Franco Califano, Me n’ammoro de te (Tutto il resto è noia, 1976)
Anna Oxa, Un’emozione da poco (Oxanna, 1978)
[Immagine: Manifesto sovietico (gm)].
Franco Califano, Me n’ammoro de te (Tutto il resto è noia, 1976)
Anna Oxa, Un’emozione da poco (Oxanna, 1978)
[Immagine: Manifesto sovietico (gm)].
Ma così ci si tura anche il cervello!
No e poi no, mai.
Io sinceramente, votando SEL, non avverto il bisogno di turarmi il naso.
…né mi pare di spegnermi il cervello…
Non pensavo che un sito, ancorché di letteratura e REALTA’, si occupasse di politica.
Però, visto che ci sono dei commenti, dico “caro Emanuele, votando SEL effettivamente ti stai spegnendo il cervello.”.
Vendola è un grande oratore, ma un amministratore disastroso. Se ha amministrato la Puglia in quel modo, come credi che possa amministrare l’Italia?
Disoccupazione superiore a quella greca (e superiore al resto d’Italia), tariffe dell’acqua altissime, furti d’auto peggio che in Campania, spesa sanitaria e deficit sanitari fuori controllo (almeno spendendo così tanto si offrisse un buon servizio ai cittadini… si muore per errori medici il triplo che altrove), etc.
Per non parlare poi dai disastri occupazionali creati creati dai provvedimenti dei suoi amici magistrati e da lui sollecitati ed avallati…
L’intero settore dell’acciaio italiano rovinato per “tutelare la salute” (quando nella pulitissima Lecce si muore di tumore circa 3 volte di più che nella “avvelenata Taranto”), la British Gas che rinuncia ufficialmente al progetto del rigassificatore di Brindisi (importantissimo sia per l’economia italiana che per l’occupazione in Puglia), etc.
Spero di averti dimostrato che, votando SEL, il cervello lo spegnerai davvero.
E se non te lo ho dimostrato io, te lo dimostrerà Vendola al governo nazionale.
Condivido la linea: votare SEL senza turarsi il naso. E senza spegnere il cervello.
E, soprattutto, senza disperdere il voto in liste senza capo né coda di massimalisti irresponsabili e manettari allo sbaraglio.
Sturarsi il naso
e farsi due righe di coca.
Rinasco, rinasco nel millenovecentottanta!
Mirna filippini ma cosa dici?sei pugliese?vivi nella mia terra?vendola è stato ed è un ottimo amministratore e ha ricevuto i complimenti dell’europa per come ha amministrato la nostra regione!qualche errore l’ha fatto anche lui perchè purtroppo è un essere umano come tutti noi e non un computer!ti ricordo che la puglia è una delle poche regioni italiane non in deficit e anzi con pareggio di bilancio,che vendola ha distribuito milioni e milioni di fondi europei per l’alta formazione,che siamo al primo posto per le energie alternative..e per quanto riguarda la sanità,lui sta facendo di tutto per risanare i disastri lasciati dal berlusconiano fitto..!informatevi prima di parlare della nostra terra che grazie a vendola male proprio non sta..
pubblicità a pagamento ?
@db
Non so quanti sarebbero disposti a pagare per questo tipo di pubblicità.
Oddìo, il pd forse potrebbe, in effetti.
@Buffagni
Califano concorderebbe, ma il naso non ce l’ha neanche più.
Non sono Pugliese ma sono informatissima sullo stato della Puglia, sullo stato della sua sanità, sul livello di occupazione, ed è un disastro (e lo sarà sempre di più dopo ILVA, Brindisi, chiusura dei poli dell’ex Banca 121 a seguito della crisi del Monte Paschi, etc.).
I complimenti dell’Europa non si negano a nessuno e quella delle energie rinnovabili è la più colossale truffa ai danni degli ingenui cittadini che si sia mai perpetrata…. avere investito (ai danni della collettività) nelle energie rinnovabili arricchendo i profittatori del fotovoltaico non è certo un punto di vanto, bensì un punto di demerito
Simonetti, invita a turarsi in naso e votare Pd, ma, dagli interventi, sospetto che questo sia un covo di vendoliani (il sottoscritto non fa eccezione). ;-)
Abate, meno male che c’è lei, se no il pluralismo andrebbe a farsi benedire e ce la canteremmo e suoneremmo (non sono ironico).
Mi dà da pensare lo scontro Dimauro-Filippini: i loro interventi sembrano pieni di “matters of fact”, peccato che si smentiscano a vicenda. Dite che se faccio un viaggio d’ispezione in Puglia, per indagini de visu, mi faccio consegnare le carte, studiandole per un annetto, riuscirò a stabilire se Vendola è stato o no un buon amministratore?
E chi mi appoggia in una raccolta firme per una legge che stabilisca il diritto di ogni cittadino di prendersi fino a due mesi di permesso dal lavoro (ovviamente retribuiti) per andare in giro per l’Italia e l’Europa a verificare di prima mano quei dati di fatto? La legge potrebbe recitare: “Garanzie per l’esercizio di una democrazia reale e consapevole: verso il superamento dell’effetto di verità delle parole”. Sì lo so, costerebbe una botta di quattrini allo Stato, ma la democrazia reale costa.
@Lo Vetere
Il mio non vuole essere un invito al voto. Semmai la descrizione di uno stato d’animo.
Dai, tirate fuori un po’ di discussioni dalle vostre mailing list amicali tipo questa dove il doppio binarismo si contrappone al profetismo disarmato:
Il signor X:
Approfitto anch’io di questa mailing list, non per invitarvi a votare questo o quello, ma A VOTARE, per favore. Ho letto le tue spiegazioni, caro…, del perché hai deciso, da tempo ormai credo, di non andare a votare. E non le condivido. Tu, come tanti altri e come me, ti muovi in un orizzonte di superamento del capitalismo (“liberismo” dici). Bene. Ma perché questo dovrebbe portare a disertare il voto? Secondo me si tratta, da tempo ormai, di due piani distinti: c’è il parlamento, il governo, l’amministrazione regionale ecc. su cui s’influisce, anche, con il voto. E c’è tutto il resto che possiamo fare e facciamo, tu… più di tanti, in una prospettiva più ampia. E il primo piano, votare, non compromette minimamente il secondo, il resto che facciamo. Anzi. Bersani, Vendola, e compagnia non ci porteranno certo fuori dal capitalismo (!). Ma a nessuno di loro, sì, a nessuno, le parole “lavoro”, “lavoratori”, “ambiente”, “diritti degli immigrati”, “diritti civili” ecc. sono come minimo estranee. Mentre agli “altri” sì, sono completamente estranee. E che governino gli uni o gli altri non sarà indifferente per lavoratori, immigrati, ambiente, gay ecc. E non sarà indifferente per il “clima” cultural-politico che potrà crearsi, per il maggiore o minore spazio che potrà crearsi per tutti i discorsi, e le azioni, che ci stanno a cuore. Non votare, invece, a che serve? Dal punto di vista dell’efficacia, si sa, a niente. Dal punto di vista del messaggio solo a confondersi con tutti quelli che non vanno a votare perché “noi ci facciamo i fatti nostri”: il non voto di quanti non solo sono indifferenti ai “destini comuni”, ma non concepiscono neanche qualcosa di simile a un “destino comune”. Scusatemi la passione, ma dal fatto che alcuni di “noi”, cioè di quanti voterebbero a sinistra, non vadano a votare mi sento, sì, personalmente danneggiato. Ciao a tutti.
Il signor Y:
Caro…,
tirato in ballo come esemplare di una specie dannosa, che danneggerebbe il gregge dei buoni – questo “noi” inverificato ( o verificato soltanto dal votare “a sinistra”, entità anch’essa ormai inverificata (almeno dagli anni ’70), se non ci si attiene alla sola etichetta inalterata sulle varie botti – e non farebbe “la cosa giusta” solo per bieco, indifferente, egoismo alle sorti della polis (anche questa inverificata nella sua realtà storica attuale)- ti dico pacatamente e a malincuore che non cedo al ricatto morale che mi poni (e che altri pongono).
Di ricatto morale si tratta, non potendo tu usare un solo argomento politico efficace e convincente a favore del voto ai vari Bersani, Vendola e compagnia (brutta, quanto quella che gli si oppone).
Non cancello la mia memoria storica ad ogni tornata elettorale. Né dimentico quello che ha fatto il centro-sinistra con Prodi.
Chi – ripeto – in base alla sua passione etica (non politica) vuole ridursi a fare un nuovo atto di fede in questi burocrati che non solo non ci porteranno fuori dal capitalismo (figurati!) ma giocheranno ancora ad addormentarci con le parole “lavoro”, “lavoratori”, “ambiente”, “diritti degli immigrati”, “diritti civili” ecc.,lo faccia. Io – semplicemente, inutilmente- non ci sto. E se tu ti senti danneggiato dal mio rifiuto, altrettanto e più me ne sento io dal tuo invito a votarli malgrado le prove negative ormai numerose e inconfutabili che hanno dato.
E a Simonetti propongo di aggiungere questa alla sua lista musicale:
@Emanuele Zinato e Giulia
SEL è una sottomarca del PD pensata per un target giovanile, postsessantottino o meridionale. La multinazionale che li produce è però la stessa. E comunque anch’io, come Simonetti, mi turerò il naso e farò quello che va fatto.
Come dire, ognuno ha le turate di naso che si merita, e peggio per lui.
Però sento l’obbligo di dire che tutta questa faccenda è abbastanza vergognosa: ma che bisogno aveva questo sito di caratterizzarsi su uno specifico partito (che poi scopriamo si allarga a un’intera coalizione)?
Simonetti dichiara poi:
“Il mio non vuole essere un invito al voto. Semmai la descrizione di uno stato d’animo”.
Qui, finiamo nel patetico, manco il coraggio delle proprie azioni…
@ Cucinotta
E con gli “stati d’animo” che ti cucino i pupi. Ragionare politicamente, puah! Roba d’altri tempi. E pensare che i sinistri di oggi invece che gli slogan di Marx o Gramsci ripetono quelli di Montanelli fa rabbrividire. Ma è… la democra-zia!
a G. Simonetti.
E l’Avvocato che non fa ritorno? Avita
semplicità che l’anima consola…
@Buffagni @Abate @Cucinotta @db @Zinato ecc.
Ma avete mai sentito parlare di “ironia”? E le avete ascoltate le canzoni? A me sembra uno dei migliori post di sempre.
Chi è nostalgico degli slogan di Marx o di Gramsci può sempre provare a recuperare dalla spazzatura le pagine strappate dei calendari del secolo scorso.
@ Vogue Uomo
Me l’aspettavo. L’ironia è sempre il refugium degli intelligentoni!
Ironie ist Pflicht — F. Schlegel
Vista la discussione in corso, colgo l’occasione per porre una domanda. Ho 28 anni e volevo sapere se qualcuno di voi ha avuto l’occasione di partecipare ad una riunione del MoVimento 5 Stelle o ad uno dei comizi di Beppe Grillo degli ultimi due mesi. Se sì, che impressioni ne ha avuto?
Grazie.
Ma vogue uomo, dove starebbe l’ironia? Basta dichiarare che di ironia si tratti perchè essa si materializzi come per incanto?
Ma non crede che sia lei che si inventa qualcosa di cui non vi è minima traccia in omaggio a non so quale sua personale e misteriosa fantasia?
D’altra parte, da chi accomuna tutti in un’unica risposta, sarebbe vano aspettarsi di più…
@ Andrea
E’ tutto molto bello. Davvero.
per Andrea
Io ho visto Grillo in un comizio e ti riporto la mia impressione. E’ grandissimo nel cavalcare il sacrosanto disgusto della gente comune per i vecchi politici. E’ bravissimo nella critica dell’esistente, ma le proposte che fa sono talmente stupide e suicide (dal punto di vista economico e sociale) che, se andasse al potere, andremmo a gambe all’aria molto più rapidamente di quanto andremo (e ci andremo comunque) se andrà al potere Bersani / Vendola o Berlusconi / Maroni.
Poi, le persone che manderà in parlamento (e sono tanti) sono un concentrato di No TAV, di black block, di rappresentanti dei centri sociali e, quando va bene, di persone (oneste) totalmente incompetenti. Basta vedere che casino han combinato a Parma…
L’unica speranza è in un pareggio: che nessuno riesca a governare, così non faranno danni. Vero è che così continuerà a governare la magistratura, ma almeno non aggiungeranno danni a danni
allucinante
C’è da augurarsi il totalitarismo per la sola soddisfazione di non leggere cose tipo “l’unica speranza è un pareggio, così non faranno danni”.
