a cura di Anna Baldini e Michele Sisto
[E’ appena uscito per Quodlibet, a cura di Anna Baldini e Michele Sisto, Lo spazio dei possibili. Studi sul campo letterario italiano. Proponiamo un estratto dell’introduzione della curatrice e del curatore].
Teoria dei campi e storia letteraria. Sviluppi della ricerca in Italia e all’estero
di Anna Baldini e Michele Sisto
1. La teoria dei campi nel mondo: Francia e Germania
Il modo di impostare lo studio della storia letteraria sulla base della teoria dei campi proposta da Pierre Bourdieu ha ispirato ricerche ormai numerose su diverse letterature. Prima di fare il punto su quelle ad oggi dedicate al campo letterario italiano ci pare utile soffermarci brevemente su quanto è stato fatto in altri paesi. Per brevità prenderemo in considerazione solo i lavori monografici o collettivi, menzionando solo occasionalmente i singoli articoli, che sono numerosissimi.
Il paese in cui questa tradizione di studi è più lunga e consolidata è naturalmente la Francia, dove, a partire dall’insegnamento diretto di Bourdieu e dagli articoli in cui aveva cominciato a definire il concetto di campo[1], si sono sviluppati fin dagli anni Settanta[2]. La pubblicazione delle Règles de l’art nel 1992 è stato naturalmente uno spartiacque fondamentale, a partire dal quale gli studi sul campo letterario francese si sono moltiplicati, giungendo a solidi esiti con i lavori di Pascale Casanova su Beckett, di Anna Boschetti su Sartre e Apollinaire, di Jérôme Meizoz su Céline e quelli di Christophe Charle, Hervé Serry e Giséle Sapiro sulla storia degli intellettuali francesi[3]. Si sono quindi estesi alla più ampia area della francofonia, con le ricerche di Claire Ducourneau e Tristan Leperlier sull’Africa subsahariana e sull’Algeria[4], per giungere recentemente alle prime sintesi complessive: il recente volume di Joseph Jurt Le Champ littéraire dedica oltre trecento pagine alla ricostruzione della storia del campo letterario francese dalla metà dell’Ottocento al 1968[5]. Dalla Francia vengono anche i primi, precoci tentativi di applicare la teoria dei campi su scala transnazionale, intrapresi già nei primi anni Novanta all’intersezione con la teoria dei transferts culturels[6]. Tra questi La République mondiale des lettres di Pascale Casanova ha suscitato, com’è noto, una vivace discussione a livello globale, contribuendo a rilanciare gli studi sulla World literature e a ridefinire lo statuto e il metodo di discipline come la letteratura comparata e i translation studies[7].
Il solo paese in cui gli studi sul campo letterario hanno avuto uno sviluppo paragonabile è la Germania, soprattutto grazie alla tempestiva traduzione delle opere di Bourdieu[8] e all’impegno di mediazione di alcuni suoi allievi e interlocutori. Un importante centro di irradiazione è stato, grazie alla presenza di Michael Einfalt e Joseph Jurt, il Frankreich-Zentrum dell’Università di Friburgo, che ha organizzato numerosi seminari, convegni e iniziative editoriali[9].
Fin dai primi anni Duemila sono quindi apparse monografie sostanziose, per lo più opera di studiosi molto giovani, che adottano la teoria dei campi per indagare in una nuova prospettiva la storia letteraria tedesca, risalendo fino al Settecento, e individuando i primi tentativi di autonomizzazione della letteratura nell’età di Goethe e Schiller. Accanto agli studi pionieristici di Markus Joch e Norbert Christian Wolf sulle lotte per la definizione dell’habitus dell’intellettuale[10], vanno menzionati almeno quello di Christine Magerski sulla nascita del campo letterario moderno alla fine dell’Ottocento e quello di Heribert Tommek sulle sue trasformazioni dal 1945 ad oggi[11]. Numerose sono le ricerche tematiche, per esempio sui rapporti fra letteratura e pubblicità, sul Bildungsroman come genere letterario, sui mutamenti dell’autorialità in seguito all’avvento dei nuovi media o su sottocampi specifici come la letteratura della Germania orientale[12]. Più rari sono gli studi dedicati a singoli scrittori, come quello monumentale del già citato Norbert Christian Wolf su Robert Musil[13].
Nonostante il gran numero di studi, che hanno permesso di rileggere problemi, autori ed epoche diverse, non esistono però ancora sintesi della storia del campo letterario tedesco analoghe a quella proposta da Joseph Jurt per quello francese[14].
2. L’area anglofona e ispanofona
In ambito anglosassone, nonostante un diffuso interesse per la sociologia di Bourdieu e la tempestiva traduzione di Rules of Art[15] la teoria dei campi è stata applicata poco e con poca convinzione allo studio della storia letteraria. Gli studiosi che per primi – fin dagli anni Novanta – hanno tentato di introdurla hanno una posizione molto periferica rispetto agli English and American Studies: così il lusitanista statunitense Randal Johnson, i francesisti britannici Jeremy F. Lane e Jeremy Ahearne, e il sociologo britannico – ma di stanza a Łódź, in Polonia – John Speller[16].
Le ricerche, date anche le dimensioni del mondo accademico di lingua inglese, non mancano, ma hanno per lo più carattere estemporaneo, e tendono a usare la teoria dei campi in modo poco rigoroso. Le monografie sono relativamente rare e tendono a concentrarsi, al contrario di quanto accade nell’Europa continentale, sul polo commerciale della produzione letteraria[17]. L’unico tentativo di sintesi, benché prestigioso perché pubblicato nella Cambridge History of American Literature, si ispira solo parzialmente a Bourdieu[18]. A fare ricorso più frequentemente al suo metodo sono gli studiosi interessati a mettere in discussione le gerarchie simboliche dominanti per valorizzare la produzione letteraria dei gruppi dominati: per questo la teoria dei campi viene spesso evocata, e talvolta concretamente applicata, nell’ambito dei Black Studies, dei Native Studies o dei Gender Studies[19].
Se da una parte il mondo anglofono oppone una forte resistenza a sottoporre all’«analisi scientifica»[20], per sua natura dissacrante, gli autori e le opere più canonici – non ci sono studi del genere su uno Shakespeare, ma nemmeno su un Philip Roth –, dall’altra è piuttosto propenso ad applicarla alle letterature della periferia dell’impero o esterne ai suoi confini.
