[Nel mese di luglio, le Classifiche pordenonelegge-Dedalus hanno chiesto alle Lettrici e ai Lettori che le animano di indicare alcuni titoli di libri pubblicati nel decennio 2001-2011 trascurati dalla critica o dal pubblico e meritevoli invece di essere riletti e riscoperti. Ne è risultata questa lista di opere, accomunate dal fatto di non aver vinto Premi letterari di rilievo o di non essere attualmente in lizza per uno di essi. La offriamo ai lettori, con l’auspicio che essa venga discussa e magari  ampliata da nuovi suggerimenti di ri-lettura].

Narrativa e Altre scritture

Franco Arminio, Viaggio nel cratere, Sironi 2003
Dino Baldi, Morti favolose degli antichi, Quodlibet 2010
Nanni Balestrini, Sandokan, Einaudi 2004 e DeriveApprodi 2009
Alessandro Banda, Dolcezze del rancore, Einaudi 2001
Raffaella Battaglini, L’aria di casa, Archetipo Libri 2011
Daniele Benati, Cani dell’inferno, Feltrinelli 2004
Marcello Benfante, L’uomo che guardava le donne, Gaffi 2009
Gherardo Bortolotti, Tecniche di basso livello, Lavieri 2009
Adrian Bravi, Restituiscimi il cappotto, Fernandel 2004
Adrian Bravi, Il riporto, Nottetempo  2011
Giancarlo Buzzi, Dell’amore, Aliberti 2004.
Giuseppe Carrieri-Michele Marcon (a cura di), L’inafferrabile, Arcipelago 2007
Umberto Casadei, Il suicidio di Angela B., Sironi 2003
Alfonso Diego Casella, Cicoria, L’Autore Libri Firenze, 2008
Leonardo Pica Ciamarra, Ad avere occhi per vedere, Minimum fax 2002
Ugo Cornia, Le pratiche del disgusto, Sellerio 2007
Mauro Covacich, Fiona, Einaudi 2005
Mauro Curradi, Via da me, L’Obliquo 2000
Luciana De Bernart, La chiocciola, SBC 2009
Pier Paolo Di Mino, Storia aurea, Edilet 2010
Luigi Di Ruscio, Cristi polverizzati, Le Lettere, Firenze 2009
Ermino Ferrari, Passavano di là, Casagrande 2004
Antonio Franchini, Cronaca della fine, Marsilio 2003
Nevio Gambula- Francesco Muzzioli, Qui si vende storia, Odradek  2010
Daniele Garbuglia, Home, Casagrande 2006
Giuseppe Genna, Dies Irae, Rizzoli 2006
Rino Genovese, Ci sono le fate a Stoccolma, Diabasis 2008
Stefano Jorio, Radiazione, minimun fax 2010
Nicola Lagioia, Occidente per principianti, Einaudi 2004
Marco Mancassola, La vita erotica del superuomini, Rizzoli 2008
Salvatore Mannuzzu, Cenere e ghiaccio, Edizion dell’Asino 2009
Fernando Marchiori, La seconda voce, Charta bureau 2010
Michele Mari, Tutto il ferro della torre Eiffel, Einaudi 2002
Leonardo Marini, Il crocifisso, Galaad Edizioni 2011
Paolo Mascheri, Poliuretano, Pendragon, 2004.
Giorgio Mascitelli, Catastrofi d’assestamento, Zona 2011
Giorgio Messori, Storie invisibili e altri racconti, Diabasis 2008
Giorgio Messori-Vittore Fossati, Viaggio in un paesaggio terrestre, Diabasis 2007
Claudio Morici, Actarus, Meridiano Zero, 2007
Giuseppe Munforte, La prima regola di Clay, Mondadori 2008
Antonella Moscati, Deliri, Nottetempo 2009
Sergio Nelli, Orbita clandestina, Einaudi 2011
Giuseppe Occhiato, Oga Magoga. Cunto di Rizieri, di Orì e del minatòtaro, Editoriale Progetto 2000
Tommaso Ottonieri, Le strade che portano al Fùcino, Le Lettere 2007
Luigi Pintor, Il nespolo, Bollati Boringhieri 2001
Gilda Policastro, Il farmaco, Fandango 2010
Luca Rastello, Piove all’insù, Bollati Boringhieri 2006
Mario Andrea Rigoni, Vanità, Aragno 2010
Simone Rossi, Croccantissima, Autoproduzione 2011
Maurizio Salabelle, L’altro inquilino, Casagrande 2002
Giuseppe Samonà, Quelle cose scomparse, parole, Ilisso 2004
Simone Sarasso, Settanta, Marsilio, 2009
Alessandra Sarchi, Segni sottili e clandestini, Diabasis 2008
Giacomo Sartori, Anatomia della battaglia, Sironi 2005
Walter Siti, Autopsia dell’ossessione, Mondadori 2010
Giordano Tedoldi, Io odio John Updike, Fazi 2006
Filippo Tuena, Le variazioni Reinach, Rizzoli 2005
Dario Voltolini, I confini di Torino, Quiritta 2003


