Vivranno per sempre?
………………………………..Sempre, sì – mi dicevo
e le vedevo
alla distanza del tempo rimpicciolire
lontanissime, in piedi, a braccia conserte
su quelle stesse soglie, o leggendo gli stessi giornali
crollando il capo, scuotendo gli stessi grembiali,
di nero o di grigio vestite e decisamente
fuori di moda come diventerà
ogni persona vivente
– ovunque e su quella stessa
strada fra il mare e una fila di platani
dove quieta ubbidiente e dimessa passò
la mia età infantile
………………………….– quelle persone viventi
che passarono poi come l’età
rispondendo di no alla domanda
che avevo dimenticata: no (dicendo)
non vivremo per sempre
– senza notizia alcuna, senza coscienza
di storia o di giustizia, senza il minimo dubbio
che un’altra vita sarebbe stata a venire
più vera, con più intelligenza:
e dunque senza viltà consegnate alla sorte
– alcune con stupore della morte,
con desiderio altre, con sofferenza.
(da La vita in versi, 1965).
Le immagini di quelle persone li ritrovi destinate all’oblio nelle foto sopra le tombe, spesso spoglie, dei cimiteri.
Quei cimiteri di campagna con il camcello sempre aperto e camminando lì, non per caso, riconosci volti di persone forse solo viste una volta da bambino.
Figure che raccontano storie lontane di guerra, di lavoro nei campi, di fatica, di orgoglio, onore ed ingisustizia subita.
La sofferenza della vita allora ti si attacca addosso e sono brividi e freddo intenso che nessun sole può scaldare.
Sempre più piccole in lontananza, figure che ti sono statte care, che la vecchiaia rimpicciolisce e poi fa sparire per sempre…le nostre strade si dividono, già ma dove andiamo?