Una situazione analoga si registra in area ispanofona, dove pure è apparsa la prima traduzione delle Règles fuori dalla Francia[21]. La Spagna è forse il paese dove queste ricerche si sono meno sviluppate: anche in questo caso gli articoli sono numerosi e dedicati a vari ambiti, ma mancano gli studi organici. La proposta dell’ispanista parigina Mercedes Blanco di utilizzare il concetto di campo per studiare il Siglo de oro[22] è stata raccolta solo da pochi studiosi, per di più attivi in posizioni periferiche[23], e un uso relativamente rigoroso del concetto ha trovato applicazione, per lo più episodica, soprattutto sul contemporaneo[24]. Sintomatico, in questo senso, lo studio di Alejandro Mejías-López, The Inverted Conquest, che intende mostrare come il modernismo, il movimento cardine della letteratura spagnola del primo Novecento, sia nato di fatto nelle ex colonie dell’America latina e sia poi stato importato nella madrepatria, innescando un radicale rinnovamento della letteratura spagnola e a una crisi dell’identità nazionale[25]. Altrettanto sintomatica è la diffusione della teoria dei campi nella periferia della stessa accademia spagnola, per esempio in Galizia, dove uno studioso come Antón Figueroa, in contatto con gli allievi francesi di Bourdieu, ha avviato un tentativo di rilettura della storia letteraria galiziana[26].
Ma il luogo dove il metodo di Bourdieu ha trovato maggiore accoglienza è proprio l’America latina[27], dove gli studi sono più numerosi e, almeno in Argentina, si è sviluppata una tradizione già a partire dagli anni Ottanta, grazie a due figure che nel frattempo hanno raggiunto un posto di primo piano nel panorama culturale: il sociologo Carlos Altamirano e la critica letteraria Beatriz Sarlo. Dopo aver tradotto sull’importante rivista culturale «Punto de vista» diversi saggi di Bourdieu, ne hanno adottato il modello teorico per fare ricerche originali sul campo letterario argentino[28]. Su questa linea si segnalano, tra gli studi più recenti, i lavori di Gustavo Sorá sul campo editoriale argentino e quelli di Fernanda Beigel sul campo letterario peruviano di primo novecento[29].
In area lusofona si ripete lo stesso schema: mentre sul campo letterario portoghese gli studi sono assai scarsi, in Brasile è fiorita una ricca tradizione. Qui Sergio Miceli, che ha studiato a Parigi con Bourdieu negli anni Settanta, ha diffuso la teoria dei campi sia attraverso numerosi studi sugli intellettuali brasiliani, sia attraverso il suo insegnamento all’Università di San Paolo[30]. Stimolati anche da un precoce saggio sulla dinamica del campo letterario brasiliano pubblicato da Randal Johnson e dalla tempestiva traduzione di As regras da arte[31], le ricerche si sono concentrate sulla genesi del campo e del mercato editoriale in Brasile, sulle traduzioni di autori brasiliani in area ispanofona e tedesca[32], tentando anche ricostruzioni storiche di ampio respiro[33].
3. La Cina e il resto del mondo
Anche in Cina la teoria dei campi ha trovato vasta applicazione. Come osserva il sinologo olandese – ma attivo a Notre Dame, negli USA – Michel Hockx, che ad oggi è principale promotore e mediatore degli studi sul campo letterario cinese[34], a partire dalla pubblicazione delle Règles de l’art in cinese[35],
il modello bourdieusiano del campo letterario e dell’interazione tra capitale, habitus e posizione è impiegato con molto entusiasmo negli studi “di contesto” che mirano a fornire una panoramica più ampia della produzione letteraria di un determinato periodo o a riabilitare autori, opere e tendenze precedentemente ignorati o marginalizzati. In questo senso le ricerche ispirate a Bourdieu hanno contribuito alla spinta verso una “riscrittura della storia letteraria” iniziata negli anni Ottanta e volta a mettere in discussione la narrazione eccessivamente politica della storia letteraria cinese del XX secolo, soprattutto per quanto riguarda il periodo precedente al 1949. Se la storiografia si era concentrata fino ad allora sull’ascesa del movimento comunista nel corso degli anni Venti e Trenta, le ricerche attuali ricostruiscono nel dettaglio il sistema commerciale di produzione letteraria sviluppatosi in città come Shanghai a partire dalla fine del XIX secolo[36].
Hockx cita sia studi pubblicati in inglese[37] sia ricerche realizzate in Cina, che si concentrano sulle istituzioni letterarie (case editrici, riviste, ecc.) dagli anni Venti agli anni Settanta[38], e si sofferma in particolare sulla monografia di Shao Yanjun, The Inclined Literary Field, dedicata al campo letterario cinese contemporaneo. La tesi di Shao Yanjun, il cui libro è stato molto apprezzato e discusso, è che in Cina a partire dagli anni Novanta lo sviluppo del mercato e l’affermarsi di una cultura del consumo tenda a marginalizzare la letteratura di ricerca[39]: una tendenza analoga, com’è noto, a quella sostenuta dallo stesso Bourdieu a proposito del campo letterario francese nelle ultime pagine delle Regole dell’arte.
Per concludere questa rassegna, necessariamente incompleta, sarà sufficiente rilevare che la teoria dei campi è ormai usata, almeno a livello di prime indagini, per studiare buona parte delle letterature del mondo, da quelle del blocco sovietico[40] a quelle del mondo arabo[41], fino a quelle postcoloniali, dal Sudafrica ai Caraibi[42]. Anche se non sempre questi studi sono radicati in tradizioni locali, e spesso anzi vengono prodotti in università statunitensi o europee, nel loro insieme hanno consentito di accumulare un patrimonio di conoscenze che, grazie alla relativa uniformità del metodo, consente un notevole grado di confrontabilità dei risultati, anche quando gli oggetti sono molto diversi. Anche per questo il metodo di Bourdieu è ormai patrimonio acquisito dell’articolato strumentario critico con cui oggi si indagano tanto i transferts culturali e le traduzioni[43], quanto quell’oggetto immane e sfuggente che è la World literature[44].
4. L’Italia
Il ricorso alla teoria dei campi nello studio della letteratura italiana è relativamente recente. Le prime ricerche appaiono a partire dal 2002, l’anno della morte di Bourdieu[45]. Il punto di riferimento per molte di esse è, come in altri paesi, uno studioso a lui direttamente legato, in questo caso Anna Boschetti, che nei primi anni Duemila insegna Letteratura francese a Ca’ Foscari e che abbiamo già incontrato tra i pionieri degli studi sul campo letterario francese. Soprattutto nella fase iniziale è lei a fare da interlocutrice per i giovani studiosi – in genere intorno ai trent’anni – che si avventurano in un tipo di studi che in Italia è ancora terra incognita.
Nel 2005 la pubblicazione della traduzione italiana delle Regole dell’arte, a cura di Emanuele Bottaro e della stessa Anna Boschetti segna l’inizio di una nuova fase. Quello stesso anno prende il via una serie di incontri spontanei (vale a dire poco o nulla istituzionalizzati a livello accademico, e ovviamente non finanziati) fra studiosi di diverse discipline che hanno scelto di adottare la teoria dei campi e intendono confrontarsi sull’uso del metodo e sui risultati delle loro ricerche[46]. Questi incontri – insieme a quelli internazionali del progetto europeo ESSE: Pour un espace des sciences sociales europeen (2004-2008)[47] – hanno avuto un ruolo fondamentale nel far conoscere tra loro giovani studiosi che condividevano il metodo e talvolta anche l’oggetto delle loro ricerche. Ne è nata una sorta di rete informale che ha favorito varie forme di collaborazione, da cui a loro volta sono sorte iniziative più strutturate, come l’organizzazione di convegni[48], la partecipazione a bandi finanziati[49] e alcune pubblicazioni comuni, a partire dal numero su Pierre Bourdieu e la sociologia della letteratura curato nel 2007 da Anna Baldini per la rivista «allegoria»[50], sulla quale negli anni successivi sono apparsi altri interventi sulla stessa linea[51].
