di Leónidas Lamborghini (a cura di Lorenzo Mari)

 

[E’ appena uscito nella collana Talee diretta da Andrea Franzoni e Fabio Orecchini dell’editore Argolibri Il candidato fuori posto. Poema in quattro tempi di Leónidas Lamborghini, a cura di Lorenzo Mari (con una postfazione di Rosaria Lo Russo). Ne pubblichiamo alcuni testi].

 

 

El saboteador arrepentido

 

Oh Máquina de los Recuerdos

y esta música traqueteante

renace, que aún vive, que aún persiste

de los batanes.

Gran Cuarto de los zurcidos

bajo el tribunal de las telas en crudo

en otoño nací.

¿Mi destino estaba sellado?

cuando la más vieja de las zurcidoras

– toca en mis sienes con su resplandeciente

aguja especializada –

dijo

– Dirigirá esta fábrica

toda la producción

pasando por sus manos.

Entonces me erguí

mitad empleado – mitad obrero

sólo como un monstruo sabría hacerlo

y trozos aún del cascarón textil

lo alcancé bien y comprendiendo que

aquello era

sentencia

angustia fabril

y dolor de conflictos en la mano de obra

Huyendo por debajo de las mesas

revisadoras

describo inverosímiles curvas

económicas

avisé apresurado en las paredes

YO NO SOY TÉCNICO YO NO SOY TÉCNICO

– ¿Qué es esto?

Hasta que el fabricante disfrazado

de patrón

vistiendo su más fino casimir

su más peinado hábito

me envuelve con su cola y aquí

me deposita:

– Éste es tu nuevo puesto

San Andrés caminaba

con altas botas de goma

ese invierno.

Bajo lluvias continuas, localidad

sintió sobre sus tierras

motores y patas de telares.

Yo era control

y era el Alto Parlante voz de mando

infundiendo valor a mis peones

tratando de tomar por asalto los galpones

vacíos.

Caudillo entre mi gente

en medio de tan ruda batalla

soy derribado

al tiempo que mis hombres

conseguían entrar sobre grandes rodillos

entonces

sobreponiéndome

alcanzo a defender con victoria

toda esa época

la bandera del capital ajeno.

 

 

 

Il sabotatore pentito

 

Oh Macchina dei Ricordi

e questa musica che vibra

rinasce, ancora vivente, ancora persistente

dalle follatrici.

Sala Grande dei rammendi

sotto il tribunale dei tessuti grezzi

sono venuto al mondo in autunno.

Il mio destino era segnato?

quando la più vecchia delle rammendatrici

– mi tocca le tempie con il suo risplendente

ago specializzato –

ha detto

– Dirigerà questa fabbrica

tutta la produzione

che passa dalle sue mani.

A quel punto mi sono alzato in piedi

metà impiegato – metà operaio

come soltanto un mostro avrebbe saputo fare

e ancora con i frammenti dell’involucro tessile

l’ho capito bene e comprendendo che

si trattava di

verdetto

tormento delle manifatture

e dolore per i conflitti nella manodopera

Fuggendo da sotto i tavoli

delle verifiche

descrivo inverosimili curve

economiche

in tutta fretta ho lasciato un avviso sui muri

IO NON SONO UN TECNICO IO NON SONO UN

TECNICO

– Cosa succede?

Fino al momento in cui il produttore travestito

da padrone

indossando il suo cashmere più raffinato

il suo vestito più raffinato

non mi avvolge nelle spire della sua coda ed è qui

che mi deposita:

– Questo è il tuo nuovo posto

Sant’Andrea camminava

quell’inverno

calzando grandi stivali di gomma.

Sotto continue piogge, il posto

provò sulle proprie terre

motori e gambe di telai.

Io ero il controllo

ed ero l’Alto Parlante voce di comando

che infondeva coraggio nei miei subalterni

che cercava di prendere d’assalto i magazzini

vuoti.

Condottiero tra la mia gente

nel mezzo di una battaglia così cruenta

vengo disarcionato

nello stesso istante in cui i miei uomini

riuscivano a entrare passando su grandi rulli

a quel punto

superandomi

riesco a difendere con successo

l’epoca intera

lo stendardo dell’altrui capitale.

