Prossemica e politica

di Andrea Cortellessa [Una versione più breve di questo articolo, col titolo Fenomenologia della canotta, è uscito su «il manifesto» del 16 marzo]. È (ri)cominciato tutto con Craxi. È la fine di giugno del 1991 e a Bari fa decisamente caldo, quando va in scena il quarantaseiesimo congresso del PSI. L’architetto

Continua a leggere

Lavorare in perdita nella scuola

di Mauro Piras Che cosa resta del lavoro dell’insegnante? Che cosa resta delle ore che un docente passa in classe con i suoi allievi, delle parole che dice, dei discorsi che ascolta, dei rapporti che intesse con i ragazzi? Molti insegnanti, se interrogati, direbbero “poco”, al massimo il ricordo nel

Continua a leggere

Salva con nome

di Antonella Anedda [Presentiamo quattro testi tratti dal nuovo libro di Antonella Anedda, Salva con nome, che esce in questi giorni per Mondadori] Cos’è un nome? Nulla. Un suono che chiama un corpo, un campanello che ti aggioga. Ricevere un nome è la prima prova che siamo in balia degli

Continua a leggere

Architettura e università

di Pippo Ciorra [Quello che segue è il capitolo 7 di Senza architettura. Le ragioni di una crisi, pubblicato da Laterza nel 2011]. La meglio gioventù Se questo libro fosse la sceneggiatura di un film, l’apertura di questo capitolo sarebbe ovvia. La prima immagine sarebbe infatti quella di un piano-sequenza

Continua a leggere

Le idee si pagano

di Guido Guerzoni I. Le idee si pagano A differenza di quanto accade nei settori professionali in cui la progettazione è giuridicamente definita ed economicamente inquadrata, in Italia, nel mondo delle industrie creative e dei beni culturali, questo fenomeno si manifesta, per usare un eufemismo, più di rado, quasi che progettare

Continua a leggere

Wired

[youtube 8nThlqJaN50] Disappears, Replicate (PreLanguage, 2012)   [youtube Mxn4mR4em1k] Fischerspooner, The 15th (Wire) (#1, 2001)   [youtube AYv3TqwCle4] Wire, Heartbeat, Köln 1979 [Immagine: Wire, Copertina di Pink Flag (1977) (gm)].

Continua a leggere

Comet Bencini

di Francesco Scarabicchi Mario Giacomelli sapeva quel che sanno alcuni poeti: c’è un punto della propria espressione (della propria arte) in cui si sceglie, testimoniandolo, di fermare l’immagine di un frangente di tempo nel mondo affinché non scompaia per sempre. E sapeva anche che la fotografia (come ogni altra forma

Continua a leggere