Limitandoci anche in questo caso alle sole monografie, possiamo rilevare che i primi studi si sono concentrati sull’Ottocento, con il precoce tentativo di sintesi storico-letteraria di Riccardo Bonavita e con l’indagine di Gianluca Albergoni sulle condizioni di possibilità per la nascita di un campo letterario moderno nella Milano della Restaurazione, a cui anni dopo ha fatto seguito un’analoga indagine di Valentina Perozzo sui romanzieri della seconda metà del secolo[52]. Il periodo più studiato è tuttavia, anche per motivi inerenti al metodo di Bourdieu, il Novecento, la cui esplorazione è stata avviata nel primo decennio degli anni Duemila dai libri di Riccardo Bonavita sulle raccolte poetiche di Fortini, di Anna Baldini su scrittori e comunismo e di Fabio Andreazza su scrittori e cinema[53].
Ma perché queste ricerche, che spesso richiedono molti anni di lavoro per arrivare a produrre una monografia, comincino a infittirsi, a fare massa, e quindi a delineare nel loro complesso un modo nuovo e diverso di guardare alla storia letteraria, bisogna attendere la soglia del decennio 2020. Da una parte vengono alla luce le ricerche – sintomaticamente tutte realizzate all’estero e in gran parte dedicate alla traduzione, un oggetto di studio tuttora periferico per l’italianistica – di Cecilia Benaglia su Gadda, di Stefania Caristia e Mila Milani sulle traduzioni nel secondo dopoguerra (rispettivamente di letteratura francese nelle riviste italiane e di poesia straniera presso gli editori italiani), e di Barbara Bellini sulle traduzioni di romanzi francesi e tedeschi negli anni Duemila[54]; dall’altra a partire dal 2018 la collana letteratura tradotta in italia – ancora una volta muovendosi sul terreno subalterno della traduzione – si fa catalizzatrice di una serie di studi che adottano esplicitamente la teoria dei campi e, insieme a quelli già citati sopra, cominciano a delineare una nuova, organica visione della storia letteraria del Novecento. Si va infatti dalla ricerca collettiva sulla produzione di letteratura tedesca nel campo letterario italiano del primo ventennio del Novecento (Baldini, Biagi, De Lucia, Fantappiè, Sisto), all’indagine sui conflitti che determinano l’ascesa del genere romanzo nei primi quarant’anni dello stesso secolo (Biagi), a un esame sociocritico delle posizioni dell’ermetismo fiorentino nel campo della poesia fra gli anni Trenta e gli anni Sessanta (Di Battista), alle ricerche sull’importanza fondamentale della traduzione nei mutamenti avvenuti nello stesso campo della poesia nel secondo dopoguerra (Fantappiè e Spampinato)[55].
Due di questi studi, pubblicati entrambi nel 2023, si segnalano inoltre perché costituiscono un primo tentativo di sintesi rispettivamente storica e teorica di ormai quasi vent’anni di ricerche su campo letterario italiano. A regola d’arte di Anna Baldini ricostruisce in modo meticoloso le posizioni e le prese di posizione, gli habitus e le illusio, le credenze e le strategie dei più significativi attori del campo letterario di quella fase decisiva per la modernizzazione della letteratura italiana cha va dall’inizio del secolo alla fine degli anni Trenta. Teoria dei campi di Anna Boschetti ricostruisce la genesi del metodo di Bourdieu, i risultati della sua applicazione a uno studio transnazionale della letteratura, e la sua collocazione rispetto a discipline quali i Translation Studies, la storia comparata e le letterature comparate; negli ultimi capitoli mette inoltre la teoria alla prova della pratica discutendo una serie di casi di studio italiani, centrati in particolare sulla figura di Elio Vittorini.
Al dinamismo della rete informale degli studiosi “bourdieusiani”, dei progetti di ricerca da loro animati e dalle loro iniziative editoriali, nonché all’interesse che la teoria dei campi, ormai collaudata anche Italia, comincia a suscitare negli ambienti accademici ed editoriali, si deve in una certa misura anche la traduzione, tardiva e lungamente attesa, della Repubblica mondiale delle lettere di Pascale Casanova, che sicuramente contribuirà a stimolare gli studi di campo soprattutto nella loro dimensione transnazionale[56]. A questa farà seguito, nel corso del 2024, la traduzione di Imperialismi, il volume che raccoglie gli scritti di Bourdieu sul transnazionale, inclusi quelli che riguardano la traduzione e i conflitti fra campi letterari[57].
Questo corpus ormai sostanzioso di ricerche, traduzioni, progetti e discussioni sta portando gli studi sul campo letterario italiano a livelli di quantità e qualità prossimi, se non a quella della Francia, almeno a quelli dell’area tedesca. Ci è parso dunque utile darne un quadro d’insieme raccogliendo in un volume studi apparsi nel corso di due decenni, in sedi disparate e non di rado in lingue diverse dall’italiano. La pubblicazione in una collana dedicata alla letteratura tradotta in Italia ha, come già nel caso di A regola d’arte di Anna Baldini e, in parte, di Teoria dei campi di Anna Boschetti, il senso di fornire, con ricostruzioni progressivamente più accurate della storia del campo letterario italiano, uno strumento indispensabile per comprendere perché e come, di epoca in epoca, la nostra letteratura ha prodotto una rappresentanza viva e influente delle opere maggiori e minori della letteratura mondiale.
5. Com’è fatto questo libro
I criteri che ci hanno guidato nella scelta dei tredici saggi che compongono questo volume sono essenzialmente tre.
In primo luogo abbiamo scelto saggi che nell’insieme, attraverso la giustapposizione di diversi casi di studio unificati da un metodo comune, raccontassero in modo coerente un secolo abbondante di storia della letteratura italiana, dalla costituzione del campo letterario nel suo assetto moderno al presente. Questo è stato possibile fino a un certo punto, perché gli studi finora realizzati coprono piuttosto bene i primi settant’anni del Novecento e i primi vent’anni del nuovo secolo, mentre lasciano quasi del tutto scoperto il periodo 1970-2000. A questa lacuna abbiamo tentato di rimediare con la traduzione di un saggio di Gisèle Sapiro sulla pubblicazione delle opere di Elsa Morante in Francia, che, pur non riguardando tanto il campo letterario italiano quanto il suo posizionamento nella gerarchia mondiale delle letterature nazionali, si concentra proprio su questo periodo.
