5 thoughts on “Roberto Roversi (1923-2012), da “L’Italia sepolta sotto la neve”

  1. quando dal cielo calano le pietre
    fuoco foresta gelo
    donne bambini uomini
    astronauti non nominati fra le lamiere sul prato
    cavalieri in fuga tra il volo dei gabbiani
    campanili d’oro crollano
    occhi freddi ridono guardano non sapendo gridare
    ………………………………..
    resa o risveglio?
    un sopore straziato inebriante per i Tebani
    prima della battaglia
    la battaglia fu perduta
    non chinarsi sui fiori stringere la folgore in mano.

    R.R.
    (da la terza miseria – Trenta miserie d’Italia, Sigismundus ed. – 2011)

  2. ho avuto la fortuna grande di conoscere Roberto Roversi. I versi che seguono sono il mio omaggio e il mio ricordo.

    Roberto, io con gioia ti ricordo

    Felice: questo il nome di mio padre
    Roberto è l’altro nome a me più lieto
    l’ho conosciuto, anzi gli ero amico
    la voce sua e quegli occhi porto dentro.
    Nel millenovecentottantacinque
    io lo conobbi, gli portai miei testi.
    M’avevan folgorato le canzoni
    che dalle radio libere cantavan.
    Potevi esser nessuno, il più reietto:
    gli davi una tua cosa, la leggeva.
    Nessuno più di lui mi fu maestro.
    Bologna, tu, quest’umile gigante
    non far che sia scordato: è un nome lieto
    un nome cristallino, sa di bello
    di vero, di sofferto e di pulito.
    Al tempo del compianto e del silenzio
    facciam seguire cose di lui degne.
    Alla città cui lui ‘sì tanto ha dato
    ridiamo un fuoco, tal che non si spegne.

    Gualtiero Via

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *