Come gli accidiosi. Il giovane Beckett

di Ivan Tassi Nel marzo del 1985, quattro anni prima della morte, Samuel Beckett rilasciò l’autorizzazione a divulgare la sua corrispondenza, raccomandando a Martha Dow Fehsenfeld, curatrice della pubblicazione, di restringerla ai brani che avessero “attinenza” con il suo lavoro di scrittore. Sarebbero, a questo proposito, soprattutto le missive indirizzate all’amico

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Latenza

di Remo Ceserani [Questo articolo è già uscito su «La Ricerca»]. La parola latenza (dal latino "lătēre", stare nascosto, imparentato con il greco "lethe", oblivio, e con lontane radici indoeuropee) è presente in tutte le lingue occidentali (è invece specificamente italiana la parola latitanza, dal latino latitare; forse perché siamo

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Privati. Su Emidio Greco

di Andrea Cortellessa [Un mese fa, il 23 dicembre, moriva Emidio Greco. Lo ricordiamo ripubblicando l’articolo di Andrea Cortellessa uscito su «Alias», supplemento del «manifesto», il 30 dicembre]. Un autore privato. Non si può usare un aggettivo diverso, a misurare la differenza di Emidio Greco rispetto al cinema italiano contemporaneo.

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La capitale delle rovine

di Samuel Beckett [La capitale delle rovine è un testo di Samuel Beckett pubblicato per la prima volta in Italia sul numero 8 del trimestrale “il Reportage”, attualmente in libreria. Beckett vi racconta la sua esperienza di volontario della Croce Rossa nell’ospedale di Saint Lô tra il maggio e l’ottobre

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