In secondo luogo ci siamo preoccupati che i saggi raccolti affrontassero la varietà di oggetti e di questioni più ampia possibile: autori canonici (Pirandello, Gadda, Morante, Pasolini) e non (da Bontempelli e Carocci a Moresco e Nori); avanguardie letterarie (il futurismo, l’ermetismo, la neoavanguardia, il New Italian Epic) ed esperienze apparentemente più isolate (ancora Gadda e Morante); la dimensione nazionale (le strategie di legittimazione di Papini e Prezzolini come dei Wu Ming) e quella transnazionale (Marinetti e Ungaretti a Parigi, le traduzioni di Morante in Francia e quelle di Annie Ernaux ed Emmanuel Carrère in Italia); i rapporti degli scrittori con la politica (dal fascismo alla resistenza) e con i nuovi media (dal cinema al web); il ruolo consacrante delle istituzioni letterarie, dalle riviste («La voce», «Solaria») ai blog letterari («Wumingfoundation», «Nazione indiana») alle case editrici (da Einaudi a Gallimard, da Mondadori a L’orma); i problemi specifici della traduzione e del suo rapporto con la produzione “originale” (Traverso, Fortini e Pasolini che si appropriano e/o rifanno Rilke, Éluard e Brecht); i diversi generi letterari (poesia, romanzo, saggio critico), inclusi i tentativi di superamento degli stessi generi; e così via.
Infine abbiamo fatto in modo che la selezione fosse il più possibile rappresentativa delle studiose e degli studiosi che più tempestivamente e risolutamente hanno adottato la teoria dei campi nelle loro ricerche sulla letteratura italiana. In alcuni casi questa adozione è più esplicita, come segnala l’uso del lessico specifico elaborato da Bourdieu; in altri è implicita, ma è comunque strutturante per la ricerca. Un paio di essi chiamano in causa anche altre metodologie specifiche della sociologia, come la network theory (La Penna) e l’intervista qualitativa (Pareschi), e ci è parso utile documentare anche queste ibridazioni[58].
La maggior parte dei saggi, otto su tredici, sono apparsi originariamente in altre lingue (francese, inglese, tedesco); tre sono apparsi in italiano; due sono inediti. Per ragioni di sintesi e di coesione, quelli più lunghi sono stati ridotti: in genere abbiamo ritenuto opportuno omettere le parti in cui viene introdotta o discussa la teoria dei campi, necessarie in una fase ancora pionieristica della ricerca ma ormai superflue in questa sede, e non di rado abbiamo sfrondato le note a piè di pagina di almeno una parte dei rimandi alla bibliografia, in alcuni casi davvero copiosi. Più della completezza del singolo testo ci interessava infatti l’effetto d’insieme. Nello stesso spirito abbiamo a volte cambiato, con il consenso degli autori, i titoli dei saggi, per evidenziare, al di là della diversità degli oggetti, l’uniformità di un percorso. Per ciascun saggio sono comunque forniti, nella Nota ai testi qui di seguito, i riferimenti bibliografici, in modo che il lettore che intenda approfondire una qualche questione possa farlo direttamente attraverso l’originale.
Naturalmente non siamo riusciti a documentare tutto. La più grossa lacuna è forse quella relativa all’Ottocento, che richiederebbe un volume a sé. La bibliografia che chiude il volume cerca tuttavia di ovviare ai limiti di questa selezione, dando conto dei principali studi sulla storia letteraria italiana ispirati dalla teoria dei campi. È da questo patrimonio che si dovrà partire per nuove ricerche ed esplorazioni.
Nota ai testi
Anna Baldini, Allies and Enemies: Periodicals as Instruments of Conflict in the Florentine Avant-garde (1903-15), «Journal of European Periodical Studies», 3, 1, Summer 2018, pp. 7-28; traduzione dell’autrice.
Anna Boschetti, Pratiques et répresentations de l’«avant-garde» du futurisme au surréalisme, in Ead., Ismes, du réalisme au postmodernisme, CNRS, Paris 2014, pp. 107-172; traduzione e rielaborazione dell’autrice.
Rosario Gennaro, La traduzione e la nuova letteratura. Il modernismo novecentista tra nazionalismo e interculturalità, «Ticontre. Teoria, testo, traduzione», 3, 2015, pp. 79-96.
Fabio Andreazza, La Conversion de Pirandello au cinéma, «Actes de la recherche en sciences sociales», 161-162, 2006, pp. 32-41; traduzione dell’autore.
Daniela La Penna, Habitus and Embeddedness in the Florentine Literary Field: The Case of Alberto Carocci (1926–1939), «Italian Studies», 73, 2, 2018, pp. 126-141; traduzione di Andrea Romanzi.
Flavia Di Battista, L’ermetismo fiorentino e i suoi “ismi”. Traiettoria di un’avanguardia: inedito.
Cecilia Benaglia, Guerre de Libération et libération des possibles littéraires. La trajectoire de Carlo Emilio Gadda et la réception de son œuvre dans le champ italien, in Crises politiques et champs littéraires, a cura di Bastien Amiel, Paul Dirkx e Mathilde Sempé, «COnTEXTES», 16, 2015, on-line; traduzione dell’autrice.
Riccardo Bonavita, Traduire pour créer une nouvelle position: La trajectoire de Franco Fortini de Eluard à Brecht, in La Circulation internationale des littératures, a cura di Jérôme Meizoz, «Études de lettres», 1-2, 2006, pp. 277-291; traduzione di Barbara J. Bellini. Ringraziamo Cristiana Facchini per il consenso alla pubblicazione.
Salvatore Spampinato, L’età dello straniamento, da Pasolini alla Neoavanguardia. Appropriazioni di Brecht nel sottocampo della poesia: inedito.
Giséle Sapiro, The Role of Publishers in the Making Of World Literature: The Case of Gallimard, «Letteratura e letterature», 11, 2017, pp. 81-93; traduzione di Michele Sisto.
Michele Sisto, Eine literarische Öffentlichkeit 2.0? oder Internet als literarisches Subfeld. Der Fall Italien (1999-2010), in Transformationen des literarischen Feldes in der Gegenwart, a cura di Heribert Tommek e Klaus-Michael Bogdal, Synchron, Heidelberg 2012, pp. 119-138; traduzione dell’autore.
Luca Pareschi, La selezione degli inediti di narrativa nel campo editoriale contemporaneo, «allegoria», 65-66, 2012, pp. 214-253.
Barbara J. Bellini, Tradurre l’extrême contemporain: il romanzo francese in Italia (2005-2015), «allegoria», 81, 2020, pp. 200-222.
Note
[1] In particolare Pierre Bourdieu, Champ intellectuel et projet créateur, «Les Temps modernes», 246, 1966, pp. 865-906; Id., Le Marché des biens symboliques, «L’Année sociologique», 22, 1971, pp. 49-126; Id., La Production de la croyance, «Actes de la recherche en sciences sociales», 13, 1977, pp. 3-43.
