di Wallace Stevens. Traduzione di Simone Burratti
Invective against swans
The soul, O ganders, flies beyond the parks
And far beyond the discords of the wind.
A bronze rain from the sun descending marks
The death of summer, which that time endures
Like one who scrawls a listless testament
Of golden quirks and Paphian caricatures,
Bequeathing your white feathers to the moon
And giving your bland motions to the air.
Behold, already on the long parades
The crows anoint the statues with their dirt.
And the soul, O ganders, being lonely, flies
Beyond your chilly chariots, to the skies.
Invettiva contro i cigni
L’anima, paperotti, vola al di là dei parchi
E più lontano, oltre le dissonanze del vento.
Una pioggia di bronzo discende dal sole, segnando
La morte dell’estate, che sopporta quel tempo
Come chi scarabocchi un noioso testamento
Con caricature di Pafo e svolazzi d’oro,
Trasmettendo alla luna le vostre bianche penne
E all’aria i vostri movimenti blandi.
Guarda, come già i corvi lungo le sfilate
Consacrano le statue con la loro sporcizia.
E quell’anima, paperotti, che esiste solitaria,
Vola oltre i vostri cocchi gelidi, verso il cielo.
*
The Plot Against the Giant
First Girl
When this yokel comes maundering,
Whetting his hacker,
I shall run before him,
Diffusing the civilest odors
Out of geraniums and unsmelled flowers.
It will check him.
Second Girl
I shall run before him,
Arching cloths besprinkled with colors
As small as fish-eggs.
The threads
Will abash him.
Third Girl
Oh, la…le pauvre!
I shall run before him,
With a curious puffing.
He will bend his ear then.
I shall whisper
Heavenly labials in a world of gutturals.
It will undo him.
Il piano contro il gigante
Prima ragazza
Quando il bifolco si avvicinerà blaterando,
Affilando la sua lancia,
Io dovrò corrergli incontro,
spargendo intorno i più civili odori
Di gerani e di fiori sconosciuti.
Questo lo attirerà.
Seconda ragazza
Io dovrò corrergli incontro,
agitando nastri colorati a pallini
piccoli come uova di pesce.
Le strisce
Lo confonderanno.
Terza ragazza
Oh, la… le pauvre!
Io dovrò corrergli incontro,
Annaspando in modo strano.
Lui tenderà le orecchie.
Bisbiglierò
Labiali celestiali in un mondo di gutturali.
Questo lo finirà.
*
Anecdote of the Prince of Peacocks
In the moonlight
I met Berserk,
In the moonlight
On the bushy plain.
Oh, sharp he was
As the sleepless!
And, “Why are you red
In this milky blue?”
I said.
“Why sun-colored,
As if awake
In the midst of sleep?”
”You that wander,”
So he said,
”On the bushy plain,
Forget so soon.
But I set my traps
In the midst of dreams.’
I knew from this
That the blue ground
Was full of blocks
And blocking steel.
I knew the dread
Of the bushy plain,
And the beauty
Of the moonlight
Falling there,
Falling
As sleep falls
In the innocent air.
Aneddoto del principe dei pavoni
Al chiaro di luna
Trovai il Berserk,
Al chiaro di luna
Della folta pianura.
Oh, com’era tagliente
Come solo gli insonni!
E: “Perché tu sei rosso
In questo blu di latte?”
Dissi. “Perché
Del colore del sole,
Come se ti fossi alzato
Nel bel mezzo del sonno?”
“Voi che vagate,”
Rispose,
“Nella folta pianura,
Dimenticate così facilmente.
Ma io piazzo le mie trappole
Nel bel mezzo dei sogni.”
Compresi allora
Che il terreno blu
Era pieno di blocchi
E di acciaio bloccante.
Compresi il terrore
Della folta pianura,
E la bellezza
Del chiaro di luna
Che cadeva lì,
Cadendo
Come il sonno cade
Nell’aria innocente.
*
Disillusionment of Ten O’clock
The houses are haunted
By white night-gowns.
None are green,
Or purple with green rings,
Or green with yellow rings,
Or yellow with blue rings.
None of them are strange,
With socks of lace
And beaded ceintures.
People are not going
To dream of baboons and periwinkles.
Only, here and there, an old sailor,
Drunk and asleep in his boots,
Catches Tigers
in red weather.
Disillusione delle dieci
Le abitazioni sono infestate
Da vestaglie bianche.
Non una che sia verde,
O porpora a strisce verdi,
O verde a strisce gialle,
O gialla a strisce blu.