Poesia

Antonella Anedda, Il catalogo della gioia, Donzelli 2003
Fabrizio Bajec, Gli ultimi, Transeuropa 2008
Giovanna Bemporad, Esercizi vecchi e nuovi, Luca Sossella Editore 2011
Elisa Biagini, Nel bosco, Einaudi 2007
Marco Bini, Conoscenza del vento, G. Ladolfi Editore 2011
Carlo Bordini, I costruttori di vulcani, Luca Sossella Editore 2010
Edoardo Cacciatore, Tutte le poesie, Manni 2003
Lorenzo Carlucci, La Comunità Assoluta, Lampi di stampa 2008
Marco Ceriani, Lo scricciolo penitente, Scheiwiller 2002
Stefano Dal Bianco, Ritorno a Planaval, Mondadori 2001
Filippo Davoli, Come all’origine dell’aria, L’arcolaio 2010
Gabriel Del Sarto, I viali, Edizioni Atelier 2003
Simone Cattaneo, Made in Italy, Edizioni Atelier 2008
Jacopo Galimberti, Senso comune Le voci della luna 2011
Mario De Santis, Le ore impossibili, Empiria, Roma 2007
Andrea Di Consoli, La navigazione del Po, Aragno, 2007
Vincenzo Frungillo, Ogni cinque bracciate, Le Lettere 2009
Florinda Fusco, Thérèse, Polìmata 2011
Paolo Lanaro, Poesie della scala C, L’Obliquo 2011
Rosaria Lo Russo, Penelope, Edizioni d’if 2003
Paola Malavasi, A questo servono le lacrime, Interlinea 2006
Matteo Marchesini, Marcia nuziale. Poesie (1999-2007), Scheiwiller 2009
Giovanna Marmo, Fata morta, Edizioni d’If 2006
Mariella Mehr, Notizie dall’esilio, Effigie 2006
Giuliano Mesa, Poesie 1973-2008, La camera verde 2010
Matteo Munaretto, Arde nel verde, Interlinea 2010
Giampiero Neri, Armi e mestieri, Mondadori 2004
Fabio Orecchini, La dismissione, Polìmata 2010
Michele Ranchetti, Poesie ultime e prime, Quodlibet, Macerata 2008
Vittorio Reta, Visas e altre poesie, Le Lettere 2006
Valentino Ronchi, Canzoni di bella vita, Lampi di stampa 2008
Giovanna Rosadini, Il sistema limbico, Edizioni Atelier 2008
Massimo Sannelli, La giustizia. Due poemetti, Edizioni d’if, 2004
Francesco Scarabicchi, Il cancello, peQuod, 2001
Francesco Scarabicchi, L’ora felice, Donzelli, 2010
Giovanna Sicari, Poesie 1984-2003, Empirìa, 2006
Vanessa Sorrentino, Ossigeno, Book Editore 2004
Francesco Targhetta, Fiaschi, Ex-cogita 2009
Antionio Turolo, Corruptio optimi pessima, Nuova dimensione 2007
Silvia Zoico, Famelica farfalla, Puntoacapo, 2010

Saggi

Giovanni Agosti, Le rovine di Milano, Feltrinelli 2010
Barbara Carnevali, Romanticismo e riconoscimento, Il Mulino 2004
Andrea Cavalletti, La città biopolitica. Mitologia della sicurezza, Bruno Mondadori 2005
Emanuele Coccia, La vita sensibile, Il Mulino 2011
Paola De Angelis, Nick Drake. Journey to the Stars, Arcana 2007
Paola Dècina Lombardi, Il surrealismo. Ribellione e immaginazione, Editori Riuniti 2002
Pietro De Marchi, Dove portano le parole. Sulla poesia di Giorgio Orelli e altro Novecento, Manni 2002
Raffaele Donnarumma, Gadda modernista, Edizioni ETS 2006
Francesco Erspamer, Paura di cambiare, Donzelli 2010
Goffredo Fofi, Le zone grigie, Donzelli 2011
Claudio Franzoni, Tirannia dello sguardo, Corpo, gesto, espressione dell’arte greca, Einaudi 2006.
Gabriele Frasca, La lettera che muore, Meltemi 2005
Roberto Galaverni, Il poeta è un cavaliere Jedi. Una difesa della poesia, Fazi, 2006
Marco Gatto, Glenn Gould: il suono materiale, Cattedrale 2010
Vittorio Giacopini, Viaggiatori senza biglietto, L’ancora del Mediterraneo 2001
Matteo Guarnaccia, Psichedelica, Shake 2010
Monica Jansen, Il dibattito sul postmoderno in Italia, Cesati 2002
Paolo Lagazzi, Forme della leggerezza, Archinto 2010
Luigi Lombardi Vallauri, Nera luce, Le Lettere 2001
Michele Loporcaro, Cattive notizie. La retorica senza lumi dei mass media italiani, Feltrinelli, 2006
Luca Martello, Groucho e i suoi fratelli. La vita e l’arte dei Marx Bros, Castelvecchi 2010
Pier Vincenzo Mengaldo, La vendetta è il racconto, Bollati Boringhieri 2007
Ugo Morelli (con Vittorio Gallese), Mente e bellezza, Allemandi 2010
Mario Pezzella, La memoria del possibile, Jaca book 2009
Stefano Prandi, Da un intervallo del buio. L’esperienza poetica di Bartolo Cattafi, Manni
Stefania Ricciardi, Gli artifici della non-fiction, Transeuropa 2011
Rocco Ronchi, Il pensiero bastardo, Marinotti 2001
Rocco Ronchi, Filosofia della comunicazione, Bollati Boringhieri 2008
Attilio Scarpellini, L’angelo rovesciato, Quattro saggi sull’11 settembre e la scomparsa della realtà, Edizioni Idea 2009
Michela Sassi, Gli inizi della filosofia: in Grecia, Bollati Boringhieri 2009
Arrigo Stara, L’avventura del personaggio, Le Monnier Università 2004
Elettra Stimilli, Il debito del vivente, Quodlibet 2011.
Giuliano Tabacco, Libri di piombo. Memorialistica e narrativa della lotta armata in Italia, Bietti 2010
Antonio Tricomi, La repubblica delle lettere, Quodlibet 2010

48 thoughts on “Riscoperte. Un sondaggio speciale delle Classifiche pordenonelegge-Dedalus

  1. Sono molto contenta che abbiate inserito “L’altro inquilino” di Maurizio Salabelle nella vostra classifica di libri che non hanno avuto il successo che meritavano. E’ un libro che è ancora in commercio, presso l’editore Casagrande, così come “Il maestro Atomi”, forse il più bello tra i libri di Maurizio, ristampato sempre da Casagrande nel 2004.

  2. Arrigo Stara, L’avventura del personaggio, è Le Monnier Università (che è un marchio della Mondadori Education, che a sua volta è un’azienda del gruppo Mondadori, ma che, appunto, non è la Mondadori). Scusate la puntigliosità da redattore e il conflitto d’interesse.

  3. Sarà di cattivo gusto, ma mi piacerebbe che tra i saggi colpevolmente trascurati fosse incluso il mio libro:

    Vincenzo Cucinotta, “L’ideologia verde. La rivoluzione necessaria”, EdiArgo 2008

  4. Franco Stelzer, Il nostro primo, solenne, stranissimo Natale senza di lei, Einaudi, 2003 (narrativa).

    Nella poesia, vedo un po’ di soliti nomi, il che apre due possibilità: che i votanti siano un po’ sempre gli stessi, e/o che in fondo tutta la poesia sia di fatto trascurata.

  5. Con imbarazzo, ma anche con una punta di gretto divertimento, mi rendo conto non di non aver letto nessuno dei titoli qui presenti, ma di non averli neanche mai sentiti nominare ( nessuno tranne due, entrambi del 2010: Giuliano Mesa, Poesie 1973-2008, La camera verde; e Fabio Orecchini, La dismissione, Polìmata.)

    Un saluto da chi non sa se ha tagliato fuori o se è stato tagliato fuori!,
    Antonio Coda

  6. Io avrei incluso anche un libro che apprezzo moltissimo e che è uscito nel 2011.
    V. Corbani, Lo studio 78
    Se non l’avete letto, io vi consiglio di farlo!

  7. Abate, lei è un genio. Ma a chi importa di questi libri. La promozione non si fa così. Forse la redazione scrive da un istituto psichiatrico. Tutti internati per dedolezza mentale, mi si scusi, e per non sapere più gestire un sito. Ma siete impazziti? Chiudete subito o datevi al gioco d’azzardo, pochi centesimi, in famiglia, sapete ci sono le domeniche in cui non si sa bene cosa fare. Giocate pure innocentemente, non vi fa male.

  8. Il fare marketing in rigoroso ordine alfabetico perplime anche me. Ma potrebbe anche essere una burla… Comunque volevo segnalare, con la massina modestia, il mio tomo ” Lo strano caso dello scrittore che trovava Rosy Bindi più bella di Marina Berlusconi “, che ha avuto grossissime difficoltà di inserimento.

  9. Scusate la franchezza, ma una volta non era considerato maleducato e di cattivo gusto autopromuoversi?
    Già i blog letterari, in ragione del loro regime più aperto, tendono a prestarsi all’arrivismo di giovani pavoni pseudointellettuali; inviterei la redazione a riflettere sul fatto che post come questo rischiano di non avere altro senso se non istigare alcuni a sfoderare tutta la loro voglia di saltare a ogni costo sul palcoscenico, senza curarsi del ribrezzo che provocano in chi da dietro li guarda sgambettare.
    Mi permetto di dire che “Le parole e le cose” guadagnerebbe in eleganza se evitasse di prestarsi a dar voce a queste ansie di autoaffermazione e autoproclamazione.
    Anche se riconosco che dal mostrare questi sommovimenti in tutta la loro crescente incontrollabilità potrebbe nascere una significativa riflessione sullo stato di salute della nostra epoca intellettuale. Ma è una possibilità che personalmente sacrifico volentieri.

  10. Mari, Franchini e Genna, con quei titoli proprio, secondo me fanno il meglio della narrativa italiana degli ultimi anni. Grazie per questo servizio completo e preciso, davvero utilissimo, visti i tempi in cui la memoria decade, oggi più velocemente, troppo velocemente.