[2] Vanno ricordati almeno Rémy Ponton, Le Champ littéraire de 1865 à 1905: recrutement des écrivains, structure des carrières et production des œuvres, thèse de doctorat, Université Paris V, 1977; Anna Boschetti, Sartre et «Les Temps Modernes». Une entreprise intellectuelle, Minuit, Paris 1985; Christophe Charle, Naissance des “intellectuels”. 1880-1900, Minuit, Paris 1990; Anne-Marie Thiesse, Écrire la France. Le Mouvement littéraire régionaliste de langue française entre la Belle Époque et la Libération, PUF, Paris 1991.
[3] Pascale Casanova, Beckett l’abstracteur. Anatomie d’une révolution littéraire, Seuil, Paris 1997; Gisèle Sapiro, La Guerre des écrivains. 1940-1953, Fayard, Paris 1999; Anna Boschetti, La Poésie partout. Apollinaire, homme-époque (1898-1918), Seuil, Paris 2001; Jérôme Meizoz, L’Âge du roman parlant 1919-1939, Droz, Genève 2001; Christophe Charle, Les Intellectuels en Europe au XIXe siècle, Seuil, Paris 1996; Hervé Serry, Naissance de l’intellectuel catholique, La Découverte, Paris 2004; Gisèle Sapiro, La Responsabilité de l’écrivain. Littérature, droit et morale en France (XIXe-XXIe siècles), Seuil, Paris 2011.
[4] Claire Ducourneau, La Fabrique des classiques africains. Écrivains d’Afrique subsaharienne francophone, CNRS, Paris 2017; Tristan Leperlier, Algérie. Les écrivains dans la décennie noire, CNRS, Paris 2018.
[5] Joseph Jurt, Le Champ littéraire. Le Concept de Pierre Bourdieu: contextes, théorie, pratiques, Champion, Paris 2023, pp. 115-434. Un precedente importante sono gli atti di un convegno tenutosi a Friburgo nel 2001, Le Texte et le Contexte: analyses du champ littéraire français (XIXe et XXe siècle), a cura di Michael Einfalt et Joseph Jurt, Éditions de la Maison des Sciences de l’Homme, Paris 2002.
[6] Michel Espagne, Michael Werner, Qu’est-ce qu’une littérature nationale? Approches pour une théorie interculturelle du champ littéraire, Éditions de la Maison des Sciences de l’Homme, Paris 1994; Translatio. Le marché de la traduction en France à l’heure de la mondialisation, a cura di Gisèle Sapiro, CNRS, Paris 2008; L’Espace culturel transnational, a cura di Anna Boschetti, Nouveau Monde, Paris 2010.
[7] Pascale Casanova, La République mondiale des lettres, Seuil, Paris 1999, trad. it. di Cecilia Benaglia, La repubblica mondiale delle lettere, postfazione di Franco Moretti, nottetempo, Milano 2023. Per un primo bilancio del dibattito suscitato dal libro cfr. Debating World Literature, a cura di Christopher Prendergast, Verso, London 2004.
[8] Le opere di Bourdieu sono pubblicate dalla prestigiosa casa editrice Suhrkamp fin dal 1970, e Die Regeln der Kunst esce nel 1999.
[9] Tra queste i volumi introduttivi di Joseph Jurt, Das literarische Feld. Das Konzept Pierre Bourdieus in Theorie und Praxis, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, Darmstadt 1995, e Streifzüge durch das literarische Feld, a cura di Louis Pinto e Franz Schultheis, Universitätsverlag, Konstanz 1997, che contiene testi di Bourdieu e di suoi allievi francesi e tedeschi.
[10] Markus Joch, Bruderkämpfe: zum Streit um den intellektuellen Habitus in den Fällen Heinrich Heine, Heinrich Mann und Hans Magnus Enzensberger, Winter, Heidelberg 2000; Norbert Christian Wolf, Streitbare Ästhetik: Goethes kunst- und literaturtheoretische Schriften 1771-1789, Niemeyer, Tübingen 2001; Text und Feld. Bourdieu in der literaturwissenchaftlichen Praxis, a cura di Markus Joch e Norbert Christian Wolf, Niemeyer, Tübingen 2005. In linea con questi interessi anche Zwischen den Fronten: Positionskämpfe europäischer Intellektueller im 20. Jahrhundert, a cura di Ingrid Gilcher-Holtey, Akademie, Berlin 2006.
[11] Christine Magerski, Die Konstituierung des literarischen Feldes in Deutschland nach 1871: Berliner Moderne, Literaturkritik und die Anfänge der Literatursoziologie, Niemeyer, Tübingen 2004; Heribert Tommek, Der lange Weg in die Gegenwartsliteratur: Studien zur Geschichte des literarischen Feldes in Deutschland von 1960 bis 2000, De Gruyter, Berlin 2015; sul contemporaneo si veda anche Transformationen des literarischen Feldes in der Gegenwart. Sozialstruktur. Medien-Ökonomien. Autorpositionen, a cura di Heribert Tommek, Klaus-Michael Bodgal, Synchron, Bielefeld 2012.
[12] Thomas Wegmann, Dichtung und Warenzeichen. Reklame im literarischen Feld 1850-2000, Wallstein, Göttingen 2011; Der Bildungsroman im literarischen Feld: neue Perspektiven auf eine Gattung, a cura di Elisabeth Böhm e Katrin Dennerlein, De Gruyter, Berlin 2016; Ella Margaretha Karnatz, Autorschaft, Genres und digitale Medien: Sibylle Berg, Markus Heitz, Cornelia Funke und Michael Köhlmeier im literarischen Feld der Gegenwart (2010-2020), transcript, Bielefeld 2023. Sulla Germania orientale si vedano Literarisches Feld DDR: Bedingungen und Formen literarischer Produktion in der DDR, a cura di Ute Wölfel, Königshausen und Neumann, Würzburg 2005; Gregor Ohlerich, Sozialistische Denkwelten. Modell eines literarischen Feldes der SBZ/DDR 1945 bis 1953, Winter, Heidelberg 2005; Ronald Weber, Peter Hacks, Heiner Müller und das antagonistische Drama des Sozialismus, De Gruyter, Berlin 2015.
[13] Norbert Christian Wolf, Kakanien als Gesellschaftskonstruktion: Robert Musils Sozioanalyse des 20. Jahrhunderts, Böhlau, Wien 2011; a un’autrice contemporanea è invece dedicato Uta Degner, Eine “unmögliche” Ästhetik: Elfriede Jelinek im literarischen Feld, Böhlau, Wien 2022.
[14] Va segnalata invece un’interessante storia della germanistica, che ripercorre gli sviluppi della disciplina dal primo Ottocento agli anni Sessanta del Novecento: Pier Carlo Bontempelli, Knowledge, Power, and Discipline: German Studies and National Identity, University of Minnesota Press, Minneapolis 2003 (l’ed. originale, italiana, è del 2000). Dello stesso autore, e con la stessa impostazione, SD. L’intelligence delle SS e la cultura tedesca, Castelvecchi, Roma 2006.
[15] Pierre Bourdieu, Rules of Art: Genesis and Structure of the Literary Field, Stanford University Press, Stanford 1996.
