Parte III, vv. 2623-2673
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R.R.
(da la terza miseria – Trenta miserie d’Italia, Sigismundus ed. – 2011)
ho avuto la fortuna grande di conoscere Roberto Roversi. I versi che seguono sono il mio omaggio e il mio ricordo.
Roberto, io con gioia ti ricordo
Felice: questo il nome di mio padre
Roberto è l’altro nome a me più lieto
l’ho conosciuto, anzi gli ero amico
la voce sua e quegli occhi porto dentro.
Nel millenovecentottantacinque
io lo conobbi, gli portai miei testi.
M’avevan folgorato le canzoni
che dalle radio libere cantavan.
Potevi esser nessuno, il più reietto:
gli davi una tua cosa, la leggeva.
Nessuno più di lui mi fu maestro.
Bologna, tu, quest’umile gigante
non far che sia scordato: è un nome lieto
un nome cristallino, sa di bello
di vero, di sofferto e di pulito.
Al tempo del compianto e del silenzio
facciam seguire cose di lui degne.
Alla città cui lui ‘sì tanto ha dato
ridiamo un fuoco, tal che non si spegne.
Gualtiero Via
Parole di Roversi forse profetiche che s’adattano come un guanto alla fine, a qualunque fine. Sempre da L’Italia sepolta sotto la neve.
http://criticaimpura.wordpress.com/2012/09/15/la-siccita-del-tempo-omaggio-a-roberto-roversi/#comment-895
http://paolovalesio.wordpress.com/2012/09/17/roberto-roversi-28-gennaio-1923-14-settembre-2012/