Di fronte alla scelta elettorale di domani e dopodomani le emozioni, le passioni, la rabbia devono essere messe da parte. E’ un momento cruciale in cui il senso civico e la lucidità sono importantissimi. Si tratta di votare pensando al futuro dell’Italia e a ciò che costituisce davvero la sua ricchezza: la cultura e il made in Italy, la ricerca e le imprese, il pensiero e l’iniziativa. Berlusconi è una figura che rappresenta il passato dell’Italia, la sua evoluzione dagli anni Ottanta ad oggi. Grillo assorbe la rabbia collettiva e istintuale che non riesce a mettere a fuoco criticamente e ‘positivamente’ che cosa dovrebbe significare fare politica in Italia non solo alla luce dei problemi nazionali, ma anche del suo ruolo internazionale. Di fronte agli investitori internazionali, che detengono metà del nostro debito pubblico, l’istinto per una rivoluzione del paese serve a poco. Certo, le scelte del futuro governo, sperando che l’Italia sia governabile, non potranno fare molti cambiamenti (siamo in Europa e c’è una politica precisa), ma dovrebbero rafforzare moralmente l’Italia e quindi dare la spinta a rimboccarsi le maniche. Ci vorrà qualche anno per far quadrare le cose. Ma l’individualismo e l’istintualità italiani devono essere messi da parte. L’ironico titolo di queste canzoni è per una scelta civica e sociale. I giovani vorrebbero la rivoluzione, perchè la loro situazione è assurda, ma una rivoluzione che funzioni passa non solo per le passioni: ci vogliono progetti sensati e soprattutto realismo. Grillo non è tutto questo.
Guarda, caro DM, che i periodi più floridi per l’economia dei paesi (nell’era moderna) sono stati quei periodi nei quali non c’era governo, perchè le elezioni avevano dato risultati tali da rendere difficile (ma non impossibile) la formazione di una maggioranza parlamentare.
Eclatante il caso del Belgio che, recentemente, è rimasto 500 gg. senza governo e in quei quasi 2 anni ha visto tutti i parametri economici crescere (tra cui l’occupazione giovanile, oltre a dati importanti come il PIL e gli indici di fiducia delle famiglie e delle imprese)
Noto solo come inciso e segno dei tempi che l’invito a essere razionali arriva da chi ha avuto il geniale istinto di chiamarsi Sentimento. Vogliamo alludere anche all’altra metà della dittologia di madonna Jane? Chiamare in causa un tram che a sua volta ha un nome?
Mirna Filippini, veramente la Puglia degli ultimi dieci anni è la sola regione del Sud ad avere aumentato l’occupazione. La Puglia è inoltre diventata la terza economia nazionale, dopo la Lombardia e il Veneto (prima di Vendola era la quartultima) ed è diventata la regione pilota del meridione. Anche il fenomeno Taranto e Ilva è stato gestito con grande attenzione sia al problema salute che a quello occupazionale. Lei evidentemente non sa di cosa parla.
@luca cristiano
romanticismo ingenuo/sentimentale:
sentimentale, direi…
Giulia
so perfettamente di cosa parlo.
Se vorrai andare sul sito dell’istat http://www.governo.it/GovernoInforma/giovani/dati_istat/allegati/occupati_e_disoccupati_042012.pdf ad esempio a pagina 13 vedrai che la Puglia è al 17° posto come livello di occupazione (22esima e ultima è la Campania). Per quanto riguarda il debito regionale ha un disavanzo cumulato di 1,4 mld di euro ed è al terzo posto in Italia.
Vedrai dopo qualche altro annetto di cura Vendola, dopo la “grande attenzione al occupazionale” (ILVA e rigassificatore) come andranno le cose
sentimento italiano?
“ci vogliono progetti sensati e soprattutto realismo. Grillo non è tutto questo”
e quali sarebbero i progetti sensati di grazia?
quelli partoriti da questi presupposti ideologici?
” Certo, le scelte del futuro governo, sperando che l’Italia sia governabile, non potranno fare molti cambiamenti (siamo in Europa e c’è una politica precisa), ma dovrebbero rafforzare moralmente l’Italia e quindi dare la spinta a rimboccarsi le maniche”
come dire: un bel salasso alla greca vi temprerà moralmente e alcuni (pochi in verità) avranno la “forza”, dopo, di rimboccarsi le maniche per svendere e comprare a prezzo di saldo la nostra cara “patria” e la dignità di un intero popolo
e questo si chiama sano realismo!
grillo non è tutto questo?
sarà per questo che un comico ha riempito le piazze di popolo bue insensato e privo di realismo?
quelle tristesse!
sono populista e voto mio malgrado cinque stelle perchè i vostri progetti sensati e realistici mi fanno orrore
spero però che domani la neve mi impedisca di andare al seggio come lo spero per milioni di votanti votivi
la funambola
l’italia è una repubblica basata sul backstage.
Domandarsi perché, da una fervente “patriota” che spera nella salvezza del suo popolo dalle angherie dell’Europa, si produca d’un tratto, proprio nel punto di massima incandescenza della sua prosa, un francesismo (“quelle tristesse”) innecessario, quale sintomo linguistico dell’autorità etica e culturale introiettata. La nobiltà obbliga sempre, anche durante le rivoluzioni.
@sentimento: volo più basso: dobbiamo votare i nomi e i cognomi e parlare con le sigle.
“Arrendetevi, siete circondati dal popolo italiano!” gridano i qualunquisti odierni (peraltro riecheggiando uno slogan fascista di vent’anni prima, non si sa se in coscienza o per affinità elettiva).
È la sempiterna, fasulla separazione artificiosa tra un’élite cattiva (adesso è di moda chiamarla “casta”), responsabile di tutti i mali che attanagliano il paese, e il popolo buono e sfortunato che ne è vittima. Retorica da quattro soldi per spacciare una balla gratificante. Noi siamo i molti puri, loro sono i pochi sporchi. Abbattiamoli, e il sole tornerà a splendere sul bel paese là dove ’l sì suona. Non è vero! Non c’è differenza tra i presunti accerchiati e i presunti accerchiatori, ammesso che esista un accerchiamento. C’è osmosi, al limite.
(da “Il primo amore”)
Funambola, ti sei mai chiesta perchè quel genio della comunicazione che è Grillo non abbia mai accettato un contraddittorio con i suoi avversari politici e perché non abbia mai accettato di rispondere a domande dirette di giornalisti?
Te lo dico io: perché se lo avesse fatto, avrebbero smontato le sue proposte (che sono cretine e distruttive) in un battibaleno e avrebbe dimostrato la sua totale ignoranza in campo economico e la sua totale ignoranza di tutte le regole ed i vincoli ai quali il prossimo governo dovrà sottostare
Può fare la sua figura (e lo sa) solo fintantoché può arringare la folla senza il minimo contraddittorio e senza che alcuno gli faccia delle domande serie.
E’ un geniale pagliaccio
Funambola cara, credi ancora nella rivoluzione? Sarei disposto a crederci anch’io, ma vorrei una rivoluzione elegante… una rivoluzione sciatta come quella prospettata dal duo di scapigliati anzianotti non mi interessa, tanto meno mi interessa la democrazia diretta (non si andrebbe oltre il condominio, altro che Cioran…). Ti do una notizia: in Grecia hanno avuto due volte nel giro di pochi mesi l’opportunità di votare i partiti antieuro, eppure non li hanno votati. Tutti scemi, i greci? Te ne do un’altra: l’Italia non può fallire. I debiti fatti da governi sciagurati (e anche un po’ populisti, da Craxi a Berlusconi) per acquistare il consenso popolare possono non essere pagati, ma debbono almeno essere gestiti rastrellando il corrispettivo sui cosiddetti mercati, per noi meglio se a interesse 4% che 8%, se non a due cifre come era quando c’era la lira (questo lo determina lo Spread). Siamo dunque immersi in una dialettica debitori creditori (che del resto comprende anche il debito morale verso gli americani liberatori, che assai carinamente hanno appoggiato sul territorio italiano 100 e più basi militari, per evitarci il rischio di nuovi fascismi, penso), e siamo costretti a mostrarci affidabili, per non rischiare che i creditori stringano la cinghia, lasciando il posto agli speculatori e agli strozzini (se non direttamente alle mafie, che come ricorda sempre anche lo scrittore più informato di tutti, Roberto Saviano, dispone di enormi liquidità; e come sostiene Grillo, pari pari al senso comune siciliano, sempre meglio la Mafia dello Stato…). Dopo il ragionier Monti, insomma, a fare l’interesse dei creditori ” normali ” verrebbe il FMI, che come immagino tu sappia bene scherza poco, e imporrebbe prima di tutto tagli alla spesa pubblica, istruzione, sanità, pensioni e pubblico impiego (come in Grecia e Portogallo).
Come andrebbe a finire? I primi a rimetterci sarebbero i precari. I benestanti rimarrebbero più o meno benestanti, ma se la vedrebbero malissimo quelli che tirano avanti la carretta. Infatti il capo autoproclamato del M5S sta cercando di convincere la povera gente che si sta bene anche da poveri, purché con dignità… Ma, quel che è secondo me criminale, li sta convincendo che non si devono preoccupare, si tratta di fare sacrifici per qualche anno, ma poi, quando il Movimento sarà al governo, introdurrà il reddito di cittadinanza di 900-1000 euro al mese (peraltro a me ne basterebbero 600 per fare alla società il servizio di non competere sul mercato del lavoro, esattamente quelli che proponeva qualche anno fa il PD in parlamento, dai banchi dell’opposizione… http://parlamento.openpolis.it/singolo_atto/72095).
Spero di averti convinta a barricarti in casa due giorni e non andare a contribuire all’avanzamento di un’autentica sciagura. Poi fai te…
Brava / bravo f., chiunque tu sia.
mp
@ LM
da cioran a casaleggio a evola il passo è più breve di quel che sembra o si pensa…
(mancano solo le “panche di una cattedrale” e il gioco è *fatto* – miscela fumabile sempre, nevvèro, meglio se accompagnata con spepatine di incensi *locali* variamente assortiti)
cara sesta lettera dell’alfabeto
sciacquati la bocca quando parli di cioran!
gentile larry, eppur ci siamo un po’ frequentati, seppur virtualmente
non credo alla rivoluzione, aborro il culto della personalità, mi fa paura il popolo giustiliazista, credo che l’utopia neghi la storia come nega il tragico e sono refrattaria ai vaneggiamenti degli spiriti “nobili” che considerano la politica sotto l’aspetto morale e credo che “l’esercizio del potere non si concilia molto con il rispetto per l’uomo; agire e comandare, due atti inseparabili da un certo cinismo” e so anche che “colui che propone una fede nuova è perseguitato, in attesa di diventare a sua volta persecutore: le verità cominciano da un conflitto con la polizia e finiscono col farsi sostenere da essa” e credo che “In ogni uomo sonnecchia un profeta, e quando si risveglia c’è un po’ più di male nel mondo” e non credo che il movimento “populista” cinque stelle sia l’aurora del sol dell’avvenire :) e sono pienamente consapevole che”ogni individuo che non “abdichi”, si può dire senza timore machiavellico. se vive, se si afferma, se trionfa, ciò avviene perchè non si fa degli scrupoli. e se questo vale per gli uomini in generale, che dire allora degli uomini politici? chiamarli machiavellici è adoperare un pleonasmo. calunniamo, se si vuole, la nostra volontà di vivere, i suoi stratagemmi, le sue prodezze, ma non chiamiamo più questa volontà machiavellismo”
citato ciò, machiavelli stesso, di fronte alla miseria di questi piccoli “principi” sarebbe andato (confidando pure lui nella neve) suo malgrado, a votare quel movimento che vi fa tanta paura!
qui la neve però scende copiosa. speriamo!
baci
la funambola
p.s: non condivido le sue analisi politiche neppure per quanto riguarda le virgole :)
@Cucinotta
Suvvia, perché arriva a dipingersi come più ingenuo e sprovveduto di un dodicenne? Per cogliere l’ironia dell’accostamento tra il testo di Califano e lo slogan del titolo bastano un’età anagrafica da minorenne e un diploma elementare. Ci sono modi meno umilianti di imporsi in una conversazione.
E rivolgersi a più di una persona non è mai stato sinonimo di rozzezza.
chi sa mai perché, forse sarà solo una coincidenza, ma tutti quelli per i quali bisogna sciacquarsi la bocca, prima di nominarli, hanno sempre un passato nazista e antisemita da ripudiare o da farsi perdonare…
di cioràn(n’)*, comunque, va sicuramente lodata l’unica coerenza che ha potuto a ragione vantare nella sua vita: non ha mai cambiato pusher – al contrario di tanti suoi adepti
(*) cioràn (ciorànn’): dial. nap.: “ce lo danno”
Sentimento italiano: guarda che in fatto di ironia non se la cava male neanche Gozzano. I versi citati (tranne quelli che invitano a farsi due righe di coca) sono suoi.
E adesso, signore e signori, buonanotte. Il post di Simonetti era molto carino, la discussione, mamma mia…
“Tutti i giornali sono d’accordo: Grillo ha riempito con i suoi ragazzi la fatidica Piazza San Giovanni. Sono giovani, sono inesperti, sono entusiasti: si torna a vivere. E’ questa l’umanità che ha fatto la storia: quella che si è lanciata nella vita ingenuamente, forte soltanto del proprio entusiasmo, della sicurezza che essere uomini significhi sognare, sperare, amare, godere, gioire, e credere di riuscirci lavorando strenuamente per realizzare il sogno.