[16] Pierre Bourdieu, The Field of Cultural Production. Essays on Art and Literature, a cura di Randal Johnson, Columbia University Press, New York 1993; Jeremy F. Lane, Pierre Bourdieu: A Critical Introduction, Pluto, London 2000; Jeremy Ahearne, Between Cultural Theory and Policy: The Cultural Policy Thinking of Pierre Bourdieu, Michel de Certeau and Régis Debray, University of Warwick, Warwick 2004; John Speller, Bourdieu and Literature, Open Book, Cambridge 2011. Molti di loro sono presenti nel numero monografico della rivista «Paragraph» (35, 2012) curato da Ahearne e Speller e dedicato a Bourdieu and the Literary Field.
[17] Ken Gelder, Popular Fiction: The Logics and Practices of a Literary Field, Routledge, London 2004; Martin Hipsky, Modernism and the Women’s Popular Romance in Britain 1885-1925, Ohio University Press, Athens 2011; Sonia Baelo-Allué, Bret Easton Ellis’s Controversial Fiction: Writing between High and Low Culture, Continuum, London 2011; tra le poche eccezioni Peter D. McDonald, British Literary Culture and Publishing Practice 1880-1914, Cambridge University Press, Cambridge 1997.
[18] Richard H. Brodhead, The American Literary Field, 1860-1890, in The Cambridge History of American Literature, vol. III, Cambridge University Press, Cambridge 2005, pp. 11-62.
[19] Si vedano, a titolo d’esempio, il precoce e fortunato studio di George Hutchinson, The Harlem Renaissance in Black and White, Belknap-Harvard University Press, Cambridge 1995; Michael Nowlin, Literary Ambition and the African American Novel, Cambridge University Press, Cambridge 2019; Fiannuala Morgan, Aboriginal Writers and Popular Fiction: The Literature of Anita Heiss, Cambridge University Press, Cambridge 2021; Susan S. Williams, Reclaiming Authorship: Literary Women in America, 1850-1900, University of Pennsylvania Press, Philadelphia 2013.
[20] Pierre Bourdieu, Les Règles de l’art. Génèse et structure du champ littéraire, Seuil, Paris 1992, trad. it. di Anna Boschetti ed Emaneule Bottaro, Le regole dell’arte. genesi e struttura del campo letterario, il Saggiatore, Milano 2005, p. 49.
[21] Las reglas del arte: génesis y estructura del campo literario, Anagrama, Barcelona 1995.
[22] Mercedes Blanco, Poéticas, retóricas y estudio crítico de la literatura, «Bulletin Hispanique», 1, 2004, pp. 213-233.
[23] Carlos M. Gutiérrez, La espada, el rayo y la pluma. Quevedo y los campos literario y de poder, Purdue University Press, West Lafayette 2005; Inke Gunia, De la poesía a la literatura. El cambio de los conceptos en la formación del campo literario español del siglo XVIII y principios del XIX, Iberoamericana, Madrid 2008. Sia Gutiérrez sia Gunia non insegnano in Spagna.
[24] David Viñas Piquer, El enigma best-seller: fenómenos extraños en el campo literario, Ariel, Barcelona 2009.
[25] Alejandro Mejías-López, The Inverted Conquest: The Myth of Modernity and the Transatlantic Onset of Modernism, Vanderbilt University Press, Nashville 2010. Anche Mejías-López non insegna in Spagna ma negli Stati Uniti.
[26] Antón Figueroa, Nación, Literatura, identidade, Xerais, Vigo 2001; Id., Ideoloxía e autonomía no campo literario galego, Laiovento, A Coruña 2010; Mario Regueira, Narrativa e imaxinario nacional na reconstrución do campo literario de posguerra (1936-1966), Xerais, Vigo 2020. Ma si veda anche Arturo Casas, Procesos da historiografía literaria galega. Para un debate crítico, Edizioni Ca’ Foscari, Venezia 2021, in particolare le pp. 89-118 e 289-304. Figueroa ha partecipato agli incontri del gruppo ESSE negli anni 2004-2008. L’uso della teoria dei campi in Galizia è stato inoltre propiziato dalla traduzione in lingua galega di una piccola raccolta di scritti di Bourdieu: O campo literario, a cura di Carlos Pérez Varela, Laiovento, Santiago 2004.
[27] Per una panoramica sulla ricezione di Bourdieu in America latina cfr. Mabel Moraña, Bourdieu en la periferia. Capital simbólico y campo cultural en América Latina, Cuarto Propio, Santiago de Chile 2014.
[28] Carlos Altamirano, Beatriz Sarlo, Literatura/Sociedad, Hachette, Buenos Aires 1983; Id., Ead., Ensayos argentinos: de Sarmiento a la vanguardia, Centro Editorial de América Latina, Buenos Aires 1983. L’impronta del metodo di Bourdieu si conserva anche nei loro studi più maturi, per esempio in Carlos Altamirano, Para un programa de historia intelectual y otros ensayos, Siglo XXI, Buenos Aires 2005, e nella vasta produzione di Serlo, che comprende studi come Una modernidad periférica: Buenos Aires, 1920 y 1930, Nueva Visión, Buenos Aires 1988, e La máquina cultural: Maestras, traductores y vanguardistas, Ariel, Buenos Aires 1998.
[29] Gustavo Sorá, Traducir el Brasil. Una antropología de la circulación internacional de las ideas, Libros del Zorzal, Buenos Aires 2003; Id., A History of Book Publishing in Contemporary Latin America, Routledge, New York 2021; Fernanda Beigel, El itinerario y la brújula: el vanguardismo estético-político de José Carlos Mariátegui, Biblos, Buenos Aires 2003.
[30] Tra questi Sergio Miceli, Les Intellectuels au pouvoir au Brésil 1920-1945, Éditions de la Maison de Science de l’Homme, Paris 1981 (riproposto in portoghese col titolo Intellectuais à brasileira, Companhia das Letras, São Paulo 2001); Vanguardas em retrocesso: ensaios de história social e intelectual do modernismo latino-americano, Companhia das Letras, São Paulo 2012; Lira mensageira: Drummond e o grupo modernista mineiro, Todavia 2022.
[31] Randal Johnson, The Dynamics of the Brazilian Literary Field, 1930-1945, «Luso-Brazilian Review», 31, 2, 1994, pp. 5-22. Johnson è il curatore del citato The Field of Cultural Production, uscito nel 1995. As regras da arte. Companhia das Letras, São Paulo 1996.
[32] Enio Passiani, Na trilha do Jeca: Monteiro Lobato e a formaçãodo campo literário no Brasil, Edusc, Bauru 2003; Gustavo Sorá, Brasilianas. José Olympio e a gênese do mercado editorial brasileiro, Edusp, São Paulo 2010; Douglas Pompeu, Uma ilha brasileira no campo literário alemão. Dinâmicas de circulação literária pela editora Suhrkamp e a recepção da literatura do Brasil (1970-1990), transcript, Bielefeld 2022.
