la parola è tua – occupando
ora quella posizione, il tu,
il bianco degli scacchi,
muove per primo – sei tu
che metti la parola nelle cose,
la vedi visibile
o nel piccolo o grande animale
che la parola apre albero aperto dal fulmine.
*
Il divino è senza sforzo dice
la voce ricordata,
cerchi con le dita e trovi
in tasca o tra gli abiti e il calore del corpo
la pietra focaia,
insieme a un anello di plastica con la perla finta
che ricordi bellissimo,
giocattolo,
oggetto che contiene il fuoco,
cosa non oggetto,
e che le cose abbiano
in sé la possibilità del fuoco,
il suo odore prezioso come quello
di un corpo selvatico, identico al tuo.
*
Così il tu è uno e due,
e molti due, e la frase
che torna – andarsene lontano
tanto che non ti ritrovi il vento –
nel vento, smette,
resti sola,
solo,
salva,
in salvo per sempre e davanti
al fuoco che ora brucia, puoi nasconderti
nelle stesse parole, le nostre, i tuoi dèmoni
li vedi ora che giocano sulla riva del fiume.
*
Ogni altro mondo in questo
e quindi azzurro,
oceano,
perfettamente invisibile quindi
visibile, gli occhi
aprendo a un infrablu,
ultrablu, la mente
doppia e una, senza
contraddizione conseguenza:
tu lo dici ogni volta che ti vedo come uno
il corpo lo dice mortale perfetto,
i filosofi solari
toccano la pietra,
toccherebbero il tuo corpo, potendo
ma il tuo corpo brucia,
stella lucifero vespero
stella che è il sole
adesso visibile –
*
Il quadrato di sole si è stretto
sul tuo corpo fin quasi a coincidere
col corpo stesso
ad assorbirlo, tutto il sole possibile
ed è così,
non ti alzi, non ti alzerai
però il calore ancora emana
compensando il tuo, che è
andato via. Ancora per un po’
potremo toccarlo poi
ne saremo toccati,
a occhi chiusi e ogni giorno
ritrovi,
ritroviamo parole.
*
Vedi che va svanendo e tutto quello
che ti sembrava in mano ad altri
sarà di nuovo tuo: la parola,
il senhal sola salvezza,
quello che offri è questo,
altro non hai, da sempre. Posa
la testa – i capelli neri intorno,
sulle tue spalle, e nella mente com’erano,
fino alla vita. Posali
su quella spalla, nell’incavo di quel braccio,
contro quel torace.
Il calore e lo stesso odore del fuoco,
ritornerai – sei ritornata? smette
di essere domanda.