Siamo usciti, con questi sognatori, dall’incubo peggiore che gli Italiani si siano mai trovati a sperimentare, malgrado il loro lungo passato pieno di catastrofi: non avere un futuro. Non avere ciò che sostanzia, per ogni uomo, l’idea di futuro: che sarà bello, gioioso, nuovo, diverso, ricco di vita. Può forse il pareggio di bilancio, per quanto lo si prospetti come indispensabile, costituire “Il Futuro”? Può forse la Banca Centrale Europea, per quanti bond italiani sia disposta ad acquistare, vestire i panni della Fata Turchina? Basta, sì basta! Abbiamo assoluto bisogno di tornare a vivere la vita vera, quella che ha sempre reso ricchissimi gli Italiani anche quando erano poveri: la capacità di credere nel futuro, di lavorare per il futuro, nella bellezza della propria terra, nella fiducia del suo “stellone” gioioso e fortunato”. Ida Magli
Consiglio, a coloro che non ne hanno ancora avuta l’occasione, di partecipare ad un Meet-up o ad altri incontri del MoVimento 5 Stelle per vedere come funziona nella realtà concreta qualcosa che, a mio parere, ha già cambiato il modo di vivere la politica di molto italiani e da cui, penso, non si possa tornare indietro.
Grazie, per chi l’ha fatto, di avermi risposto.
@Simonetti:
non è un’emozione da poco votare PD, la vertigine che da l’ipotesi di un mandato elettorale guidato da Bersani è grande.
Ma forse lei ha bisogno di più adrenalina. in tal caso c’è sempre il Pdl
Cara Nina, effettivamente pensare a Bersani che guida il paese dà veramente le vertigini, fa sognare… imposte ordinarie sugli immobili con coefficienti progressivi, iva al 22%, diminuzione delle tasse ai redditi più bassi e aumenti a quelli più alti, etc.
Continuerà ad accadere quello che sta già accadendo: siccome chi ha redditi alti e patrimoni alti (dichiarati) paga tasse altissime e siccome chi offre lavoro sostiene un costo del lavoro altissimo e siccome paghiamo benzina, riscaldamento, elettricità molto di più che in altri paesi, chi è ricco e intelligente e chi produce si sposterà altrove (già comunque in gran parte fatto).
Il valore del nostro patrimonio immobiliare crollerà ulteriormente, i consumi caleranno ancora e le nostre aziende e banche verranno comprate per un boccone di pane dai nostri “amici” Europei.
Un vero sogno, Nina.
@Simonetti
Hai scatenato un vero casino. E ce n’è, di incazzati, in giro. Questo mi fa un po’ paura. Io ti dico solo che il post mi è piaciuto assai. (Mi piacciono quasi tutte, queste tue playlist; ma questa andava dritto al cuore, diciamo così.)
Cara Mirna,
comprendo che lo stress da elezioni sia alto in queste ore, ma bisogna rimanere lucidi. il mio commento era assolutamente ironico. L’ironia era rivolta al “turarsi il naso”.
Da giovane idealista quale sono credo che bisognerebbe volere qualcosa di meglio del “meno peggio”, purtroppo non è colpa nè di Simonetti nè mia se siamo paralizzati nella scelta tra una sinistra che sinistra non è, Grillo che non commento (pena, in caso contrario, il linciaggio), e un buffone e la sua corte.
Voglio solo sperare che qualcosa cambi, in meglio.
Cara Nina
sei giovane ed idealista e fai bene a sperare che qualcosa cambi in meglio.
Purtroppo non c’è alcuna speranza per il nostro paese, soprattutto per voi giovani.
Quando l’economia muore, muoiono anche la cultura e l’innovazione.
Le opere più grandi (nel campo della musica, dell’architettura, della scultura, della pittura anche se non della letteratura) sono nate in tempi e luoghi nei quali l’economia fioriva e c’era speranza di un futuro migliore.
Quando si muore di freddo e di fame non ci si può concentrare sull’arte e sul bello e sulla ricerca scientifica.
Lo stato della nostra scuola, della nostra università, della nostra ricerca è pietoso e andrà sempre peggio.
Quindi, se ne hai la possibilità e hai qualcosa di “spendibile” all’estero, vattene da questo paese senza speranza e in irrimediabile decadenza e costruisciti un futuro altrove.
Altrimenti fai come dice il Berlusca… innamorati di uno ricco e sposalo e fatti proteggere e mantenere da lui (come ho fatto io…)
Eh, no, Mirna, proprio no!
Vogue uomo, faccia pure gli accostamenti che vuole per confermare la lettura in chiave ironica, io che sono un minus habens come lei dice, leggo un bel titolone proprio nel giorno delle elezioni e pensa a una dichiarazione di voto, quanto sono banale!
Peccato che subito più commentatori si sono precipitati a fare anch’essi dichiarazioni di voto, seppure per SEL: le dice niente, siamo tutti incapaci di leggere l’ironia? Glielo concedo, ma se l’ironia ha bisogno di una lettura così sofisticata da non essere accessibile a tanti, questo è già un fatto da cui non si può prescindere, anzi ne è l’elemento prevalente. Potrei dire “ironia privata e propanganda pubblica”.
Piuttosto, mi premeva chiarire perchè ritengo che il suo rivolgersi a più commentatori non vada bene, perchè così inevitabilmente ci accomuna, appiattisce tutti su un’unica posizione, e questo non è rispettoso verso coloro a cui si rivolge. Poteva dire le sue cose senza bisogno di specificare i destinatari. Se vuole avere specifici destinatari, ha il dovere di distinguere, di entrare più nel merito delle singole posizioni.
@Cucinotta
“Lettura sofisticata”? A me sembrava un’ironia fin troppo pesante…
Ad ogni modo, visto che insiste: né propaganda né dichiarazione di voto; semmai, ripeto, “descrizione di uno stato d’animo”. Di uno stato d’animo; non necessariamente del mio stato d’animo. Lo specifico per lei, che ha sempre bisogno di sottotitoli.
@Cucinotta
Non so che dirle. Se pensa che questo post richiede una lettura sofisticata per legger una pagina di Thomas Mann pensa di prenotare un insegnante di sostegno? Ora capisco perché Berlusconi o Grillo hanno così tanto successo in Italia.
Sulla comunanza degli interlocutori anche lei li accomuna e dice “più commentatori”. Vuole che ci mettiamo a discutere della sua mancanza di rispetto?
@ Simonetti
“Ricordate gli scontrosi villani della “contestazione”? I Fratelli Amorevoli sono anch’essi scontrosi; ma villani no certo. Hanno eletto a valore riserbo, ironia, evasività, latenza” (Fortini,Insistenze, p.272).
E pertanto – aggiungo io – non fanno “né propaganda né dichiarazione di voto; semmai, ripeto, “descrizione di uno stato d’animo”.”
Salutamm’e!…
Caro Simonetti,
apparentemente lei ignora la differenza tra le nostre intenzioni e le altrui interpretazioni, e che delle nostre intenzioni non importa nulla a nessuno, è l’effetto delle nostre azioni ciò che conta.
Ora, lasci perdere me che sono un caso patologico, e si rilegga i commenti con tutte le dichiarazioni di voto. Dovrà convenire con me che io non sono l’unico incapace di leggere l’ironia nel suo intervento. Se le cose stanno così, non serve ribadire che lei intendeva descrivere il suo stato d’animo.
Sa, succede spesso nella vita di essere fraintesi, e bisogna avere il coraggio di sopportare anche il peso dei fraintendimenti.
Vogue uomo, vabbè, secondo lei sono incapace di leggere Thomas Mann, ritiene, tra l’altro nascondendosi dietro un nick, di potermi insolentire, ma egualmente io la vorrei invitare magari di tanto in tanto ad aprirli quegli occhi di cui la natura l’ha dotato invece di affidarsi esclusivamente alle sue fantasie, li legga i commenti, siamo in molti a non saper leggere Thomas Mann (almeno secondo la sua personale opinione): ne deduce qualcosa? Conterà nulla il modo effettivo in cui la discussione si è svolta, oppure conta soltanto il suo punto di vista che non ha quindi alcun bisogno di confrontarsi con la realtà?
@Cucinotta
scrivendomi che “non serve ribadire che intendeva descrivere il suo stato d’animo” lei dimostra non solo di essere incapace di leggere l’ironia, ma di essere incapace di leggere tout court. In effetti, come potrà verificare, avevo ribadito esattamente il contrario: che intendevo descrivere uno stato d’animo, e non necessariamente il mio.
Per il resto ha ragione: le intenzioni contano fino a un certo punto, restano possibili (quasi) tutte le interpretazioni – perfino la sua. E’ lei che pretende che la sua interpretazione sia l’unica valida, per giunta allegando qualche insulto e un moralismo che le circostanze rendono grottesco (“tutta questa faccenda è abbastanza vergognosa”).
Infine, contesto che gli altri commentatori non abbiano colto l’ironia; il fatto che loro abbiano rilasciato dichiarazioni di voto non implica affatto che non l’abbiano colta. L’unico che di sicuro mostra di non averla colta è lei. Liberissimo di non vedere l’evidente; un po’ meno di attribuire a tutti gli altri la sua disperante mancanza di senso dell’umorismo.
@Abate
A volte sono ironico, lo ammetto. Non sempre. Lei mai.
@ Simonetti
No. Anch’io a volte. In questa occasione, però, vedo i ricatti moral-elettorali serpeggianti in blog, mailing e siti vari al posto dei ragionamenti politici e ci rinuncio. Mi basta annusare cosa questo tipo d’ironia nasconde.
Simonetti, è evidente che lei non ha colto il senso del mio intervento, pazienza, sono cose che capitano.
Lei rimanga pure della sua opinione, che tutti hanno capito la sua ironia tranne me, si tratta chiaramente, in assenza di altre evidenze, di un’illazione, ma ammetto che è del tutto lecita.
Pretendo troppo se le chiedo di non giudicare la mia persona (che, come comprenderà, è cosa ben diversa dal giudicare specifici atti e comportamenti) e di evitare di atrribuirmi opinioni che non ho mai espresso (dove avrei detto che la mia interpretazione è l’unica valida)?
Grazie.
@Cucinotta
Ha ragione, non è lei che non ha capito nulla, sono io che non ho colto il senso del suo intervento.
(Prima di salutarla e chiudere, per quanto mi riguarda, questo nostro scambio ormai esaurito, mi permetto di segnalarle che la frase precedente è ironica).
molto spesso (come molti, credo) mi sono ritrovato nella condizione di dover scegliere il ‘meno peggio’. Stavolta ho avuto pochi dubbi, e spero che la mia fiducia espressa votando per Vendola (e non mi pare che su Bersani si possa dire molto male, altra cosa gli apparati del suo partito) sia ripagata. La minaccia di ridurci ad una remota e ingovernabile provincia sudamericana, ha naturalmente fatto il resto. Sono un uomo semplice, e confido ancora nelle buone oneste ragioni della governabilità.
“non mi pare che su Bersani si possa dire molto male, altra cosa gli apparati del suo partito) […]. La minaccia di ridurci ad una remota e ingovernabile provincia sudamericana, ha naturalmente fatto il resto. Sono un uomo semplice, e confido ancora nelle buone oneste ragioni della governabilità” (cohen)
Per favore, perché far funzionare il cervello sia pur di un “uomo semplice” in un modo così complicato per cui uno vede in Bersani (o in Obama o in qualsiasi altro leader) un sant’uomo o un”buono” e negli apparti del *suo* partito (o, nel caso di Obama, del suo Stato) “altra cosa”?
Ma l'”uomo semplice” non pensa che la selezione dei dirigenti è ferrea e vanno a certi posti solo se danno sufficienti garanzie di eseguire gli interessi di determinati apparati o lobby potenti?
Se non lo pensa bisogna farglielo pensare.
Se poi non lo vuol pensare ( cioè non vuole pensare che cosa complicata per non dire “sporca” e poco trasparente è la politica da sempre per cui il peso del “personaggio” apparentemente angelico o “serio” è inseparabile dal peso degli interessi delle lobby – interne ed esterne ai partiti – che lo sostengono) confidi pure.
In questa politica dello spettacolo c’è tanto bisogno di “nuovi credenti” in uomini posati che sostengano i premi Nobel per la pace che poi bombardano un po’ qui un po’ là in nome della democrazia e della governabilità.
“Non io/ Con tal vergogna scenderò sotterra”.
il mio cervello funziona benissimo, non preoccuparti. non ho bisogno della tua sveglia. passo e chiudo.
E adesso, poveri uomini intelligentoni, semplici, ironici e quant’altro?
Non sarebbe il caso, dopo aver votato PD o Sel o Ingroia, che vi sturaste il naso, apriste gli occhi e misuraste la distanza tra le vostre belle parole e le cose?
@ Simonetti
Ma più c’è da tornare ad un’altra pazienza
alla feroce scienza degli oggetti alla coerenza
nei dilemmi che abbiamo creduto oltrepassare.
Al partito che bisogna prendere e fare.
Cercare i nostri eguali osare riconoscerli
lasciare che ci giudichino guidarli esser guidati
con loro volere il bene fare con loro il male
e il bene la realtà servire negare mutare.
Rileggere questa discussione dopo l’esito del voto è divertente. Emerge una spiccata incapacità di “leggere” il reale da parte di intellettuali che fanno voto (mi si scusi l’ironia) di voler ri-collegare la letteratura al reale …
Il PD (aspetto la prossima illuminazione da parte di Piras), con le sue mosse avventate, in primis accettando il dictat di Napolitano su Monti, ha risuscitato Berlusconi ed è stato capace di disperdere gran parte del consenso di cui godeva un anno fa. Idiozia allo stato puro.
Io, nel mio piccolo, ho contribuito a questa grande debacle: ho indossato la maschera di uno dei tanti anonimi personaggi del «Saggio sulla lucidità» di Saramago e ho «disertato dal concerto nazionale».