 

*

 

Hablando solo

 

Como el que va hablando

solo

por la calle

tratando de entenderse

 

la ciudad es su hospicio.

 

Como el que está

confesando

su angustia a otro

y ese otro

es él mismo

andando por la calle.

 

la ciudad es su hospicio.

 

Como el que sin saberlo

va caminando

entre la gente

y le hace extraños gestos

a ese otro

que es él mismo

 

la ciudad es su hospicio.

 

Como el que va de una esquina

a la otra

camina y habla solo

porque trata de entenderse

con ese otro

que es él mismo

 

como ése

como ése

 

la ciudad es su hospicio

 

 

 

Parlando da solo

 

Come quello che gira parlando

da solo

per la strada

cercando di capirsi

 

la città è il suo ospizio.

 

Come quello che sta

confessando

il suo tormento a un altro

e quell’altro

che cammina per la strada.

 

la città è il suo ospizio.

 

Come quello che senza saperlo

sta camminando

in mezzo alla gente

e fa dei gesti strani

a quell’altro

che è lui stesso

 

la città è il suo ospizio.

 

Come quello che va da un angolo

all’altro

cammina e parla da solo

perché cerca di capirsi

con quell’altro

che è lui stesso

 

come quello

come quello

 

la città è il suo ospizio

 

*

 

Leyendo el diario

 

Como el que un día

leyendo el diario

se sorprende

en la Sección Extraviados

 

y quién soy

y dónde estoy se pregunta.

 

Como el que ve esa foto

de su rostro

allí

y reconoce su rostro

pero no se identifica

 

y quién soy

y dónde estoy se pregunta.

 

Como el que lee

sus datos de identidad

allí

debajo de la foto

de su rostro

y se identifica

pero no se reconoce

 

y quién soy

y dónde estoy se pregunta.

 

Como el que intenta

hacer memoria

y toca su cuerpo y se dice

soy éste, estoy aquí

y comienza a buscarse

y no se encuentra

 

como ése

como ése

 

y quién soy

y dónde estoy se pregunta.

 

 

 

Leggendo il giornale

 

Come quello che un giorno

leggendo il giornale

sorprende sé stesso

nella Rubrica Scomparsi

 

e chi sono

e dove sono si chiede.

 

Come quello che vede la foto

della sua faccia

proprio lì

e riconosce la sua faccia

ma non si identifica

 

e chi sono

e dove sono si chiede.

 

Come quello che legge

i suoi estremi

proprio lì

sotto la foto

della sua faccia

e si identifica

ma non si riconosce

 

e chi sono

e dove sono si chiede.

 

Como quello che prova

a fare memoria

e si tocca il corpo e si dice

sono questo, sono qui

e inizia a cercarsi

e non si trova

 

come quello

come quello

 

e chi sono

e dove sono si chiede

 

Leònidas Lamborghini (Buenos Aires 1927-2009), poeta, scrittore e saggista argentino, di appartenenza peronista, è considerato uno dei massimi autori argentini del secondo Novecento. Fratello maggiore dello scrittore Osvaldo Lamborghini (1940-1985), appartiene a un gruppo di autori argentini che Héctor Libertella e Luis Gusmán hanno descritto come “letteratura ammutinata” e che può annoverare tra i propri esponenti lo stesso Libertella, Ricardo Piglia e Alberto Laiseca.

Con la dittatura, sin dal 1955, inizia un lungo periodo di proscrizione e martirio per Lamborghini, che lo porterà, dal ‘77 al ‘90, a vivere un lungo esilio in Messico.

Insignito nel 1991 del Premio Leopoldo Marechal e nel 1992 del Premio Boris Vian, ha pubblicato molti libri di poesia e narrativa, tra cui ricordiamo: El solicitante descolocado (1971), Verme y 11 reescrituras de Discépolo (1988), Odiseo confinado (1992) e Carroña última forma (2001). Muore a Buenos Aires il 13 novembre 2009.

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