di Claudio Giunta Tommaso Labranca amava Fantozzi. Sognava «un ultimo film di Fantozzi, ma girato bene come il primo, da un erede di Luciano Salce, in cui ragioniere e famiglia sono alle prese con il montaggio di un mobile nordico in scatola piatta». E pensava che Fantozzi fosse il primo
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di Claudio Giunta [Questo articolo è uscito sul «Sole 24ore»] Per capire bene la pernacchia alla Corazzata Potëmkin, nel Secondo tragico Fantozzi, prima libro (1974) poi film (1976), bisogna darle un minimo di contesto, altrimenti si montano delle querelle culturali (Villaggio contro Ejzenštejn, il cinema popolare contro il cinema d’autore,
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di Emiliano Morreale Ha inventato una delle grandi maschere comiche del secolo scorso, l’emblema dell’italiano meschino della I repubblica, quel Fantozzi diventato proverbiale e che oggi ci parla piuttosto di un mondo scomparso (averceli, per un ventenne di adesso, un posto fisso e una casa di proprietà in semi-centro a Roma…).
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di Claudio Giunta [Queste sono le prime pagine del saggio «Diventare Fantozzi», compreso in una raccolta dal titolo «Una sterminata domenica», appena uscita per Il Mulino. Gli altri undici saggi parlano di Comunione e Liberazione, della copertura mediatica dell’eruzione dell’Eyjafjallajökull, degli scrittori italiani alla Fiera del Libro di Guadalajara, di Panarea,
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