cropped-rick-moody4.jpgdi Pierluigi Lucadei

[Questa è la versione integrale dell’intervista a Rick Moody pubblicata sul numero di SUONO di dicembre 2012 all’interno della rubrica “Ascolti d’autore”, ideata e curata dal giornalista Pierluigi Lucadei per indagare i rapporti tra musica e letteratura. LPLC ha già pubblicato la puntata di “Ascolti d’autore” dedicata a Nicola Lagioia]

Il newyorkese Rick Moody è il più musicofilo tra gli scrittori americani. Oltre a romanzi come Cercasi batterista, chiamare Alice, Rosso americano e Tempesta di ghiaccio (da cui Ang Lee ha tratto qualche anno fa un fortunato film) ha scritto anche canzoni e svariati articoli di critica musicale. Alcuni di questi sono stati raccolti nel volume On Celestial Music, di prossima pubblicazione anche in Italia per Bompiani.

Scrivi di musica da quando scrivi, praticamente. Perché la musica è così importante per te?
Non c’è un perché, so solo che è così. La risposta è nella musica stessa. Sono un appassionato di musica sin dalla mia prima infanzia, proprio nello stesso modo in cui sono un appassionato di libri. Credo che le due cose, musica e letteratura, siano complementari. Entrambe richiedono ascolto.

Nella tua introduzione a Cercasi batterista, chiamare Alice, dici che il romanzo è stato scritto sotto l’influenza dei Feelies. E’ possibile scrivere un romanzo sotto l’influenza di un album rock?
Certo, come no. C’è chi scrive sotto l’influenza di poemi epici o dipinti o grandi sinfonie, giusto? Perché non di un album di rock ‘n’roll?

Ho sempre pensato che prima o poi avresti scritto un romanzo intitolato Loveless Love
Giusto, è veramente un ottimo titolo. Forse non esattamente il mio tipo di titolo. Ma l’idea è ottima, perché non lo scrivi tu Loveless Love?

Hai intervistato un sacco di musicisti. Quale intervista ricordi con più affetto?
Be’, incontrare Neil Young mi intimoriva, forse perché l’ho ammirato per decenni, ma questo ha reso l’intervista memorabile. Quella con Mike Watt è stata probabilmente l’intervista più soddisfacente che io abbia mai fatto, se penso a come Mike fu creativo e generoso nella conversazione. Ho fatto anche un’intervista a David Bowie una volta. Ricordo benissimo quel giorno, anche perché oggi tende a non rilasciare più interviste. Sono fortunato di avere avuto l’opportunità di incontrarlo.

Qual è il musicista più simpatico che tu abbia incontrato?
John Lurie.

Quello più fuori di testa?
Tutti i musicisti sono fuori di testa. La lista è lunga.

Ti mancano le band della tua gioventù?
Direi di sì, ma non mi mancano perché erano le band della mia gioventù, ma perché queste band non ci sono più. Mi manca l’approccio chitarra-basso-batteria o due chitarre-basso-batteria. La musica fatta al computer mi annoia. Ci sono oggi degli interessanti musicisti ibridi, elettronici ma anche acustici, come Panda Bear o The Books, ma la musica completamente digitale e la musica prefabbricata da classifica non riescono a toccarmi. Mi manca un periodo del rock’n’roll in cui i musicisti effettivamente suonavano i loro strumenti.

Che strumenti suoni?
Tastiere. E la chitarra, un po’.

Esiste ancora la tua band, The Wingdale Community Singers?
Sì! Abbiamo appena terminato il nostro album numero tre. Night, Sleep, Death: prossimamente su Blue Recordings Chopsticks.

Vivi ancora a Brooklyn?
Sì.

Qual è la migliore band di Brooklyn oggi?
Mos Def è abbastanza Brooklyn, ammiro il suo lavoro, i Grizzly Bear sono forti, ma direi che gli Oneida sono la migliore rappresentazione di ciò che è Brooklyn oggi: amo l’estensione del concetto di musica degli Oneida! Poi non si possono non citare i One Ring Zero e la “Barbet scene”, i Magnetic Fields (anche se oggi sono solo in parte a Brooklyn), i Dap-Kings, e le vecchie band affermate di Brooklyn come They Might Be Giants o Jon Spencer Blues Explosion. C’è un sacco di buona musica a Brooklyn in questo momento. E’ molto più difficile trovare una buona band a Manhattan oggi.

Hai scritto un saggio sul volume The Wilco Book. Non pensi che Jeff Tweedy sia il più toccante artista degli ultimi quindici anni?
Non so, Jeff è un incredibile leader e pensatore ma non sono sicuro che “toccante” è la parola che userei.

Le tue cinque canzoni preferite dei Wilco?
Dovrai leggere il libro, perché il saggio tratta esattamente cinque canzoni dei Wilco.

In The James Dean Garage Band hai avvicinato il mito di James Dean al mondo del rock: quanto consideri importante la mitologia per la musica rock?
Per niente importante, solo la musica è importante. La mitologia è una schifezza. È per questo che non mi piacciono affatto alcune recenti biografie di celebrità. Sai quali intendo. La mitizzazione dei musicisti non riesce nemmeno a sfiorare la mia attenzione, solo la musica la cattura.

I tuoi cinque album di tutti i tempi?
Questa è la lista di oggi: A Love Supreme di John Coltrane, Dub Housing dei Pere Ubu, Anthology Of American Folk Music curata da Harry Smith, Dolmen Music di Meredith Monk, Music For Airports di Brian Eno.

[Immagine: Rick Moody].

5 thoughts on “Ascolti d’autore: Rick Moody

  1. Rick Moody è un personaggio molto interessante. Il romanzo Cercasi batterista… rappresenta bene il suo sguardo disperato sulla vita e sulla giovinezza.

  2. lo scrittore rick moody è molto più apprezzabile per i suoi scritti di critica musicale che non per i suoi romanzi, che sono tutti, chi più chi meno, trascurabili. non sapevo che bompiani avesse in programma di pubblicare gli scritti critici di moody: è un’ottima occasione per l’appassionato italiano che non ha mai avuto modo di leggere gli originali americani di confrontarsi con una visione ampia e colta sul mondo delle sei note, dal folk delle origini al blues, dal jazz all’indie-rock.

  3. Conoscevo Rick Moody soltanto di nome, sapevo che “Tempesta di ghiacchio” era tratto da un suo romanzo, ma non l’avevo mai letto né mi ero mai imbattuto in una sua intervista.
    Musicalmente mi sembra sia un attento conoscitore dei più svariati generi e una frase mi ha fulminato: “LA MITOLOGIA E’ UNA SCHIFEZZA… …La mitizzazione dei musicisti non riesce nemmeno a sfiorare la mia attenzione, solo la musica la cattura”. Che dire, è un grande.

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