[33] Crítica e Movimentos estéticos: configurações discursivas do campo literário, a cura di Celina Maria Moreira de Mello e Pedro Paulo Garcia Ferreira Catharina, 7Letras, Rio de Janeiro 2006; Campo literário, n. 34 della rivista «Estudos de Literatura Brasileira Contemporânea», a cura di Wander Nunes Frota e Enio Passiani, 2009.
[34] Si vedano la precoce raccolta di saggi da lui curata, The Literary Field of Twentieth-Century China, Curzon, London 1999; Id., Questions of Style: Literary Societies and Literary Journals in Modern China, 1911-1937, Brill, Leiden 2003; e il forse prematuro tentativo di The Global Literary Field, curato con George Paizis e Anna Guttman, Cambridge Scholars Press, Newcastle-upon-Tyne 2006.
[35] Piaier Budi’e (Pierre Bourdieu), Yishu de faze [Le regole dell’arte], trad. di Liu Hui, Zhongyang bianyi chubanshe, Beijing 2001.
[36] Michel Hockx, The Literary Field and the Field of Power: The Case of Modern China, «Paragraph», 35, 1, 2012, pp. 49-65: p. 58 (trad. mia).
[37] Sung-sheng Yvonne Chang, Literary Culture in Taiwan: Martial Law to Market Law, Columbia University Press, New York 2004; John Christopher Hamm, Paper Swordsmen: Jin Yong and the Modern Chinese Martial Arts Novel, University of Hawai’i, Honolulu 2005. Tra gli studi più recenti si può aggiungere almeno Saiyin Sun, Beyond the Iron House: Lu Xun and the Modern Chinese Literary Field, Routledge, New York 2017.
[38] Li Jiping, Wenxue yanjiuhui yu Zhongguo xiandai wenxue zhidu [L’Associazione Letteraria e il moderno sistema letterario cinese], Zhongguo chuanmei daxue chubanshe, Beijing 2010; Wang Benchao, Zhongguo dangdai wenxue zhidu yanjiu (1949–1976) [Un approccio alle istituzioni della letteratura cinese contemporanea], New Star Press, Beijing 2007.
[39] Shao Yanjun, Qingxie de wenxuechang: dangdai wenxue shengchan jizhi de shichanghua zhuanxing [Il campo letterario inclinato: la trasformazione commerciale dei meccanismi di produzione della letteratura contemporanea], Jiangsu renmin chubanshe, Nanjing 2003. Per una discussione di questo libro e dell’applicabilità del modello di Bourdieu allo spazio letterario cinese cfr. Marco Fumian, The Temple and The Market: Controversial Positions in the Literary Field with Chinese Characteristics, «Modern Chinese Literature and Culture», 21, 2009, pp. 126-166.
[40] Lucia Dragomir, L’Union des écrivains. Une institution transnationale à l’Est: l’exemple roumain, Belin, Paris 2007; Cécile Vaissié, Ingénieurs des âmes en chef: littérature et politique en URSS (1944-1986), Belin, Paris 2008; The Literary Field Under Communist Rule, a cura di Aušra Jurgutienė e Dalia Satkauskytė, Academic Studies Press, Boston 2019.
[41] Samia Mehrez, Egypt’s Culture Wars: Politics and Practice, Routledge, London 2008.
[42] Jarad Jon Zimbler, J.M. Coetzee’s Bare Prose and the South African Literary Field, 1962-1986, Cambridge University Press, Cambridge 2010; Bourdieu and Postcolonial Studies, a cura di Raphael Dalleo, Oxford University Press, Oxford 2016.
[43] Constructing a Sociology of Translation, a cura di Michaela Wolf e Alexandra Fukari, Benjamins, Amsterdam 2007.
[44] Institutions of World Literature: Writing, Translation, Markets, a cura di Stefan Helgesson, Pieter Vermeulen, Routledge, London 2015; William Marling, Gatekeepers: The Emergence of World Literature and the 1960s, Oxford University Press, Oxford 2016; Gesine Müller, How Is World Literature Made?: The Global Circulations of Latin American Literatures, de Gruyter, Berlin 2021.
[45] Rosario Gennaro, La risposta inattesa: Ungaretti e il Belgio tra politica, arte e letteratura, Leuven University Press, Leuven 2002, 2 voll.; Giorgio Alberti, Linder e Il Saggiatore: editoria e cultura tra Italia e Stati Uniti nel carteggio di Erich Linder e Alberto Mondadori, relatori Mario Infelise e Anna Boschetti, Università Ca’ Foscari di Venezia, 2002-2003; Riccardo Bonavita, La fatica dell’eresia. Franco Fortini, «Il Politecnico» e la Guerra fredda, in La sfida della letteratura. Scrittori e poteri nell’Italia del Novecento, a cura di Neil Novello, Carocci, Roma 2004, pp. 13-152, non a caso tutte focalizzate su problematiche transnazionali: Ungaretti in Belgio, l’agente letterario Erich Linder, Fortini traduttore.
[46] Giornata Pierre Bourdieu. Confronto aperto su risultati e problemi, a cura di Roberto Alciati e Michele Sisto, Università di Torino, 4 novembre 2005; 2ª Giornata Pierre Bourdieu, a cura di Pier Carlo Bontempelli, Università di Chieti-Pescara, 3-4 marzo 2006; 3ª Giornata Pierre Bourdieu: Bourdieu e le scienze storiche, a cura di Andrea Rapini, Università di Modena-Reggio Emilia, 30 maggio 2008; 4ª Giornata Pierre Bourdieu, a cura di Andrea Rapini e Michele Sisto, Università di Modena-Reggio Emilia, 15 giugno 2012; Quarant’anni di campo: il nuovo spirito scientifico di Pierre Bourdieu, a cura di Roberto Alciati, Michele Sisto e Emiliano R. Urciuoli, Università di Torino, 3-4 ottobre 2013; Pierre Bourdieu in Italia. Bilanci, ricerche, proposte, a cura di Anna Baldini e Giacomo Morbiato, Università di Padova, 4 luglio 2019; Fare ricerca con Bourdieu. Strumenti, applicazioni, problemi, confronti, a cura di Fabio Andreazza, Gerardo Ienna, Andrea Rapini, Marco Santoro, Università di Bologna, 15 novembre 2019; Ricombinare i saperi. Fare ricerca con Pierre Bourdieu, a cura di Andrea Rapini, Università di Modena-Reggio Emilia, 23 giugno 2023.
[47] La rete di ESSE era coordinata da Franz Schultheis con la collaborazione di Anna Boschetti, Emanuele Bottaro, Johan Heilbron, Joseph Jurt, Ingrid Gilcher-Holtey e altri.