Sì, lo ammetto: l’ingovernabilità è per me grande gioia.
«Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente»
Stan. L.
rileggere questa discussione dopo il voto è molto triste. non c’è proprio nulla da ridere. a nome mio soltanto, dal momento che forse riesco a rappresentare solo e in parte me stesso, ringrazio i disfattisti di sempre e dell’ultima ora: grazie grazie grazie, siamo a questo punto grazie anche a voi abatini e pifferai del nulla. ridete pure godete pure del disastro.
@ Cohen
Pifferaio del nulla è quel Bersani che tu hai votato. Chiedi il conto a lui, non a me o ad altri che hanno cercato di darti la sveglia.
«Ora io sono maledetto, ho orrore per la patria. La cosa migliore è un sonno da ubriaco, sul greto».
«Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico».
Stan. L.
PS: «Meglio un disastro che il deserto».
La differenza tra chi gioisce e inghirlanda il suo narcisismo delle parole “io lo sapevo e voi siete dei coglioni” e chi mestamente constata che è andata male, non è la capacità di leggere il reale che i primi avrebbero e i secondi no, ma la speranza di agire e il sentimento di umanità che i primi difendono e il cachinno sterile di chi si bea di avere dalla sua una ragione inutile.
Chissà chi ha più senso della realtà e giustizia dalla sua, se questo lettore di Machiavelli e Guicciardini che ancora spera o questi intellettuali che citano l’utopista Fortini e non paghi di aver smesso di sperare sghignazzano pure delle speranze di altri.
(Non discuto/litigo mai di politica sul blog, ma questa volevo dirla. Chi vuol replicare replichi, ma io mi fermo qui)
oggi mi sono alzata insolitamente speranzosa :)
cari
“napoleone, a sant’elena, di tanto in tanto sfogliava volentieri una grammatica. un modo, se non altro, di provare che era francese”
e
“quando abbiamo commesso una bassezza, esitiamo ad assumercene la responsabilità, a designare il responsabile, ci perdiamo in ruminazioni senza fine, le quali non sono altro che una ulteriore bassezza, attenuata però (forse, aggiungo io :) dal virtuosismo della vergogna e del rimorso”
baci
la funambola
@ Lo Vetere Daniele
Deponesti il tuo cacchin umanitario
ed or dall’alta torre di finto avorio
mirerai di noi plebaglia la vil tenzone?
E manco ci darai medaglia
per aver sì attizzato e viziato
la tua sì nobile mestizia?
@Daniele Lo Vetere.
anche a me non capita quasi mai di discutere di politica sui blog.
ma condivido il tuo commento (lo dico sottovoce, altrimenti qualcuno potrebbe sospettare di una qualche liaison o combine o lobby). Anch’io passo e chiudo.
Quanto ai giaculatori, pleonastici grafomani depositari del verbo verboso e compiaciuto, continuino pure ad libitum (con buona pace di Fortini che è tutto tranne che una bandiera o una banderuola da agitare a proprio uso e consumo).
Mi vergogno di appartenere a questo popolo di scimmiette.
Propongo che alle prossime elezioni politiche italiane, votino solo gli elettori tedeschi e USA.
@ Cohen Manuel
Passo e chiudo.
Passo e chiudo.
Ma che passo?
E cosa chiudo?
Passo e chiudo.
Passo e chiudo.
La mia boria?
Il mio disprezzo?
Passo e chiudo.
Passo e chiudo.
Il mio verbo?
il mio diverbio?
Passo e chiudo.
Passo e chiudo.
Buffagni, adesso fa coppia con Massino che era felice di stare sotto tutela degli USA?
Che senso ha lagnarsi dei risultati, mi pare che il tutto si è svolto in maniera per niente sorprendente, direi nella maniera più ovvia possibile, il che, è superfluo dirlo, non significa secondo i propri desideri. Eppure, da adulti, dovremmo sapere che realtà e nostri desideri raramente coincidono.
L’importante, per me, non è la tutela degli USA, ma di sottrarsi alla tutela di Cucinotta e dei cucinottiani.
Comunque a Bersani meglio di così non gli poteva andare. Potrà governare senza tener conto dei legacci economici tedeschi, e fare finalmente una politica economica riformista. Sempre che non arrivino a portarselo via gli elicotteri del FMI, che instaurerebbero il vero terrorismo economico (questa prospettiva molto spettacolare piace naturalmente ai disfattisti, grillologyani e non).
Beh Massino, lei mi fa un onore che non merito, occuparsi anche di me, considerarmi perfino un pericolo da cui guardarsi: che cosa le sarà successo oggi, shock da elezioni?
Caro Larry Massino
mi sfugge il senso della tua affermazione sul fatto che Bersani potrà governare senza tener conto dei legacci economici tedeschi?
Come fa a fare una politica “riformista” con gente come Grillo e Vendola dopo che è già stato firmato il Fiscal Compact e che ci sono dei vincoli che dobbiamo rispettare? Inoltre, non appena i mercati capiranno che Bersani si è messo insieme a gente con idee economiche folli (come Grillo e Vendola) l’innalzamento dello spread comporterà l’intervento del fondo salva stati e, quindi, il commissariamento economico del paese (innalzamento età pensionabile, licenziamento di statali e parastatali, tagli orizzontali alla spesa pubblica, etc.).
Dove la vedi la realistica possibilità di una politica riformista?
Mirna
Cara Mirna, a rigore è come dici tu, e in questo stesso thread dicevo le tue stesse cose. Però nemmeno il rigore è rigoroso, di questi tempi. Può essere che con questi risultati elettorali Draghi si impietosisca e riesca a convincere i tedescacci che è venuta l’ora di fare credito uniforme ai paesi in difficoltà (se no, ho già detto, non se ne esce), sia per finanziare il debito pubblico che nuove politiche di sviluppo.
@ funambola
Spero che tu possa divertirti e provare qualche bel brivido d’eccitazione a ballare gioiosamente sulle macerie.
a V. Cucinotta.
Guardi che scherzavo, prendendo bonariamente in giro i molti che da decenni rimproverano al popolo italiano di non essere il popolo tedesco, svedese, inglese o americano, e che oggi hanno avuto quel che si meritavano, cioè una dura punizione elettorale.
Sono ben contento di essere italiano, non ritengo che gli italiani siano scimmie o scimmiette, e il risultato elettorale non mi lascia nè sgomento nè vergognoso, anche se personalmente non ho votato Grillo.
Gli italiani hanno (finalmente) avuto una reazione elementare di rifiuto di fronte al grave peggioramento delle loro condizioni di vita, e alla completa assenza di prospettive se non verso il peggio offerta loro dalla UE e dai suoi concessionari italiani, quindi in primis il PD e la sinistra, in secundis Berlusconi e la destra (che ha recuperato rispetto agli abissi post-Monti, ma ha giustamente – perso qualcosa come cinque milioni di voti).
Le classi dirigenti e i partiti non si inventano in cabina elettorale, e quindi per chi si voleva che votasse, il popolo italiano?
Ha votato per l’unica formazione politica che è apparsa a) non compromessa con il corso politico passato b) contraria alla penitenza euro-UE, sebbene in modo molto confuso c) non contraddistinta da un’ideologia escludente, cioè nè “comunista” nè “fascista”.
La conclusione politica, chiarissima e inevitabile, che si dovrebbe trarre dal responso elettorale, sarebbe la formazione di un governo che aprisse una serrata trattativa per modificare i trattati che regolano la UE, da Maastricht in poi; cercando alleanze internazionali in Europa e fuori, e naturalmente mettendo sul tavolo anche la possibilità (sottolineo: *possibilità*) di lasciare la zona euro: perchè se si esclude a priori la possibilità di rompere e perdipiù lo si dice apertamente, non si conduce una trattativa tra pari, si presenta una petizione da subordinato a superiore, col risultato che si viene gratificati di un buffetto sulla guancia e forse di qualche caramella.
Questo sarebbe il compito a casa. Il problema non piccolo è che non sembra esistere il ceto dirigente in grado di eseguirlo. Ma gli elettori italiani il loro mestiere l’hanno fatto.
Ho appena letto il commento di Jacques Sapir, direttore dell’Ecole d’Hautes Etudes Sociales, sulle elezioni italiane. Ne riporto qualche stralcio, ma vale la pena leggerlo tutto.
Sur les élections italiennes
26 février 2013
Par Jacques Sapir
…
Le premier point qui émerge de ces résultats est à l’évidence l’ampleur du désaveu des politiques inspirées par Bruxelles et Berlin, mais aussi, il faut s’en souvenir, par Paris. Les partis défendant ces politiques n’ont représenté que 40% des électeurs (le PD de gauche de Bersani 29,5% et l’alliance du centre-droit de Mario Monti 10,5%). Les partis refusant ces politiques, et refusant en réalité la logique de l’Euro, ont remporté plus de 54% des suffrages (le PDL de Silvio Berlusconi 29% et le M5S de Beppe Grillo 25,4%). On ne saurait imaginer plus cinglant démenti apporté à ceux qui présentaient le gouvernement Monti comme un « sauveur » de l’Italie. La multiplication d’impôts, souvent vécus comme injustes, les coupes sauvages dans le budget dont ont été victimes les hôpitaux, les écoles, mais aussi le système de retraite, les retards scandaleux de paiements de la part l’État, expliquent largement cette situation. La presse française peut gloser sur la « machine » Berlusconi, elle ne saurait éternellement cacher le fait que si un homme politique chassé sous les huées revient quasiment en triomphateur c’est bien parce qu’il y a un rejet massif de la politique mise en place par ses successeurs. De plus, ce discours convenu ne saurait expliquer le succès du Mouvement 5 Étoiles (M5S) de Beppe Grillo.
…
les électeurs italiens voulaient envoyer un message et ils ont utilisé à cette fin les moyens qui étaient à leur disposition. On peut gloser sur le système électoral italien, certes plus « Byzantin » que Romain ; on peut faire tous les commentaires possibles et imaginables sur la rhétorique tant de Berlusconi, couvert de scandales et rescapé du « bunga-bunga », que de Bepe Grillo. À défaut de partis plus présentables, les Italiens ont voté pour ceux qui leur paraissaient les moins nocifs, autrement dit les moins engagés dans la politique mortifère d’austérité et les moins soumis aux ordres de Bruxelles et aux diktats de Berlin. On est en présence d’une protestation structurée bien plus que d’un simple vote « protestataire ». Le fait que le M5S ait gagné certaines villes lors des dernières élections municipales aurait dû alerter les observateurs. On assiste en fait au début d’un processus d’enracinement du M5S.
Les conséquences pour la coalition de gauche que représente le Parti Démocrate sont importantes. L’érosion de ce parti dans les derniers sondages, puis dans les résultats, est particulièrement importante. Crédité de 35% à moins d’un mois du vote, il se retrouve finalement avec 29,5%. Le problème réside dans la position intenable qu’il adopta : celle de défendre une « austérité à visage humain ». Les Italiens ont intuitivement compris que de visage humain, il n’y en aurait guère et que seules resterait l’austérité. Mais, cela pose un redoutable problème aux forces dites « social-démocrates » en Europe du sud. Leurs discours n’ont plus aucune crédibilité dans le cadre économique qui est celui de la zone Euro. Il faut soit adopter un discours traditionnel de droite, soit rompre avec les chimères d’une Europe fédérale ; il n’y a plus de demi-mesures possibles.
…
http://russeurope.hypotheses.org/936
Abate,
anche la rima non è il tuo forte…
scusate, qualcuno sa se la grassa si è già espresso sulla tornata elettorale?
“Spero che tu possa divertirti e provare qualche bel brivido d’eccitazione a ballare gioiosamente sulle macerie.”
caro .pd.
se hai bisogno d’affetto e di consolazione io non posso esserti d’aiuto. ho troppo sofferto per la “causa” e il mio piccolo cuore casalingo non regge più ai balletti gioiosi sulle macerie dei “compagni per sbaglio” e ai balletti gioiosi dei “compagni per sbaglio” sulle macerie.
posso solo inviarti questo che spero ” capirai”
mollami :)
@ funambola
Non temere, non ho mai avuto bisogno di affetto né di consolazione, sono sentimenti che ho ripudiato da bambino. Tutto quello che dico lo dico con assoluta freddezza di coscienza, e senza alcuno sdegno. Mi rendo conto che avrei fatto meglio a indirizzare la mia precedente ad altri commentatori, tipo @stan, ma è il tuo entusiasmo e la tua leggerezza che m’hanno avvinto, come accade a tutti i malinconici che beccano una fanciulla spensierata. Celiamo, se vogliamo, non c’è rimasto altro che celiare. In risposta agli squinternati amori del Brancaleone, che fotte vittorioso sulla peste comune, mi riservo almeno il diritto al più nero dei quattro umori. Un saluto galante.
“Je suis le Ténébreux, – le Veuf, – l’Inconsolé,
Le Prince d’Aquitaine à la Tour abolie :
Ma seule Étoile est morte, – et mon luth constellé
Porte le Soleil noir de la Mélancolie.”
eccetera.
Scusate se persevero nella mia anti-ironia, ma davvero sono così comuni gli atteggiamenti che la gente assume senza fare ironia e che vanno a coincidere con le espressioni ironiche, che proprio non ci trovo nulla da ironizzare. L’ironia presupporrebbe un’esagerazione, un surplus che a volte, quando la realtà è già così esagerata, diventa impossibile.