  11. Caro RRLyrae, che autopromuovermi potesse apparire di cattivo gusto, sono stato il primo a dirlo, ma trovo improprio definirmi maleducato. L’educazione coincide con il rispetto per chi ti sta attorno, e onestamente non credo di avere violato i diritti e la persona di chi qui legge.
    Il cattivo gusto di cui parlavo consiste nella violazione di una prassi che ci vorrebbe modesti ed in attesa della promozione da parte degli altri, come può apparire di cattivo gusto un abbigliamento vistoso con accostamenti cromatici discutibili, ma niente che abbia a che fare con l’educazione. Non voglio neanche considerare quanto possa invece apparire educato dare così facilmente del maleducato a chi in verità non crede di avere violato alcuna sua prerogativa, al massimo un disturbo che potrebbe essere assimilato a un disagio di natura estetica.
    Sarebbe invece interessante indagare sui segreti meccanismi che regolano le promozioni editoriali, il che coinvolge l’intero meccanismo mediatico. Se lei mi conoscesse, potrebbe constatare come io sia restio a sollecitare in privato l’attenzione sulla mia persona o addirittura compiacenze e favori, e credo che alla fine questa autopromozione tutta alla luce del sole possa essere considerata appunto nulla più che un disagio estetico a paragone di chi per autopromuoversi arriva a prostituirsi ma ovviamente fuori dai riflettori.
    Sia chiaro, non sto dicendo che questo sia il meccanismo inevitabile del successo, ma sarebbe ben arduo negare l’esistenza di tali modalità.

  12. Caro Vincenzo Cucinotta, evitando di entrare nel merito del variabilissimo significato di “educazione”, mi limiterò a dire che non ce l’avevo affatto con lei in particolare (non la conosco e non mi permetterei mai di esprimere giudizi comportamentali a partire da un commento di poche righe), ma con una tendenza generale che secondo me questo post mette particolarmente in luce.
    Inoltre trovo che occorra fare molta attenzione a non trasformare il discorso della “prostituzione” alle logiche editoriali dominanti con una grande giustificazione collettiva per gettare senza più il minimo ritegno il proprio nome nel grande mucchio di quelli che sperano di sfondare. Non credo che si tratti solo di una preferenza estetica superficiale, dopo tutto la forma è sempre anche sostanza.

  13. “Sarebbe invece interessante indagare sui segreti meccanismi che regolano le promozioni editoriali, il che coinvolge l’intero meccanismo mediatico.” (Cucinotta)

    Lei forse ha cominciato a frequentare LPLC da alcuni mesi, ma veda che prima sulle classifiche di Pordenone-legge (http://www.leparoleelecose.it/?p=1688; http://www.leparoleelecose.it/?p=2925) abbiamo discusso, litigato, sparato tutte le cartucce disponibili andando ben oltre i discorsi sul sistema mediatico e tirando – da vetero dinosauri – in ballo anche Das Kapital.
    Insomma tra pro e contro abbiamo prodotto un po’ di letteratura consultabile e da riepilogare, se non fossimo tutti presi dal PRESENTE.

    Quest’ultimo post a me è parso un contentino, una risposta indiretta (forse, eh!) a quelle critiche velenosissime o pacate, un allestimento di una “riformistica” camera da sbratto per il “resto del mondo” .

    Ma non mi pare giusto accodarsi facendo la piccola aggiunta col proprio o altrui nome “dimenticato”.

    A me pare resti irrisolto il problema che si pone nel classificare i propri “preferiti” senza voler affrontare le questioni di fondo (politiche ed estetiche) che stanno dietro al classificare in genere ( ma anche all’esistenza di un sito, come dimostrano i post di Piras e i “politici” in genere…).

  14. Caro RRLyrae,
    la ringrazio per la risposta, ma nello stesso tempo non le posso nascondere la mia delusione per la sua incapacità ad ammettere di avere sbagliato nel darmi del maleducato, nascondendosi dietro la variabilità del termine “educazione”. Il linguaggio, essendo un oggetto vivo, non permette certo di congelare i significati dei termini che si usano, ma certamente non può essere definito maleducato un comportamento se esso non è finalizzato a violare il rispetto per gli altri. Se poi qualcuno confonde educazione con galateo, questi farebbe bene a prestare più attenzione nell’uso delle parole.

  15. Caro Abate,
    non so se la deluderò, ma anch’io ho letto le critiche sue e di altri contro la diffusione di simili classifiche. Pur convenendo sulla sostanziale discrezionalità nella loro formulazione, non ho ritenuto di unirmi al coro perchè ritengo che ognuno abbia diritto a stilare le classifiche che gli aggrada, come ce l’hanno gli altri di ignorarle, il che in fondo costituiscre la punizione più forte.
    Ciò detto, non riesco proprio a capire cosa c’entri questa questione col fatto di avere portato all’attenzione dei lettori di LPLC il libro che ho scritto, questo post me ne ha dato l’opportunità, ed io l’ho colto. Capisco che ciò possa essere considerato di cattivo gusto, scontavo anche simili conseguenze, ma non vedo come questo mio gesto possa influenzare il mercato editoriale.
    Mi permetta di evitare di raccontare la storia della pubblicazione di questo libro, non amo lamentarmi, ma certamente la trafila fatta in tale occasione, mi ha permesso di verificare quanto i meccanismi del mercato editoriale siano opachi.
    Naturalmente, si tratta di due questioni ben distinte, l’autopromozione da una parte, e la constatazione della insufficiente trasparenza nel modo di funzionare delle case editrici, e se ho segnalato il mio libro, non l’ho fatto certo per sensibilizzare sulle questioni del mercato editoriale, ma c’era davvero bisogno di precisarlo, non era più che ovvio?

