cropped-DSC00111.jpgdi Luigia Sorrentino

[Presentiamo cinque poesie tratte da Olimpia di Luigia Sorrentino, prefazione di Milo De Angelis, postfazione di Mario Benedetti (Interlinea 2013)].

Il sonno

la condizione umana chiude
in sé la forma del tempo
che non vuoi più, allora
ti incammini tastando
muri che non vedi, conosci
la disaffezione
negli occhi scende, toccata
nell’incertezza della gamba
è poca cosa
è poca cosa anche
l’oscillare sulla strada sdegnosa

hai visto il tempo nello spazio
brevissimo, ancora da varcare

***

inesauribile sul fondo
la scomparsa si deposita
premendo negli occhi la rara
bellezza
imperfetta resta lì sul confine

la madre è là dentro, insieme
erano stati l’aurora più forte

al ventre fa la guardia il vento
tutto il mattino cade nella mano
passa in un soffio
beati gli occhi fa la luce

***

frana il terreno, scende,
nessuno lo fermava,
il rifugio nella cavità
tra roccia e roccia
l’ultima notte

il freddo lo ha scacciato
gracile, senza più occhi
là dove vuole dormire
un cavo di mano di vento
lo ha trovato affamato
il vuoto gli ha fatto
da scoglio

***

ecco l’inviolabile
la senza volto
si è avvicinata stanca

impallidita e mutata lo toccò

severi grandi occhi colpivano
l’immagine sfigurata
della giovinezza

ma lascia che ti prenda
a chi ti ha dato, tra le braccia
di padre in padre siamo stati
quella tua età sparsa nella casa

***

lei era rimasta lì
tenue la luce diradava
con enormi occhi l’ultima
volta lui la guardava
abbandonava
e si sentiva abbandonato
nel fondo stabile degli sguardi

quella bellezza che si posa
dall’iride cadeva
rinnovandosi in lei
allontanandosi da lei

 

[Immagine: Hiroshi Sugimoto, Il giorno dopo (gm)].

2 thoughts on “Olimpia

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