Proponendo quindi le mie seriose riflessioni, prive di qualunque appeal attrattivo, eccovi questo link dal mio blog (fatene pure ciò che meglio credete):
http://ideologiaverde.blogspot.it/2013/02/i-termini-della-lotta-per-legemonia.html
Il sottoscritto ritiene che le contraddizioni siano salvifiche, e dunque mi diverto perché l’esito del voto sta aprendo contraddizioni molto interessanti.
Ora, i casi sono due:
1 – Bersani punta a stanare Grillo. Ma Grillo può solo accettare alle *sue* condizioni, altrimenti perde la faccia. Solo che questa eventualità sarà invisa ai “mercati” e alle istituzioni internazionali. Se, invece, a dispetto di se stesso, Grillo si accomoda sulle richieste “esterne”, allora la rabbia resta senza rappresentanza e il M5S va in crisi.
2 – Grillo non accetta e resta una sola possibilità: governo tra Pd e PDL e Monti. In questo caso, i trombati divengono i vincenti, ed è facile presagire un ribollire ulteriore della rabbia. Qui è ipotizzabile un ricorso alle urne dopo l’elezione del Presidente della Repubblica.
In entrambi i casi, gli esiti sono molto interessanti. Si aprono grandi spazi per cercare di dare vita a una politica veramente di sinistra.
Se le istanze migliori del M5S (ce ne sono, anche se espresse rozzamente) riescono a fare breccia nella parte del PD più attenta ai diritti, allora può succedere di tutto; la TAV, ad esempio, non si farà. Se, al contrario, sarà il liberalismo della parte più “modernista” del PD ad averla vinta, allora Grillo perderà consensi e credibilità; è solo questione di tempo. E allora l’assenza di una rappresentanza di chi difende la scuola pubblica, di chi vuole arginare la precarietà, etc., spingerà alla nascita di nuove aggregazioni politiche.
Il secondo caso, invece, è più semplice: la rabbia non troverebbe uno sbocco istituzionale ed è prevedibile una sua radicalizzazione. L’esito del voto è, in fondo, una bocciatura delle politiche di austerità del Governo Monti.
Questi due scenari, per quanto mi riguarda, sono molto più interessanti di quello che sarebbe nato con una vittoria netta del PD. In questo caso, non ci sarebbe stato nessun cambio di rotta rispetto al Governo Monti (piccoli ma insignificanti correttivi, e di certo non in ambito economico o di politiche del lavoro).
Ecco, in breve, spiegato il motivo del fatto che io mi sto divertendo a seguito dell’esito del voto.
Stan. L.
Caro Stan, lo scenario più probabile è secondo me questo: eleggeranno un Presidente di garanzia, come nel 2006, poi proveranno a spiegare alla Merkel che bisogna allargare la borsa, ma temo non la convinceranno, perché ci si gioca la rielezione. L’Italia finirà nelle mani degli speculatori (che già ieri si sono dati da fare). Appena gli indicatori economici segnaleranno rischio rovina si rifarà un governo di emergenza tipo quello attuale, e si metteranno ancora nuove tasse. Poi si rivoterà e rivincerà la destra berlusconiana (questa volta Marina), che pare riesca a dare rappresentanza ai burini, che in questo paese sono tanti e con diritto di voto uguale ai burocretini (e in effetti, tra burini e burocretini è sempre più colpevole stare dalla parte dei secondi) . A fronte degli equilibri istituzionali, il governo di destra farà poco o nulla, e accuserà l’opposizione, il Presidente della Repubblica, i Sindacati, la Magistratura ecc. Già visto… Il PD tornerà a fare quello che sa fare meglio, l’opposizione elegante e la lotta fratricida. Grillo e Casaleggio avranno raggiunto il loro scopo, ostacolare il riformismo liberal socialista (chissà cosa ci guadagnano; fossi dietrologo e complottista penserei che sono pagati dagli speculatori per indebolire l’Euro, che pare stia antipatico anche agli USA… corrono centinaia se non migliaia di miliardi…). D’altra parte cosa ce ne facciamo del riformismo che chiede sacrifici a tutti in cambio della stabilità di un sistema che premia solo la parte medio alta della cittadinanza, a sua volta sempre più ristretta? Evvia evvia.
PS: che spettacolo desolante vedere Bersani pietire voti da chi pochi giorni fa lo ha definito parassita, e da chi lo vuol mettere sotto inchiesta per corruzione, insieme a tutta la dirigenza del PD.
PS2: fossi Giorgio Napolitano I non riceverei Lord Giuseppe Pietro Grillo, perché non possiede le credenziali democratiche, non essendo eletto nemmeno nel Movimento, del quale si è autoproclamato capo pochi mesi fa.
Caro Massino,
neanche io la vedo rosea, perchè avremo bisogno di un clone del conte di Cavour, mentre abbiamo Beppe Grillo. Però, mi permetto un suggerimento: non dia dei cretini o dei burocretini a svariate decine di milioni di italiani; non dica che che il Presidente della Repubblica non deve ricevere il fondatore di un partito che ha preso il 25% dei voti.
La democrazia parlamentare era piena di difetti già quando è nata, e oggi tante forze fanno del loro meglio per svuotarla di significato. Però, è tutto quello che ci rimane per non finire del tutto asserviti al potere del denaro e delle armi. Lavoriamo per migliorarla, per ripristinarne il significato, ma non sputiamoci sopra, non deridiamola, non qualifichiamo di “cretini” gli italiani che ancora hanno la voglia di avvalersene, non neghiamo ogni rispetto ai nostri avversari politici.
M’è capitato, da giovane, di vedere di persona che cos’è una guerra civile vera. Le garantisco che è meglio questa democrazia, per quanto faccia pena.
@Stan
E se invece (che è poi ciò che sostengo al link che ho prima indicato) quanto accaduto con queste elezioni sia la messa in soffitta della dicotomia sinistra/destra? Se a partire dai trentenni, tale criterio di discriminazione in politica non venisse più riconosciuto, non più considerato utile per orientarsi?
Secondo me, il successo del M5S presuppone necessariamente che ci siano ormai ampie fasce di popolazione che hanno abbandonato questo criterio di riferimento. Fossero anche nettamente minoritari, questo processo metterebbe comunque in grave crisi quello che inevitabilmente è un concetto ideologico, qualcosa che per funzionare per esistere, necessita di non esssere oggetto di discussione, che non può essere messo in dubbio, qualcosa accettato da tutti implicitamente. Quando ciò non accadesse più, padroni taluni di crederci ancora, ma se ne perde l’universalità, e quindi anche il significato che solo così può essere affermato.
Riflettrevo sul fatto che questa crisi del riferimento sinistra/destra ha due differenti aspetti. Il primo, che viene in fondo accettato da quasi tutti, è che se n’è fatto un uso sconsiderato, i partiti praticano ad esempio una politica di destra e continuano a professarsi di sinistra. Questo aspetto comunque rimane per me il meno interessante.
Ciò che più mi pare rilevante è l’altro aspetto, una crisi non dovuta a un cattivo uso, ma a fattori oggettivi, al fatto che far quasi coincidere politica e politica economica sia da taluni non più considerato corretto, che ci sia qualcuno che si voglia ribellare alla dittatura dell’economia e del mercato. Si potrebbe così affermare una differente dicotomia, tra chi da’ questa importanza enorme e quasi esclusiva all’economia e chi invece, senza ovviamente sottovalutare gli aspetti economici, pretenda di valorizzare, di ridare importanza e dignità a tutti gli aspetti della vita dell’uomo (potrebbe chiamarsi neoumanesimo, ma io dubito molto dell’univocità del significato di umanesimo, e preferisco tenermene lontano).
@Buffagni
J. Sapir non è direttore dell’E.H.E.S.S. ma uno dei tanti professori (directeurs d’études) che vi insegnano, come del resto la pagina che Lei cita afferma esplicitamente.
La tesi enunciata nel pezzo (vago e piuttosto disinformato), cioè che il voto a Grillo esprimerebbe una ribellione si tratta di un’idea ingenua, demagogica e semplicemente falsa. Eseguire un atto esplicitamente previsto dalla costituzione attraverso cui si partecipa al meccanismo democratico non ha nulla a che vedere con la ribellione o con la rivoluzione: è l’espressione del dissenso previsto dalle istituzioni.
E’ scoraggiante e inquietante, invece, constatare che vi siano persone che pensano che dare il proprio voto a Grillo costituisca un atto di ribellione allo status quo. Sociologicamente Grillo e il suo partito sono minestrone di berlusconismo riscaldato in forme più social e altermondiste per i benpensanti di tutte le confessioni. Scambiare lo spontaneismo per democrazia, rifiutare la mediazione, raccogliere candidati per teleacclamazione popolare sono tratti tipici dello spirito berlusconiano. Di cui Grillo, ripeto, è una delle varianti peggiori.
@Vogue uomo
Anch’io non credo che Grillo possa considerarsi una forma di sovversione.
Non posso però convenire con lei in una lettura che adotti come sistema di riferimento il berlusconismo: non le sembra di dare un’importanza eccessiva a costui, che sarebbe, il nuovo ideologo del ventunesimo secolo?
Mi pare che si continui a perpetuare questo errore, tipicamente commesso dal PD, di finire col caratterizzarsi principalmente come oppositori di berlusconi. Berlusconi come riferimento assoluto, sia per distinguersi da lui, che per assimilare a lui forze che invece pretenderebbero di essere nuove.
Alla fine, ciò che rimane è che Berlusconi rimane al centro e che gli altri, credendo di opporsi a lui col massimo vigore, finiscono indirettamente ed inconsapevolmente (spero…) per appoggiarlo e prolungarne la vita politica.
Le assicuro, non esiste questa nuova categoria del berlusconismo, è un’invenzione di suoi oppositori non sufficientemente abili e a cui manca una visione della politica adeguata.
@Cucinotta
Capisco l’obiezione. Lo chiami come vuole e scelga lei i padri fondatori. Il fenomeno esiste. E’ probabile che Berlusconi non ne sia il fondatore diretto, che anche lui sia solo una delle infinite varianti.
Scusi Cucinotta, premesso che per come la vedo io è un errore di posizione credere che sia stato il Pd a demonizzare B & creare l’antiberlusconismo e non invece la cultura di sinistra (che è un’altra cosa, mi sa)… ciò premesso, dicevo, non è assurdo vedere Grillo e B come due facce di un populismo feroce, identitario e addirittura spirituale che giustamente il Pd non ha mai voluto impersonare e che ha punito con un colpo di frusta nell’attuale turno elettorale (vedi diatriba Renzi-non Renzi).
Non credo sia assurdo nemmeno pensare che se B non avesse abbassato il profilo della politica durante il ventennio menando mazzate a tuttandare alla democrazia rappresentativa a favore di quella diretta e personalissima trasformando chiunque in eleggibile (finanche sé stesso), Grillo avrebbe faticato anni e anni per imporsi come soggetto politico e forse non ci sarebbe nemmeno riuscito.
Si sono imposti l’uno con il linguaggio telegenico, l’altro con quello “digitale”… vanno bene per fare le campagne elettorali insomma, ma poi? Le idee politiche vere e proprie dove stanno? Dove sta la politica in tutto questo?
a Vogue Uomo.
Ha ragione, Sapir è direttore del Centre d’Études des Modes d’Industrialisation (CEMI-EHESS), non direttore della EHESS; mi scuso se dando frettolosamente la qualifica di direttore EHESS ho potuto trarre in inganno qualcuno.
E certo che il voto a Grillo è “l’espressione del dissenso previsto dalle istituzioni”.
Se lei legge con attenzione sia il pezzo sulle elezioni italiane, sia il saggio su legalità e legittimità a cui Sapir rimanda, capisce che Sapir non si sogna di dire che il voto a Grillo equivale a scendere in strada con un fucile in mano.
Sapir sostiene, argomentando anche per via teorica (qui: http://russeurope.hypotheses.org/763) che la UE ha un grave deficit di legittimazione democratica, perchè a prendere decisioni di importanza vitale per i popoli e gli Stati che la compongono sono organismi tecnocratici non votati da nessuno: il che mi pare difficile negare.
Mi pare difficile negare anche che votando Grillo, il 25% degli elettori italiani “ont voté pour ceux qui leur paraissaient les moins nocifs, autrement dit les moins engagés dans la politique mortifère d’austérité et les moins soumis aux ordres de Bruxelles et aux diktats de Berlin. On est en présence d’une protestation structurée bien plus que d’un simple vote « protestataire ».
Su Grillo e i suoi io non so niente. Magari la sua diagnosi è esatta, chissà; e al posto di Beppe Grillo sarebbe senz’altro meglio avere il conte di Cavour. Le ricordo però che la politica si fa con i mezzi di bordo, non con i ricordi del passato o con le speranze nel futuro. Come minimo, invece di bollare Grillo e i suoi come berlusconismo riscaldato, li si attenda alla prova.
@Buffagni
Certo, stiamo a vedere. Attendere con neutralità i neoeletti alla prova non vieta la possibilità di esprimere un giudizio sulle idee che fino ad ora hanno espresso attraverso atti e parole.
