di Mariachiara Rafaiani

 

[E’ appena uscito per Tlon L’ultimo mondo, il nuovo libro di Mariachiara Rafaiani. Ne pubblichiamo alcuni testi].

 

I dolori una luce.

Il braccio che si tende e si flette

per indicare, per dire basta.

Il legno ruvido di un tavolo,

il piede levigato di una statua.

Un ramo che ostruisce il cammino

neanche snocciolasse

spighe dorate di grano,

o bloccasse l’avvenire di una morte.

 

Ti prendo la mano e muoio con te.

 

La sabbia scivola come un fiume

tra le fessure delle dita.

L’incanto è una consistenza,

un’inclinazione verso la fine,

il viola acceso di una sera

o di una porta.

 

Questo in un mattino improvviso.

 

*

 

È una notte qualsiasi di gennaio,

il sipario si apre e si chiude

ma nessuno applaude.

 

Vedrai, allora, se esci dalla quinta,

mille sedie vermiglie tutte vuote

e potrai sospirare di sollievo:

questo scoordinato orrore umano

è finito,

è finito questo amore duro

incapace di camminare.

 

*

 

Dove la luce più pura perde il senno

e non c’è traccia di ragione,

cumuli di oggetti, auto in fila,

case abbandonate, voci spente,

tracciano una lunga storia

che io ancora racconto.

 

*

 

Abbiamo raggiunto pianeti

di ghiaccio, e poi, subito,

territori infiammati.

 

Sembrava di assistere

alle prime avvisaglie di un amore.

Sembrava di assistere

a un terrore universale.

 

Ricordi?

Mettemmo via tutti i cappotti

per i quattordici gradi a dicembre

e quando guardavamo

le vastità azzurre eravamo

una carne desiderosa,

un raduno di senzatetto.

 

Cosa abbiamo combinato

in questa crudele noia?

 

*

 

Sulla Senna il sole precipita,

ogni cosa trema,

la chiave dell’equilibrio

degli esseri senza sguardo.

 

La città si stringe in una danza,

come ogni volta che passi il ponte.

È sempre un fuoco,

l’inizio dell’addio.

 

*

 

Avrebbero invocato gli dèi a Rodi,

o a Delos dove il mare

perde la traccia e tutto torna indietro,

 

eppure i nostri cuori ci superano,

non sperano, vedono e basta.

 

E non si sacrifica più nulla.

 

 

 

2 thoughts on “L’ultimo mondo

  1. versi potenti. Confesso che mi hanno colpito profondamente per la loro immediatezza certamente, ma soprattutto per il trait d’union fra orrore e amore. Scoperta bellissima.

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