  16. Guardi, Cucinotta, è perfettamente inutile (oltre che OT) discutere su cosa sia “maleducato”. L’educazione, come tante altre cose, dipende dall’età: per la mia mentalità (che forse è un po’ più vecchia della sua) sollevare la propria bandiera e gridare “ci sono anch’io” è un gesto che sa di maleducazione, nella misura in cui affermare se stessi comporta sempre una piccola aggressione verso gli altri.
    Ma se su questo punto è evidente che non possiamo trovarci, mi sembra piuttosto interessante prendere questo fatto per riflettere su quale tipo di cambiamento ha portato il nostro senso comune a non fare più caso al proliferare di questo atteggiamento, a prescindere dal valore che gli si voglia attribuire.

  17. Caro RRLyrae,
    lei dice:
    1. E’ perfettamente inutile (oltre che OT) discutere su cosa sia maleducato.
    Ma allora se trova OT ed inutile discutere di educazione, perchè ha dedicato il suo intervento a questo argomento, si metta d’accordo con sè stesso.
    2. Per la mia mentalità (che forse è un po’ più vecchia della sua) sollevare la propria bandiera e gridare “ci sono anch’io” è un gesto che sa di maleducazione, nella misura in cui affermare se stessi comporta sempre una piccola aggressione verso gli altri.
    Allora, non si nasconda dietro la sua mentalità, quasi fosse una dotazione genetica, lei deve assumersi la responsabilità delle sue opinioni. Che poi affermare sè stessi è da maleducati, mi pare che travalichi ampiamente ciò che mi rimproverava, adesso siamo quasi tutti maleducati, amen.
    Mi chiedo perchè quando si commette un errore non si abbia semplicemente il coraggio di ammetterlo, e ci si infossi come quando si continua ad accelerare con l’automobile quando le ruote sono finite nel fango.

  18. Caro Cucinotta,
    ubi minor major cessat?
    Io alla vecchia maniera, che pare mi avvicini a RRLyrae, tentavo di tornare al major.
    Ma i tempi non sono adatti. Appena qualcuno ( e non solo io) si lancia in tale direzione stranamente il post non riceve più commenti (controlli, ad es., i post più recenti: di P.P.Poggio, Lello Voce e l’ultimo di Piras) e… avanti un altro.

  19. Caro Flavio,

    il suo posto lo trovo veramente irritante- non per i toni forti, ci mancherebbe!, ma perche’ questi toni sembrano del tutto fuori luogo. Mi scusi ma perche’ dovrebbe essere “da istituto psichiatrico” fare un elenco alfabetico di libri da consigliare?

    GM.

  20. Che problema c’e’ ad autopromuoversi? E’ un gioco a somma maggiore di zero ed il web esiste anche per questo: contaminare. Il libro di Cucinotta non lo compro, ma mi fa piacere aver saputo che c’e’, cosa e’ e di cosa tratta. Solo, non aggiunge nulla a quel che gia’ so e non impatta su nulla. Parola morta, insomma.

    Cosa e’ in fondo la lista presentata nel topic, se non un contentino per amici e sodali, una speranza che morte parole siano risuscitate da qualcuno? Io che sodale non sono, autopromuovo dunque il mio e-book di traduzioni per iPhone/iPad, sotto linkato, e berro’ alla vostra salute, anche a quella dello schifiltoso RRLyrae. Qualita’ garantita, fast turnaround, B2B approach.

    http://itunes.apple.com/it/app/translations/id499090484?mt=8

  21. Bravo Cucinotta, meno bravi tutti gli altri a fare andare in malora questo blog-sito. Ma aprire ai commenti i post, oggi è un erroraccio, devono passare molti anni perché arrivi qualcosa di buono, altre vite, atri modi, una crisi così forte da spazzare via molto e rinnovare.

  22. tutti scrivono, tutti si autopromuovono? va bene ma LPLC dovrebbe essere un filtro… e non il coacervo dove ognuno mette qualunque cosa, parlo di chi posta i commenti, magari me compreso ma ogni tanto io ho tempo da perdere.

  23. Cucinotta, non vorrei che questo diventasse un flame, ma voglio rispondere un’ultima volta.
    Quello che volevo dire è che è inutile discutere su cosa io e lei rispettivamente riteniamo maleducato oggi e in questa situazione particolare, mentre il mio intervento iniziale era dedicato al fatto che fino a non troppo tempo fa (direi anni Novanta compresi) autopromuoversi era considerato “maleducato” più o meno da tutti, in modo abbastanza netto e condiviso. In questo caso mi assumo pienamente la responsabilità della mia opinione, che è la seguente: visto che non solo io ma tutta la mia generazione riteneva maleducata l’imposizione diretta di sé, evidentemente nel nostro senso comune è cambiato qualcosa. Lei continua a insistere sul fatto che il mio aver proclamato, forse con toni troppo netti, questa mia personale valutazione della cosa è un “errore”; per me si tratta solo dell’espressione di una convinzione, che non è individuale, ma diciamo, se mi permette l’astrazione, generazionale.
    Forse un accenno di soluzione lo dà proprio Il fu GiusCo: la libertà di autoaffermazione che il web mette a disposizione di qualunque utente (ed è una conquista che non sarò certo io a sminuire) potrebe essere all’origine del fatto che non ci sembra più così strano sottoporre direttamente all’attenzione altrui le nostre soggettività (e loro prodotti), senza avvalersi di un filtro o di una mediazione, come accadeva in passato.
    Quello che mi incuriosisce più di tutto è che questo è stato fatto in coda a un post su un sondaggio-classifica, cioè su una scelta compiuta da una giuria, e quindi in qualche modo è un segno di anarchia, di rifiuto o ancor meglio di totale indifferenza verso i meccanismi che dovrebbero almeno idealemente proporre un accenno di canone, cosa di cui si era già lungamente discusso proprio su LPLC.

