Scrittori, popolo, massa

di Massimo Raffaeli   [E' scomparso il 21 dicembre Alberto Asor Rosa. Per ricordarlo, riprendiamo questo articolo di Massimo Raffaeli, pubblicato su LPLC l'8 giugno 2015]   Pochi libri di critica hanno inciso così profondamente nel senso comune come Scrittori e popolo, uscito cinquant’anni fa da una piccola editrice romana, Samonà

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Il poeticidio

di Andrea Cortellessa [Questo intervento di Andrea Cortellessa si inserisce nel dibattito sul destino editoriale della poesia cui finora hanno partecipato, fra gli altri, Alfonso Berardinelli, Gilda Policastro e Paolo Febbraro. La discussione era partita proprio da un’intervista a Cortellessa che ripubblichiamo in fondo a questo intervento] Il riprodurre questa

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Scrittori, popolo e massa

di Massimo Raffaeli [Questo articolo è uscito su «Alias»]. Pochi libri di critica hanno inciso così profondamente nel senso comune come Scrittori e popolo, uscito cinquant’anni fa da una piccola editrice romana, Samonà e Savelli, che allora garantiva una specie di samizdat alla sinistra extraparlamentare. Lo firmava uno studioso ancora

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Nessun appello per le scienze umane

di Annalisa Andreoni L’appello di Alberto Asor Rosa, Roberto Esposito e Ernesto Galli della Loggia in difesa delle discipline umanistiche uscito su una rivista autorevole come il Mulino (6/2013) ha la singolare capacità di far fare al dibattito sulla crisi culturale in corso un incredibile salto all’indietro di alcuni decenni.

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Un paese senza eroi

di Stefano Jossa [Pubblichiamo la premessa del volume di Stefano Jossa, Un paese senza eroi. L’Italia da Jacopo Ortis a Montalbano, uscito da poche settimane per Laterza. Il libro di Jossa parte da una constatazione: mentre in paesi come l’Inghilterra o la Francia gli eroi dei romanzi sono spesso diventati eroi

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Dimenticare Pasolini

di Pierpaolo Antonello [Dimenticare Pasolini (Mimesis 2013) di Pierpaolo Antonello è un libro molto interessante e molto discutibile. Antonello interviene nel dibattito sul destino degli intellettuali in epoca contemporanea attaccando il topos della crisi: gli intellettuali non sono scomparsi; si sono semplicemente trasformati. Ciò che è scomparso è la figura

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