di Hope Mirrlees e Nicoletta Asciuto
[Esce fra qualche giorno per Interno Poesia, a cura di Nicoletta Asciuto, Parigi di Hope Mirrlees, una delle voci da riscoprire della stagione modernista inglese. Il volume era apparso nel 1920 per la Hogarth Press di Virginia e Leonard Woolf. Si pubblicano qui un estratto dall’introduzione di Asciuto e una selezione dal testo.]
È la fine di aprile del 1920 e i coniugi Virginia e Leonard Woolf, forse la coppia più nota del modernismo, sono all’opera con la loro pressa da stampa.[1] Da qualche anno i Woolf hanno fondato una piccola casa editrice, la Hogarth Press (così chiamata dal nome della loro casa a Richmond), con la quale si impegnano a pubblicare i loro lavori, quelli dei loro amici e degli autori che reputano di forte potenziale letterario. Dopo aver stampato, tra le altre cose, alcuni racconti della stessa Virginia e una raccolta di poesie di T. S. Eliot (1919), i Woolf stanno componendo il testo dell’opera prima di una poetessa sconosciuta, ma di grande interesse sperimentale: si tratta di Hope Mirrlees e del suo poemetto Paris: A Poem, scritto appena un anno prima. Ne stamperanno però solamente 175 copie, perdipiù con la data sbagliata (1919 invece di 1920).[2] Paris viene recensito da ben pochi lettori, rimanendo così archiviato fino al 1973, quando viene ristampato nella Virginia Woolf Quarterly, ma con alcune parti censurate da Mirrlees stessa. Paris viene dunque assaporato da pochi lettori selezionati prima di cadere di nuovo nel dimenticatoio, fino a quando nel 2007 Julia Briggs lo riporta all’attenzione critica pubblicandolo nell’antologia Gender in Modernism: New Geographies, Complex Intersections. È però con l’edizione di Sandeep Parmar che Paris viene proposto per la prima volta in formato tascabile, insieme alle altre poesie e traduzioni di Hope Mirrlees (Collected Poems; FyfieldBooks, Carcanet, 2011), rilanciando così questa poetessa britannica semi-sconosciuta sul piano della poesia internazionale. L’edizione di Sandeep Parmar, che, sempre per la stessa collana, ha curato anche le poesie di Nancy Cunard (Selected Poems; 2016), ha certamente portato una ventata d’aria fresca nel campo degli studi sul modernismo, riaffermando l’importanza di recuperare le poetesse di lingua inglese del primo Novecento, troppo spesso sfavorite rispetto ai vari T. S. Eliot, Ezra Pound, William Carlos Williams, Wallace Stevens… Nel 2020, infine, per celebrare il centenario della prima pubblicazione, la casa editrice londinese Faber & Faber ha mandato in libreria una nuova edizione di Paris.
Estratto traduzione:
Voglio un’olofrase
NORD-SUD
ZIG-ZAG
LION NOIR
CACAO BLOOKER
vasi a figure nere nelle tombe etrusche
RUE DU BAC (DUBONNET)
SOLFERINO (DUBONNET)
CHAMBRE DES DEPUTES
brekekex koax koax passiamo sotto la Senna
DUBONNET
la Grande Prostituta grida BYRRH, assordando
San Giovanni a Patmo
Vous descendez Madame?
qui souvent se pese bien se connait
qui bien se connait bien se porte
CONCORDE
non posso
devo muovermi lentamente
le Tuileries sono in trance
perché i pittori le hanno
fissate così a lungo
I ragazzini dalle salopette nere e dalle mani appiccicose di gioco sono come le foglie appena arricciate degli ippocastani vanno sempre in tondo sui cavallucci di legno fino a che le loro teste non cominciano a girare.
I piccioni stanno appollaiati sulle statue
e diventano pietra.
Le départ pour Cythère.
Queste ninfe sono innocue,
non temere le loro morbide labbra –
un certo Pasteur ha reso i Galli immuni
al morso delle Ninfe … guardate
Gambetta
una coccarda rossa nell’occhiello della sua redingote
l’osceno tutoiement coniugale
mais c’est logique.
Estratto originale inglese:
I want a holophrase
NORD-SUD
ZIG-ZAG
LION NOIR
CACAO BLOOKER
Black-figured vases in Etruscan tombs
RUE DU BAC (DUBONNET)
SOLFERINO (DUBONNET)
CHAMBRES DES DEPUTES
Brekekekek coax coax we are passing under the Seine
DUBONNET
The Scarlet Woman shouting BYRRH and deafening
St. John at Patmos
Vous descendez Madame?
qui souvent se pese bien se connait
qui bien se connait bien se porte
CONCORDE
I can’t
I must go slowly
The Tuileries are in a trance
because the painters have
stared at them so long
Little boys in black overalls whose hands, sticky with play, are like the newly furled leaves of the horse-chestnuts ride round and round on wooden horses till their heads turn.
Pigeons perch on statues
And are turned to stone.
Le départ pour Cythère.
These nymphs are harmless,
Fear not their soft mouths—
Some Pasteur made the Gauls immune
Against the bite of Nymphs…look
Gambetta
A red stud in the button-hole of his frock-coat
The obscene conjugal tutoiement
Mais c’est logique.
Note
[1] Vedi Julia Briggs, “‘Modernism’s Lost Hope’: Virginia Woolf, Hope Mirrlees and the Printing of Paris”, Reading Virginia Woolf, Edinburgh University Press, 2006, pp. 80-95.
[2] Non sappiamo con certezza la ragione della data “sbagliata”. Sappiamo, tuttavia, che Paris era una poesia assai difficile da comporre per la stampa e che era stata una delle prime poesie stampate da Virginia Woolf, che infatti commette alcuni errori in quest’edizione. Non escludo che Paris possa essere stato stampato volontariamente con la data di 1919 in quanto la poesia stessa è incentrata sulla fine della guerra e gli eventi dell’anno 1919 (che è anche l’anno dell’uscita di Le Cap de Bonne-Espérance di Jean Cocteau, che sappiamo aveva influenzato Mirrlees). Di questa ipotesi purtroppo però non vi sono attualmente indizi, anche se il predatare di un’opera a posteriori per fini poetici e artistici non era affatto pratica poco comune (basti pensare a Lampada ad arco di Giacomo Balla). Sulla pubblicazione di Paris e la sua circolazione tra i primi lettori, vedere il bell’articolo di Sean Pryor, “Who bought Paris? Hope Mirrlees, the Hogarth Press, and the Circulation of Modernist Poetry”, ELH (2021), pp. 1055-1082.
[Immagine: Hope Mirrlees, a sinistra].