  24. @Il fu giusco
    il suo giudizio è un po’ affrettato, visto che ciò che sa del libro non so da che fonte provenga e quanto possa riportare del suo contenuto.
    Capisco che non si senta invogliato a leggerlo, ma da cosa deriverebbe la sua liquidazione sommaria che lo classifica senza tentennamenti di sorta come parola morta?
    E se io le dicessi che invece i problemi di pubblicazione e di lancio del libro derivano all’opposto dalla sua originalità che mette in crisi i luoghi comuni attorno ai quali si avvolge il dibattito pubblico politico-filosofico? Possibile che lei coltivi certezze così granitiche basandole su una conoscenza nulla del testo?
    Se avesse semplicemente scritto che l’impressione che ha ricavato dalla mia breve sintesi che appare sul mio blog non riesce ad incuriosirlo, io mi sarei potuto risparmiare l’ennesimo intervento, ma un giudizio nello stesso tempo così drastico e così ingiustificato mi costringe all’ennesimo commento, di cui mi scuso con gli altri lettori.

  25. @Vincenzo:

    Grazie per il suo ultimo post del quale non si deve (almo per me) assolutamente scusare: e’ importante, anzi, quasi direi che sia un atto politico sostenere che non si’ puo’ giudicare senza sapere…

    @ Giovanni:
    forse non ha letto il mio post ma il suo giudizio vale anche per quello che ho postato io? Se si’, mi farebbe piacere sapere xche’…

    GM.

  26. Caro RRLyrae,
    lei sostiene di essere anziano, ma evidentemente ha dimenticato di raggiungere l’età della responsabilità, ed inoltre non riesce a comunicare nel senso che le manca il momento dell’ascolto dell’altro.
    Già le dissi precedentemente che lei non può nascondersi dietro un problema generazionale, ma lei riprende questo genere di argomentazione, e sostiene non si sa sulla base di quali elementi che nel novanta si considerava maleducato chi si proponeva da sè.
    Tutto ciò non conta nulla nel momento in cui lei apostrofa qualcuno in maniera specifica.
    Per esemplificare se io dicessi di uno specifico politico, mettiamo Rutelli a proposito del caso Lusi, che egli è un ladro, ne dovrei rispondere penalmente. Non servirebbe a nulla che io argomentassi che chi ha responsabilità di gestione finanziaria di tipo collettivo ha delle responsabilità evidenti, e che risulta incredibile che egli potesse ignorare completamente tutti quei movimenti fatti dal suo tesoriere, e che quindi quando gli do del ladro, lo faccio in senso metaforico.
    Ora, lei continua ad invocare una prassi dei suoi tempi, che così fan tutti, ma così dimostra soltanto di volere sfuggire alle sue personali responsabilità, lei continua insomma a sostenere che io sono maleducato, e qualcuno potrebbe spingersi a dire che questa sua insensata ostinazione finirà col provocare uno sbocco legale alla faccenda,
    Io tenterò di evitarlo, ma certo che lei lavora alacremente per questa prospettiva, e mi chiedo perchè mai lo faccia senza aderire ai miei inviti.

  27. Uno sbocco legale alla faccenda? Questo significa mandare le cose oltre se stesse.
    Lo scrivo per l’ultima volta, e mi scuso con LPLC e con tutti i lettori: io non ho “apostrofato qualcuno in maniera specifica”; le ripeto che non la conosco, e spero sia evidente che non posso avere alcun tipo di vantaggio dall’esprimere considerazioni particolari su di lei. Non è stato lei l’unico a proporre il proprio testo tra i commenti, e proprio per questo (cioè il suo non essere stato l’unico), e in considerazione di una prassi che vedo diffondersi anche al di fuori di questo blog e del web in generale, ho colto l’occasione per fare una riflessione di carattere generale.
    Io forse non aderisco ai suoi inviti di chiederle formalmente scusa per la mia considerazione (però vorrà ammettere che “maleducato” e “ladro” non sono giudizi della stessa portata, visto che il secondo costituisce diffamazione, mentre il primo no), ma lei non aderisce ai miei di trarre un significato complessivo da questo episodio a mio parere significativo.
    E dal momento chei il mio interesse in questa faccenda è appunto di natura complessiva e per così dire teorica, per quanto mi riguarda considero chiusa questa parentesi, e le propongo di fare altrettanto.

  28. La piega presa dal dibattito richiede alcune precisazioni:

    – La lista delle riscoperte è stata compilata dai lettori delle Classifiche pordenonelegge-Dedalus, non da LPLC. Il sito si è limitato a renderla pubblica, come ha fatto con le classifiche pordenonelegge-Dedalus.

    – I meccanismi delle Classifiche pordenonelegge-Dedalus impediscono l’autopromozione. Non si può votare per se stessi.

    – Quando nella nota iniziale invitavamo i lettori a suggerire altri libri da riscoprire, sinceramente pensavamo che i lettori avrebbero segnalato i libri altrui, non i propri. Siamo all’antica, noi.