Il giudizio di Sapir che lei cita è parziale (la rivolta contro Maastricht non è certo l’unico movente degli elettori di Grillo, per fortuna) ed è una banale opinione che si legge in qualsiasi quotidiano nazionale.
Mi sembra infine che l’idea che l’Europa non abbia legittimazione democratica sia falsa. La cessione di sovranità all’Europa è avvenuta democraticamente. E chiunque è libero di esprimere dissenso sulle politiche europee. Lo ha fatto, in parole, opere e opinioni, e più di una volta, il precedente presidente del Consiglio dei Ministri, portando il Paese sull’orlo del baratro.
Inventarsi tirannie immaginarie, come fa J. Sapir e lei stesso, mi sembra un trucco demagogico poco utile in questo momento.
Caro Daniele Lovetere / Cara Marisa Dimauro
mi sembra che non sia necessario un viaggio in Puglia per capire quanto sia una regione felice e quanto siano contenti di essere governati da Vendola….
Basta guardare i risultati di voto dei pugliesi: 7% a Vendola (in netto calo rispetto alle precedenti) e vittoria del PDL e di Grillo.
E’ evidente come i pugliesi sono contenti, checché ne dica Marisa, della buona amministrazione di Vendola e dei suoi risultati.
Se poi si pensa che Vendola ha preso il 3% su scala nazionale, penso che possiamo risparmiarci il viaggio in Puglia.
@Seligneri
Bisogna intendersi sui termini. Lei mette in opposizione la politica ed alcuni personaggi che occupano la scena politica.
Premesso che non sono certo un seguace di Berlusconi, e nenche di Grillo, non posso tuttavia accettare tale impostazione che lei utilizza come un sillogismo. Alla fine, l’argomentazione chiave per assimilare Berlusconi e Grillo è proprio questo, il loro essere, nelle sue parole, come termine alternativo e contrapposto alla politica.
E’ ovvio che tutto sta in cosa si intende per politica. Per come la vedo io, la politica a cui lei si riferisce, è quella che vediamo svolta in occidente oggi, e che però, a differenza di lei, io considero invece la morte della politica. Due sono gli elementi che stanno dietro questa mia opinione.
L’uno è costituita dal sequestro del momento decisionale da un gruppo di eurocrati che hanno tessuto una fine tela di catene decisionali con i governi dei vari paesi, ben felici di partecipare a questo circolo esclusivo, indipendentemente dal fatto che essi vi partecipano in posizione alquanto subordinata, mentre ha un signifcato altamente simbolico il fatto che il parlamento europeo, l’unico organismo direttamente eletto dai cittadini europei, abbia un ruolo molto modesto.
Si è così formata una struttura di potere che, pur mantenendo alcune caratteristiche formali di rappresentanza, nei fatti appare completamente indipendente da quegli stessi cittadini che sono destinatari delle loro decisioni.
L’altro è costituito dal ruolo che ha l’economia che appare oggi avere usurpato il posto di comando, che spetterebbe alla politica. In tal modo, facendo coincidere economia e mercato, il cerchio si chiude, si è creato un sistema di fatto dispotico in cui gli investitori sono i primi depositari del potere effettivo e che vedono i governi al loro servizio (anche attraverso la logica del “too big to fail”).
Ora, pur convenendo che la risposta di Berlusconi ed anche quella di Grillo non è quella giusta, pur tuttavia è giusta l’esigenza di una grande riforma della politica nel mondo occidentale, a me pare che essa sia all’ordine del giorno. Basterà criminalizzare questo o quel personaggio politico, serve a qualcosa, non è meglio tenere ben aperti gli occhi e seguire con attenzione l’evoluzione degli eventi?
a Vogue Uomo.
Non mi pare che tacciare di demagogia chi dubiti della legittimità delle istituzioni UE sia una argomentazione da KO filosofico.
La cessione di sovranità dagli Stati alla UE è avvenuta in forma *legale*, il che non implica affatto che sia avvenuta in forma *legittima*, e tanto meno in forma “democratica”, cioè a dire per mezzo di votazioni politiche e di referendum.
Forse rammenterà che nel 2005, Francia e Paesi Bassi votarono “No” ai referendum sulla Costituzione europea, la quale fu nondimeno varata, dopo superficiale cosmesi, sotto forma di Trattato di Lisbona. Non vedo poi dove stia la legittimazione democratica delle decisioni della BCE: lei le vota ? Vota il suo governatore? Io no. Lo stesso vale per le decisioni della Commissione europea.
Ripeto: nè io nè Sapir mettiamo in dubbio la “legalità” della UE, ma la sua “legittimità”.
Le traduco un brano del saggio di Sapir che le ho già indicato [http://russeurope.hypotheses.org/799]:
“[…] L’analisi dei fondamenti della legittimità consente allora di ritornare sulla problematica della tirannia, analizzata stavolta in un contesto contemporaneo.
Ne è un esempio il superamento dello Stato-Nazione in strutture multinazionali, o su scala regionale come l’Unione Europea. Gli accordi che reggono queste strutture possono essere interpretati in due modi radicalmente differenti. Si possono considerare come elementi di diritto internazionale. Si tratta allora di regole di cooperazione, e non di regole di subordinazione. Esse restano allora necessariamente limitate e temporanee, e possono venire ricusate in qualsiasi momento da uno dei contraenti. Non potrebbero, dunque, fondare una legittimità propria. Questa è l’interpretazione che ne dà la Corte Costituzionale di Karlsruhe *. Ma si possono anche considerare come l’abbozzo della Costituzione di un nuovo Stato-Nazione, federale, in divenire. In quest’ultimo caso, esse debbono necessariamente essere fondate su una legittimità democratica e non sul solo rispetto delle regole giuridiche, come pretendono alcuni giuristi ispirati da Kelsen, e ciò in ragione degli argomenti da noi presentati contro ogni tipo di supremazia della legge sulla sovranità . Contrariamente a quanto pretendono i sostenitori di un approccio funzionalista della costruzione europea, il fatto che le regole del diritto siano state rispettate nelle misure costituenti il quadro in divenire dell’Unione non è una garanzia contro il rischio della tirannia. Tutt’al contrario.
Un numero crescente di disposizioni si apparenta, in effetti, a elementi costituzionali di natura federale (moneta unica, ruolo della legislazione europea in rapporto alle legislazioni federali). Ma il controllo parlamentare resta dei più simbolici. In queste condizioni, si comprende facilmente la fuga in avanti verso una legittimità di principio sostanziale sotto forma di un predominio della legittimità burocratica. Una simile strategia sarebbe comprensibile solo se fosse in grado di fornire risultati indiscutibili per l’insieme, o anche per la semplice maggioranza, delle popolazioni interessate. Non vale neanche la pena di parlarne. Non a causa dell’incompetenza delle burocrazie di Bruxelles, come a volte si sostiene. Quei funzionari non sono né migliori né peggiori di quelli dei vari paesi. Ma molto semplicemente perché i campi nei quali intervengono non si prestano a fornire risultati incontestabili. In queste condizioni, il futuro dell’Unione Europea appare dei più cupi.
[…]
Solo la costituzione di una Federazione Europea, Stato sovrano, potrebbe far passare dalla logica della coordinazione a quella della subordinazione. Ma bisogna ricordare che per questo nuovo Stato, come per quelli che l’hanno preceduto, da un canto la Costituzione resterebbe tutt’affatto rivedibile, e dall’altro essa dovrebbe necessariamente venire approvata simultaneamente da tutti i popoli componenti la suddetta Federazione. Si applica qui di nuovo la totalità degli argomenti sull’impossibilità per una generazione di legare le mani alle successive, e sull’impossibilità di applicare regole di omissione a principi di coordinazione. Va anche ricordato che una Federazione è una forma di Stato-Nazione, e non il semplice prolungamento di un’alleanza. Essa implica un salto qualitativo, che passa per la verifica dell’identità di un progetto comune e di una cultura politica comune. Prive di questi due attributi, le Federazioni sono destinate a dissolversi. ”
*Sentenza del 30 giugno 2009, che afferma la superiorità del Parlamento tedesco sulle istituzioni europee. Marie-François Bechtel, Fondation ResPublica, URL : http://www.fondation-res-publica.org/L-arret-du-30-juin-2009-de-la-cour-constitutionnelle-et-l-Europe-une-revolution-juridique_a431.html
@Buffagni
Parlo francese, non ho bisogno della sua traduzione per capire cosa dice Sapir.
Mi spiace, io non vedo nessun vuoto di legittimità. Ogni passo è stato approvato dai parlamenti nazionali, eletti democraticamente. Se qualcuno non vuole l’Europa può mandare in parlamento forze che si adoperino per uscirne (come secondo lei di fatto è avvenuto).
La democrazia, per fortuna, prevede la mediazione e la rappresentanza parlamentare. L’idea che il referendum sia la sola base per dare legittimità democratica ad un’istituzione o a una misura è quanto meno discutibile.
@Buffagni
Tra l’altro lei si ostina a omettere poi la conclusione del testo, puro succo di luoghi comuni e demagogia (dove l’autore descrive la situazione attuale come una forma di tirannia e di dittatura con la lettera maiuscola):
Nous en arrivons alors au quatrième point. Ces élections ont été, on l’a dit, une cinglante défaite de la technocratie. À cet égard, on rappelle ce que l’on disait dans une note consacrée à la question de « l’ordre démocratique » mais aussi de la Dictature et de la Tyrannie : « L’ordre démocratique permet de penser les formes nouvelles de la tyrannie (les agences indépendantes), de leur donner un nom précis (le BCE, la « Troïka », la dévolution des principes de l’État à l’Union Européenne sans respect pour les règles de dévolution), mais aussi de montrer ce que pourraient être des cheminements différents qui n’aboutissent pas à des usurpations de souveraineté. L’ordre démocratique permet ainsi de réfuter les illusions d’une technicisation des choix politiques et de redonner toute son importance à la politique elle-même. Il nous permet de penser la Tyrannie et par conséquence la rébellion légitime. »
C’est bien à une rébellion légitime que nous avons assisté lors de ces élections. Il convient d’en prendre conscience.
“E’ scoraggiante e inquietante, invece, constatare che vi siano persone che pensano che dare il proprio voto a Grillo costituisca un atto di ribellione allo status quo”
è oltremodo scoraggiante e inquietante che vi siano persone che abbiano dato il proprio voto a due coalizioni fintamente contrapposte che hanno appoggiato sostenuto votato la macelleria sociale del professore e che sono intenzionate a rispettare tutti i trattati e gli impegni che hanno sottoscritto con l’UE e quindi perseguire queste politiche lacrime e sangue per un ventennio, senza avvisare, spiegare, dibattere, illustrare, al popolino il significato di queste “piccole operazioni” che immagino lei conosca signor vogue :)
è scoraggiante e inquietante che molti di quei milioni di voti (OTTO NON BAU BAU MICIO MICIO) dati al movimento cinque stelle siano di persone che si oppongono a questo disegno criminale impersonificato dall’asse PD MONTI e che hanno trovato in questo movimento un argine molto ambiguo (lo ammetto) ma l’unico in grado di scompigliare le carte e l’unico che si è timidamente espresso per una possibile uscita da questa moneta che ci strangola?
scoraggianti inquietanti e infami traditori sono gli ex comunisti camerieri neoliberisti :)
scoraggiante e inquietante è la sua spocchia signor vogue :)
la funambola
Caro Vogue Uomo,
lei è veramente simpatico e beneducato, e il suo atteggiamento, così cortese, aperto al dialogo, pensoso, è certo di gran moda, come suggerisce il soprannome da lei scelto.
Purtroppo, io sono fuori moda, e temo che proprio non ci capiamo: quindi la saluto.
@La Funambola
Non ho espresso giudizi sul voto di nessuno. Ho solo affermato che essere nell’illusione di compiere un gesto rivoluzionario andando a votare (qualsiasi partito, e in misura speciale il M5S) è segno di un’ingenuità politica costernante. E ho avanzato dubbi sulla discontinuità politica, morale, sociologica e ideologica del Movimento che Grillo e i suoi seguaci si sforzano di sostenere.
Sul resto dica quel che vuole. Ma nessuno ha commesso crimini negli ultimi anni, e tutto si è svolto nella legalità e nella legittimità politica e istituzionale. Anche queste elezioni, per quanto i suoi risultati possano essere sconcertanti e deludenti per alcuni (me compreso).
Cucinotta, a me sarebbe piaciuto vedere l’Europa che si spostava a sinistra: Hollande il primo passo, poi noi e sperare nei socialdemocratici in Germania – con tutto che la Merkel sembra imbattibile… quindi, alle corte, sono per l’Europa (da migliorare, specialmente nelle sue linee guida politiche). Mi basta questo.
A lei invece mi sembra interessa un ripiegamento sulla sovranità nazionale che essendo in Italia e conoscendo gli italiani mi fa molta paura.
@Seligneri
No, non credo che il discrimine tra noi passi tra Europa ed Italia.
Il fatto è che, probabilmente al contrario di lei, non credo che la politica italiana sia una deformazione della politica europea, ma al contrario che essa ne rappresenta l’avanguardia, che agli altri paesi europei spetterà seguirne le orme, che piacciano o non piacciano.
Ricordiamo che nella storia del secolo passato l’Italia è stata sempre più avanti degli altri, che il primo fascismo si è manifestato proprio in Italia, e si è poi propagato in differenti forme praticamente in tutta europa (anche se non sempre è arrivato al potere).
