di Violeta Medina (trad. di Laura Pugno)
L’esercizio della luce, di Violeta Medina (a cura di Laura Pugno, collana di poesia Siglo Presente diretta da Matteo Lefèvre, edizioni Ensemble 2023), è il testo integrale bilingue del progetto multimediale – un esperimento di scrittura poetica a partire da effetti speciali VFX realizzati con il software Maya dall’artista visivo Victor Sánchez– che nel 2022 ha vinto la sezione Intersezioni del Premio Nazionale Elio Pagliarani.
Dal volume, grazie a un QR Code, è possibile scaricare il video del progetto, di cui ora è in fase di sviluppo una versione performativa. Presentiamo alcuni testi.
III PARTE
El olor del río/L’odore del fiume
No sabes cuándo nace este hilo, esta cuerda, pero está.
No sabes cuándo se estira en forma de luz que atraviesa y llega
con su forma circular, reiterativa,
la circularidad la echan a andar pensando en la rueda de una carreta.
Sin embargo, creo más en tu forma acerada, de platino
que se expande en diversos espirales que se alejan o tal vez,
regresan.
Non sai quando nasce questo filo, questa corda, ma è qui.
Non sai quando inizia a tendersi in forma di luce che attraversa
e arriva in forma circolare, reiterativa,
la circolarità la fanno iniziare a muovere pensando alla ruota di un carro.
Ma io credo più alla tua forma di acciaio affilato, di platino
che si espande in diverse spirali che si allontanano e, a volte,
tornano.
*
Es la superficie de un estanque por el que se cruzan las ondulaciones.
Convergen o se cruzan, o salen uno del interior del otro.
Son el olor del río.
La disrupción de esa infancia tan antigua.
È la superficie di uno stagno su cui s’incrociano le increspature.
Convergono o s’incrociano, o escono le une da dentro le altre.
Sono l’odore del fiume.
Il disfarsi di quell’infanzia così antica.
*
500 millones años luz para volver a ver este tejido.
Lo levantas como lo haría la araña mientras saca su esencia.
Ambos convergen en un color que dependerá de quien lo mire.
Es un halo de fuego, que va de rojo a negro.
500 milioni di anni luce per rivedere questa tela.
La sollevi come farebbe il ragno mentre emette la sua essenza.
Convergono insieme in un colore che dipenderà da chi lo guarda.
È un alone di fuoco, che va da rosso a nero.
*
La oscuridad siempre acecha o es parte de este juego.
L’oscurità è sempre in agguato o è parte del gioco.
*
La policromía se asoma a esta ventana. Se deja caer en su límite.
No comprendes que siga insistiendo, una y otra vez,
en el color.
Sé que es difícil entender. De verdad, lo que me importa
es la ausencia
Es el vacío que anunciaste al inicio.
“Nosotros trabajamos desde el vacío”.
La maya es el vacío.
La maya sigue siendo la quimera para encontrar desde dónde
arranca la luz
dónde nace
dónde muere.
La policromía si affaccia alla finestra, cade nel suo proprio limite.
Non capisci perché insista e insista, ancora una volta e poi un’altra,
sul colore.
So che è difficile da capire. Ma ciò di cui davvero mi importa
è l’assenza
È il vuoto che hai annunciato all’inizio.
“Noi lavoriamo a partire dal vuoto”.
La maya è il vuoto.
La maya è ancora e sempre la chimera per scovare da dove
inizia la luce
dove nasce
dove muore.
*
Hay un borde aún más lejano. Quizás ahí ocurre todo.
O en la mitad del centro, en el que la fragmentación desaparece,
tragado por los años y la estrechez de cada cuerpo. La pobreza del
calcio que nos sujeta y que estalla para que la luz siga siendo vorazmente
velocidad y ruido.
C’è una frontiera ancora più lontana. E forse è lì che accade tutto.
O in mezzo al centro, lì dove la frammentazione scompare, divorato
dagli anni e dalla strettezza di ogni corpo. La povertà del calcio che ci regge e che salta in aria perché la luce continui a essere voracemente
velocità e rumore.
*
Sus tonos azules, naranjas y amarillos revelan muchas más estrellas
Pero son muchos más los cuerpos
Que estaban y que siguen por llegar
Son redes neuronales que salen de un mismo tronco. De ese
que crece sin sonido.
I suoi toni azzurro arancio e giallo rivelano molte più stelle
Però sono ancora di più i corpi
Che c’erano e che ci saranno
Sono reti neuronali che spuntano da uno stesso tronco, da questo
che cresce senza suono.
*
Arrastra este mar una cuncuna. Desenvuelve la serpiente su plumaje
violáceo, pero luego se enrosca en sí misma.
Ten por seguro que el lenguaje no nace aquí,
tal vez sí su sombra.
Trascina il mare un verme. Svolge la serpe il suo piumaggio
violaceo, poi si riavvolge su di sé.
Tieni per certo che la lingua non nasce qui,
forse sì la sua ombra.
[Immagine: Betta Gancia, Light Drawings].