    – Ciò detto, su LPLC lo spazio dei commenti è libero fino a quando i commentatori non infrangono le regole esposte qui:

    http://www.leparoleelecose.it/?p=2783

    A termini di regolamento, ognuno è libero di segnalare se stesso, se vuole. Ne risponderà però in prima persona, come sta accadendo in questa discussione. Ci teniamo a ribadire una cosa ovvia, che però non sembra essere ovvia per Flavio Viola, Giovanni o Franco Zippo: LPLC garantisce la libertà di parola altrui, ma sempre non condivide le cose che vengono scritte nello spazio dei commenti. A noi pareva ovvio, ma evidentemente era necessario ripeterlo.

  29. Maria Giulia non ce l’ho con nessuno di persona ma certamente con il commentare in questi spazi ormai decennali, abbruttiti o surreali che dir si voglia.
    E’ pura o sporca indecenza, ma nessuno mi sta asentire. Così fate pure.

  30. @RRLyrae

    mi scusi, ma chi altro ha segnalato i propri testi, oltre a Cucinotta? Non ho nulla contro la polemica, ma prima di polemizzare bisogna imparare a leggere i testi altrui: magari uno scherza, ironizza un po’, facendo le stesse critiche che fa lei, ma in maniera più leggera… Giusto per precisare.

  31. @Larry Massino

    Effettivamente l’altro che aveva proposto se stesso era lei, Massino, ma confesso che ho dovuto tornare a cercarlo tra i primi commenti, perché non me lo ricordavo: a riprova, spero, che non avevo intenti “personalistici”.

  32. Anch’io vorrei proporre all’attenzione degli esimi giurati un libro che, come quello di Massino, ha avuto “grosse difficoltà di inserimento”. Si intitola: “Il lucidaparole”. Ve ne propongo l’incipit:

    “Preferisco il cretinismo totale all’intelligentismo mediocre”.

    Ringrazio PL e LPLC per l’impagabile, intelligente servizio che rendono alla comunità dei lettori e degli autori.

    fm

  33. Prego i commentatori di non autopromuoversi. C’è gente che si fa influenzare- ho passato tutto il fine settimana a leggere Lo strano caso dello scrittore che trovava Rosy Bindi più bella di Marina Berlusconi e L’ideologia verde… per favore non autopromuovetevi più i prossimi giorni vorrei andare al mare…

  34. Provo io a suggerire i nomi di Ivan Schiavone, con i suoi due libri Strutture (Oèdipus, del 2011) e Enuegz (OnyX Editrice, 210) , e di Roberta Bertozzi con Gli enervati di Jumièges (peQuod, 2007).

  35. forse è il caso di specificare che quelli di Schiavone e della Bertozzi sono libri di poesia.

  36. Ma davvero RRLyrae lei ha creduto che Massino avesse scritto “Lo strano caso dello scrittore che trovava Rosy Bindi più bella di Marina Berlusconi”?
    L’avessi saputo subito, non avrei infierito su di lei, mi scusi tanto.

  37. Per restare in tema, e soprattutto perché caro mi è il tema dei fuori-riga, ecco il mio mini-sommario di libri trascurati e meritevoli, riesumati solo in triade per evitare lungaggini:

    NARRATIVA E ALTRE SCRITTURE
    Gianluca Gigliozzi, “Neuropa”, Luca Pensa 2005
    Emanuele Montagna, “Rui Mong”, Pendragon 2006
    Marco Ercolani, “Discorso contro la morte”, Joker 2008

    POESIA
    Gianni Toti, “I penultimi madrigali”, Fahrenheit 451 2004
    Marco Ceriani, “Memoriré”, Lavieri 2010
    Francesco Marotta, “Esilio di voci”, Smasher 2011

    SAGGI
    Francesco Muzzioli, “Letteratura come produzione”, Guida 2010
    Vladimiro Giacché (Karl Marx), “Il capitalismo e la crisi”, Derive Approdi 2009
    Massimiliano Parente, “L’evidenza della cosa terribile”, Cooper 2010.

    Ma i titoli languenti nel fondale del dimenticato potrebbero essere davvero tanti, giacché tanti sono i nascosti nell’orrore e privati della vertigine; che senso ha toglierli, anche se solo per un attimo, al loro paesaggio notturno? Chi ama la qualità lo sa bene: ai margini c’è la vita, nel centro le sagome vigliacche della violenza.

    Dopodiché, per rendere conto d’una impressione che ormai fa muffa nel cervelletto, io mi dico che molti dei libri elencati dai lettori del Dedalus non è vero, non è proprio vero che sono stati «trascurati dalla critica», tutt’altro. Arminio, Balestrini, Di Ruscio, Lagioia, Mancassola, Mari, Pintor, Policastro, Voltolini, tanto per stare al primo degli elenchi, sono nomi di cui la critica si è, in un modo o nell’altro, occupata. E allora non capisco e chiedo: perché rovesciarli sul piatto?

    Ma un altro rovello semiotico abita lo spazio rarefatto dei miei neuroni. Molti dei titoli in elenco sono contemporanei alle classifiche; eppure, i loro bagliori non le hanno intaccate. E molti dei lettori del Dedalus scrivono su riviste e siti e quotidiani: perché, anziché sprecare pagine sull’omologato, non dedicano ad alcuni di questi, e magari ai veramente estranei alle consorterie (che ci sono, tra gli elencati), i loro articoli?