[48] Tra quelli che hanno tra i loro oggetti anche il campo letterario italiano segnalo: La Dialectique du national (régional) et du transnational dans la production et la réception des produits culturels, a cura di Anna Boschetti, Università Ca’ Foscari di Venezia, 3-5 maggio 2007 (nell’ambito del progetto ESSE. Pour une Espace des sciences sociales europeén); Letteratura italiana e tedesca a confronto (1945-1970): campi letterari, polisistemi, traduzioni, a cura di Irene Fantappiè e Michele Sisto, Istituto Italiano di Studi Germanici in Roma, 15-17 novembre 2012; I campi artistici: oggetti, metodi, prospettive vent’anni dopo «Le regole dell’arte» di Pierre Bourdieu, a cura di Anna De Biasio e Fabio Andreazza, Università di Bergamo, 27-28 novembre 2012.
[49] Un interesse per la teoria dei campi è presente già nel progetto Mapping Literary Space: Italian Intellectuals, Literary Journals, Publishing Firms 1940-1960, finanziato dall’Arts and Humanities Research Council britannico e coordinato da Daniela La Penna negli anni 2012-2014, ma è ancora più esplicito nel progetto Storia e mappe digitali della letteratura tedesca in Italia nel Novecento: editoria, campo letterario, interferenza, finanziato dal MIUR sulla linea Futuro in Ricerca (FIRB) e coordinato da Michele Sisto negli anni 2013-2018, da cui si è poi sviluppato il più ambizioso LTit – Letteratura tradotta in Italia (www.ltit.it).
[50] Il numero contiene – alle pp. 7-109 – un’Introduzione di Anna Baldini, gli scritti di Bourdieu Il critico, o il punto di vista dell’autore e Per una scienza delle opere, il saggio di Anna Boschetti La genesi delle poetiche e dei canoni. Esempi italiani (1945-1970) e quello di Michele Sisto Mutamenti del campo letterario italiano 1956-1968: Feltrinelli, Einaudi e la letteratura tedesca contemporanea.
[51] Tra questi Francesco Guglieri e Michele Sisto, Verifica dei poteri 2.0. Critica e militanza letteraria in Internet (1999-2009), «allegoria», 61, 2010, pp. 153-174; Luca Pareschi, La selezione degli inediti di narrativa nel campo editoriale contemporaneo, «allegoria», 65-66, 2012, pp. 214-253; Barbara J. Bellini, Tradurre l’extrême contemporain: il romanzo francese in Italia (2005-2015), «allegoria», 81, 2020, pp. 200-222; Anna Baldini, L’autonomia letteraria tra Stato e mercato sotto il regime fascista, «allegoria», 84, 2021, pp. 45-63; e Salvatore Spampinato, Contro la “musica gastronomica”. Il modello brechtiano, i Cantacronache e la canzone popolare in Italia, «allegoria», 85, 2022, pp. 174-193.
[52] Riccardo Bonavita, Storia della letteratura italiana, Vol. 5, L’Ottocento, il Mulino, Bologna 2005 (si tratta della riduzione a fini editoriali di un testo molto più ampio rimasto incompiuto a causa della morte dell’autore, avvenuta nel 2005); Gianluca Albergoni, I mestieri delle lettere tra istituzioni e mercato. Vivere e scrivere a Milano nella prima metà dell’Ottocento, FrancoAngeli, Milano 2006; Valentina Perozzo, Scrivere per vivere. Romanzi e romanzieri nell’Italia di fine Ottocento, Unicopli, Milano 2020.
[53] Riccardo Bonavita, L’anima e la storia. Struttura delle raccolte poetiche e rapporto con la storia in Franco Fortini, a cura di Thomas Mazzucco, Biblion, Milano 2017 (pubblicato postumo, il libro risale a prima del 2005); Anna Baldini, Il comunista. Una storia letteraria dalla Resistenza agli anni settanta, UTET, Torino 2008; Fabio Andreazza, Identificazione di un’arte. Scrittori e cinema nel primo Novecento italiano, Bulzoni, Roma 2008.
[54] Cecilia Benaglia, Engagements de la forme. Une sociolecture des œuvres de Carlo Emilio Gadda et Claude Simon, Classiques Garnier, Paris 2020; Barbara J. Bellini, Le Transfert littéraire. Médiation éditoriale du roman contemporain allemand et français en Italie (2005–2015), Steiner, Stuttgart 2022; Stefania Caristia, La Réception de la littérature française dans les revues littéraires italiennes (1944-1970), Classiques Garnier, Paris 2023; Mila Milani, Publishing Contemporary Foreign Poetry: Transnational Exchange in the Italian Publishing Field, 1939-1977, Liverpool University Press, Liverpool 2023.
[55] La collana, edita da Quodlibet, pubblica in un primo momento le ricerche nate all’interno del progetto Storia e mappe della letteratura tedesca in Italia: Anna Baldini, Daria Biagi, Stefania De Lucia, Irene Fantappié, Michele Sisto, La letteratura tedesca in Italia. Un’introduzione 1900-1920, 2018; Michele Sisto, Traiettorie. Studi sulla letteratura tradotta in Italia, 2019; Daria Biagi, Prosaici e moderni. Teoria, traduzione e pratica del romanzo nell’Italia del primo Novecento, 2022; Irene Fantappiè, Franco Fortini e la poesia europea. Riscritture di autorialità, 2022; Anna Baldini, A regola d’arte. Storia e geografia del campo letterario italiano (1902-1936), 2023. Ma molto presto si apre a studi che – purché si occupino di traduzioni – adottano a loro volta la teoria dei campi: Flavia Di Battista, Tradurre è come scrivere. Leone Traverso e Hugo von Hofmannsthal, 2023; Anna Boschetti, Teoria dei campi, Transnational Turn e storia letteraria, 2023; Salvatore Spampinato, Attraverso Brecht. Traduzione, politica e poesia nell’Italia del Novecento, in corso di pubblicazione; Anna Boschetti, La traiettoria di Benedetto Croce nel campo intellettuale italiano ed europeo, in corso di pubblicazione.
[56] Casanova, La repubblica mondiale delle lettere, cit.
[57] Impérialismes. Circulation internationale des idées et luttes pour l’universel, a cura di Gisèle Sapiro, Franck Poupeau et Jérôme Bourdieu, Raisons d’agir, Paris 2023, trad. it. di Anna Boschetti, Imperialismi. Circolazione internazionale delle idee e lotte per l’universale, Quodlibet, Macerata, in corso di pubblicazione. Il titolo, assai politico, è chiarito dalla quarta di copertina dell’edizione francese: «L’imperialismo non è solo una relazione di dominio fra paesi, ma si esercita anche nelle pretese di universalità in fatto di cultura e di stili di vita. Sulla base di numerosi testi che esplorano la dimensione internazionale dei campi [letterario, storico, giuridico, sportivo, economico], questo libro apre prospettive di ricerca inedite sulle strategie di universalizzazione dispiegate in ogni impresa volta al dominio» (trad. mia).
[58] Il saggio di Pareschi, a dire il vero, non adotta la teoria dei campi, ma ci sembra un’interessante esempio di pratiche, come l’intervista qualitativa e l’analisi quantitativa, cui Bourdieu faceva intenso ricorso, e che assai di rado vengono applicate, almeno in Italia, allo studio della letteratura.
[Immagine: Daniel Soder Untitled I, 2020].