Voglio precisare che più avanti non significa certo meglio, dovrebbe essere superfluo dirlo, ma è tale l’amore per il nuovismo nel mondo contemporaneo, che non mi posso sottrarre a questa puntualizzazione.
Io dico che non serve demonizzare queste forme del tutto innovative di approccio politico, ma non bisogna farsi accecare dagli aspetti esteriori, bisogna capire cosa ci sta sotto.
Così, non si farebbe di tutta l’erba un fascio, si distinguerebbe tra PDL e M5S proprio tenendo conto dell’insieme delle politiche proposte, non fermandosi ad aspetti di facciata (dico, per capire, non per aderire, sia chiaro).
La mia tesi l’ho detta in un precedente commento, riportando in parte qualcosa che avevo scritto sul mio blog, e cioè che sta per entrare in crisi la dicotomia destra/sinistra e il suo fondamento, l’avere considerato la politica come una conseguenza dell’economia. Questa centralità dell’economia deve cessare e lo sparigliamento dovuto al rifiuto di categoria politiche tradizionali ne può costituire una premessa.
Si è arrivati un po’ troppo lontani mi sa con la sua risposta. O meglio credo che per ora non ci siano le premesse per constatare niente di ciò.
A me il programma economico di Grillo mi sembra di difficile realizzazione (per non dire, con tutto il rispetto, strampalato e campato in aria) ed assimilabile anche per questo ad una politica economica più nazionalistica. Non credo sia una grande novità.
Il problema, tra di noi, è che io non la penso come lei quando dice: “Questa centralità dell’economia deve cessare e lo sparigliamento dovuto al rifiuto di categoria politiche tradizionali ne può costituire una premessa”.
Per me anche il M5s sottointende la centralità dell’economia.
Il ragionier Giuseppe Piero Grillo parla solo di soldi… Sembra uno di quei cummenda della commedia all’italiana, quelli che quando venivano snobbati nei locali chic tiravano fuori la mazzetta di banconote e minacciavano il cameriere: guarda pezzente, compro tutta la baracca e ti licenzio!
Un’altra è la questione che andrebbe posta.
Si dice che il nord sia la parte più civile e sviluppata d’Italia.
Ma allora come si spiega che al nord continuano a votare maggioritariamente per le forze più becere che l’Italia post-fascista abbia conosciuto?
Accade anche altrove, lo so: ma in nessuna altra parte d’Italia c’è un fronte territoriale così compatto.
@ Filippini.
Felice per te che tu abbia sì granitiche certezze e che sappia correlare con tale ferrigna consequenzialità percentuali di voto e cattiva amministrazione.
Ma la tua teoria non regge: dopo vent’anni di sozzure Berlusconi dovrebbe avere meno 7 milioni di voti, non 7 milioni, come ha ancora.
Io, a differenza di te, sono pieno di dubbi e dicevo che io NON SO se Vendola abbia governato bene o no la Puglia. Me ne hanno parlato bene. Ma avrai fatto caso che nel mio precedente intervento vestivo i panni del decostruzionista e dicevo che la realtà non esiste e che le parole che usiamo per descriverla sono solo metafore, nonché che questo fatto (e i fatti, si sa, non esistono) trasforma le nostre decisioni nella cabina elettorale in atti di fede.
@Lo Vetere
La mia teoria regge. Berlusconi ha ancora tanti voti perchè, da un punto di vista politico economico, non ha fatto sozzure.
Non sto parlando della condotta morale privata o dei suoi più o meno legittimi tentativi di difendersi da una magistratura che oggettivamente lo perseguita, ma sto parlando delle sue idee politiche economiche che ha cercato (in parte senza riuscirci) di mettere in pratica.
E’ per il motivo che a livello nazionale abbia ben amministrato che moltissime persone continuano a votarlo, nonostante il personaggio sia naif.
Anche Vendola è naif, ma non interessa a nessuno. Non lo hanno votato perchè ha male amministrato.
Ora ho capito perché nessuno ha capito l’ironia di Simonetti…. Fra un po’ qualcuno ribadirà il grande spessore e l’oggettiva profondità del programma culturale messo in atto dalle reti Mediaset.
ma dove l’avete pescata?
Caro Vogue
ti sembra che io abbia detto che Berlusconi è sinonimo di cultura?
Cosa c’entrano i programmi economici con la cultura?
Secondo te le aziende del nostro paese chiudono o spostano la produzione all’estero o vengono comprate dagli stranieri a causa degli inguardabili programmi Mediaset?
@f.
scusa f.? cos’è tutto questo disprezzo? la cultura, la letteratura e la poesia sono riservate solo a chi ha idee di sinistra?
Questo è un sito di cultura, letteratura e poesia. Simonetti ha avviato una discussione accesa su temi prettamente politici (si vedano i 120 commenti… un record per le parole e le cose) ed ora l’argomento si è spostato sulla politica.
Chi ha idee liberiste e liberali non ha diritto di intervenire? Il tuo “dove l’avete pescata” è un commento inappropriato, più inappropriato del tuo precedente intervento “allucinante” quando dicevo che i grillini non sono in grado di essere utili a niente e che hanno idee economiche idiote e che dove governano fanno disastri (Parma) e dove sono “supporto esterno” dicono solo di no a tutto (Sicilia). A me sembra che i primi segnali di quello che avviene post elezioni mi stiano dando ragione
Who is Casaleggio?
di Giuliano Guzzo
E’ importantissimo, ma quasi sconosciuto. Una celebrità per i suoi, ma decisamente poco noto agli altri. Soprattutto è l’ideologo del partito oggi numero uno in Italia. Eppure Gianroberto Casaleggio ondeggia ancora, schivo come sempre, fra il ruolo di stregone e quello di stratega, un po’ uomo-ombra e un po’ uomo-chiave. Quando scompare, talvolta rilascia dichiarazioni o scrive, come ha fatto per esempio al Corriere della Sera; quando riappare, di solito, se ne sta invece puntualmente in silenzio. Ma chi è e, soprattutto, che cos’ha in mente questo guru della rete militante cui, bel paradosso, Wikipedia dedica meno spazio che a Topo Gigio o al Gabibbo [1]?
Classe 1954, nato nel Canavese, prima di divenire imprenditore ed eminenza grigia della politica il Nostro era perito informatico e grande appassionato del settore. Tanto che fu tra i pionieri della rete tra la fine dei Novanta e l’inizio del Duemila, quando anche da noi, per la prima volta, «cominciavano a circolare le riunioni tra ingegneri e smanettoni che sognavano un futuro da Steve Jobs e invece si ritrovavano a Milano, in qualche teatro con sala-aperitivo, a guardarsi in faccia tra i primi blogger italiani. Casaleggio c’era, ma non si faceva vedere più di tanto, come adesso» [2].
Esperto di rete, dunque, con incarichi fondamentali all’interno del MoVimento 5 Stelle. Basti ricordare che la sua azienda, la Casaleggio Associati s.r.l. – società con sede nel cuore di Milano, i cui clienti sono soliti pagare tariffe stratosferiche [3] – cura direttamente il blog di Grillo nonché «la rete dei Meetup, la comunicazione esterna, le strategie del Movimento 5 Stelle sulla Rete. La società è anche la casa editrice di tutte le pubblicazioni del comico genovese e gestisce buona parte dell’organizzazione dei suoi tour di spettacoli. Lo stesso Grillo riconosce che lo sviluppo e i successi del suo movimento sono dovuti in gran parte alla sinergia con l’azienda di Gianroberto Casaleggio» [4].
Considerazioni, queste, che confermano l’anomalia di un personaggio centrale, anzi insostituibile per M5S, eppure all’apparenza solitario, enigmatico, allergico ad una visibilità lasciata volentieri all’amico Beppe, uno al quale si può rimproverare tutto ma che sul palco e con le battute ci sa fare. Per questo il co-fondatore del MoVimento 5 Stelle merita attenzione: ha plasmato una creatura politica importante, dimostrando di conoscere molto bene gli Italiani. Il punto è che sono loro, i cittadini, a conoscere poco di lui, del suo pensiero, del suo modo di intendere il cambiamento. Un vuoto a cui si può rimediare dando un’occhiata a Siamo in guerra, preparato a quattro mani con Beppe Grillo, una sorta di manifesto del grillismo.
Il libro, scritto in modo accessibile e di facile lettura, si apre con la premessa secondo cui sarebbe in corso «una guerra totale, che coinvolge ogni aspetto della nostra vita […] i giornali stanno scomparendo, poi verrà il turno delle televisioni, seguite dai libri […] tutta l’informazione confluirà in Rete e chiunque potrà diventare prosumer, ossia al tempo stesso produttore e fruitore dell’informazione»[5]. Poche, iniziali parole che però dicono già molto del Casaleggio-Grillo pensiero, in larga parte incentrato su una sorta di liberazione dell’informazione che attualmente sarebbe controllata dal «vecchio mondo» identificato coi partiti, col controllo, col potere.
Questo passaggio è interessante per le sue analogie col pensiero gnostico. Infatti, come il grillismo, da un lato, considera il cittadino prigioniero di un’ignoranza e di un potere corrotto dei quali sbarazzarsi per purificarsi tramite la Rete, così la gnosi, d’altro lato, ritiene ogni uomo detentore di «una scintilla divina, che però ha avuto origine nel mondo superiore, nel quale è tuttora tenuta prigioniera», con l’unica possibilità, l’unica via d’uscita di una liberazione «dai legami materiali» [6]. E cos’è la libera conoscenza della Rete invocata da Grillo e i suoi, se non una «verità a portata di click» [7] che favorisce la liberazione «dai legami materiali», rendendo l’uomo-cittadino finalmente libero di apprendere senza più limiti né ostacoli?
Un ulteriore indizio della prossimità di una figura come quella di Casaleggio a gnosi ed esoterismo ci arriva dalle parole di Massimo Introvigne, sociologo ed esperto di religioni, a detta del quale il co-fondatore del M5S sarebbe – culturalmente parlando – un discendente di Alexandre Saint-Yves d’Alveydre (1842 – 1909), esoterista il cui pensiero, fra le altre cose, presenta «una grande critica nei confronti dei politici che sono considerati tutti dei ladri disonesti che fanno male al popolo. E c’è anche la proposta di sostituirli con una forma politica molto semplificata e brutale: solo tre ministeri, uno della politica, uno della democrazia e uno della religione che sulle rovine di tutte le vecchie religioni avrebbe dovuto edificare un nuovo culto della scienza» [8].
Il principale e fidato collaboratore di Beppe Grillo è quindi interprete di un pensiero, strano ma vero, tutt’altro che nuovo. Esoterico e gnostico – oltre che per quanto abbiamo già ricordato poc’anzi – anche per i sistemi di controllo quasi maniacale dei propri associati, meccanismo che sovente si registra proprio nei gruppi religiosi di stampo gnostico, fondati cioè su una verità iniziatica e settaria da non contaminare [9] e, anzi, da servire senza alcuna forma di iniziativa personale che sappia di deviazione e che sarebbe pertanto oggetto di provvedimenti repressivi o di espulsione, cosa effettivamente già accaduta, come sappiamo, per alcuni componenti del MoVimento 5 Stelle ritenuti inadempienti.
Il paradosso è che non solo il primo partito italiano, dunque, non è affatto portatore di un’ideologia nuova, ma non si configura nuovo, a ben vedere, nella sua natura. Infatti, se da un lato si pone come evidente alternativa a tutti gli altri partiti, d’altro lato – com’è stato osservato – «paradossalmente ha dovuto riprodurre, sia pure in modo nuovo, molte delle funzioni che in passato svolgevano i partiti e che oggi sono spesso gestite in modo molto insoddisfacente o abbandonate. A cominciare dalla creazione di una rete di attivisti distribuiti sul territorio, dalla selezione e dal controllo dei candidati eletti nelle istituzioni fino alla raccolta e alla trasmissione delle domande dei cittadini» [10].
Riepilogando: il co-fondatore del M5S, movimento le cui sfumature ideologiche originali – come abbiamo visto – vanno ben oltre quelle di generico “partito di protesta” ed andrebbero quindi approfondite, propone una rielaborazione in chiave informatica della concezione gnostica dell’essere umano applicata, in questo caso, al cittadino, visto come prigioniero della corruzione planetaria e bisognoso di una liberazione che solo la Rete, in quanto forma di conoscenza decontaminata, può assicurare. Non tutti i numerosi elettori di Beppe Grillo – un anno fa uno su tre simpatizzava per lui [11], oggi quasi uno su tre lo vota – sono naturalmente tenuti a questo approfondimento (neppure a tutti gli elettori degli altri partiti sono familiari i relativi pensatori!), però c’è da scommettere che neppure tutti i militanti del M5S conoscono bene il pensiero del loro stratega. Una bella anomalia anche questa.
giulianoguzzo.wordpress.com
Note: [1] Cfr. Wikipedia: 200 parole alla voce «Gianroberto Casaleggio», oltre 1.000 per quella «Topo Gigio» e più di 1.300 per «Gabibbo»; [2] Rizzini M. Il boss e la spectre.it. Casaleggio guru di Grillo, un nome che sa di formaggio, una funzione che sa di tante strane cose, «Il Foglio», 2/6/2012, pag. V; [3] Cfr. Vespa B. Il Palazzo e la piazza. Crisi, consenso e protesta da Mussolini a Beppe Grillo, Mondadori, Milano 2012, p. 339; [4] Biorcio R. – Natale P. Politica a 5 stelle. Idee, storia e strategie del movimento di Grillo, Feltrinelli editore, Milano 2013, p. 24; [5] Casaleggio G. – Grillo B. Siamo in guerra. Per una nuova politica, Chiarelettere, Milano 2011, p. 3; [6] Ries J. Mito e Rito. Le costanti del sacro, Jaca Book, Milano 2008, p. 508; [7] Casaleggio G. – Grillo B. Op. cit. p. 39; [8] Introvigne M. intervistato in. Del Vigo F.M. Casaleggio techno-guru tra esoterismo e fantasy, «Il Giornale», 8/9/2012, p. 10; [9] Cfr. Crippa M. Il progetto totalitario del dottor Grillo e della sua setta, «Il Foglio», 8/11/2012, p. 3; [10] Biorcio R. – Natale P. Politica a 5 stelle. Idee, pp. 31-32; [11] Cfr. Mannheimer R. Un italiano su tre simpatizza per i grillini, «Corriere della Sera», 27/5/2012, p. 15.