    Tutto si enfatizza: persistere nel tenerli nascosti dicendo di volerli vedere in emersione è confermare il mito ingenuo del Potere, quella sorta di koiné nella quale tutto rientra, i libri balbettanti e le dolorose differenze. E allora: privi di bocca è più limpido l’oblìo.

  38. guardi, stan, che questa riscoperta non era dedicata esclusivamente a libri trascurati dalla critica. se legge per l’intero l’annuncio del post può rendersene conto. vi si legge, peraltro, la vera caratteristica comune ai libri segnalati:

    Ne è risultata questa lista di opere, accomunate dal fatto di non aver vinto Premi letterari di rilievo o di non essere attualmente in lizza per uno di essi.

    inoltre, questa cosa che dice non è vera, se si dà la pena di verificare.

    Molti dei titoli in elenco sono contemporanei alle classifiche; eppure, i loro bagliori non le hanno intaccate. E molti dei lettori del Dedalus scrivono su riviste e siti e quotidiani: perché, anziché sprecare pagine sull’omologato, non dedicano ad alcuni di questi, e magari ai veramente estranei alle consorterie (che ci sono, tra gli elencati), i loro articoli?

    leggendo giornali e recensioni online, mi ero spesso imbattuto nei titoli riportati qui.

  39. @ Marchese (prove tecniche di logica)
    Dedalus chiede ai propri lettori di «indicare alcuni titoli di libri pubblicati nel decennio 2001-2011 trascurati dalla critica o dal pubblico e meritevoli invece di essere riletti e riscoperti». La richiesta avanzata, dunque, è esplicita: non libri qualsiasi, bensì libri «trascurati» e «meritevoli». La frase seguente («ne è risultata etc.») è, in tutta evidenza, una valutazione di chi ha raccolto le indicazioni e non già, come pensa lei, una caratteristica richiesta ai lettori. Dunque, sì: la logica delle frasi, per come scritte, vuole che la riscoperta riguardi libri «trascurati». Chiamo a mia difesa il Dio della Semantica.

    @ Marchese, Parte II (prove tecniche di verifica)
    Lei troverà, a esser fortunato, recensioni su alcuni dei libri qui segnalati (alcuni nomi li ho fatto io stesso, prorpio rilevando la contraddizione tra gli intenti e gli esiti). Per la maggior parte di essi, però, troverà ben poco, e in ogni caso non troverà articoli sui maggiori quotidiani o riviste o siti letterari. Ma anche qui chiamo a mia difesa il Dio dei Minori.

  40. sulla parte: prove tecniche di logica

    ho qualche difficoltà a seguire la sua logica, ma credo, in ultima analisi, di avere ragione io sulla questione. certo, non è richiesto un voto per “libri qualsiasi” (e perché dovrebbe?), ma per libri meritevoli e trascurati, non solo trascurati dalla critica, come lei ha asserito nel precedente intervento, ma anche dal pubblico, o dal canale dei premi letterari. anzi, l’esclusione da premi ha una certa importanza per orientare la scelta dei votanti; lo dico per esperienza diretta, in quanto “lettore del dedalus”, sebbene in piccolo (insieme ad altri tre colleghi d’università).

    sulla seconda parte, non ho molta voglia di rispondere quindi passo.

  41. @ Giovanni

    “Maria Giulia non ce l’ho con nessuno di persona ma certamente con il commentare in questi spazi ormai decennali, abbruttiti o surreali che dir si voglia.
    E’ pura o sporca indecenza, ma nessuno mi sta a sentire. Così fate pure.”

    Ma perché prendersela con “il commentare”?
    Sarebbe come prendersela con un termometro.
    Se gli usi della lingua nei commenti sono “abbruttiti o surreali” sarebbe il caso d’interrogarsi sui rapporti che si stabiliscono tra i commentatori, ad es.
    La spocchia ce la porta qualcuno nei commenti, mica la richiede il commento.

  42. Poesia: Basta che io non ci sia, di Andrea de Alberti (Manni, 2010)
    Ora prima. Sei poesie lunghe, di Vanni Bianconi (Casagrande 2008)
    Magnificat, di Cristina Annino (Puntoacapo 2009)
    Sciame di pietra, di Giorgio Luzzi (Donzelli 2009)
    L’onore della polvere, di Luca Benassi (Puntoacapo 2009)
    Tre capitoli di fedeltà, di Elio Grasso (Campanotto 2004)

  43. Me la prendo con il termometro di questa incosciente rubrica (?) messa a disposizione da LPLC.

  44. Io invece trovo stravagante il ragionamento di chi armato esclusivamente delle proprie convinzioni poco liberali, senza conoscere probabilmente tante dinamiche storiche che si sono avute in questo sito e altrove sui commentatori, si lanci a testa bassa nientepopodimeno che contro quei pochi spazi dove è ancora possibile esercitare un po’ di libertà critica in rete….
    ovviamente mi riferisco al signor Giovanni che ha l’ardire di biasimare pure le “concessioni” di LPLC… dopo che i gestori di questo sito hanno ridotto la libertà quassopra attivando la moderazione preventiva ai commenti… su tutti i post, incondizionatamente.

    Signor Giovanni, i blog sono delle piazze virtuali, dei bar. Ora lei è liberissimo di aprire un bar e tenerlo chiuso. Così come è libero di non mettere piede nei bar aperti. Ma pretendere che tutti i bar stiano chiusi, che tutte le piazzette siano transennate, abbia pazienza, è chiedere troppo. Forse non se ne rende conto.

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