Non una di queste che sia eccentrica
Con maniche di pizzo o cordone
Adornato di perle.
Nessuno che sogni
Babbuini o pervinche. Solamente,
Un vecchio marinaio se ne va,
Ubriaco e sonnolento nei suoi stivali,
A caccia di tigri
Nel clima rosso.
*
Of the Surface of Things
I
In my room, the world is beyond my understanding;
But when I walk I see that it consists of three or four hills and a cloud.
II
From my balcony, I survey the yellow air,
Reading where I have written,
‘The spring is like a belle undressing.’
III
The gold tree is blue,
The singer has pulled his cloak over his head.
The moon is in the folds of the cloak.
Della superficie delle cose
I
Nella mia stanza, il mondo è oltre la mia comprensione.
Ma quando passeggio vedo che esso consiste di due o tre colline e una nuvola.
II
Dal balcone ispeziono l’aria gialla,
Leggendo dove ho scritto:
“La primavera è come una donzella che si spoglia.”
III
L’albero d’oro è blu.
Il cantore si è tirato il mantello sopra il capo.
La luna è fra le pieghe del mantello.
*
The Emperor of Ice-Cream
Call the roller of big cigars,
The muscular one, and bid him whip
In kitchen cups concupiscent curds.
Let the wenches dawdle in such dress
As they are used to wear, and let the boys
Bring flowers in last month’s newspapers.
Let be be finale of seem.
The only emperor is the emperor of ice-cream.
Take from the dresser of deal.
Lacking the three glass knobs, that sheet
On which she embroidered fantails once
And spread it so as to cover her face.
If her horny feet protrude, they come
To show how cold she is, and dumb.
Let the lamp affix its beam.
The only emperor is the emperor of ice-cream.
L’imperatore del gelato
Chiama quel tipo che rolla sigari giganti,
Quello pieno di muscoli, e fagli montare
Panne libidinose in tazze da cucina.
Che le ragazzine ciondolino nei vestiti
Che mettono di solito e i ragazzi
Portino fiori nei giornali del mese scorso.
Sia essere la fine di ciò che è sembrato.
L’unico imperatore è l’imperatore del gelato.
Vai a prendere in quel cassettone di legno,
A cui mancano i tre pomelli di vetro, il lenzuolo
Sul quale un tempo ricamò degli uccellini
E stendiglielo sopra, fino a coprirle la faccia.
Se spunteranno fuori i piedi callosi
Servirà a far vedere quanto è fredda, e muta.
Lasciaci sopra il raggio della lampada, fissato.
L’unico imperatore è l’imperatore del gelato.
*
The Snow Man
One must have a mind of winter
To regard the frost and the boughs
Of the pine-trees crusted with snow;
And have been cold a long time
To behold the junipers shagged with ice,
The spruces rough in the distant glitter
Of the January sun; and not to think
Of any misery in the sound of the wind,
In the sound of a few leaves,
Which is the sound of the land
Full of the same wind
That is blowing in the same bare place
For the listener, who listens in the snow,
And, nothing himself, beholds
Nothing that is not there and the nothing that is.
L’uomo di neve
Bisogna avere una mente d’inverno
Per scrutare il gelo e i rami dei pini
Incrostati di neve;
e aver avuto freddo a lungo
per i ginepri coperti dal ghiaccio,
gli abeti ruvidi nel brillio lontano
del sole di gennaio; e non sentire
una qualche tristezza nel suono del vento,
nel suono delle poche foglie,
che è il suono della terra
attraversata dallo stesso vento
che soffia ora, in questo luogo spoglio,
per chi ascolta, che ascolta nella neve
e vede, essendo egli stesso nulla,
nulla che non sia lì, e il nulla che è.
[Immagine: John Mann, Folded in Place (Sea Level) (gm)].
Sarebbe il caso di ripubblicare l’intera raccolta in economica. L’Einaudi cosa aspetta a farlo?
Mi fa piacere questo ritorno d’interesse al poeta de “L’angelo necessario”.
Complimenti al traduttore.
Per me è il più grande poeta americano del ‘900 insieme ad Hart Crane, entrambi incomprensibilmente sottovalutati e poco diffusi in Italia.
Fondamentale poeta anche senza ‘900
sono un po’ deluso dalla traduzione di The snow man, la chiusa sembra narrativa e Stevens invece canta lì il suo gioco di parole cruciale, la svolta concettuale. Il suono, l’assonanza “snow”, “beholds” è decisiva.