Comunisti sulla Luna

di Massimo Raffaeli [Questo intervento è uscito su «Alias»]. Chi oggi non è più un ragazzo può ricordare che negli anni Sessanta alle cagnette veniva imposto preferibilmente, specie nelle regioni rosse, il nome di Laika. Erano bastardine ubicate in casa di comunisti o, per meglio dire, di militanti filosovietici del

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Céline agli editori

di Massimo Raffaeli [Questo articolo è uscito su «Alias - il manifesto»]. L’epistolario di Louis-Ferdinand Céline non è una didascalia né una integrazione dei romanzi ma ne è, viceversa, la traccia itinerante così come il banco di prova. Non è un caso che il suo maggiore studioso, Henri Godard, abbia

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Todorov, l’etica senza politica

di Massimo Raffaeli [Questo articolo è uscito su «Alias»] Disse un maestro che l’etica è nient’altro che il nome privato della politica. Questo è vero in senso sia soggettivo sia oggettivo, stando alla eredità greco-latina: se infatti l’ethos dei greci è il comportamento (la sua coerenza, la sua aggettante nudità, senza

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Storia di un editor. Niccolò Gallo

di Massimo Raffaeli [Questo intervento è uscito su «Alias»]. E’ raro imbattersi in una figura centrale che sappia tuttavia mantenersi così defilata da sembrare inapparente. Questa fu, fino all’autospoliazione, la facies di Niccolò Gallo (Roma 1912-Santa Liberata di Grosseto 1971), filologo, critico letterario e poi raffinatissimo editor. Ne ricostruisce oggi

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Scrittori, popolo e massa

di Massimo Raffaeli [Questo articolo è uscito su «Alias»]. Pochi libri di critica hanno inciso così profondamente nel senso comune come Scrittori e popolo, uscito cinquant’anni fa da una piccola editrice romana, Samonà e Savelli, che allora garantiva una specie di samizdat alla sinistra extraparlamentare. Lo firmava uno studioso ancora

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De Roberto e l’amore

di Massimo Raffaeli [Questo articolo è uscito su «Alias»]. Aveva detto di lui Benedetto Croce, in una delle sue più celebri stroncature, che un ingegno così prosaico era incapace sia di illuminare l’intelletto sia di far battere il cuore. Croce si riferiva ovviamente all’occhio vitreo che sorveglia la macchina de

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