di Daniele Giglioli

 

[Le Edizioni del Verri hanno da poco ripubblicato Tema di Daniele Giglioli, originariamente apparso nel 2001. Presentiamo l’Avvertenza e l’Indice].

 

Avvertenza

 

Questo libro è stato pensato e scritto tra il 1997 e il 1998, anche se per vicissitudini editoriali è uscito nel 2001 presso La Nuova Italia. Non avevo ancora trent’anni, e anche se non ero proprio un ragazzo era comunque il mio primo libro. L’autore di allora e quello odierno non sono quasi più la stessa persona. Lo ripubblico identico, pur non nascondendomene ingenuità e un certo estremismo, perché introvabile da tempo e perché convinto che molte delle cose di cui si parlava potrebbero essere ancora utili in un momento di impasse per la teoria letteraria, nel frattempo trasformatasi senza gran costrutto in Theory tout court contro cui si appuntano gli acuminati quanto scontati strali di chi ama la pratica del calcio del somaro. Al tempo in cui il libro fu scritto il cosiddetto “ritorno della critica tematica” sembrava una novità, un’auspicabile iniezione di sangue rosso all’interno della ormai declinante stagione del formalismo, dello strutturalismo e della migliore decostruzione, al crepuscolo della quale anch’io mi ero formato. Ma mi piace pensare che l’autore che ero allora avvertì subito, senza averne piena consapevolezza, giusto un presentimento, che dietro a quel ritorno si celava una rovinosa regressione al contenutismo più rozzo, cosa che poi si è puntualmente verificata. Un contenutismo addizionatosi per di più a una catastrofica, melensa quanto irosa, prosopopea dell’identità, proliferante tra gli arbusti cresciuti dal tronco dei di per sé non disprezzabili e anzi all’epoca promettenti Studi Culturali: solo le vittime possono parlare delle vittime, solo i neri dei neri, solo le donne delle donne, e c’è di peggio in giro. Senno di poi? A rileggerlo credo di poter affermare di no. Nella sua, lo ripeto, estremistica pretesa di non identificare il Tema con il Contenuto (estremistica perché non si va da soli contro il senso comune, e lo spirito del tempo era in quella direzione che soffiava), e di connetterlo invece strettamente agli altri fattori della comunicazione letteraria, la problematica nozione di autore, lo studio attualmente quasi in disuso dei procedimenti formali, le promesse e le insidie dell’interpretazione, mi auguro sia possibile trovare, se non un antidoto già pronto, quanto meno la traccia di un lavoro ancora all’ordine del giorno. Nella peggiore delle ipotesi, lo sforzo di sottrarre la critica e lo studio della letteratura a ciò che sono nel frattempo diventati: erudizione inerte; sterminati cataloghi di “temi” che, guarda un po’, ci sono “oggi” eppure c’erano già “allora”; ideologia praticata un tanto al chilo senza quel minimo di “delicatezza nell’afferrare” (l’espressione è di Nietzsche) che è necessaria quando si maneggia un giocattolo tanto pericoloso. Pur essendo apparso, questo libro, in una benemerita collana di alta divulgazione diretta da Mario Lavagetto, che qui si ricorda con riconoscenza e rimpianto, niente mi spiacerebbe di più che vederlo consegnato a un uso manualistico. Al diavolo bibliografie e definizioni, che a distanza di tanto tempo saranno fatalmente datate. Teoria critica, non catechismo, come volle essere alla sua uscita e come auspica di essere ancora, nella speranza che una nuova, collettiva ondata di passione teorica lo consegni definitivamente al passato.

Indice

 

9      Avvertenza

 

11     I. Elogio di Babele

         Uno sguardo d’insieme

 

43     II. Trascendenza e intenzionalità

          Il Tema e la questione dell’autore

 

73     III. Tra testo e testi

          Motivi, topoi, archetipi

 

108    IV. Il centro e l’orizzonte

           La lettura come tematizzazione

 

148    Bibliografia

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