Tratto da: http://www.libertaepersona.org/wordpress/2013/03/who-is-casaleggio/#more-120541
@Filippini
Lasci perdere. E non se la prenda per le battute, se l’è cercata. Non può reinventarsi il passato. Non c’entra nulla il fatto di essere liberali, di destra o di sinistra. Non è una questione di opinioni, ma di conoscenza minima della storia. Se la ricorda questa?
http://www.adnkronos.com/IGN/Assets/Imgs/E/economist_copertina_euro_Italia–400×300.jpg
Non me la ricordo. Non leggo l’economist, pseudo giornale di economia, in realtà bandiera della sinistra europea e sempre pieno di critiche insultanti al nostro paese.
Sulla copertina che hai mandato vedo un sacco di titoli: la primavera araba (si è vista come è andata) e una irridente immagine che tenta di dimostrare che la crisi dell’euro sia colpa dell’Italia, quando invece l’Italia è quella che ha pagato di più (e sta pagando di più) per il mantenimento dell’euro.
Se questi sono i tuoi argomenti, caro Vogue, sei debole
@Filippini
Da quello che ha scritto si direbbe che non legge i giornali. Le ho mandato quell’immagine giusto per ricordarle l’atmosfera generale di quei mesi. Non ho bisogno di argomenti. Basta guardare l’evoluzione degli indici economici, il governo Berlusconi è stato una oggettiva catastrofe dal punto di vista economico. E non c’entra la sinistra. Le agenzie di rating non sono di sinistra. E nemmeno Monti o la Merkel lo erano.
@vogue
Leggo i giornali. Il governo Berlusconi non è stato affatto una oggettiva catastrofe dal punto di vista economico. La tempesta di speculazione abbattutasi sull’Italia in quei mesi non aveva nulla a che fare con il governo Berlusconi (non sto a tediarla con i dettagli). Dopo l’avvento del governo Monti tutti i parametri economici sono di gran lunga peggiorati, in barba a quelli che dicevano che sarebbero bastate le dimissioni di Berlusconi per ottenere una nuova primavera italiana.
Ti ricordo che in piena era Monti (luglio 2012) abbiamo toccato il punto più basso e c’è stata una momentanea (e forse inutile) tregua nell’assalto all’euro grazie all’intervento della BCE (Draghi).
Monti ha solo messo più tasse, ha fatto un’assurda riforma delle pensioni e del lavoro e non ha applicato le raccomandazioni della BCE per una ripresa strutturale del nostro paese. E’ stata persa un’occasione forse unica. Ora non abbiamo più alcuna possibilità: verremo commissariati (e forse sarà un bene, anche se tanti soffriranno)
*l’economist, pseudo giornale di economia, in realtà bandiera della sinistra europea*
ma dove l’avete pescata?
@Filippini
Insomma, se ho ben capito il succo delle sue profonde e ponderate riflessioni è che Simonetti invece invece dei brani di Califano e Oxa avrebbe dovuto postare «Meno male che Silvio c’è»?
per f.
ma perchè tutto questo disprezzo, sempre con questo “ma dove l’avete pescata?”
The Economist non ha più niente di quello che era alle origini, tant’è vero che gode dell’aperto e riconosciuto sostegno del Labour Party. Fino a prova contraria l’unico programma economico liberale in italia era proposto da Berlusconi (a meno che tu non voglia dire che il programma di Bersani / Fassina / Vendola sia liberale, o lo sia quello di Grillo / Casaleggio), eppure l’economist è sempre stato contro “a prescindere”. Ti sembra un atteggiamento da liberali?
Se poi a te, come italiano, fa piacere che quel giornale offenda 15 milioni di elettori italiani che hanno votato per Grillo e Berlusconi titolando “entrino i clown”, allora trasferisciti a Londra e vai in giro con taxi che sembrano carri funebri, con la guida a sinistra e le panchette di legno ai lati
@vogue uomo
Guardi che tutti i 129 commenti finora presenti sono stati scatenati dal titolo “Turarsi il naso e votare PD”. I due pezzi di Califano e Fossati non se li è filati nessuno. Se Simonetti avesse postato, con pari ironia, “Meno male che Silvio c’è”, non sarebbe cambiato niente nella natura dei commenti.
E non ironizzi sulle mie profonde e ponderate riflessioni senza motivare perchè, secondo lei, sono superficiali o sbagliate
filippini, nessun disprezzo
lo avevo spiegato in un commento che la direzione non ha ritenuto di pubblicare, forse perché dopo che lo hanno letto si sono accorti che anch’io sono di forza italia
qui sono tutti comunisti, meglio cambiare aria
@ f.
Da quando esiste il sito mi è capitato di moderare decine e decine di thread, anche molto accesi, senza mai censurare nessuno; in questo thread, invece, è già la seconda volta che mi costringe a bloccare un suo commento. Dal momento che non ho, di base, l’attitudine del censore, la cosa non mi fa particolarmente piacere – ma di fatto neanche mi crea problemi, considerando quanto i due commenti in questione fossero violenti, risentiti e incivili nei confronti di due lettori invece civilissimi, colpevoli solo di pensarla in modo diverso da lei (e anche da me, se è per questo).
Per evitare ulteriori perdite di tempo, sue e nostre, farebbe bene a tener presente che anche in futuro interverremo tutte le volte che sarà necessario. I suoi sbocchi di bile non ci interessano, come non ci interessa – glielo dico subito – la sua opinione sulla censura.
Ci interessa invece il suo cenno al “cambiare aria”. Ecco, su quello non abbiamo obiezioni.
(gs)
gs, puoi fare una cosa molto semplice: bannare il mio indirizzo mail – tanto, uno in più uno in meno che cosa ti costa?
quel commento che tu chiami violento, risentito e incivile era un’analisi politica che il tuo “politicamente corretto” non riesce proprio a tollerare, lacera il bon ton di cui l’accademia sinistrorsa si ammanta e si fa vanto – lo stesso bon ton che l’ha portata a tacere, in tutti questi anni, di fronte agli attacchi ai valori (e alle istituzioni) in cui si riconoscono milioni di italiani, non fosse altro che per il fatto che sono stati costruiti col sangue dei loro padri
“chi vota a sinistra è un coglione”, te lo ricordi?
io posso solo ricordarti che è uscito dalla bocca e dal sentire di uno di cui, qui e ora, in questo thread, si permette, imperturbabili e impassibili, il panegirico e la lode a tutto andare
di violento e incivile qui c’è stato solo l’invito, rivolto da una donna a un’altra donna, e dall’alto di un ben ostentato privilegio di classe, a darla via a uno coi soldi, così la smette di smarronare sulla mancanza di lavoro: si dà il caso, però, che sia stato espresso con modi garbati e civili (come i tuoi): “sposalo ed è fatta”
ma tu, gs, conosci qualcosa di più violento della denigrazione e dello stupro della parola *lavoro*, della disperazione di chi in quella parola crede, di chi se ne vede privato, di chi in essa fonda non solo il suo futuro ma la sua dignità di essere umano?
ma che importa? l’importante è che lo stupro avvenga col guanto di parole “civili” e “gentili”, così si evitano pure complicazioni…
divertiti pure, gs, ma sappi che non ti invidio: deve essere una lavoro immane tenere un blog e stare a leggersi centinaia di commenti prima di liberarli, verificando che non urtino la sensibilità del tuo colto e gentile uditorio
auguri
@ f.
1) Non abbiamo mai bannato nessuno. Non c’è motivo di cominciare adesso.
2) Non ho nessun problema con la sua “analisi politica”, se così vogliamo definirla, purché sia chiaro che non “lacera” un bel nulla; tra l’altro è anche probabile che si sia, io e lei, dalla stessa parte politica; semplicemente non mi va che aggredisca e insulti, col pretesto dell’”analisi”, dei lettori che a differenza sua hanno esposto le loro valutazioni (che pure non condivido) in modo civile e argomentato. Io non accetto la violenza verbale gratuita e unilaterale (soprattutto se non la riscatta un guizzo di intelligenza e di anticonformismo vero, e se la si sputa al riparo di una tastiera e di un nick); lei non sopporta le idee di chi non la pensa a modo suo. Mi chiedo chi sia, tra noi, il più “politicamente corretto”.
3) Le dirò: io, personalmente, sono contrario alla moderazione preventiva. Ma altri, nel blog, sono a favore (o meglio, lo sono diventati). Leggendo certi suoi commenti di puro teppismo mi domando se non abbiano ragione loro.
Comunque non si preoccupi: è una scocciatura, ma siamo in tanti.
(gs)
sì, gs, va tutto bene: la tastiera, il nick, l’inciviltà, il teppismo, la violenza verbale (pensi a quanti, a genova, l’avrebbero gradita e benedetta…)
è tutta questione di modi, di gentilezza, di amore: basta dimenticare, ammesso che uno ne abbia o voglia averne memoria, che è con la *gentilezza* e con l’*amore*, anzi, col *partito dell’amore*, che si sono fottuti il paese e hanno rinsaldato i loro privilegi col futuro rubato ai nostri figli – anche ai suoi, gs, se ne ha
p.s.
chiedo scusa, mi è scappato un “si sono fottuti”: non c’è niente da fare, il teppismo verbale è proprio duro da sradicare…
buone e gentili discussioni ai “tanti”
@ f.
Pensa di riavere indietro il Paese mandando affanculo, uno per uno, tutti gli italiani di centrodestra che incontra in rete?
E’ così aggressivo anche quando li incontra di persona?
E in ogni caso, basta così poco per “riprendersi il futuro”?
Quanto a Berlusconi, è quello del partito dell’amore, ma anche quello – lo citava lei – del “chi vota a sinistra è un coglione”. Teppismo e sentimentalismo vanno spesso insieme, perché sono entrambi retorici.
(gs)
*Teppismo e sentimentalismo vanno spesso insieme, perché sono entrambi retorici.*
perfettamente d’accordo, e mi assumo la mia responsabilità nel merito della retoricità del primo
ma
*sentimentalismo destrorso e bon ton sinistrorso fanno il governo monti*
forse è meglio un po’ di retorica teppistica, ma è tutta questione di gusti (e di prospettive…)
e, retorica per retorica, con o senza teppa, forse è meglio finirla qui (almeno per me)
passo e chiudo, con promessa solenne di mai più importunarvi e distogliervi dalle sudate carte (ma chi ci perde, alla fine alla fine, siete voi: volevo affidarvi l’incarico di dare ripetizioni di latino e di greco ai miei figlioli, un po’ scarsi nelle versioni – a pagamento, s’intende)
@gs
Caro Simonetti
ringrazio per la difesa. E’ evidente che lei non condivide le mie idee e che la nostra visione della politica e dell’economia è opposta, però è molto apprezzabile che lei (che rappresenta questo sito) abbia difeso il mio diritto ad esprimere le mie idee.
I toni di f. sono stati sprezzanti nei confronti di tutti, di destra e di sinistra
Mirna
@f.
Caro f.
mi sembra che lei stia per abbandonare la conversazione. Preciso solo che io non ho detto di “darla via” ad uno ricco bensì ho detto “innamorati di uno ricco e sposalo”.
Raffaella V., che è giovane e piena di speranze, ha risposto “proprio no”, ma non si è dimostrata offesa dalla mia frase.
Mirna
Non so quali siano state le intemperanze di f., ma la sua ultima sintesi mi pare indiscutibile: *sentimentalismo destrorso e bon ton sinistrorso fanno il governo monti*.
Filippini, davvero non si può ironizzare sulle sue ” profonde e ponderate riflessioni “?
@Larry Massino
Caro Larry
si può fare tutto, ovviamente. Non è però gentile (anche se è ovviamente consentito) ironizzare senza motivare il perchè si ritengano poco “profonde e ponderate” le riflessioni.
Se io avessi detto una stupidaggine o una cosa contraria al vero bastava scrivere: “guarda che ti sbagli, la situazione non è come l’hai descritta tu per questo e quell’altro motivo, etc. etc. etc.”
La frase di f. suonava come: “Mirna: sei una superficiale e non ponderi quello che dici. IPSE DIXIT”
Tutto qui.
Mirna, con tutto il rispetto, ma la regola dell’ironia è che non spiega, fa intendere, dice senza dire.